Tre gocce d'acqua


Genere: Narrativa Contemporanea

Autrice: Valentina D'Urbano

1 giugno 2021

Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un'equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell'una da parte di padre e dell'altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l'incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l'amore del fratello, che preso com'è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell'ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l'asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte. Al suo settimo romanzo, Valentina D'Urbano si conferma un talento purissimo e plastico, capace di calare i suoi personaggi in un'attualità complessa e contraddittoria, di indagare la fragilità e la resilienza dei corpi e l'invincibilità di certi legami, talmente speciali e clandestini da sfuggire a ogni definizione. Come quello tra Celeste e Nadir, che per la lingua italiana non sono niente, eppure in questa storia sono tutto.
 

Salve lettori,
Chi conosce lo stile intenso di Valentina D’urbano non può fare a meno di acquistare i suoi romanzi. Il suo nuovo “Tre gocce d’acqua”, edito dalla Mondadori, è infatti una storia straordinaria, una di quelle che ti tocca il cuore, forse ai livelli di “Il rumore dei tuoi passi”, il suo romanzo più famoso.
La storia di questo romanzo è racchiusa molto nella copertina: ci sono tre ragazzi, tre gocce d’acqua, simili nell’aspetto e nell’anima.

Celeste, la voce del romanzo, colei che ci racconta la storia come se fosse dinanzi a noi, è una ragazza con una malattia ossea, debole e sola.
La sua storia parte dal principio, da quando la sua vita era perfetta, sana e completa insieme a suo fratello Pietro.
Pietro è il figlio di suo padre e per Celeste è tutto.
Un giorno però Celeste scopre che quel legame a due è in realtà un triangolo, perché Pietro ha un altro fratello, Nadir.
Nadir è un bambino, coetaneo di Celeste, ribelle, distaccato e diffidente. È diverso da Celeste ma il suo legame con Pietro è esattamente lo stesso, unico e straordinario. Tra i due inizialmente ci sarà una lotta per essere al centro del cuore di Pietro, ma con il tempo, crescendo, quel legame si solidificherà.
La loro è una famiglia allargata e Pietro è il collante di quel legame che di sangue non ha nulla, ma è viscerale, unico e indissolubile.

“Due fratelli e un rettangolo vuoto. Ingoiai amaro, capii che era vero. Mi aveva pensato, c’ero sempre stata. Tre fratelli. Lo spazio bianco che li divideva ero io.”

La storia attraversa l’infanzia fino ad arrivare, passo dopo passo, alla vita da adulti di questi tre protagonisti e segnerà le tappe più importanti del loro legame.
Troveremo dunque storie d’amore nate e finite, problemi di salute e rivoluzioni.
Troveremo le famiglie sullo sfondo e gli amici passeggeri. Troveremo gioia, solitudine e dolore profondo e ancora complicità, amicizia e amore.
E tutto questo ci verrà raccontato in prima persona da Celeste, spesso dai suoi ricordi.

Io ho letto e divorato ogni pagina di questo romanzo come solo mi accade con i romanzi di questa autrice.
La storia è bellissima, intensa e straordinaria.
In poche sarebbero state capaci di regalarci un romanzo così, con un triangolo familiare così intenso, ma nessun’altra sarebbe stata capace di regalarci la stessa intensità e le stesse emozioni.
Ho accolto nel mio cuore ogni parola e ho respirato ogni pagina.
Valentina D’Urbano è riuscita a catturare l’essenza dell’amore in tutte le sue sfumature, anche quelle più tossiche.
Queste due gocce d’acqua uguali, legate da una più grande, verranno messe a dura prova nel corso della storia e ancora di più quando il loro collante non ci sara più per sostenerli e tenerli divisi.
Nulla sara più lo stesso alla fine, ma solo leggendo questa storia straordinaria capirete il perché.
Io ve la consiglio assolutamente!

 

Voto libro - 5



 

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