Zoo


Autore: Paola Barbato

Genere: Thriller e suspance

28 maggio


Immagina di risvegliarti da una notte senza sogni e di ritrovarti sdraiata su una superficie fredda e dura, i vestiti del giorno prima ancora indosso e nessun ricordo delle tue ultime ore. Intorno a te solo un buio spesso a cui lentamente lo sguardo si abitua. Cominci a intravedere delle sbarre alla tua sinistra. Non può che essere un incubo, tra poco sarai nella tua stanza, avvolta nelle soffici lenzuola di casa e la vita riprenderà come prima.
Questo non è ciò che accade ad Anna, che in quella gabbia, tra quelle sbarre, in un capannone pieno di gabbie simili alla sua e di persone come lei, si risveglia per davvero. Da quell'istante inizia una lotta contro chiunque l'abbia presa, una guerra impari perché Anna non ha altre armi che la sua rabbia e la nudità a cui a poco a poco è stata costretta per combattere contro chi detiene il potere, qualcuno che nessuno ha mai visto, ma la cui presenza si avverte in ogni centimetro di quel luogo spaventoso, di giorno e di notte.
Spetterà a lei, circondata da persone diversissime, alcune rese folli dal macabro gioco, altre succubi di un Lui dai tratti sempre meno sfumati, decidere se giocare o lasciarsi morire.


Salve Confine,
la mia recensione di oggi ci riporta ad uno dei miei generi preferiti: Il thriller psicologico.

Grazie alla Piemme, che mi ha inviato una copia in anteprima, ho potuto leggere "Zoo" di Paola Barbato, il secondo romanzo della trilogia iniziata lo scorso anno con "Io so chi sei" e che terminerà nel 2020 con il terzo e ultimo capitolo.

Attenzione: i romanzi sono autonomi, il lettore può cominciare a leggere il secondo e poi passare al primo. 
Così farò io, infatti, che non sapevo facesse parte di una serie e che mi sono informata, come mio solito, perché mi piace avere tutta la visione di insieme. Con Zoo, il precedente romanzo condivide uno dei personaggi principali, che ha una storia a sé.
Da quello che ho potuto comprendere, inoltre, le vicende separate dei primi due romanzi verranno ad incrociarsi nell'ultimo, che a questo punto attendo con trepidazione, visto come è finito il secondo.

Ma andiamo con ordine e partiamo dal riassunto breve della trama.
Anna, una giovane donna indipendente, si risveglia da sola, chiusa in una gabbia, un carrozzone da circo come appurerà poco dopo.
Non è sola, lo scopre ben presto. 
Nel buio magazzino, insieme alla sua, ci sono molte altre carrozze e sono tutte piene. 
All'interno ci sono persone nude, sporche, che sembrano aver perso qualsiasi condizione umana. In particolare un paio di elementi, che si comportano addirittura come gli animali che dovrebbero abitare la gabbia in cui sono loro, cioè il leone e il coccodrillo.
Anna si dibatte e si dispera, urla e crea scompiglio e, mentre alcuni prigionieri con ancora qualche sentimento cercano di spiegarle come funziona quel luogo e quali siano le regole, lei sente crescere dentro la voglia di ribellarsi, di fuggire via, nonostante sia praticamente impossibile.
Ben presto il suo aguzzino, che non si farà mai vedere e che agirà sempre nel buio, mostrerà ad Anna chi comanda, iniziandola a privazioni e torture psicologiche e obbligandola alla nudità, come gli altri compagni di sventura.
Ma Anna è decisa a non demordere, si spezza ma non si piega davanti a tutto questo. Tenta di carpire notizie, di comprendere le dinamiche e soprattutto chi e perché sta facendo quello a lei e a tutti gli altri.

“Anna sapeva di dover tenere la mente impegnata, perché più del frastuono roboante di pensieri sconnessi le faceva paura il silenzio, l'assenza. Quelli che non parlano, quelli che non pensano, sono quelli che si perdono.”

Bellissima lettura ad alto tasso tensivo. Mi ha tenuta incollata alle pagine, più che altro perché volevo capire dove tutta la storia andasse a parare, quale era lo scopo di tutto quello e soprattutto chi e perché si divertisse a fare male in quel modo.
Ovviamente alcune delle mie curiosità, le più impellenti, sono rimaste tali, perché il romanzo ha una fine, ma lascia con enormi punti di domanda che sicuramente saranno soddisfatti nell'ultimo romanzo della serie, che come vi ho già anticipato vedrà intrecciarsi le trame dei primi due.

Lo stile è diretto e in alcuni casi anche troppo, risultando crudo e forte, ma è perfetto perché è indispensabile al fine della storia, ossia mostrare quanto l'uomo è incline a ritornare bestia se privato della dignità.
I dialoghi aiutano molto e l'autrice è stata brava in questo, perché anche attraverso le interazioni tra i prigionieri, soprattutto tramite quelle interazioni, ci rendiamo conto del graduale degrado mentale che inevitabilmente colpisce ognuno di loro, specialmente quelli che sono costretti alla cattività che da più tempo o quelli che, come Anna, non vogliono arrendersi.

Alcuni personaggi, credo proprio quelli che non sono riusciti ad accettare la prigionia, sono degradati allo stato di bestie, e saranno i personaggi che faranno più ribrezzo per i loro gesti (leggerete da soli).
Mentre altri, quelli che accetteranno la loro condizione, resteranno mentalmente presenti, sebbene infleunzati dal trauma.
Dietro questo macabro gioco si intuisce la logica dell'aguzzino, che nella maggior parte dei casi ha scelto le sue vittime per punirle e dar loro la possibilità di assolvere ai loro peccati.
Nonostante mi sia piaciuto tantissimo, ho sentito la mancanza di qualcosa, ma non mi lascerò influenzare da questa sensazione perché credo sia dovuta a quei famosi punti interrogativi irrisolti.
Buona lettura.

voto libro - 4










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