Almond. Come una mandorla

 


Genere: Narrativa Contemporanea

Scritto da: Won-Pyung Sohn

4 aprile 2023

QUESTA È, IN BREVE, LA STORIA DI UN MOSTRO CHE INCONTRA UN ALTRO MOSTRO.


UNO DEI DUE MOSTRI SONO IO.


Yunjae non è un ragazzino come gli altri.

Per lui, un sorriso non significa gioia e non saprebbe riconoscere la tristezza dalle lacrime. Soffre di una condizione cerebrale chiamata alessitimia che gli rende difficile provare emozioni, come la paura o la rabbia. A causa di quella coppia di neuroni a forma di mandorla situata nella profondità del suo cervello, è cresciuto senza amici, ma la madre e la nonna hanno fatto comunque in modo di tenerlo al sicuro e senza problemi. Il loro piccolo appartamento, situato sopra la libreria dell’usato di famiglia, è decorato di bigliettini colorati che gli ricordano quando sorridere, quando ringraziare e perfino quando avere paura.

Finché un giorno, alla vigilia di Natale, tutto cambia. Una terribile tragedia sconvolge il mondo monocorde di Yunjae. Incapace di affrontare la perdita, Yunjae si isola, ritirandosi nel silenzio, finché un sedicenne problematico, Gon, non arriva nella sua scuola.

Stranamente i due stabiliscono subito un legame e Yunjae comincia ad aprirsi al mondo. La vita comincia lentamente a cambiare, ma quando Gon finisce per mettere la sua esistenza a rischio, Yunjae dovrà avere il coraggio di abbandonare tutte le abitudini e sicurezze ed essere l’eroe che non avrebbe mai immaginato di diventare.


Ciao, lettrici e lettori!
Avete mai iniziato la lettura di un libro credendo che sarebbe stato tranquillo, per poi arrivare al finale e restare completamente senza parole? A me succede di rado. Di solito, anche da un piccolo stralcio di trama riesco a capire più o meno cosa aspettarmi da un’opera. Nel caso del libro che vi esporrò oggi, però, devo ammettere che nulla al mondo avrebbe potuto prepararmi a ciò che ho provato, sia durante la lettura che giorni dopo la sua conclusione.
Si tratta di “Almond. Come una mandorla”, scritto da Won-Pyung Sohn e edito da HarperCollins!

“Le emozioni sono una faccenda complicata. All’improvviso vedrai il mondo sotto una luce diversa. Ogni piccola cosa attorno a te potrebbe sembrare un’arma affilata. A ferirti può bastare un’espressione ambigua o una manciata di parole. Sei come un sasso per la strada. Non senti niente, e niente ti fa male. Un sasso non sa quando qualcuno deciderà di tirargli un calcio. Ma prova a pensare se potesse sentire quante volte è stato preso a calci, calpestato o fatto rotolare, e maltrattato ogni giorno. Come se la caverebbe?”

Prima che affrontiate la lettura di “Almond”, vi consiglio vivamente di informarvi sui trigger warnings. È un’opera che segna molto nel profondo e, di conseguenza? bisogna stare attenti al riguardo.
In “Almond” assistiamo alla storia di Yunjae, di cui è egli stesso il narratore onnisciente in prima persona. È un ragazzino che soffre di alessitimia, ossia un malfunzionamento delle amigdale (da qui, il titolo del libro) che non gli permettono né di esprimere né di comprendere le emozioni. La malattia verrà spiegata chiaramente prima del prologo, ma anche durante l’arco della narrazione per permettere al lettore di comprendere appieno quanto sia estremamente debilitante.

Yunjae vive solo con sua mamma e sua nonna, le quali tentano di tutto per fargli comprendere come rispondere a determinate reazioni o toni di voce particolari, oppure come reagire dinanzi a certe situazioni. Casa loro è invasa di post-it, in ogni angolo c’è un riferimento per Yunjae da guardare e apprendere nei momenti più difficili. Ma nulla di tutto questo può prepararlo alla tragedia che prenderà piede in queste pagine durante la vigilia di Natale, in cui stranamente verrà salvato proprio dal suo volto inespressivo.

Non voglio parlarvene esplicitamente nella recensione, ma sappiate che nulla può prepararvi al dolore che proverete in quel momento, specialmente con la consapevolezza che il nostro protagonista non può sentire lo stesso.
Da lì, la vita di Yunjae scorre in modo anomalo per lui, deve imparare a cavarsela con quei pochi suggerimenti che le due donne gli hanno lasciato. Finché a supportarlo (anche se non inizialmente) giunge Gon. Sedicenne estremamente problematico, Gon trova in Yunjae una preda difficile su cui sfogare la sua rabbia. Il protagonista non è in grado di dargli la reazione che cerca, cosicché Gon quasi arriverà a malmenarlo come un burattino di pezza pur di ottenere la tanto agognata vittoria. Quando, per una serie di coincidenze, i due imparano a conoscersi, la loro visione cambia. Anche Yunjae muta, trovandosi in situazioni che non avrebbe mai pensato di affrontare e provando per Gon ciò che potrebbe definirsi amicizia profonda.
Non posso andare oltre perché vi rovinerei l’esperienza di lettura, ho detto già troppo! Se volete scoprire come va a finire la storia di Yunjae, leggete assolutamente “Almond”!

“Come una principessa delle fiabe condannata a non sorridere mai, io non battevo ciglio. E come un principe di una terra lontana deciso a conquistare il cuore della sua amata, la mamma le provava tutte.”

Assistere agli eventi di quest’opera è stato come trovarsi su una di quelle giostre a forma di navicella che, mentre sono in alto e ti fanno provare un senso di adrenalina, vanno giù quando meno te l’aspetti e ti senti il cuore in gola. Non mi aspettavo nulla di ciò che ho letto e ho apprezzato molto l’effetto sorpresa. Avevo sentito parlare di “Almond” già a partire dalla sua uscita in America e da allora sono sempre stata un po’ restia nel leggerlo in lingua inglese perché avrei rischiato di comprendere solo a metà la profondità della storia. E che dire… sono contenta di aver atteso!
Empatizzare con Yunjae è molto facile. Il fatto che lui racconti la sua storia da un punto di vista diverso e adulto, presentandoci tutti gli avvenimenti come un flashback, è stata un’ottima tecnica narrativa per far sì che entrassi pienamente nel personaggio. Vederlo crescere e affrontare i risvolti del suo disturbo, notare come anche da solo tenti di dare un nome a ciò che prova (come i famosi “sintomi” dell’innamoramento) mi ha toccato il cuore in più occasioni.
Per Gon, la sensazione è stata diversa. Essendo apparso un po’ più tardi nel romanzo, è stato difficile capirlo inizialmente, e dato il suo atteggiamento nei confronti del protagonista non credevo neanche che l’avrei apprezzato. Ma il finale ha cambiato tutto, stravolgendo ogni mia aspettativa e lasciandomi come se fosse stato un gran bel cliffhanger.

Tutta la descrizione estremamente vivida della tragedia durante la vigilia mi ha scosso profondamente. Sono una di quelle persone che, mentre legge, immagina la scena come se la stesse vivendo da protagonista. Quindi, posso dirvi di aver provato un’agonia tale da scoppiare a piangere nel bel mezzo del corridoio dell’università. È impossibile non rimanerne colpiti, nonostante le cause per cui questa disgrazia avviene sia risultata un po’ anomala, ma non del tutto impossibile.
A proposito di anomalie, c’è stata giusto qualcosa che non ho apprezzato. Ci sono state numerose ripetizioni per quanto riguarda azioni e reazioni da parte di altri personaggi al di fuori di Yunjae, levando un po’ quella suspense che si è provata invece nei momenti più densi. Anche molti dei dialoghi non mi hanno particolarmente colpita. È come se l’autrice si fosse soffermata più sulle scene profonde dell’opera, tralasciando un po’ quella che in inglese definirei “small talk”. Non ci sono stati momenti di leggerezza, a parte forse i momenti con Dora, la ragazza di cui Yunjae si invaghisce senza capirlo. Inoltre, è un po’ troppo carico di eventi bruschi, e ciò rende la vita del protagonista un po’ più surreale del previsto, levando un briciolo di credibilità alla storia. So che si tratta pur sempre di fiction, ma a volte per far arrivare totalmente al cuore un libro è necessario evitare esagerazioni, perché altrimenti si avvertono come un brodo allungato.
Lo stile di scrittura è semplice, ma sa come colpire il lettore anche con una singola parola. L’impostazione che Won-Pyung Sohn ha dato alla trama è stata magistralmente costruita e nonostante la pesantezza degli avvenimenti, il ritmo della storia è stato scorrevole. Ha anche poche pagine, quindi non intimorisce troppo.

Al di là dei trigger warnings, vi consiglio assolutamente di leggerlo. Anche se è breve, prendetevi il vostro tempo per metabolizzare tutto quello che affronterete insieme a Yunjae. La sua è una storia speciale e senza dubbio rimarrà nella vostra memoria e nel vostro cuore per molto tempo.

Voto libro - 4












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