La notte del santo


Genere: Giallo

Autore: Remo Bassini

Notte tra il 23 e il 24 giugno. Mentre Torino dorme, in attesa di festeggiare il santo patrono, il commissario Dallavita sta prendendo una decisione difficile: lasciare la moglie e la casa di una vita. La stessa notte, vengono trovati due studenti universitari con la gola tagliata e la bocca chiusa. Il giorno dopo e in quelli successivi, altri cadaveri ancora, tutti sgozzati, quasi decapitati. Si tratta di esecuzioni di una setta legata a un culto deviato di san Giovanni Battista, o piuttosto di una cellula terrorista? La polizia brancola nel buio. Dallavita, stanco e depresso, preferisce farsi da parte; meglio di lui saprà fare l’ispettore Tavoletti, poliziotto della vecchia guardia, uno che ‘sputa le parole’, dotato di un istinto infallibile. Ma il caso è un rompicapo, da solo non può farcela. E così, invece di rimettere assieme i cocci della propria esistenza, l’ispettore Dallavita dovrà andare a fondo in un’indagine che lo condurrà a scoprire la sottile linea che divide il bene dal male, il marcio dall’onestà. Perché anche lui, come tutti, ha un segreto da tenere nascosto...

Un’indagine serrata che farà luce negli abissi più profondi dell’animo umano. Abissi oscuri come la notte. 




 Ben ritrovati lettori del Confine!
Avete deciso cosa leggere quest'anno sotto l'ombrellone?
Io in questi giorni mi sono dedicata (e purtroppo non sotto l'ombrellone!) al giallo "La notte del santo" di Remo Bassini, pubblicato da Time Crime (gruppo Fanucci) il 23 Giugno, libro che fa parte della nuova collana Nero Italiano.
Siamo a Torino, è il 23 giugno e i cittadini festeggiano il loro patrono, San Giovanni Battista, ma per Pietro 'Aziz' Dallavita, capo e sostituto commissario, non c'è tempo per i festeggiamenti. Dallavita, infatti, si è convinto a lasciare la moglie Carmen, dopo anni passati a dormire sul divano e a recitare il ruolo della coppia normale. 
La stessa notte vengono ritrovati anche i corpi di due studenti universitari sgozzati, con la bocca incerottata con del nastro adesivo nero e i polsi liberi.
Nei giorni successivi vengono ritrovate altre vittime uccise allo stesso modo.
Che storia c'è dietro questi omicidi? All'inizio si pensa ad un movente religioso, poiché le vittime sono state tutte sgozzate così selvaggiamente tanto da essere quasi decapitate, proprio come San Giovanni Battista. 
Indagando sulle vittime si scopre che tutti facevano uso di cocaina. Ci può essere un legame tra le cose o è solo una coincidenza?
E se invece dietro ci fossero motivi politici? Nei pressi dei luoghi di ogni omicidio è stato avvistato un barbone cieco, Augusto Labrocca, ex avvocato che faceva parte dell'estrema sinistra torinese, fuggito poi in Sudamerica e che forse potrebbe avere a che fare con questa storia. 

"Era stato lui a dirle che si sentiva attratto dagli omicidi e ancor di più dai suicidi. <<Perché dietro c'è quasi sempre un perché>> aveva spiegato.
<<Le altre morti invece?>>
<<Le altre morti... siamo come giocattoli che possono rompersi>> aveva risposto, pensando alla sua mamma, che se ne era andata nel sonno quando lui era ancora un ragazzino."

Ma Dallavita, preso dai problemi personali, abbandona l'indagine e lascia indagare all'ispettore Domenico Tavoletti. Tra i due non scorre buon sangue, anche a causa del carattere scontroso di quest'ultimo. 
Tavoletti infatti è un uomo molto particolare, che pensa solo al lavoro. Non ha alcun rapporto né con l'ex moglie né con la figlia e non ha amici. Anche a lavoro non va d'accordo con nessuno dei suoi colleghi, soprattutto con Dallavita che saluta a stento poiché tra i due ci fu un battibecco anni prima.
Anche se Tavoletti vorrebbe riuscire a trovare il colpevole da solo, soprattutto per far vedere a sua figlia che è un uomo che vale, al contrario di quanto lei possa pensare, avrà bisogno dell'aiuto di Dallavita. Il caso è più complicato di quanto si creda e Dallavita, che invece vorrebbe indagare su di sé, torna a capo delle indagini, che prendono una svolta diversa quando viene ritrovata una lista di 8 nomi, 5 dei quali sono i nomi delle vittime sgozzate. Riusciranno ad evitare la morte delle altre 3 persone in lista? 
Una cosa è certa: sicuramente nella testa del killer il peccato ha valenze diverse rispetto al comune modo di pensare.


L'autore racconta della nostra società e soprattutto di come la politica e il mondo degli affari possano interferire in qualsiasi campo.
I due protagonisti, Dallavita e Tavoletti, che sembrano in realtà due persone completamente diverse sono più simili di quanto crediamo. Entrambi hanno bisogno di essere accettati da qualcuno. Tavoletti non fa che pensare alla figlia di cui non ha alcuna notizia e spera un giorno che lei possa leggere il nome del padre elogiato da qualche giornale, così da esserne fiera. Dallavita invece cerca l'amore, che non pensa più di provare per la moglie, prima in una ragazza vent'anni più giovane di lui, poi ripensando a una donna del suo passato e infine con una sua coetanea.
Ma riuscirà a tenere il passato lontano? Tutti abbiamo un segreto da nascondere e pure Dallavita.
Lo stile di Bassini è fluido e scorrevole e i capitoli brevi fanno sì che il libro si legga molto velocemente, anche perché riesce a creare una gran voglia nel lettore di scoprire chi sia il colpevole.
Come vi ho già detto un elemento importante è la politica, che personalmente non mi attira molto in un libro, anche se alla fine in questo caso non ha appesantito la trama più di tanto.
Una cosa che invece mi è piaciuta molto è stata "l'ossessione" di Dallavita per Luigi Tenco. L'autore infatti fa arrivare improvvisamente alla sua testa spezzoni di canzoni che si adattano perfettamente al momento che sta vivendo come una vera e propria colonna sonora.
Entrambi sono dei personaggi ben caratterizzati e se mi chiedete chi dei due mi è piaciuto di più credo di rispondere Tavoletti, perché in fondo, capirete anche voi, non è la persona insensibile che tutti descrivono.
Lettori, se state pensando ad un giallo da portare in vacanza, questo fa al caso vostro.


 Voto storia - 3.5 Più che bella 


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