Nella vita dei burattini


Genere: Retelling

Scritto da: T.J. Klune

20 giugno 2023

In una foresta antica e sperduta, in mezzo ad alberi maestosi, c'è una curiosa casetta in cui abitano tre robot: Giovanni Lawson, detto Gio, androide inventore; l'Infermiera Ratched, macchina per l'assistenza sanitaria dolcemente sadica; e Rambo, piccolo aspirapolvere ansioso. Insieme a loro il giovane Victor Lawson, unico essere umano della famiglia. La vita scorre tranquilla finché un giorno Vic trova e ripara un androide sconosciuto chiamato Hap, e scopre che lui e Gio condividono un oscuro passato. L'arrivo di Hap turba la serenità della famiglia, che fino a quel momento ha vissuto nascosta, svelandone la posizione agli agenti dell'Autorità a caccia di ribelli. Gio viene catturato e portato nella Città dei Sogni Elettrici, dove rischia di essere smantellato o, peggio, riprogrammato. E così, per salvarlo, Victor, Hap, Rambo e l'Infermiera Ratched si mettono in cammino attraverso un paese ignoto e ostile. Il viaggio sarà l'occasione per riflettere su ciò che distingue un cuore umano da un cuore meccanico, e Vic si troverà a compiere una scelta decisiva: sarà in grado di aprirsi all'amore, con tutto quello che comporta?

Salve salve!
Non so quale combinazione astrale l’abbia reso possibile, ma grazie a Macmillan, Tor Books e Edelweiss, ho letto in anteprima il prossimo standalone di TJ Klune in uscita il 25 aprile 2023: “In the Lives of Puppets”, retelling queer di “Le avventure di Pinocchio” di Collodi!

Victor Lawson è umano… e non ci sarebbe niente di strano se non vivesse in una foresta isolata dal resto del mondo con l’unica compagnia di suo padre Giovanni, un robot dalla lunga barba bianca, Rambo, un’aspirapolvere Roomba ansioso e vivace, e Nurse Ratched, un’infermiera robot sociopatica!
In questo mondo, gli esseri umani hanno fatto passi da gigante con la tecnologia e le macchine, creando robot senzienti e sempre più simili di aspetto agli uomini.
Victor non ha mai visto il resto del mondo, conosce solamente la foresta, in cui vivono e creano, e la discarica poco distante dove ha trovato i suoi amici, Rambo e Nurse Ratched.
È proprio lì che trova Hap (Histerically Angry Puppet), questo il nome che gli danno, un robot umanoide quasi completamente distrutto, ma non da buttare. Mai da buttare.
Se c’è un motto nella famiglia Lawson è che tutti hanno diritto a una seconda possibilità, a una seconda vita.
Così Victor decide di donare ad Hap il cuore di legno e ingranaggi, che stava ricreando su immagine di quello che suo padre Gio aveva creato per sé.
Un semplice cuore, legno e metallo, che cambierà ogni cosa…
Victor non lo sa, ma la verità sul mondo al di fuori della foresta è molto diversa da come si immagina e lo scoprirà nel peggiore dei modi, perché da quell’ultima visita alla discarica… tutto cambierà.

“Il cuore è… È qualcosa di speciale. Ti farà sentire meglio. Farà male senza motivo. Se gli rispondi come ho fatto io, inizierai a provare emozioni inimmaginabili. Sei una macchina, Hap. Questo è chiaro. Ma un cuore cambia ogni cosa.”

Se “Under the Whispering Door” è un abbraccio caldo e sicuro e “The House in the Cerulean Sea” è una tazza della nostra bevanda calda preferita, “In the Lives of Puppets” è come un giro sull’autoscontro. Sali, ti sistemi, sei comodə nella tua macchinina e, rilassatə, inizi il tuo giro. E poi boom, il primo scontro; boom, eccone un altro; boom, sei sballottatə di qua e di là, e alla fine torni tuttə storditə sulla terra ferma. A differenza degli altri due standalone, “In the Lives of Puppets” è meno “coccoloso” e più avventuroso, proprio come la storia di Pinocchio.
Sin dall’inizio siamo consapevol3 che ci sarebbe stato molto altro oltre al tranquillo scorrere della vita di un’improbabile famiglia in una piacevole foresta, infatti siamo presto catapultat3 in un’avventura dalle mille insidie, dagli incontri ambigui e dai risultati incerti.
Essendo un retelling, non mancano i riferimenti alla storia originale: la balena, il Maestro di cerimonie, il gatto e la volpe, la fata madrina, ma soprattutto la costruzione, la creazione di qualcosa come gesto che dà vita.

“Solo questo. Semplice, vero? Stavamo pensando troppo in grande. A volte sono le cose più piccole a cambiare tutto quando meno te lo aspetti.”

Sempre presenti, nelle storie di Klune, sono i messaggi che arrivano al cuore, lo stritolano e gli ridanno forma, rendendolo più grande e forte. Stavolta si parla della magia di essere se stess3, dell’importanza di sognare, di amare, di vivere appieno, ma soprattutto del potere dell’umanità. In questo libro tanti sbagli vengono denunciati all’essere umano, a noi che stiamo leggendo, noi esseri fallaci e imperfetti, ma affascinanti e insostituibili proprio per la nostra umanità, per la capacità di sognare, di lottare, di sopravvivere e vivere.
Nonostante il marcio c’è sempre (e spero ci sarà sempre) del buono per cui sperare e combattere. La nostra umanità, che in questo libro viene celebrata, agognata, temuta, amata.

“Siamo stati creati per una ragione. Abbiamo un obiettivo che determina le nostre azioni. Rambo è stato creato per pulire. […] Io sono stata creata per curare, guarire, educare e trapanare. […] Gio è stato creato per inventare. […]”
“Per cosa sono stato creato io?”, chiese Vic curioso.
Silenzio. Alzò lo sguardo su Nurse Ratched. Il suo schermo era vuoto. “Mi hai sentito?”
“Sì. Ti ho sentito. Sto pensando. Sto ancora pensando. Quasi fatto. Okay. Ho deciso per cosa sei stato creato.”
“Per cosa?”
“Sei stato creato per portare gioia. Tu sei vivo in modi in cui non siamo. Sei morbido e fragile. Ma anche complesso e inquietante e, a volte, stupidamente brillante.”

Penso sia inutile dire che i personaggi sono assurdamente fantastici. La mia preferita in assoluto è Nurse Ratched, sociopatica, sarcastica, sicura di sé, sempre pronta a mettere tutti in riga e a trapanare qualcosa (solo se necessario, ovviamente).
Poi c’è Rambo, l’aspirapolvere con l’ansia e i complessi; è “il piccolo di casa”, estremamente innocente ed entusiasta, spesso il motivo perché finiscono nei guai!
Al terzo posto Victor, l’umano, il sognatore, il “falegname”. Victor è asessuale e i commenti di Nurse Ratched, candidi per i robot quanto imbarazzanti per Victor, sui bisogni sessuali (così come sulle necessità naturali umane) sono esilaranti!
Victor è il protagonista, il perno della sua famiglia, la ragione di tutto, il cuore pulsante di un mondo alla ricerca di libertà e di sogni.
È spesso silenzioso e pensieroso; nel corso della storia soffre e si fa male, ma nonostante il silenzio noi sentiamo la fatica in ogni passo, il peso di ogni attimo, la paura e la speranza, l’amore. L’amore che modella e ispira tutto e tutti intorno a lui.
C’è Hap, o Histerically Angry Puppet, il “soldato” con PTSD che riscopre il mondo e la sua bellezza, scopre l’amore di una famiglia e l’affetto, scopre la musica.
Infine c’è Giovanni, colui che ha dato inizio e messo fine a tutto; saggio, tormentato, ma pieno di speranza e di amore per suo figlio.
Le interazioni del gruppo, soprattutto tra il trio Victor-Nurse Ratched-Rambo, sono esilaranti, portano il tipico marchio sarcastico di Klune; l’affetto che condividono è totale, coinvolgente, potente.

È una storia incredibile, e su questo non avevo dubbi, ma (c’è un piccolo ma) non è stata totalizzante come le sue precedenti, forse perché grande attenzione è stata data (giustamente) all’avventura e all’azione.
Siete curios3 di leggerlo?
Fonti dicono che il 26 aprile dovrebbe arrivare anche in italiano, ma attendiamo sempre gli annunci ufficiali!
Baci

Voto libro - 4.5










 

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