Non aspettare la notte


Genere: Narrativa

Autore: Valentina D'Urbano

Dal 25 agosto 2016

 Giugno 1994. Roma sta per affrontare un’altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico. Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza. E potrà continuare a nascondersi.
Perché a soli vent’anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell’animo ma anche su tutto il corpo. Dopo l’incidente d’auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta da cicatrici. Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga. Ma nessuno può nascondersi per sempre. A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla. Anche se non la può vedere bene, perché per Tommaso sono sempre più i giorni neri dei momenti di luce. Ma non importa, perché Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupera la vista. In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora. E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie.
Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte li travolge...


Buongiorno, readers!
Sto letteralmente impazzendo per la lettura che ho appena terminato. Non so se abbiate mai letto un libro che riesce a scavarvi una voragine dentro al petto, come se cercasse qualcosa a mani nude, da strappare e gettare via. Be', io ho
avuto la fortuna di imbattermi in un'opera del genere e, sinceramente, non so se esserne felice o meno. Il titolo del libro in questione è “Non aspettare la notte” di Valentina d'Urbano (per giunta una delle mie autrici italiane preferite), edito da Longanesi e pubblicato nel mese di agosto. È difficile riuscire a spiegare le sensazioni, sia positive che negative, che mi ha suscitato la storia di Tommaso e Angelica, ma giuro che proverò a raccontarvele. Come potete notare dalla trama, Angelica e Tommaso sono due persone molto particolari che hanno dovuto sopportare due delle peggiori esperienze che possano mai colpire una persona. Tommaso è affetto da una malattia degenerativa alla retina che gli fa perdere la vista a giorni alterni. Una mattina potrebbe svegliarsi completamente cieco e la mattina dopo vederci chiaramente. Angelica è stata vittina della pazzia della madre, che quando aveva tredici anni ha cercato di ucciderla in un'incidente d'auto. Lei è morta, Angelica no. Enrico, suo padre, ha eliminato ogni piccola traccia della madre: fotografie, ricordi, profumi, vestiti. Ad Angelica sono rimaste solamente le sue cicatrici a ricordarle quell'incidente. Ogni volta che si addormenta gli incubi le invadono i sogni e la sua pelle inizia a bruciare. Tutte le mattine, alle tre, si sveglia urlando per il dolore e per la paura. Io mi chiedo come si possa vivere con un peso del genere sulle spalle, infatti la nostra giovane protagonista ha un carattere duro e chiuso.

“Aveva bisogno di qualcosa di leggero per distrarre la testa, perché alle tre di notte Angelica si svegliava per un motivo ben preciso: le cicatrici bruciavano, come la notte in cui se le era procurate.”

Le cicatrici che le sfregiano tutto il corpo la rendono “diversa” agli occhi degli altri, così è abituata a coprirsi con un cappello a tesa larga per non farsi compatire dalla gente. Inoltre ha l'abitudine di chiudersi in casa a studiare, senza interagire con il mondo esterno.

«La tua pelle...è rovinata, è vero. Non ti mentirò, non ti dirò che i tuoi segni non si notano. Perché sei una ragazza intelligente e lo sai pure tu che è la prima cosa che uno guarda, quando ti vede. Ma, Angelica, c'è altro nella vita. C'è molto altro. E tu sei bella da morire.» Fece un passo verso di lei, avvicinandosi un poco.
«Tu non sei le tue cicatrici.»

La sua vita, però, cambierà in un'estate. Angelica ora ha diciotto anni e il padre decide di portarla nella vecchia villa del nonno fuori Roma, precisamente a Borgo Gallico. Lo stesso paese dove abita Tommaso e dove i due ragazzi si
incontreranno.  La vita di entrambi i protagonisti è segnata da un dolore che non si può descrivere, ma Valentina d'Urbano è riuscita a raccontarlo con parole semplici che colpiscono direttamente al cuore. Senza essere dolce, senza compatire. La sua penna sembra quasi l'ago di un tatuatore: arriva fin sotto pelle, dove le emozioni incontrano la verità e la sorreggono.
In fin dei conti, chi può capire meglio un dolore così grande? Solamente chi ha sofferto altrettanto. Proprio per questo motivo i due ragazzi trovano se stessi l'uno dentro l'altra. Ovviamente, come tutte le storie d'amore che si rispettino, c'è sempre un ostacolo da superare, ma in questo caso non si tratta di altre persone o di eventi. Il loro ostacolo più grande è la paura di farsi del male a vicenda, la paura di non essere abbastanza. Sarà proprio questo terrore a spingerli di nuovo l'uno nelle braccia dell'altra.

“Non si può sostituire qualcosa di unico, non si può riempire un abisso che non vuole essere riempito, che sfugge, continua a spostarsi. Ci si può accontentare, ma certe cose ti mancheranno per sempre. Non ti innamori delle cose perfette, senza segni. Le cose perfette sono di tutti. Ti innamori delle zone d'ombra, delle crepe, delle storture che vedi e senti dentro, che ti appartengono. Ti innamori di chi è riuscito a sopravvivere.”

Ok, penso l'abbiate capito molto bene che si tratta di un romanzo assolutamente meraviglioso. Io l'ho divorato in due pomeriggi e non riuscivo a staccarmici. Era come se potessi raccogliere io stessa le lacrime di Angelica ed assaggiarle. Dirvi che è stato intenso è forse poco. Ora non posso fare altro che lasciarvi alla vostra scelta, ma spero davvero di essere riuscita a farvi entrare nella mia mente e a farvi capire quali sono state le emozioni che questo romanzo mi ha suscitato. 

Alla prossima. Un bacione

Voto storia - 5 Wow! Meraviglioso

Voto erotico - 1 Casto 


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