Marianna. Io sono la monaca di Monza
Genere: Storico
Scritto da: Matteo Strukul
17 Ottobre 2024
Murata viva in una cella, una donna bellissima si consuma nel proprio tormento: è Marianna Virginia de Leyva, già monaca feudataria di Monza. ‘Cinque braccia per tre’ ripete a se stessa: tanto è lo spazio buio e angusto nel quale vivrà fino alla morte. La sua colpa? Aver amato di una passione infuocata Gian Paolo Osio quando era vicaria del monastero di Santa Margherita, costretta a prendere i voti da un padre assente e tiranno. Nella disperazione della prigionia, Virginia ripercorre la sua storia, in una girandola di immagini nere d’orrore e rosse di sangue. A partire dal giorno fatidico in cui lo vide per la prima volta, di là dal muro che separava il convento dalla sua abitazione. Ricorda quanto cupi e profondi fossero i suoi occhi e quanto i suoi sensi s’accesero d’un sentimento bruciante mentre la pelle pareva andarle a fuoco. Che cosa rimane ora di lei? Da quanto dura il suo castigo? E infine, come guadagnarsi il perdono, se un perdono esiste per un’anima come la sua? Coniugando il rigore della ricostruzione storica a una narrazione appassionata, Matteo Strukul mette in scena la vicenda della monaca di Monza, indimenticata protagonista dei Promessi sposi. Come in una confessione, Marianna rivela ai lettori la sua parabola di passione e delitto, suscitandone a un tempo l’orrore e la pietà.
Salve a tutti lettori!
Dopo aver letto e amato enormemente "Paolo e Francesca", è giunto il momento di parlarvi di un altro libro di Matteo Strukul: "Marianna", edito da Nord e Sud edizioni (Salani), uscito lo scorso mese.
"Sentivo un dolore nel petto, quasi una spada vi fosse stata conficcata e qualcuno mi avesse strappato il cuore, sfracellandolo sul selciato del cortile".
"Marianna" è la storia della famosissima monaca di Monza, resa immortale dall'opera magna del Manzoni che ce la presenta con il nome di Gertrude.
Marianna de Leyva è la bella figlia del signore di Monza. Secondo quelli che erano i costumi dell'epoca, per non lasciare che troppe doti lapidassero le casse della famiglia, la ragazza è costretta a prendere il velo e a diventare suor Virginia Maria. Ma l'animo della suora brucia troppo ardentemente per essere confinato nelle quattro mura di un convento e quando l'incontro-scontro con un giovane sfrontato, Gian Paolo Osio, sconvolge la sua vita, la monaca inizia un lento percorso di discesa nella tenebre che la porterà a conoscere cosa vuol dire bruciare tra le fiamme dell'inferno.
"Se dovevo essere una donna finita, tanto valeva spingermi fino in fondo. E in quel mio abbandonarmi al suo volere, io annullavo me stessa e, così facendo, trovavo la conferma del mio fallimento."
La monaca di Monza è un personaggio che fa parte della memoria collettiva di tutti gli italiani.
"I promessi sposi" sono infatti parte dei programmi scolastici di tutte le scuole e prima o poi, volenti nolenti, ci si ritrova a doversi confrontare con essi. Ebbene i capitoli dedicati alla monaca di Monza sono tra i più trattati. La sua è stata spesso vista come una cautionary tale. Solo recentemente la sua vicenda viene reinterpretata, i fatti storici vengono portati alla luce e si discute di più su cosa significava essere una donna a quei tempi. Matteo Strukul, tenendo conto di tutto questo, tesse una narrazione in prima persona tesa a dare finalmente una voce a questo personaggio.
Coloro che, come me, hanno amato "Paolo e Francesca" quasi sicuramente daranno un giudizio estremamente positivo anche a questo testo. Molti dei crismi, infatti, che rendevano il romanzo quello che era sono presenti anche in questo libro.
Mi convinco sempre di più che uno dei punti di forza della scrittura di Strukul stia nella gestione della sequenzializzazione della narrazione. I capitoli, piuttosto brevi, terminano sempre lasciando con il fiato sospeso il lettore e quelli successivi si riallacciano al precedente in modo variegato. O c'è un salto temporale per cui scopriamo che un evento tanto atteso è già avvenuto "off Page" (una tecnica narrativa ereditata dal modernismo) o ci ritroviamo immersi in una scena e in un'atmosfera completamente diversa. Rari i momenti in cui un capitolo continua un pensiero illustrato già nel precedente. Questo stile rende la pagina scorrevole, avvincente e ritmata. "Marianna", perciò, si conferma una lettura rapida ma allo stesso tempo appassionata.
Dovessi poi pensare a un solo aggettivo per descrivere il romanzo, il primo a cui mi viene da pensare è "sensuale". Non lo scelgo in riferimento alle scene di sesso, che comunque sono presenti e descritte molto bene, ma in generale all'atmosfera che permea tutto il libro.
Tutti i personaggi ardono di desiderio. Marianna/Virginia Maria brucia di passione per Gian Paolo Osio e lui per lei; le consorelle complici della protagonista provano una sorta di piacere nel venire comandate da lei e nell'osservare il consumarsi del suo delitto; don Paolo Arrigone nutre altrettanti desideri voyeuristici. Persino suor Imbersaga sembra compiacersi di alcuni dei propri atti in modo perverso.
Del desiderio vediamo ogni sfaccettatura. Le tensioni per resistervi ad esso, le emozioni dell'appagamento fino alla dannazione a causa di esso. Le pagine di questo libro sono ricche di forti emozioni e ciò, unito alla narrazione serrata e avvincente, lo rendono un grande prodotto.
"Nemmeno davanti alla morte sceglierei voi. Preferisco essere torturata mille volte che darmi a voi, a costo di bruciare all'inferno per sempre".
La storia di suor Virginia Maria ricalca fedelmente la "storia" con la S maiuscola, seppur con le dovute finzionalizzazioni. In relazione a questo devo dire di aver apprezzato immensamente la nota dell'autore, in cui Strukul illustra il notevole studio che ha fatto prima che lasciasse che la sua fantasia partorisse il romanzo. Da un punto di vista narrativo-finzionale, la storia ci presenta una donna dalla forte volontà e dal grande cipiglio che è costretta in un mondo governato dall'ignoranza e dal patriarcato a non poter scegliere come vivere la propria vita. Intrighi, tradimenti, gelosie entrano nella storia e la rendono accattivamente.
Pur essendo molto classica, si configura come una rilettura innovativa di una storia già conosciuta.
Se proprio volessi forzare un paragone con "Paolo e Francesca", devo ammettere di aver empatizzato di più con l'eroina del libro precedente rispetto a questa, però l'impostazione del libro, il panico e il desiderio di conoscere come sarebbe stato scoperto il misfatto e quale sarebbe stata la sorte finale dei personaggi si sono sicuramente fatti perdonare questo singolo aspetto.
In conclusione, sento di raccomandare questo libro in particolare a coloro che sui banchi di scuola non hanno per nulla apprezzato la vicenda della monaca di Monza o "I promessi sposi" perché vi assicuro che con questo libro vi ricrederete.
Alla prossima lettura!
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