La madre perfetta


Genere: Thriller

Autore: Aimee Molloy

12 Settembre

Si chiamano “May Mothers”, perché tutte hanno avuto un figlio nel mese di maggio. Ogni settimana si incontrano in un parco a Brooklyn con carrozzine e biberon al seguito, per scambiarsi consigli e confidenze: Francie, ansiosa e zelante; Colette, dalla vita insopportabilmente perfetta; Nell, manager in carriera incline a qualche drink di troppo; e infine Winnie, sensuale e misteriosa, l’unica madre single del gruppo. Nel tentativo di staccare dalla sfiancante routine, Nell convince Winnie ad affidare per una sera il piccolo Midas a una babysitter di fiducia e a raggiungere le amiche in un locale alla moda. 
È il 4 luglio, fa un caldo infernale, il pub è affollato e scorrono fiumi di alcol. Ma qualcosa va terribilmente storto. Quando la babysitter chiama piangendo, per le giovani madri è l’inizio di un incubo: il bambino di Winnie è scomparso dalla culla, qualcuno si è introdotto in casa e l’ha rapito. E nel frattempo di Winnie si è persa ogni traccia: si è forse allontanata con quel bel ragazzo che le stava offrendo da bere? O c’è dell’altro dietro il suo strano comportamento? 
Inizia una corsa contro il tempo per ritrovare il piccolo Midas: 13 giorni in cui tutto viene messo in dubbio e nessuno è immune al sospetto.



Buongiorno, lettori del Confine. 
Questo è stato un periodo proficuo per quanto riguarda le letture e soprattutto i thriller psicologici, genere che apprezzo sempre in generale. L’ultimo, che ho finito proprio ieri, dopo sole 24 ore da quando l’ho preso in mano la prima volta, è stato “La madre perfetta” di Aimee Molloy, edito Giunti.

Winnie, Francie, Nell e Colette sono donne molto diverse fra loro, ma hanno una cosa in comune: sono neomamme. Insieme ad altre donne fanno parte di una sorta di club, le “May Mothers”, vale a dire mamme che hanno partorito il loro bambino nel mese di maggio. 
Dopo essersi conosciute online, hanno deciso di incontrarsi una volta a settimana per aiutarsi a vicenda e creare così una rete solidale tra persone che vivono la stessa situazione e hanno bisogno di consigli o conforto. Una sera decidono di organizzare una serata fuori, affidando i neonati ai papà e, almeno per una sera, staccare dalla monotonia. La madre con più remore è Winnie, unica single del gruppo che non può contare sull’aiuto di un marito, ma viene convinta ad affidare suo figlio Midas a una babysitter per qualche ora, così si unisce alle altre per la serata che scorre all’insegna di canti e drink. Purtroppo l’allegria delle donne viene spezzata dalla chiamata della babysitter in lacrime, che le avverte che il piccolo è scomparso. Cominciano le ricerche della polizia che non sembrano portare da nessuna parte e Francie, Nell e Colette si stringono nel dolore della sfortunata Winnie, dolore che percepiscono chiaramente nell’amicizia e nel senso di sorellanza che si è andato a creare nei pochi mesi in cui si sono frequentate. Ecco perché si buttano anima e corpo nella ricerca del colpevole. Ciascuna a modo suo contribuisce alle indagini private, degne dei migliori investigatori, perché nessuno può capire il dramma di una madre a cui è stato portato via un figlio, se non altre tre madri pronte a tutto per ritrovarlo.

Bene, amiche lettrici, mi rivolgo a voi piuttosto che ai lettori, dato che il romanzo che abbiamo oggi tra le mani è una storia tutta al femminile. Non me ne vogliano i maschietti, anzi confido nel fatto che alcuni vorranno cimentarsi in questa lettura, non solo per la componente thriller, che merita, ma anche, perché no, per scoprire qualcosa in più sul misterioso mondo delle neomamme. 
È interessante come sia stato analizzato nel dettaglio il punto di vista sociale e psicologico di queste donne così diverse tra loro che affrontano in modo diverso la nuova sfida della maternità. Ci sono tutti gli scenari possibili. C’è Nell che vive con sofferenza il fatto di dover tornare alla sua carriera dopo neanche due mesi dal parto per non perdere il lavoro, con un corpo che non riesce a ritornare come era prima della gravidanza; Francie, stremata dalle lunghe notti in bianco, che si sente inadeguata rispetto alle altre mamme che sembrano avere sempre la situazione sotto controllo; infine Colette, anche lei afflitta dal senso di colpa per il non riuscire a continuare il suo lavoro e preoccupata per i mancati progressi della figlia. A rendere ancora più reale il disagio, ci sono le mail del sito The Village, il sito in cui si sono conosciute, che introduce ogni nuovo capitolo con consigli e stereotipi su cosa le neomamme dovrebbero fare per essere perfette. 
I racconti che trattano del punto di vista delle tre mamme sono in terza persona, quindi chiaramente descritti grazie al narratore esterno e con uno stile narrativo coerente e pulito. Ogni tanto questi capitoli vengono intervallati da narrazioni in prima persona che non seguono un filo logico in quanto sono più che altro i pensieri sconnessi nella mente della persona che supponiamo essere la responsabile della sparizione del piccolo Midas. È interessante l’alternarsi dei due stili che, se da una parte ci rendono più faticoso tenere il passo con le varie protagoniste e lo svolgersi della vicenda, dall’altro fanno sì che la lettura non sia mai noiosa o rallentata.

Non posso svelarvi molto altro sulla trama, in quanto, come ogni thriller che si rispetti, la suspense e l’effetto sorpresa sono fondamentali. Sono sicura che il finale vi lascerà interdette e confuse e vi costringerà a tornare indietro convulsamente, sfogliando le pagine, o nel mio caso scorrendo il dito sul Kindle, e cercando indizi relativi a ciò che eravamo sicure di aver letto ma che poi si rivelerà essere tutt’altro. In poche parole, la definizione vera e propria di thriller psicologico.

voto libro - 5 Meraviglioso


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