Sussurri


Scritto da: Ashley Audrain 

Genere: Thriller

 Loverly, proprietari della casa più lussuosa di Harlow Street, hanno organizzato un pomeriggio di fine estate tra amici: un party favoloso dal primo all’ultimo dettaglio, ma solo fino a quando Whitney Loverly, l’impeccabile padrona di casa, donna magnetica che richiama in egual modo malevolenze e ammirazione, si scaglia urlando contro il primogenito di dieci anni. Una scenata che gela all’istante l’atmosfera festaiola e gli invitati. Nove mesi più tardi, verso mezzanotte, quello stesso bambino cade dalla finestra della sua cameretta ed entra in coma. Whitney gli siede accanto nella stanza d’ospedale satura di apprensione e angoscia, rifiutandosi di parlare con chiunque, compresa la sua migliore amica Blair, di cui non riesce nemmeno a sopportare la vista. I fatti che seguono nei tre giorni successivi, mentre si consuma il dramma del piccolo Xavier, la cui sorte è sospesa in un fermo immagine, stringono il campo sulle famiglie di Harlow Street. In particolare, sulle tre donne che ruotano intorno a Whitney – Blair, Rebecca, Mara – di cui vengono svelati segreti e bugie: sussurri, che a poco a poco s’insinuano sotto la spessa coltre che ha sempre protetto, o meglio coperto, i rapporti di buon vicinato. I sussurri sono le invidie, i desideri, le confusioni, le intuizioni silenziate; e Ashley Audrain si conferma maestra di seduzione nel delineare le paure e la furia delle donne quando diventano madri, quando diventano amiche, ogni volta che scelgono.



Salve Confine,
dopo qualche tempo di silenzio radar, rieccomi con una nuova recensione, ovviamente di un thriller!
Oggi vi parlerò di “Sussurri”, secondo romanzo di Ashley Audrain edito da Rizzoli, che mi ha fornito la graditissima copia cartacea.

Whitney, Blair, Rebecca e Mara sono quattro donne vicine di casa. Le prime tre, di età vicine, sono amiche, si frequentano da un po’ insieme ai mariti e ai figli, di tanto in tanto si riuniscono in feste in giardino insieme ad altri amici, dove gli adulti parlano, bevono e stanno tra loro mentre i figli giocano sereni sotto gli sguardi dei genitori.
Durante una di queste feste data da Whitney, accade l’impensabile.
La stessa Whitney si scaglia verbalmente contro il figlioletto più grande, Xavier, in maniera violenta, urlando, mentre si trovano nella stanza del bambino. Troppo tardi, la donna si rende conto che di fuori potrebbero averla sentita, è mortificata, si scateneranno i pettegolezzi, ma deve farsi forza e tornare di sotto, tra gli altri, che fingeranno di non aver udito nulla per poi parlarne più tardi alle sue spalle.
Ma la cosa più atroce deve ancora accadere e succede quando, una notte, il piccolo Xavier viene trovato in fin di vita nel giardino di casa, proprio sotto la finestra della sua cameretta.
La corsa in ospedale e tutto quello che avviene dopo sono solo avvenimenti confusi nella memoria di Whitney, che per giorni rimane al capezzale del figlio che giace in stato di incoscienza, in lotta tra la vita e la morte, mentre fuori la vita va avanti senza di lei. La sua stessa vita comincia a sgretolarsi insieme a tutto quello che ha costruito, il suo futuro è tanto incerto e labile quanto il filo di vita a cui Xavier sembra tenacemente attaccato.
Nonostante la gravità della sua situazione, l’unica cosa certa è che fuori molti si staranno chiedendo cosa è successo quella notte…


“Una volta li aveva sentiti definire i sussurri: quei momenti che provano a dirti qui c’è qualcosa che non va. Il dramma è che alcune donne non ascoltano ciò che la vita tenta di dire loro. Non sentono i sussurri finchè non si voltano indietro con il senno di poi. Colte alla sprovvista. Con il bisogno disperato di vedere la verità per quello che è.”

Premetto che non ho letto il primo romanzo di questa autrice che, però, è stato il motivo per cui ho voluto leggere questo. Avevo letto tante cose belle su “La Spinta”, quindi sono andata col pilota automatico, avanti tutta, verso una lettura sicura di un thriller di quelli giusti!
Girando l’ultima pagina di “Sussurri”, però, mi sono sentita tradita, imbrogliata, ci sono rimasta malissimo perché, seppur sia un bel romanzo, che sulla carta è un thriller domestico, questo libro manca quasi totalmente degli elementi del thriller.
Ho aspettato fino all’ultimo, ma nulla…
Questo non vuol dire, però, che non mi sia piaciuto leggerlo.
Ho trovato “Sussurri” molto interessante soprattutto dal punto di vista sociale, perché offre uno spaccato particolarmente accurato di un certo tipo di vita domestica e sulla figura della donna/madre.
Il romanzo è raccontato dal punto di vista di quattro donne, Whitney, Blair, Rebecca e Mara.
Whitney è una donna in carriera, affermata e di successo, vive nella casa più bella di Harlow Street col marito e due figli. La facciata è quella di una famiglia perfetta, ma dietro di essa si nasconde un matrimonio scricchiolante. Whitney, a livello economico, è il pilastro portante della famiglia, il peso del sostentamento grava praticamente sulle sue spalle, ma questo a Whitney non pesa, lei ama il suo lavoro e il potere che ne deriva, ama meno occuparsi della casa e dei suoi figli. Dopo una pesante giornata di lavoro, l’ultima cosa che vuole fare è occuparsi dei capricci e delle paturnie dei figli, soprattutto di Xavier, che di suo è un bambino molto difficile e complicato, il quale sfida la madre per attirarne l’attenzione.
Blair è l’esatto opposto dell’amica. È una donna pienamente realizzata tra le mura della sua confortevole casa, dove tutto ha un posto preciso, dove tutto è perfettamente organizzato. È una mamma dedicata alla sua bambina e ne è orgogliosa. Il rapporto col marito, invece, è tutt’altro che soddisfacente. I motivi sono tutti lì, sotto i suoi occhi, ma lei non vuole vederli, almeno fino a quando, dopo l’incidente di Xavier, una scoperta non le lascia più alibi dietro i quali nascondersi.
Rebecca è una pediatra oncologica, ogni giorno vede bambini soffrire, morire, e madri annullarsi, sgretolarsi nel dolore di un figlio mangiato dalla malattia, eppure, nonostante tutto quello a cui assiste, vuole diventare madre, vuole disperatamente cullare tra le braccia un figlio suo ma, purtroppo, questo non sembra scritto nel suo destino. Gli aborti spontanei subiti sono stati troppi per la sua anima, ma lei non si arrende, al contrario del marito, che è stanco di patire nell’attesa di un’ennesima gravidanza delicata, fragile, che non verrà mai portata a termine.
Mara è più anziana, ha visto molte famiglie susseguirsi in Harlow Street, ma lei è sempre rimasta, è lì dall’inizio. È stata madre di un figlio che ha amato tantissimo, che ha tanto protetto dal mondo e dalla sua cattiveria, che ha tanto protetto anche dal marito, un padre che non accettava le fragilità del figlio e che lo disprezzava in più modi.
All’interno di questo quartetto, Mara è quella più defilata, osserva tutto dalla veranda della sua vecchia casa e, mentre i suoi vicini si affannano dietro le loro cose, mentre la tragedia del piccolo Xavier ha luogo, nessuno si accorge di lei e del suo dolore.

Ho trovato queste quattro donne caratterizzate benissimo, vere e veraci, consapevoli di sé stesse e dello spazio che occupano nel mondo. Sono quattro donne diversissime tra loro, eppure hanno tanto in comune.
Penso che il tema della maternità sia stato trattato in maniera perfetta, anche nella crudeltà di alcune immagini.
Il dovere sociale di diventare madre, quella convinzione secondo la quale, se una donna mette al mondo un figlio, allora smette di essere qualsiasi altra cosa che non sia collegata a loro, o che in automatico e in maniera naturale sappia cosa fare, come amarlo, come prendersene cura.
Ci sono donne, e ci sono sempre state, che si sentono realizzate anche senza diventare madri, o che, una volta diventate madri, non riescono a sentirsi coinvolte a livello emotivo, al contrario di tantissime altre, e per questo, cominciano a sentirsi sbagliate. Come si sentono sbagliate quelle donne che madri non possono diventarlo in maniera naturale, che si flagellano corpo e anima, che si sentono donne a metà, quando in realtà è tutto semplicemente riconducibile alla natura, perfetta nelle sue imperfezioni.

Scusate, mi dilungo, ma il tema mi prende sempre tantissimo, torno subito sui binari e vi parlo anche degli altri personaggi del romanzo che sono gli uomini, i mariti.
La Audrain ce li presenta ma non li approfondisce. Sono marginali rispetto alle consorti, ma hanno un ruolo fondamentale nelle dinamiche del romanzo, come avrete opportunità di sapere se leggerete il romanzo.
Sebbene, come ho detto all’inizio, io mi sia sentita tradita per non aver trovato elementi thriller di rilievo, ve ne consiglio la lettura, riesce sicuramente a tenere incollati alle pagine e a mantenere viva la curiosità del lettore.
Buona lettura. 

Voto libro - 4







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1 comments

  1. Ciao, ho acquistato il libro in versione ebook e spero di poterlo leggere il prima possibile. Bella recensione molto particolareggiata.
    Un saluto

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