Alita. Angelo della battaglia
Genere: Fantascienza
Autore: Pat Cadigan
12 Febbraio
26° secolo. La Città di Ferro è un luogo senza speranza. Nella discarica di rottami, una giornata sta per terminare come tutte le altre quando il dottor Ido trova il corpo semidistrutto e apparentemente senza vita di una ragazza cyborg, costruito con una tecnologia sofisticatissima ormai perduta nella notte dei tempi. La convinzione che in lei risiedano l'anima e il cuore di una combattente dal passato straordinario spingono il dottore a cercare di riportarla in vita donandole un nuovo corpo e un nome: Alita. Al risveglio, la ragazza non ha alcuna memoria del suo passato e non conosce nulla del suo presente, anche se sente dentro di sé una forza immensa che preme per esplodere. Il dottor Ido lo sa e, proprio come un padre, cerca di proteggere Alita non solo dalla violenza, dall'ingiustizia e dalla corruzione che imperversano nella Città di Ferro, ma anche dalla stessa potenza distruttrice che la ragazza nasconde in sé. Ma il passato non si può dimenticare e, grazie all'amore per il ribelle Hugo, Alita ritrova la sua vera identità e decide di impiegare tutta la sua potenza per combattere il male. Come un angelo della battaglia, pronto a vegliare sui giusti e a lottare al fianco dei più deboli per un mondo migliore.
Buongiorno, lettori!
Poco tempo fa è uscito nelle sale italiane il film “Alita. Angelo della battaglia”, un film d’azione che dal trailer mi ispirava molto. Quando ho scoperto che per la Sperling&Kupfer sarebbe uscito il romanzo tratto dal film l’ho subito richiesto e ringrazio la casa editrice per l’invio della copia cartacea.
Alita è il riadattamento dell’omonimo manga scritto e illustrato da Yukito Kishiro nel 1990, la sua versione in romanzo “Alita. Angelo della battaglia” è di Pat Cadigan.
Siamo nel 26° secolo e ogni cosa che conosciamo è stata distrutta dalla grande guerra di 300 anni prima. La tecnologia è altamente avanzata, anche se molte conoscenze si sono perse durante la guerra. Zalem è l’ultima città sospesa che oscura i cieli della Città di Ferro ed è qui, tra i rifiuti della città principale, che il dottor Ido Dyson trova i resti di una ragazza cyborg e decide di aiutarla dandole un nuovo corpo.
Quando si sveglia, la ragazza cyborg scopre di non avere alcun ricordo della sua vita precedente, neanche il suo nome, e il suo salvatore propone il nome della bambina a cui era inizialmente destinato il bellissimo e curato corpo che ora è suo, Alita, la figlia del dottor Ido morta in circostanze tragiche.
Mentre Alita esplora il mondo intorno a sé, scopre di avere un’innata capacità fisica che non si sa spiegare e che usa senza rendersi conto. Forse lei era molto di più di una normale ragazza cyborg di Zalem, dietro al suo viso delicato e al corpo minuto c’è un animo da guerriera che non ha intenzione di nascondere.
So che tutti vi state facendo la stessa domanda: considerando che questo è un romanzo tratto dal film e non il contrario, vale davvero la pena leggerlo? Io stessa mi sono posta la questione e inizialmente ero titubante nel dare una possibilità a questo libro, ma adesso che ho ultimato la lettura voglio darvi la mia opinione finale.
Subito dopo aver finito il libro ho voluto recuperare anche il film per potervi dare una recensione più completa ed è stato davvero interessante rivedere le scene che avevo immaginato nella mia mente trasposte sul grande schermo. Questa è una storia scritta per la pellicola e si vede, a mio parere le scene di azione sono molto più interessanti da vedere che da leggere, così come ho potuto apprezzare tantissimo gli effetti speciali magnifici che hanno saputo dare la svolta al film. Nel libro le scene d’azione non sono così di effetto, lo stile di scrittura semplice a volte le rende scarne di particolari e non particolarmente facili da immaginare.
Nella prima metà della storia le scene sono pressoché le stesse e i dialoghi identici, ma, dalla seconda metà del libro, troviamo scene inedite e particolari di cui nel film non troviamo traccia. A mio parere la pellicola da un certo momento in poi va troppo veloce e rischiamo di perderci, senza riuscire ad assaporare al massimo la storia. Ma la cosa fondamentale che mi ha fatto apprezzare e preferire il libro è stato il rapporto tra i vari personaggi. Nel film la protagonista indiscussa è Alita e gli altri personaggi le fanno quasi da contorno, invece il libro dà molto più spazio ad ognuno di essi, addirittura a Gelda, l’infermiera aiutante del Dottor Ido si intravede solo in un paio di scene. Nel romanzo vediamo l’affetto che lega il Dottor Ido e la cyborg e come questo loro rapporto si trasforma mano a mano che i due si conoscono veramente. Inizialmente il dottore vede Alita solamente come la figlia che ha perduto, ovvero un oggetto fragile da proteggere, ma ben presto la supporterà nelle sue scelte e nelle sue aspirazioni. Alita è sua figlia, ma non la vede più come prima e la sosterrà per la ragazza forte e coraggiosa che è.
“Alita – quell’Alita – aveva solo due giorni, non quattordici anni. Non era una vera ragazzina, non come lo era stata sua figlia. Sua figlia era indifesa e aveva bisogno di protezione. L’Alita che camminava al suo fianco no.”
Altro personaggio molto interessante è Chiren, l’ex moglie del dottore, che non ha mai superato il trauma della morte della figlia e che crede che ritornare a Zalem sarà la fine dei suoi problemi, come se semplicemente possa riavvolgere il tempo. Nel libro abbiamo alcune parti in cui vediamo il suo punto di vista e sono riuscita a percepire quel dolore mai superato e conoscerla a 360°; non è la cattiva della storia, solo una persona segnata dalla vita.
In conclusione posso dire che il romanzo mi ha piacevolmente sorpreso e che, nonostante i fantastici effetti speciali del film, l’ho preferito alla versione in pellicola perché mi ha saputo trasmettere molto di più dei personaggi che aiutano Alita a diventare la ragazza e la donna determinata che era destinata ad essere. Non posso dare un giudizio in paragone ai fumetti perché non li ho letti, ma posso dire che è stata una bella avventura e non vedo l’ora di sapere come continuerà la storia.
Lo stile di scrittura è semplice e fluido, il metodo di scrittura in terza persona è la giusta scelta per dare spazio a tutti ed è una lettura abbastanza breve che si legge velocemente.
Voto: 3.5
0 comments