If we were villains. Non è colpa della luna

 


Genere: Narrativa

Scritto da: M.L. Rio

15 novembre 2022

Quando gli amici diventano nemici, non c'è limite al male che possono farci. Oliver Marks ha scontato dieci anni di carcere per l'omicidio di un compagno di college. Ai tempi della condanna, non tutti erano convinti della sua colpevolezza, in primis il detective Colborne, che ora lo attende fuori dal carcere per sapere finalmente la verità. La storia che Oliver si accinge a raccontargli si svolge alla Dellecher, una delle più prestigiose scuole di arte drammatica degli Stati Uniti, dove Shakespeare è venerato come un dio e non c'è limite alla competizione. Giovani, belli, ambiziosi, Oliver e i suoi sei amici sono inseparabili e dividono il tempo fra prove, performance e feste all'insegna dell'eccesso. Ma, una volta giunti al quarto e ultimo anno, qualcosa nel gruppo si incrina. I ruoli dei drammi che mettono in scena prendono sempre più spazio nella loro vita reale, ed emergono gelosie sopite, invidie, rancori. È Richard, più di tutti, a perdere il controllo, finché, un freddo mattino di novembre, viene trovato morto. A quel punto, per ognuno dei sei giovani attori rimasti inizia la prova di recitazione più ardua: convincere la polizia, gli altri e se stessi della propria innocenza. Perfetta per i fan del 'dark academia', una storia di lealtà e tradimento, follia e ossessione, colpa ed espiazione, che conduce il lettore lungo il confine magico e pericoloso tra la vita e l'arte.


Ciao a voi, lettrici e lettori del Confine!
Penso vi sia capitato più di una volta di avere tra le mani un romanzo così avvincente che solo il pensiero di finirlo vi ha trasmesso angoscia. Parlo di quei libri che vorresti non terminassero mai e che ti permettono di rifugiarti tra le loro pagine ogni volta che ne hai bisogno.
A me è capitato un po’ di mesi fa. Il libro in questione, però, è tutto fuorché comfort. Non lo trovo un romanzo che possieda tutti gli elementi affinché il lettore si senta a suo agio, ma piuttosto il contrario. Leggere l’opera di cui vi parlo è stato come andare su delle montagne russe malmesse fatte di soli giri della morte! Quindi, potete immaginare la suspense, ma anche la curiosità di vedere come vanno a finire le cose.
Ne avete sentito parlare su qualsiasi piattaforma esistente, da molti della book community viene considerato quasi un capolavoro, un classico dei nostri tempi. Le sue vibes dark academia e i continui riferimenti a Shakespeare hanno conquistato tante persone, me inclusa.
Si tratta di “If We Were Villains”, un thriller scritto da M.L. Rio edito qui in Italia da Frassinelli (con il titolo “Non è colpa della luna”) poi, più recentemente, ripubblicato in un’edizione speciale illustrata. Non perdetevela per nulla al mondo!

“Ma io rimasi dov’ero, spaventato all’idea di avvicinarmi, temendo che avrei potuto perdere l’appoggio sul terreno solido, staccarmi da ciò che mi aveva tenuto zavorrato fino ad allora, e avrei vagato nel vuoto dello spazio: luna vagabonda e alla deriva.”

“If We Were Villains” è narrato da uno dei protagonisti delle vicende tormentate dell’opera: Oliver Marks, ormai in carcere da dieci anni. La scena d’apertura lo ritrae in manette, mentre cita tra sé e sé un verso dell’Amleto shakespeariano, atto I, scena 5. Joe Colborne, detective che in questi anni ha cercato di torcergli anche una piccola confessione sul reato e sulle persone coinvolte, tenta un’ultima volta di convincerlo a parlare prima di lasciare il servizio. Se non vuole farlo per ottenere un briciolo libertà, almeno lo facesse per colmare la sua curiosità e per dargli effettivamente la certezza che in tutto questo tempo non si è mai sbagliato.
Per lui, Oliver non è mai stato colpevole. Dopo un po’ di indecisione, Oliver inizia a parlare. Da qui, il romanzo torna a Settembre 1997, intrappolandoti in una narrazione piena di suspense e colpi di scena.

Le scene sono perlopiù ambientate al Dellecher Classical Conservatory, dove Oliver studia arte drammatica, in particolare Shakespeare. Sin dal principio ci vengono presentati gli altri protagonisti della storia: James, Meredith, Wren, Filippa, Alexander e, infine, Richard. Hanno caratteri molto diversi e questo a volte può essere tanto un bene quanto un male. Oltre al teatro, il loro tempo è occupato dai passatemi classici dei ragazzi della loro età, specialmente adesso che sono al quarto e ultimo anno di studi, rendendoli particolarmente acclamati e anche pieni di sé. Partecipano a feste, bevono alcolici in quantità e, alcuni di loro, fanno uso di droghe.

“Permettetemi di farvi un’altra domanda: cos’è più importante, che Giulio Cesare venga assassinato o che venga assassinato dai suoi amici più intimi?”

Come ho già detto prima, ogni personaggio è diverso dall’altro, e spesso questo causa divergenze. In particolare Richard, protagonista indiscusso dell’istituto prestigioso, è arrogante, geloso di Meredith e delle attenzioni che dà e riceve, e particolarmente violento. Infatti, sono tanti gli episodi del libro in cui lo vediamo perdere il controllo. Finché un giorno non viene ritrovato in una gelida mattina di novembre… deceduto, annegato in un lago con il volto sfigurato.
Man mano che si va avanti nella lettura, i quesiti diventano tanti e altrettanto numerose sono le risposte che otterremo. A volte il lettore viene tratto in inganno grazie all’abile scrittura e capacità di storytelling di M.L. Rio e, come per il detective Colborne, la curiosità non fa che aumentare. Siete pronti a scoprire la verità insieme a lui?

“Per qualcuno che amava le parole tanto come me, era sorprendente quanto spesso mi deludessero."

Il romanzo si divide in cinque atti, in ognuno di essi vi è un’ulteriore partizione in scene, come una vera e propria opera teatrale. Vi è poi un epilogo che di certo lascia il lettore con il fiato sospeso… letteralmente. Il finale è così aperto che pensavo mancassero alcune pagine alla mia copia! Avrei voluto leggere altre cento pagine (come minimo) di questo libro.
I personaggi sono costruiti in modo magistrale. Quello che però mi ha attirata di loro, man mano che leggevo l’opera, è stato il modo in cui ho empatizzato con un piccolo lato di ognuno di loro e, al contempo, li ho detestati. Non sono per niente amabili, e va benissimo così. Sono un “crogiolo” di pregi e difetti, come ogni essere umano esistente. Alcuni sbagliano più di altri e le conseguenze sono evidenti.

La narrazione dal punto di vista di Oliver è stata forse un po’ limitante, non entrando nel profondo di alcuni personaggi, ma per me è stata necessaria per lo sviluppo della storia. Ha gettato un’ombra di ulteriore mistero su quella che sarebbe stata la dinamica dei fatti.
Molti colpi di scena sono stati imprevedibili, mentre altri hanno solo confermato le mie supposizioni preesistenti. Se devo dirla tutta, la persona colpevole è divenuta sempre più palese man mano che le vicende andavano avanti, ma il modo in cui si è svolta l’azione incriminante è stata inaspettata. Ho dovuto rileggerla più volte, perché le dinamiche mi hanno colta di sorpresa.

“Per aspera ad astra. Ne avevo sentite svariate traduzioni, ma quella che mi piaceva di più era: Attraverso le spine, verso le stelle.”

L’ambientazione è stata tra le più suggestive di cui abbia mai letto e la descrizione dei luoghi, insieme alla struttura e scrittura dei dialoghi, mi ha fatto sentire parte di questa cerchia ristretta di studenti-attori.
Lo stile di scrittura di Rio, (a mio parere) dal registro medio, è stato così evocativo che non ho trovato per niente difficile immergermi nel romanzo. Nonostante la crudeltà e le vicissitudini del romanzo, per me leggere “If We Were Villains” è stato come ricevere un abbraccio stretto, specialmente quando è arrivato l’epilogo. Ho avuto quasi il timore che, se l’avessi concluso, non avrei potuto mai più rivivere la storia con lo stesso entusiasmo. Le mie riletture frequenti, per fortuna, dimostrano il contrario! Inoltre, se siete amanti di Shakespeare, sappiate che quest’opera potrebbe piacervi particolarmente, considerando che è così tanto una parte integrante del libro che quasi ne diviene il protagonista indiscusso. Tutto ruota intorno alle sue opere ed è anche questo che rende “If We Were Villains” speciale.
Fatevi un favore e leggete questo libro! Non ve ne pentirete.

Voto libro - 5

















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