La reincarnazione delle sorelle Klun

 


Genere: Thriller

Scritto da: Manilo Castagna

18 ottobre 2022

Nelle oscure profondità del gigantesco Cratere che domina lo sperduto paese di Anerbe, si combatte la battaglia senza fine per il predominio della luce che salva il mondo sull'oscurità che tutto inghiotte. A intrecciare i fili di questa trama antichissima, personaggi distanti nel tempo e nello spazio. Ai giorni nostri, il commissario Verne tenta di riscattare la sua ingloriosa carriera indagando sull'affascinante Rina Monforte e sull'amante di lei, leader di una setta esoterica che vuole combattere i "figli del buio". E proprio nel buio di un monastero isolato da tutto e tutti, quarant'anni prima, cresce un orfano che, grazie agli insegnamenti alchemici del suo maestro gesuita, impara a trasformarsi in angelo vendicatore. Alla fine degli anni Cinquanta due bambine, le sorelle Klun, muoiono in un tragico incidente e sembra che si siano reincarnate in due gemelle dalle inquietanti capacità soprannaturali. Storie apparentemente senza legami che sono in realtà unite in un intreccio forsennato di vite e destini, ultimo atto di una vicenda che Manlio Castagna ci restituisce con il ritmo serrato di un montaggio cinematografico e l'intensità della sua scrittura.


Salve Confine,
da tempo non partecipavo a un review party e sono veramente contenta di averlo fatto con questo nuovo romanzo Mondadori, “La reincarnazione delle sorelle Klun” di Manlio Castagna, uscito lo scorso 18 ottobre.
Era “Il Romanzo” che stavo aspettando da tempo e, leggendo questa mia recensione, capirete il perché.

“BEATO COLUI CHE ERA, PRIMA DI VENIRE AL MONDO.”

Anni ’50, Augusto e Dora Klun hanno una latteria ad Anerbe, un paesino vicino a una cava amiantifera, la cui polvere grigia ed esiziale ricopre ogni cosa come una cupa profezia.
Per questo, e per dare un futuro migliore alle loro due bambine, Gorizia e Fiorenza, si trasferiscono in città.
Di lì a poco, un tragico incidente trancia la vita delle due bambine, sconvolgendo la loro vita di genitori fieri e pieni di speranze, portandoli alla disperazione.
Dora, però, rimane di nuovo incinta e, inaspettatamente, dà alla luce due gemelle, Gloria e Felicita. Le due bambine, crescendo, mostrano certe peculiarità, abilità precoci per due bambine della loro età; conoscono cose che non è dato loro sapere e Augusto non può fare altro che credere e desiderare che siano la reincarnazione delle sue defunte prime figlie.

“Ci sono pensieri che se restano un secondo di più nel cervello portano il cancro.”

Un ventennio dopo, in un monastero nascosto nei boschi, abitano un prete, padre Garino, una sorta di silenziosa perpetua e un bambino, Irin, un orfano con una particolare malattia, la Protoporfiria eritropoietica, che non gli permette di esporsi alla luce.
Irin non sa nulla della sua famiglia, l’unica persona che conosce come tale è proprio padre Garino, che è il suo mentore, il suo maestro, colui che lo sta iniziando a una vita fatta di nebbia dietro la quale scomparire.

“Sta seduta con la schiena eretta e un formicolio di piacere dietro la nuca. Le parole di Mesmeri Tribolati hanno una specie di consistenza. Sono dita che si allungano e le sfiorano il collo, il viso, la pelle del corpo. Non ha mai provato una sensazione del genere.”

Arriviamo ai giorni nostri e troviamo Rina, una donna bellissima che sembra non essere altro; è sempre alla ricerca di qualcosa, una irrequietezza che è stata alla base del fallimento di un primo matrimonio e che mina le fondamenta del secondo, soprattutto quando incontra per caso, o per destino, Attila Mesmeri Tribolati, uno scrittore carismatico dall’eloquio incisivo ed efficace, che in pochissimo tempo la trascina con sé in una lotta tra buio e luce nelle profondità della terra.

Cosa hanno queste tre storie in comune?
Nulla che appartenga al nostro mondo!

“Io non sono un dono di Dio. Io non sono qui per sfamare un popolo. Io sono qui come rimedio. Per mano mia verrà strappata la pianta di tenebra dalle viscere della Terra.”

Niente, vi giuro, niente avrebbe potuto prepararmi a questo romanzo!
Era il romanzo che non sapevo di aspettare e che avevo sempre cercato.
“La reincarnazione delle sorelle Klun” non è solamente un horror, ma è un connubio di tutti i generi nei quali cerco rifugio quando ho bisogno di brividi.
Manlio Castagna è riuscito a passare dal thriller al crime, dall’horror al dark fantasy e all’esoterismo con una fluidità magistrale.
La trama, così come ve l’ho presentata, non rende nemmeno il 10% di quello che è questo romanzo.
Parliamo di streghe e cabala, antichi vangeli sconosciuti e magia, parliamo di sette coinvolte nell’eterna lotta tra bene e male, buio e luce, parliamo di vita e morte, parliamo di reincarnazione!
L’intreccio è davvero ricco e particolare; tre decenni diversi, storie diverse come diversi e lontani tra loro i personaggi, eppure tutti uniti per arrivare nel ventre buio e umido della terra, dove una sorta di divinità ctonia li attende per perpetuarsi nella Luce.
Il romanzo è diviso in quattro parti, quattro Olam, cento capitoli che alternano le vicende accadute negli anni ’50, ’70 e contemporanei; ben 550 pagine che ho letto tutte d’un fiato grazie al ritmo serrato con cui i fatti salienti ci vengono elargiti dallo scrittore, inframmezzati da parti descrittive quasi poetiche.

Sebbene anche i personaggi non siano proprio pochi, rimangono subito impressi e indimenticabili grazie alla capacità di Castagna di descriverli e di inquadrarli bene, ognuno nel proprio tempo, ognuno con caratteristiche proprie e ben definite, tanto da risultare quasi tridimensionali e reali.
Mi è piaciuta molto la parte del romanzo che racconta di Irin, un personaggio davvero particolare, un ragazzino con una forza e una determinazione che lo porteranno a fare cose davvero impensabili; la sua tenacia genererà un potere unico e importante, diventerà un uomo che padroneggerà le ombre per necessità, motivato però da un sentimento molto più umano di quanto si possa pensare.

“Tu sarai la mia arma. E mia sarà la vendetta e il castigo.”

La fine della sua storia, unita a un punto interrogativo che rimane bello grosso e lampante alla fine del romanzo, mi hanno lasciata divisa tra la speranza di un continuo e la paura che questo possa arrivare.
Nella mia mente passavano vere e proprie scene degne di una serie TV memorabile e mi sono ritrovata a desiderare che da questo romanzo possa esserne tratta una che, però, non finisca con l’ultima pagina del romanzo, ma che continui nella direzione che i punti lasciati in ombra suggeriscono (o almeno suggeriscono alla mia mente malata). Io ce la vedo tutta!
Non posso e non voglio dire di più, vorrei lasciarvi con la curiosità di andare a vedere da soli ciò di cui vi sto parlando, quindi andate a leggere “La reincarnazione delle sorelle Klun”, capirete e forse concorderete con me.
Buona lettura.

Voto libro - 5














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