Siamo stati una famiglia felice
Genere: Romanzo
Autore: Hannah Begbie
25 Settembre
La figlia di Cath e Dave, Mia, ha solo venticinque giorni di vita quando le viene diagnosticata una grave malattia genetica, la fibrosi cistica. Già scossa dalle ferite che gli estenuanti tentativi per rimanere incinta hanno aperto nel rapporto tra lei e il marito, davanti a questa notizia Cath sente il proprio mondo crollare. Ha bisogno di risposte, di informazioni che la aiutino a proteggere la sua bambina, tenendola al riparo da una moltitudine di minacce che sembra impossibile chiudere fuori dalla loro casa, dalla loro vita, lontano dal respiro di Mia. Inizia così a frequentare un'associazione che aiuta i genitori ad affrontare la malattia, e qui incontra Richard, padre di un'adolescente affetta dallo stesso male. In lui Cath trova immediatamente la protezione e la speranza che Dave non riesce più a darle, l'indulgenza e la leggerezza di cui ha bisogno. La loro è una collisione disperata e impulsiva che li libera entrambi, una scintilla in cui bruciare di vita, per un attimo, e allontanare il senso di pericolo di un'esistenza che si è fatta precaria, fragile e contaminata. Ma questa relazione avrà conseguenze rovinose, non solo per il matrimonio di Cath.
Salve Confine.
Lo sentite l'odore del weekend in arrivo? Io sì, forte e chiaro, e non vedo l’ora, così potrò dedicare più tempo ad un paio di romanzi che ho tra le mani e che voglio divorare.
Intanto oggi vi parlerò di un bellissimo romanzo edito Fabbri, che ringrazio, dal titolo "Siamo stati una famiglia felice", di Hannah Begbie e di recente uscita.
Cath e Dave sono una coppia felice, finalmente. Dopo diversi tentativi di avere un figlio, arriva Mia.
La loro gioia è infinita, ma tanta felicità dura poco.
A 25 giorni dalla nascita, a Mia viene diagnosticata la fibrosi cistica, una malattia genetica grave, che viene trasmessa quando entrambi i genitori sono portatori sani di un preciso gene mutato.
La disperazione dei due novelli genitori è tanta, ma ognuno elabora la notizia a modo suo e, mentre Cath va fuori di testa, si colpevolizza per via del gene e sembra non riuscire a prendersi cura della figlioletta come deve, Dave ha una reazione più contenuta e speranzosa.
Cath ha precedenti di depressione e Dave non vuole che la sua amata si incammini di nuovo verso quella direzione, così cerca di mantenere la situazione più facile e calma possibile, ma questo suo atteggiamento disturba Cath ancora di più.
I due cominciano ad allontanarsi, a essere in disaccordo su come prendersi cura di Mia, su quale tipo di speranza coltivare per il suo futuro.
Cath decide di unirsi ad un gruppo di genitori di figli malati di fibrosi cistica e lì incontra Richard.
Richard ha una figlia adolescente, che ama molto, malata di fibrosi, e sembra capire Cath come nemmeno il marito riesce a fare.
Richard ha lo stesso problema con la moglie ed un matrimonio ormai finito.
Tra il dolore e la disperazione, Cath e Richard cominciano una relazione segreta, che però mette a rischio la vita delle figlie.
Infatti, i malati di fibrosi cistica non possono interagire tra loro per via delle infezioni che possono contagiarsi o che possono prendere da persone che sono state a contatto.
Cath ha paura di portare a casa dalla figlia una qualche infezione o virus preso dal suo contatto fisico con Richard, che sta chiaramente a contatto con sua figlia, ma questo non la ferma dal voler provare quel sollievo che solo l'uomo riesce a darle.
Inventa così situazioni in cui può stare con lui, ma questo la allontana dal marito e persino dalla figlia.
Giocare col fuoco porta inevitabilmente a bruciarsi e questo accade a Cath, che rischia di impazzire quando Mia, ad un tratto, sviluppa un tipo nuovo di infezione.
Ha portato lei quel virus in casa?
È stata colpa sua e del suo intimo contatto con Richard?
Mia riuscirà a superare questa crisi così pesante per una bimba di pochi mesi?
E il suo matrimonio resisterà a questa tempesta?
"Siamo stati una famiglia felice" tratta di una malattia genetica degenerativa veramente tremenda, ma il fuoco del romanzo non è la malattia e chi ne è affetto, bensì l'effetto che questa ha su chi la vive indirettamente, in questo caso i genitori.
Quando una bomba di queste dimensioni esplode all'interno di un nucleo, inevitabilmente ci si ritrova a pezzi.
Quello che viene dopo l'elaborazione della notizia è ciò che conta veramente.
Resistere e reagire è dura e, spesso, non si trova la forza per farlo, o lo si fa nel modo sbagliato.
Quello che accade al matrimonio di Cath e Dave non è così raro, anzi, credo sia all'ordine del giorno quando una coppia è costretta ad affrontare difficoltà grandi.
Cath e Dave non hanno trovato la chiave giusta e hanno distrutto tutto quello che avevano. La mancanza di comunicazione ha fatto il lavoro grande e le mancanze in generale hanno fatto il resto.
Cath non è da giudicare, nessuno può sapere in anticipo come si comporterà davanti a certe cose.
La sua fragilità, la sua paura per il futuro della figlia e il timore di non essere abbastanza forte da affrontare tutto quanto, la mettono nella situazione di aggrapparsi alla prima fonte di sicurezza, e questa non veniva dal marito, o almeno non veniva dal marito nella forma che lei si aspettava o di cui aveva bisogno.
Anche Dave, nel suo modo di affrontare la malattia della figlia, non va giudicato, anche perché, in aggiunta, ha il fardello della fragilità mentale di Cath da portare addosso.
Una persona che ho capito poco è stata Richard.
Troverete da subito che ha delle mancanze, degli angoli bui, e sebbene verranno svelati alla fine, a me continua a mancare un pezzo di quest'uomo.
Questa è l'unica mancanza di questo meraviglioso romanzo, che si legge in maniera scorrevole grazie allo stile semplice dell'autrice, che riesce a spiegare la malattia e le sue implicazioni in maniera chiara e precisa, così da farci comprendere meglio le paure di Cath e il perché non dovrebbe avere una relazione con Richard.
Tante emozioni e qualche dolore al petto per questa lettura forte e meravigliosa che consiglio vivamente.
Buona lettura.
voto libro - 4.5 Meraviglioso
0 comments