Eppure cadiamo felici


Genere: Narrativa Contemporanea
 
Genere: Narrativa

18 Aprile 2017

Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. 
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.
Ci sono storie capaci di toccare le emozioni più profonde: Eppure cadiamo felici è una di quelle. Enrico Galiano insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia. I giovani lo adorano perché è in grado di dare loro una voce. Grazie al suo modo non convenzionale di insegnare, in breve tempo è diventato anche un vero fenomeno della rete: ogni giorno i suoi post su Facebook e i suoi video raggiungono milioni di visualizzazioni. Un romanzo su quel momento in cui il mondo ti sembra un nemico, ma basta appoggiare la testa su una spalla pronta a sorreggere, perché le emozioni non facciano più paura. 
 

Ciao Lettori,
credo che pochi di voi non conoscano "Eppure cadiamo felici", opera di Enrico Galiano, alias "il professore" (uno dei 100 migliori professori d'Italia) e pubblicato dalla Garzanti Editore.
Io ero tra i pochi che non lo conoscevano, ma mi ha incuriosita "Felici contro il mondo", che ho scoperto essere un attesissimo sequel uscito il 10 giugno 2021, e ho dovuto fare un passo indietro e conoscere dall'inizio la storia di Gioia Spada.

Gioia Spada si è da poco trasferita con sua madre a Pordenone, vivono sole insieme alla nonna affetta da Alzheimer (suppongo, o comunque una malattia neurodegenerativa). La loro situazione economica non è fiorente, la madre passa da un lavoro a un altro con una certa frequenza e il padre è una figura negativa che entra e esce da casa sua a suo comodo, quando non sfocia nella violenza domestica ed entrambi hanno una certa inclinazione ad affogare i loro dispiaceri nell'alcool. Nei pochi mesi dal suo trasferimento non si è molto integrata nella sua nuova scuola, soprattutto perché la sua personalità non glielo consente. Non è estroversa e brillante, la sua situazione familiare e il suo carattere la portano ad essere una persona non propensa ai compromessi, soprattutto quando i compromessi sono fare la carina con il figo della classe o le moine alla più popolare della scuola.
In poche parole è una che si fa i fatti suoi. Purtroppo avere questa propensione e contemporaneamente essere povera, quando sei circondata da adolescenti che hanno solo bisogno di conferme e di riconoscersi negli altri per riconoscere sé stessi, ti fa immediatamente etichettare come un'outsider, una sfigata, una da chiamare "maiunagioia".
Gioia non ha amici, è sola. A scuola è un'emarginata, quando non apertamente derisa, il suo unico punto di luce sono le lezioni di filosofia e il suo professore, l'unico che la vede per quello che davvero è, una ragazzina con una testa e un cuore più grandi della sua età. A casa è sola, a parte sua nonna, a cui è particolarmente affezionata e che coccola facendole ascoltare la sua musica preferita.
Non ha amici, a parte Tonia, che però è solo nella sua testa, colleziona parole intraducibili, parole uniche nell'idioma in cui nascono e scatta foto di persone di spalle. Una sera particolarmente difficile, a causa del padre, scappa di casa e corre, corre, corre fino a fermarsi, sfiancata, sui tavolini di un bar, dove incontra un ragazzo che tira freccette ad un bersaglio.
Da quella sera, Gioia e Lo (così si fa chiamare il ragazzo) si incontrano, parlano, si conoscono fino a innamorarsi. Ma Lo è strano, si fa vivo solo di notte; Gioia inizia a fargli delle domande e a chiedergli spiegazioni, fino a che un giorno sparisce. Gioia non si dà pace, scopre che Lo è morto suicida un anno prima, ma non può essere, non ci crede, lei non è pazza. Inizia un periodo molto difficile per lei, ma la sua caparbietà, la sua bontà, la sua voglia di fare felici le persone, la porterà a fare scelte coraggiose, anche se difficili e molto costose per lei.

Il libro si ferma qui e lascia un finale sospeso con un colpo di scena che credo, quando il libro è uscito (nel 2017), abbia lasciato con il fiato sospese, e le speranze soprattutto, in tutti i lettori.

"Eppure cadiamo felici" ha il dono di riuscire a descrivere l'isolamento, la solitudine di questa ragazza senza drammi esasperati. Ha una famiglia difficile, ma non violenta, a scuola è emarginata, ma non bullizzata. Tuttavia è sola, lo so che ho ripetuto questa parola per tutta la recensione, ma non è fatto a caso. La solitudine e l'isolamento a quell'età sono un mostro che ti consuma dentro. Ma la bellezza di questo personaggio è proprio nella sua forza e nella sua gentilezza; nonostante tutto rimane pura, rimane integra. Nella sua vita così priva di affetto (la madre le vuole bene, ma è assente, troppo concentrata sui suoi problemi per essere presente e di supporto alla figlia adolescente) cerca la bellezza nelle parole, nelle immagini, nella musica e nell'affetto di Lo.
La scrittura di Galiano è scorrevole e pulita, ovunque disseminata di queste parole uniche a cui Gioia ricorre per dare un suono a emozioni che altrimenti non saprebbe come esprimere.

Voto libro - 4

 
 
 

Genere: Narrativa Contemporanea
 
Autore: Enrico Galiano

18 giugno 2021

Ricordati sempre la luce che sei.

Gioia ha sempre pensato che ci fosse una parola per dare un senso a tutto. Dove quelle che conosceva non potevano arrivare, c’erano quelle delle altre lingue: intraducibili, ma piene di magia. Ora, il quaderno su cui appuntava quelle parole giace dimenticato in un cassonetto. Gioia è diventata la notte del luminoso giorno che era: ha lasciato la scuola e non fa più le sue chiacchierate, belle come viaggi, con il professore di filosofia, Bove. Neanche lui ha le risposte che cerca. Anzi, proprio lui l’ha delusa più di tutti. Dal suo passato emerge un segreto inconfessabile che le fa capire che lui non è come credeva. Gioia non ha più certezze e capisce una volta per tutte che il mondo non è come lo immagina. Che nulla dura per sempre e che tutti, prima o poi, la abbandonano. Come Lo, che dopo averla tenuta stretta tra le braccia ha tradito la sua fiducia: era certa che nulla li avrebbe divisi dopo quello che avevano passato insieme. Invece non è stato così. Gioia non può perdonarlo. Meglio non credere più a nulla.
 
 
Ciao lettori,
come vi avevo anticipato ho letto il prosieguo di "Eppure cadiamo felici" di Enrico Galiano. "Felici contro il mondo" è uscito il 10 giugno edito da Garzanti, che ringrazio per la copia recensione.

Come sempre, invito chi non ama gli spoiler a non leggere la recensione se non ha letto il primo libro, potrebbero esserci riferimenti espliciti al primo volume.
Abbiamo lasciato Gioia in camera sua, una scia di sassolini nel suo corridoio le spiana la strada verso Lo, steso sul letto della sua cameretta.
Gioia è sorpresa; dopo la sua lettera si era rassegnata a non rivederLo mai più...
Se qualcuno si aspetta che il professore abbia fatto aspettare i suoi lettori della prima ora quasi 5 anni per questo sequel per far finire la storia di Gioia e Lo in uno smielato e vissero felici e contenti, ne rimarrà profondamente deluso. Galiano prosegue questo romanzo sulla stessa lunghezza d'onda del primo, anzi, si concentra ancora di più sulla storia e sulla vita di Gioia, che continua a essere per niente facile. Lo non è tornato per restare, è tornato per spiegare. Si è reso conto che nella lettera non si è spiegato come avrebbe voluto. I due ragazzi trascorrono la notte insieme, ma il mattino dopo Lo non c'è più.

L'intreccio del libro, questa volta, è diverso dal primo. Galiano salta da un periodo all'altro della vita di Gioia, alternando l'oggi a sei mesi prima e a momenti della sua infanzia. Entrambi gli episodi, di passato prossimo e passato remoto, ci servono a capire chi è Gioia oggi e perché ha fatto le scelte che ha fatto.
Oggi Gioia si è persa, per non spoilerare non posso dirvi cosa le succede, vi basti sapere che il suo castello di carta, quello su cui aveva basato le sue fragili sicurezze, si sfalda e crolla una carta dopo l'altra, finché la ragazza non si annulla completamente.
Butta via la macchina fotografica, butta via il suo quaderno delle parole uniche, butta via Tonia, butta via il professore, butta via la scuola e con essa tutte le frustrazioni e le ambizioni che comportava, butta via sé stessa e le poche cose che per lei avevano un minimo di valore. Trova lavoro in una biblioteca, dove fa le pulizie part time.
Ma per quanto delusa e spezzata, Gioia è sempre Gioia, curiosa e determinata. In biblioteca riconosce una persona e decide di parlarle per cercare conferme alle sue delusioni e, da quel momento in poi, ricostruisce la storia del professore. Pezzo dopo pezzo, il puzzle assume un senso diverso da quello che inizialmente aveva compreso e questo la aiuta a perdonare e, forse, a perdonarsi.

La trama è molto complessa e articolata, forse anche più di quella del primo volume; sebbene focalizzato su Gioia, i personaggi complementari alla nostra protagonista assumono un ruolo molto più importante in questo volume. Conosciamo a fondo il professore e la sua storia, conosciamo Sara, un'anima affine a quella di Gioia.
Quando si accorgono che Gioia non è più la stessa, a modo loro cercano di stringersi attorno a lei per proteggerla. Ma spesso, chiusi nel nostro dolore, non vogliamo vedere chi ci sta intorno e tiene a noi. Respingiamo tutto. Ma Gioia è resiliente e grazie alla sua forza saprà risalire dal buio in cui è caduta, ma, soprattutto, saprà prendere le mani tese verso di lei mentre risale.
Posso dire che questo libro mi è piaciuto molto più del primo, mi ha commosso profondamente la storia del professore, soprattutto il suo dolce epilogo. Galiano scrive due libri, ma alla fine ce lo fa veramente gustare, il lieto fine.

Voto libro - 4
 

 

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