Morire ti fa bella


Genere: Giallo

Scritto da: Stefania Crepaldi 

13 giugno 2023

Esiste il lavoro dei sogni, e poi esiste il lavoro che il destino decide per te. Fortunata vorrebbe fare la pasticciera e, quando può, si rifugia nel laboratorio di Mario, un amico che le insegna l’arte dei dolci. Suo padre Emilio, però, è il titolare di un’agenzia di pompe funebri, e per mandarla avanti ha bisogno di lei, del suo talento nella preparazione dei defunti. Sempre a contatto con la morte, di cui si prende cura nel migliore dei modi, Fortunata insegue la vita e non chiede altro che essere libera di scegliere il proprio futuro. Ma cosa succede quando il destino si mette di traverso? Il rampollo di una dinastia di gioiellieri precipita da un palazzo veneziano. Un suicidio, o forse un tragico incidente. Il colonnello della guardia di finanza Dante Braghin ha più di un dubbio e chiede a Fortunata di esaminare il cadavere: il suo occhio sa notare dettagli che potrebbero sfuggire anche al miglior anatomopatologo. Suo malgrado, la ragazza verrà così coinvolta in un’indagine pericolosa, quando l’unica cosa che vorrebbe è creare torte e portare dolcezza nella vita delle persone. Sullo sfondo suggestivo della laguna di Chioggia e delle calli affollate di Venezia, Stefania Crepaldi costruisce una storia di straordinaria freschezza, che unisce i toni del giallo a quelli del black humour, dando vita a una serie di personaggi difficili da dimenticare.

Ciao Lettori,
oggi recensiamo un giallo scritto da Stefania Crepaldi e pubblicato da Salani per la collana “Le Stanze”, che ringrazio per avermi inviato in regalo il volume cartaceo del libro.

“Morire ti fa bella” è il secondo volume che vede come protagonista Fortunata Tiozzo Pizzegamorti che, per ironia del destino, appartiene a una famiglia la cui attività di lungo corso è quella di pompe funebri, come si suol dire “Nomen Omen”. Il suo ruolo in seno all'attività è quello, a mio avviso, più difficile, perché è l'esteta dei defunti, ossia la persona il cui delicato compito è quello di presentare alla famiglia il loro estinto privo dei segni traumatici della morte.
Fortunata non è affatto entusiasta di questo suo destino, già scritto dalla sua famiglia per lei. Nonostante abbia un talento e una sensibilità naturali per questo lavoro, le sta molto stretto; ha invece una passione sfrenata per la pasticceria, ma essendo figlia unica ha grande difficoltà a convincere la sua famiglia di essere la causa della fine della tradizione familiare.

"Molti sono convinti che l'unica forma che la morte prende sia quella di un corpo rigido, svuotato della sua anima. Ma a morire sono anche i sogni, le aspirazioni, i desideri. E quando la morte i impossessa di tutto, possiamo anche rimanere caldi e vitali in superficie, ma sotto ci spegniamo lentamente."

Questo volume si apre con Fortunata stanata dal nascondiglio in cui si era rifugiata dopo una cocente delusione d'amore. Il colonnello della finanza e amico di famiglia Dante Braghin la va a riprendere dopo averle dato un po' di tempo per sbollire la rabbia e la delusione e la prega di tornare a casa perché ha bisogno di lei.
Infatti, oltre che tanatoesteta e pasticcera, Fortunata di tanto in tanto aiuta il colonnello a fare luce su casi ambigui e particolarmente difficili grazie alle entrature che il suo lavoro le consente.

Sul giallo non mi dilungo, è un giallo e va gustato passo a passo, la quarta di copertina dà sufficienti informazioni al riguardo. Posso dirvi che l'intreccio è ben pensato e si segue con naturalezza: non è un’alta tensione né è particolarmente cervellotico, in questo non è un giallo puro perché l'autrice dà largo spazio alla storia personale della protagonista e tratta il giallo come qualcosa di accessorio, ma è un pretesto molto indovinato.

Questo libro mi è piaciuto soprattutto per il profilo dei protagonisti. Nonostante sia un secondo volume, non ho sentito la mancanza del primo se non per la curiosità sugli eventi (che presto andrò a leggere), nulla invece è mancato riguardo alla cura e ai dettagli dedicati alla persona di Fortunata e dei familiari e amici che le girano intorno. L'io narrante è quello della protagonista di cui leggiamo tutti i pensieri, grazie ai quali conosciamo intimamente la sua personalità. Ma l'occhio di Fortunata è molto attento e ci descrive bene Chioggia, teatro delle vicende, i chioggiani e ciò che le accade con chiarezza e pulizia.

Crepaldi ha uno stile semplice e pulito, si legge senza nessuno sforzo e senza che il lettore debba fare particolari acrobazie per entrare nello stile, ma non senza efficacia. Sarà che è un'estate particolarmente torrida anche qui da me, ma ho sentito tutto il caldo che sente lei mentre va in giro per Venezia e la sua città.
Ho sentito molto anche l'acuta sensibilità di Crepaldi verso la morte e in alcuni tratti mi sono riconosciuta nelle sue parole, ho compreso perché leggendo la postfazione, che vi consiglio di scorrere tutta, ha avuto una diretta esperienza con la perdita e come sopravvissuta, questa sua esperienza è riuscita a trasformarla in parole e gesti scritti.


Voto libro - 4




 

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