Clash

 

Genere: Rock Star Romance

Autore: Aurora Belle 

18 Novembre 

Connor Clash era tutto ciò che io non ero.
Mi ha insegnato a vivere.
Non volevo che si arrivasse a tanto.
Ma Connor era bellissimo, e io mi sentivo sola.
Innamorarsi non faceva parte del piano.
Mi ha tradita, mi ha segnata.
Prima che accettassi il lavoro, non sapevo chi fosse.
Adesso lo vedo ogni notte nei miei sogni. Eravamo due persone in mondi diversi, che si tengono a distanza. Non sarebbe finita bene.

Connor Clash era uno stronzo.
E io lo amavo con tutto il mio cuore.

 ESTRATTO   

Posai la borsa sulla cuccetta e mi preparai a saltarci sopra.
In quel momento apparve Connor dal nulla.
“Quello è mio.” Ovviamente lo era.
“Oh, scusami.” Scivolai fuori portando con me la mia borsa.
Guardai la cuccetta dietro ma Connor fece un rumore, scuotendo leggermente la testa.
Mi imbronciai ma gli domandai a bassa voce “Anche quella è tua?”
Incrociò le braccia al petto, in qualche modo quel gesto sembrò aumentare la massa delle sue già muscolose braccia.
Quando mi sorrise, il tatuaggio sulla sua guancia si alzò e per poco non soffocai con la mia lingua. “Ok, quindi,” Sussurrai e mi diressi in fondo alla fila, posando la mia borsa nell’ultima cuccetta.
Non mi sarei dovuta sorprendere quando Connor prese la mia borsa. “Quello è mio.”
Cosa?
Quanti letti servono a una persona?
Non arrabbiarti. Lui è una rock star. Ha più roba e probabilmente ha bisogno di più spazio.
“Giusto,” mormorai, le mie labbra non si erano mai assottigliate tanto in vita mia.
Quando lo sentii sghignazzare lo guardai, ma il suo volto era completamente neutrale.
Provai il lato sinistro, riprendendomi la mia borsa dalle mani di Connor e mettendola nella cuccetta di mezzo, proprio sotto l’Inferno.
Mi sentii torcere le budella quando aprì la bocca. “Quello è mio.”
Per l’amore del cielo.
Mi girai verso di lui e sbuffai. “Ti stai prendendo gioco di me?"
La sua risposta fu onesta. “Sì.” E quando si morse la punta della lingua, mi sentii le farfalle nello stomaco. Feci un sospiro annoiato che immediatamente si trasformò in una risata imbarazzata.
Si stava prendendo gioco di me.
 

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