La lingua delle spine


Genere: Fantasy

Autore: Leigh Bardugo

14 novembre 2023

Perfetti sia che siate suoi nuovi lettori sia che siate fan accaniti, questi racconti vi trasporteranno in terre familiari e misteriose, in una realtà pericolosamente intessuta di magia che milioni di persone hanno conosciuto e amato attraverso i romanzi del GrishaVerse.

Un mondo di oscuri affari stipulati al chiaro di luna, città infestate da spiriti, foreste inquietanti e bestie parlanti. Qui la voce di una giovane sirena può evocare tempeste mortali e un fiume può eseguire gli ordini di un ragazzo innamorato, ma solo a un prezzo indicibile. Ispirandosi a miti, folklore e fiabe, Bardugo ha scritto una raccolta di racconti straordinariamente ricchi di atmosfera, pieni di tradimenti, vendette, sacrifici e amore.



Salve lettori!
Non mi si può certo dire che non mantengo le promesse!
In questa recensione vi parlerò di "Language of Thorns", una raccolta di racconti, favole, storie di pericolosa magia, scritte dalla bravissima Leigh Bardugo, un ulteriore gioiello in quella corona che è l'universo Grishaverse.
In tutto, il libro raccoglie sei storie, ognuna proveniente da una zona diversa di questo mondo magico, corrispondente, presumibilmente, ad un luogo reale.
Ognuna di queste storie racchiude in sé un insegnamento molto importante. Amicizia, amore, lealtà, diversità, sogni, illusioni e verità, il richiamo della magia e quello del male. Ognuna di queste storie affronta argomenti molto importanti come solo le favole sanno fare. Attraverso giochi, animali fantastici e magia, luoghi incantati e meravigliosi, eroi inaspettati ma coraggiosi.
Sono storie e leggende riprese da diverse culture quindi, mentre alcune suoneranno originali e inaspettate, altre riporteranno alla nostra mente storie già ascoltate in passato. 

“Più desideravo, più diventavo reale.”
 
L’elemento che accomuna tutte e sei le storie è quell’aura di oscurità, di mistero, di inquietudine, donata dalla bravissima penna della scrittrice e di cui, proprio lei, ne spiegherà il motivo alla fine, nella nota autore.
L’originalità con cui ha raccontato queste storie, oltre all’emozione che riesce continuamente ad evocare attraverso il suo modo di scrivere, rendono questo libro una gemma che credo tutti dovrebbero ambire ad avere.
Ma ciò che rende questo romanzo davvero raro e speciale, sono le meravigliose illustrazioni di Sara Kipin che accompagnano le pagine di questi stupendi racconti. A partire da un dettaglio, pagina dopo pagina, i fogli si riempiono di immagini, tutte strettamente legate alla storia che si sta dispiegando attraverso le parole, fino a riempire ogni lato, fino ad arrivare ad un disegno finale che vi lascerà senza fiato e che farà precipitare le vostre emozioni in un baratro di adorazione e meraviglia. 

Ma parliamo un po’ delle storie.
La prima, "Ayama and the Thorn Wood", arriva da Zemeni ed è la storia di due secondogeniti, nati nello stesso anno, che hanno subito la stessa sorte: sono brutti e mostruosi, sgraziati e maledetti, rispetto al fratello e alla sorella maggiori.
È la storia di un bosco di spine e fiori luminosi come stelle che richiede la verità, in un regno fatto di apparenze e pregiudizi.
I titoli delle tre storie che arrivano da Ravka, paese in cui è ambientata la trilogia “Shadow and Bone”, ci sono familiari. Questo perché Alina le ha nominate nei momenti in cui persone o luoghi gliele ricordavano. Ad esempio, disse del principe Nikolai che le ricordava “The Too-Clever Fox”, Koja, una volpe dal pelo giallognolo, capace di cavarsi da ogni situazione pericolosa con le sue parole e la sua astuzia. Ma la preoccupazione di Alina, come quella di Lula, l’usignolo amico di Koja, era che potesse arrivare il giorno e il pericolo da cui non avrebbero potuto salvarsi con il fascino delle loro parole…
“The Witch of Duva” è una rivisitazione di “Hansel e Gretel”, particolare e inaspettata e anche abbastanza macabra.
“Little Knife” è una delle storie che ho adorato e il cui disegno finale mi ha incantata. È la storia di una città caduta in disgrazia, di una ragazza talmente bella da far perdere la testa a chi la guarda, di uomini avidi, indifferenti a tutto tranne che alla loro fame di ricchezza, e di un fiume alla ricerca della libertà.
La quinta storia arriva da Kerch, l’isola su cui è ambientata, invece, la duologia “Six of Crows”. “The Soldier Prince” ricorda tanto la storia “Lo schiaccianoci e il re dei topi”, ma in questa rivisitazione, il nemico si nasconde sotto una forma diversa da quella di un ratto. Ed oltre ad essere in carne e ossa, si nasconde anche nella mente, nei sogni e nella volontà dei personaggi che incontriamo.

 
Ultima storia, trasportata dai freddi mari di Fjerdan, che ho amato alla follia, specialmente per le illustrazioni, è “When Water Sang Fire” (in italiano “Quando l’acqua cantò il fuoco”). Già il titolo è spettacolare e, credetemi, la storia non è da meno. Ha come protagonista Ulla, una sirena che, a differenza di tutte le altre, ha un colorito giallognolo e occhi scuri e profondi. Ma Ulla ha qualcosa che la rende più forte rispetto alle altre sirene: una voce formidabile e potentissima. E in un luogo in cui la magia si risveglia con il canto, la sua voce è l’unico aspetto di sé che può permetterle di ambire ad altro, oltre essere vittima di terribili pettegolezzi.
La storia di Ulla è la chicca che chiude questo gioiello di libro. È una storia che racchiude valori quali amicizia, famiglia, discriminazione, tradimento e vendetta. In più, se ho interpretato bene gli indizi, troviamo un personaggio che è molto importante all’interno della trilogia, agli inizi della sua caccia per il potere.
Prestate attenzione al fatto che la protagonista di questa storia è una sirena e al suo nome, sono suggerimenti che permettono di capire sin dall’inizio da quale storia, anzi da quale personaggio è ispirato questo bellissimo e oscuro racconto.

“Ma la speranza sale come acqua trattenuta da una diga, sempre più alta, con incrementi che non significano nulla finché non hai di fronte un’inondazione.”
 
Vi consiglio assolutamente questo libro, lettori. Non è necessario aver letto la trilogia né la duologia per apprezzarlo. Se amate le favole, le leggende, il folklore, e amate le loro rivisitazioni anche in chiave oscura e un po’ macabra, dovete assolutamente leggere “Language of Thorns”.
La cosa che vi consiglio, oltre alla lettura ovviamente, è di comprarne il cartaceo o di leggerlo su di un dispositivo a colori, in modo da non perdere la magia e la bellezza che le illustrazioni donano alle parole. Fidatevi, insieme questi due elementi creano una bolla, un incantesimo che vi terrà legati durante la lettura e anche oltre, e sarebbe un peccato non rimanerne assoggettati.
Che dire più, lettori… Sono innamorata e sempre più felice di aver intrapreso questo meraviglioso viaggio nel Grishaverse. E non smetterò mai di incitare anche voi ad affrontarlo, non ve ne pentirete…
Baci


 

Voto libro - 5 






You Might Also Like

0 comments