Una storia straordinaria


Autore: Diego Galdino

Genere: Romance

13 febbraio


Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?


Salve lettrici del Confine,
Oggi, con piacere, vi parlo in anteprima del nuovo romanzo di Diego Galdino, il Nicholas Sparks italiano.
Il suo nuovo romanzo, in uscita il 14 Febbraio, si intitola “Una storia straordinaria” e racconta di una di quelle storie d’amore straordinariamente comuni. Con la sua narrazione poetica, Galdino racconta la storia di Luca e Silvia, due ragazzi che improvvisamente si ritrovano a combattere contro le ingiustizie della vita. Entrambi, seppur in modi differenti, devono iniziare una battaglia inattesa. Quella di Luca è contro la sua cecità, arrivata improvvisamente a causa di una malattia rara, e quella di Silvia è contro se stessa e il mondo. La loro storia non è difficile come la trama potrebbe farci credere, anzi si legge molto bene, scorre e non annoia.
È una storia che inizia molto prima del loro primo incontro e in cui il destino ci mette il suo. Può sembrare la classica storia d'amore tra due persone con vite complicate, ma non è così. Silvia lavora alla radio e nella sua quotidianità incontra spesso Luca, sul treno, per strada. Mentre l'autore ci porta per mano nelle loro vite e nei loro problemi, ci fa vedere anche come le loro vite inizialmente si sfiorano ma non si toccano, lasciando comunque il segno.
Sono diverse le occasioni in cui i protagonisti avrebbero potuto interagire, ma solo dopo gli eventi che segneranno la loro vita potranno finalmente avere la possibilità di conoscere l’altro e innamorarsi.
Il loro momento, ripeto, arriverà quando il loro destino è già compiuto, ma non sarà affatto tardi per loro. Silvia sarà capace di guardare oltre la disabilità di Luca, saprà innamorarsi di lui, delle sue citazioni cinematografiche e del suo cuore grande. E Luca saprà prendersi cura della sua amata anche da non vedente, perché la bellezza non si vede con gli occhi ma con il cuore.
La loro è storia delicata e bellissima. È una storia che si legge tutta d’un fiato e sorprende pagina dopo pagina, e lo fa proprio grazie alla sua semplicità.
È facile perdersi nelle citazioni di Luca di romanzi e film, nelle sue battute, nelle canzoni della sua vita, nella sua lucentezza, che lo fa risplendere da prima di diventare cieco. Ed è facile perdersi nelle sue conversazioni con Silvia, brillanti e realistiche, ricche di umanità, semplicità e bellezza. È ancora più facile perdersi ed innamorarsi della città eterna che, come sempre, fa da sfondo alle parole dell’autore romano. Ho apprezzato tantissimo che spesso l’autore si cita nel romanzo, regalandoci piccole frasi prese dai suoi romanzi precedenti.
Complimenti a Diego Galdino, alla sua penna e alla sua storia straordinaria.
Chissà che anche io, come Silvia, non mi trovi prima o poi alla porta del suo bar per scambiare due chiacchiere e bere un caffè.


Voto libro - 4






1. Da dove nasce la sua passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere molto tardi, ma poi non ho più smesso. Per me la prima storia che ho scritto resta indimenticabile perché è nata in un modo particolare e per merito di una ragazza a cui sono stato molto legato...Un bel giorno mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa di Rosamunde Pilcher, e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene e poi non ho più smesso fino ad arrivare a Il primo caffè del mattino... 




2. C’è un personaggio, nei suoi libri, a cui è particolarmente legato?

Sicuramente Luca de Una storia straordinaria perché è come sarei io se improvvisamente perdessi la vista. 


3. La chiamano “lo scrittore barista”, in quale dei due mestieri si sente più a suo agio?

Non considero fare il barista un mestiere sono nato nel vero senso della parola nel Bar dove ancora oggi faccio il caffè, per me è casa. Lo scrivere non lo considero un mestiere perché se lo fosse mi avrebbe permesso di non stare dalla mattina alla sera a casa dietro al bancone a fare i caffè. 


4. “Una storia straordinaria”, il suo ultimo romanzo, racconta di due vite non facili. A chi si è ispirato per la storia dei personaggi? 

A nessuno, ho scritto la storia di Luca e Silvia come me l'hanno raccontata loro... Nella mia testa.


5. Luca, il protagonsita, all’inizio della storia si definisce un grande osservatore. Diego Galdino può dire lo stesso di sé?

Un barista non può non esserlo deve capire che il cliente vuole un dolcificante dopo essersi mangiato un cornetto con la crema. 


6. Nel romanzo vengono citati diversi film. Qual è il suo preferito in assoluto?

Notting Hill...Spero che Una storia straordinaria sia amato dalle persone come questo film.


7. Quali sono tre libri che consiglierebbe a noi del blog? 

Persuasione di Jane Austen, Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas, I pilastri della Terra di Ken Follett.


8. Quali sono i suoi progetti futuri? 

Il mio progetto futuro è provare a scrivere un libro talmente bello da riuscire a prendere cinque stelle anche dal blog Il confine dei libri... 😊

Grazie a Diego Galdino per aver risposto alle domande di Cecilia.


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