Il viaggio di Halla
Genere: Fantasy
Autore: Naomi Mitchison
Per la prima volta in Italia un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien.
Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l’altra, le nuove sfide sul suo cammino. Mitchison ci prende per mano e ci conduce in una favola senza tempo, dove le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy per mostrare il valore di comprensione e tolleranza.
Recensione
Salve lettori!
In questa recensione vi parlo di un libro, breve ma significativo, arrivato da poco in Italia grazie a Fazi editore. “Il viaggio di Halla” (Travel Light in inglese) di Naomi Mitchison è stato pubblicato per la prima volta nel 1952. La Mitchison è stata un’autrice prolifica di quel periodo, variando anche tra diversi generi e affrontando argomenti molto importanti.
Halla è nata come figlia di un re, ma è stata cresciuta dagli orsi, poi educata dai draghi, e da entrambi ha imparato qualcosa.
Halla è protettiva verso chi ama come un’orsa, conosce l’importanza di un tesoro come un drago, e odia gli eroi, gli uomini che hanno rappresentato sempre un pericolo e che hanno portato solo morte nella sua vita.
Dopo essere stata un cucciolo per gli orsi e un tesoro per i draghi, Halla deve diventare qualcos’altro. Non può andare in letargo, non può accumulare tesori, quindi diventa una viaggiatrice.
Viaggia attraverso i luoghi? O attraverso il tempo? Ma, soprattutto, dove finirà il suo viaggio?
“Figlia degli Orsi” era stato un bel nome con il quale cominciare, perché la distingueva da tutti gli altri esseri umani, ma “Terrore degli Eroi” era meglio.
“Il viaggio di Halla” per me è una lunga fiaba, una storia della buonanotte, di quelle che nascondono lezioni inaspettate.
Halla non è mai stata solo umana, solo orsa o drago, ha cambiato pelle più volte e l’ha fatto senza ripensamenti, perché sapeva che in quel momento doveva diventare altro. Accoglie ogni cambiamento perché sa che è necessario, un passo avanti, un nuovo insegnamento.
Impara da ogni esperienza: la sensazione delle zampe nella terra, il linguaggio di ogni animale, l’importanza di accumulare e custodire un tesoro, della storia e dell’economia. Sperimenta sulla pelle la cattiveria degli eroi, nel suo viaggio ne incontra tanti, conosce anche la gentilezza da parte degli uomini, ma immancabilmente le chiedono qualcosa a cui non può rinunciare.
Halla continua a credere a quella figura che le ha consigliato di viaggiare leggera, nonostante le incertezze e la stanchezza, nonostante le dicano di fermarsi e appesantirsi, nonostante la nostalgia dei draghi e il desiderio di andare in letargo come gli orsi.
Resta fedele a se stessa e in questo modo sceglie il passo successivo, la direzione da seguire, il mare, il fiume o la terra da attraversare, trasformandosi, senza mai dimenticare chi era prima.
«Forse lei non è morta. [...] Forse è stata allevata da orsi e draghi. Forse, alla fine, per lei è stato meglio che essere la figlia di un re».
La scrittura di Naomi Mitchison è descrittiva in modo evocativo. Guardiamo il mondo come lo vede Halla, come lo vedono gli orsi e i draghi. Non veniamo toccati dai problemi del mondo umano perché ci preoccuperà trovare bacche, una tana o una caverna profonda, ammassare un tesoro e gestirlo per bene.
La narrazione è veloce, ci guida in questo viaggio diviso in tre parti di pochi capitoli attraverso numerosi luoghi, e forse anche tempi, nuove credenze e vecchie superstizioni, ricordandoci costantemente di viaggiare leggeri e di tenere ben stretto il mantello.
Baci.
Erika
Voto libro - 4
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