La notte dell'inverno
La serie è composta da:
1. L'orso e l'usignolo
2. La ragazza nella torre
3. L'inverno della strega
Genere: Fantasy
Scritto da: Katherine Arden
In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l'inverno dura la maggior parte dell'anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli non importa, perché adorano trascorrere le notti riuniti accanto al fuoco, ascoltando le fiabe della loro balia. Vasya ama soprattutto la storia di Frost, il demone invernale dagli occhi blu, che appare nelle notti gelide per reclamare le anime incaute. Per questa ragione i saggi russi lo temono e onorano gli spiriti affinché proteggano le loro case dal male. Quando però la matrigna di Vasilisa, donna devota e cresciuta in città, proibisce a lei e ai suoi fratelli di onorare gli spiriti domestici, la sfortuna si abbatte sul loro villaggio. Vasilisa prova a ribellarsi alle proibizioni della matrigna ma quest'ultima si mostra determinata a educare la figliastra ribelle, minacciandola di darla in sposa o di rinchiuderla in un convento. Mentre le difese del villaggio si indeboliscono e gli spiriti della foresta si avvicinano, Vasilisa dovrà fare appello ai doni pericolosi che possiede, e che ha a lungo tenuto nascosti, per proteggere la sua famiglia da una terribile minaccia...
Non ho letto la trama del secondo libro, ma per come è terminato questo volume sono comunque curiosa. Spero in una presenza maggiore dell’elemento fantasy e magari anche di quello romantico, sempre legati a una trama che non dimentichi la realtà e che continui le avventure di un personaggio forte e coraggioso.
Baci.
Salve salve! Fanucci ci ha regalato la ristampa di una trilogia fantasy mozzafiato che rimmarrà sempre tra le mie preferite. Il primo volume ha il titolo di “L’orso e l’usignolo” di Katherine Arden e dà inizio alla trilogia “Winternight”.
Se non la conoscete, è ispirata al folklore russo, alle favole antiche raccontate dalle balie nelle fredde notti invernali in un territorio aspro e isolato. Ovviamente io, da amante e studiosa della cultura e della letteratura russa, non potevo affatto perderlo. Ovviamente ringraziamo infinitamente la casa editrice per il regalo delle nuove e colorate edizioni.
Ma parliamo della storia.
Nelle sconfinate terre gelate dell’antica Rus’ si trovano villaggi in cui le nuove credenze non hanno ancora attecchito e si mescolano alle vecchie leggende.
I contadini lasciano doni agli spiriti della casa, della stalla, del bosco e del lago, in cambio vivono sereni, sicuri che questi li proteggeranno come hanno sempre fatto.
Ma in un giovane e instabile paese che sta scoprendo la fede in Dio e ha bisogno della forza politica della religione, queste storie per bambini non possono più prosperare. Basta tozzi di pane o gocce di idromele lasciati in giro per la casa, bisogna pregare e chiedere perdono.
Vasilisa Petrovna non mette in dubbio la forza della fede, ma non può nemmeno rinunciare alle storie con cui è cresciuta, non quando ha la certezza che queste siano reali.
Vasja è speciale; è l’ultima figlia di una bellissima donna dalla discendenza misteriosa e ha un compito importante, per questo la madre lotta per lei fino alla fine e fa promettere al padre di proteggerla ad ogni costo.
Non è una bella bambina, ha gli occhi troppo distanti, gli arti molto lunghi, ma i capelli sono corvini e ha occhi verdi che leggono l’anima. È dispettosa e intraprendente, scompare nel bosco per ore per poi ricomparire all’improvviso tutta sporca.
Riesce anche a vedere gli spiriti che altri non vedono: il Domovoj nel forno, il Bannik nella banja, il Vazila nella stalla, la Rusalka nel fiume.
Ascolta sempre con attenzione le storie della sua balia e rispetta gli spiriti della sua casa, porta loro doni, fa loro compagnia e diventa loro amica. Loro, in cambio, le danno insegnamenti antichi e utili.
Dopo un dispetto particolarmente grave, il padre si vede costretto ad andare a Mosca a trovare una figura femminile che possa rimettere in riga il suo piccolo spirito dei boschi, ma la matrigna è totalmente diversa dalla vecchia amata padrona di casa. Odia la figliastra e ogni occasione è buona per picchiarla e definirla un demonio.
La situazione peggiora ancora di più quando viene inviato un nuovo prete determinato a compiere la sua missione: instilla paura nei cuori dei contadini, porta il timore nelle loro case parlando di punizioni divine e demoni, e indebolisce gli spiriti delle loro case, che si vedono trascurati e temuti.
Si prospetta davvero un temibile inverno per Vasja e il suo villaggio, uno da cui molti potrebbero non uscire vivi.
Ma Vasja non è mai stata una ragazza come le altre, lei continua a credere, è coraggiosa e continua a lottare, anche se la chiamano strega continua a cavalcare senza sella, passare del tempo nella stalla e lasciare del pane davanti al forno.
E dopo tanti anni, il suo compito viene finalmente svelato.
Se non la conoscete, è ispirata al folklore russo, alle favole antiche raccontate dalle balie nelle fredde notti invernali in un territorio aspro e isolato. Ovviamente io, da amante e studiosa della cultura e della letteratura russa, non potevo affatto perderlo. Ovviamente ringraziamo infinitamente la casa editrice per il regalo delle nuove e colorate edizioni.
Ma parliamo della storia.
Nelle sconfinate terre gelate dell’antica Rus’ si trovano villaggi in cui le nuove credenze non hanno ancora attecchito e si mescolano alle vecchie leggende.
I contadini lasciano doni agli spiriti della casa, della stalla, del bosco e del lago, in cambio vivono sereni, sicuri che questi li proteggeranno come hanno sempre fatto.
Ma in un giovane e instabile paese che sta scoprendo la fede in Dio e ha bisogno della forza politica della religione, queste storie per bambini non possono più prosperare. Basta tozzi di pane o gocce di idromele lasciati in giro per la casa, bisogna pregare e chiedere perdono.
Vasilisa Petrovna non mette in dubbio la forza della fede, ma non può nemmeno rinunciare alle storie con cui è cresciuta, non quando ha la certezza che queste siano reali.
Vasja è speciale; è l’ultima figlia di una bellissima donna dalla discendenza misteriosa e ha un compito importante, per questo la madre lotta per lei fino alla fine e fa promettere al padre di proteggerla ad ogni costo.
Non è una bella bambina, ha gli occhi troppo distanti, gli arti molto lunghi, ma i capelli sono corvini e ha occhi verdi che leggono l’anima. È dispettosa e intraprendente, scompare nel bosco per ore per poi ricomparire all’improvviso tutta sporca.
Riesce anche a vedere gli spiriti che altri non vedono: il Domovoj nel forno, il Bannik nella banja, il Vazila nella stalla, la Rusalka nel fiume.
Ascolta sempre con attenzione le storie della sua balia e rispetta gli spiriti della sua casa, porta loro doni, fa loro compagnia e diventa loro amica. Loro, in cambio, le danno insegnamenti antichi e utili.
Dopo un dispetto particolarmente grave, il padre si vede costretto ad andare a Mosca a trovare una figura femminile che possa rimettere in riga il suo piccolo spirito dei boschi, ma la matrigna è totalmente diversa dalla vecchia amata padrona di casa. Odia la figliastra e ogni occasione è buona per picchiarla e definirla un demonio.
La situazione peggiora ancora di più quando viene inviato un nuovo prete determinato a compiere la sua missione: instilla paura nei cuori dei contadini, porta il timore nelle loro case parlando di punizioni divine e demoni, e indebolisce gli spiriti delle loro case, che si vedono trascurati e temuti.
Si prospetta davvero un temibile inverno per Vasja e il suo villaggio, uno da cui molti potrebbero non uscire vivi.
Ma Vasja non è mai stata una ragazza come le altre, lei continua a credere, è coraggiosa e continua a lottare, anche se la chiamano strega continua a cavalcare senza sella, passare del tempo nella stalla e lasciare del pane davanti al forno.
E dopo tanti anni, il suo compito viene finalmente svelato.
“Tu cavalcherai fino a dove la terra incontra il cielo. Nascerai tre volte: una volta dall’illusione, una dalla carne e un’altra dallo spirito. Coglierai bucaneve nel cuore dell’inverno, piangerai per un usignolo, e morirai per tua volontà.”
“L’orso e l’usignolo” è stata una lettura interessante che mi ha stupito e affascinato.
Voglio subito elogiare lo stile di scrittura dell’autrice, ha saputo ricreare quelle atmosfere mistiche tipiche della letteratura russa con una narrazione magica ed epica.
Dalle sue parole si sente che è un’appassionata della cultura russa, perché ha rispettato le tradizioni e ha descritto perfettamente la vita, gli usi e i costumi dell’epoca, senza strafare e usandole perfettamente per i suoi scopi.
Ho adorato la trama, originale e interessante, piena di spunti per futuri approfondimenti, dinamica e ricca di punti di vista.
Mi sono piaciuti i personaggi, alcuni delineati nei tratti fondamentali e altri approfonditi, ma tutti perfettamente riconoscibili e comprensibili.
La storia si sviluppa insieme al personaggio di Vasja che vediamo nascere, crescere, scoprire l’altro mondo che si cela dietro le leggende, avvicinarsi più volte al suo destino ed esserne prontamente salvata da un bellissimo cavaliere e la sua cavalla bianca.
Finché il suo intervento diventa inevitabile e il suo sacrificio necessario.
In questa storia realtà e fantasia si intrecciano nel punto focale che è proprio Vasja, una bambina dalla discendenza misteriosa che nasconde ancora tanti inconsapevoli segreti dietro quegli occhi verdi e innocenti.
Oltre alla parte folkloristica, che viene trattata in modo egregio, l’autrice inserisce anche un po’ di storia della Rus’, dell’arrivo della religione ortodossa, della politica e delle guerre che si sarebbero susseguite.
Dal punto di vista morale, ricalca la lotta tra ciò che si crede sia il bene e ciò che si considera il male. Prima di pendere ciecamente dalle labbra di qualcuno che parla in nome di un’entità maggiore, bisogna ricordare che, nonostante gli abiti, sotto c’è pur sempre una persona vittima dei vizi e dei desideri, debole al richiamo del male, soprattutto se non crede davvero nel bene.
Voglio subito elogiare lo stile di scrittura dell’autrice, ha saputo ricreare quelle atmosfere mistiche tipiche della letteratura russa con una narrazione magica ed epica.
Dalle sue parole si sente che è un’appassionata della cultura russa, perché ha rispettato le tradizioni e ha descritto perfettamente la vita, gli usi e i costumi dell’epoca, senza strafare e usandole perfettamente per i suoi scopi.
Ho adorato la trama, originale e interessante, piena di spunti per futuri approfondimenti, dinamica e ricca di punti di vista.
Mi sono piaciuti i personaggi, alcuni delineati nei tratti fondamentali e altri approfonditi, ma tutti perfettamente riconoscibili e comprensibili.
La storia si sviluppa insieme al personaggio di Vasja che vediamo nascere, crescere, scoprire l’altro mondo che si cela dietro le leggende, avvicinarsi più volte al suo destino ed esserne prontamente salvata da un bellissimo cavaliere e la sua cavalla bianca.
Finché il suo intervento diventa inevitabile e il suo sacrificio necessario.
In questa storia realtà e fantasia si intrecciano nel punto focale che è proprio Vasja, una bambina dalla discendenza misteriosa che nasconde ancora tanti inconsapevoli segreti dietro quegli occhi verdi e innocenti.
Oltre alla parte folkloristica, che viene trattata in modo egregio, l’autrice inserisce anche un po’ di storia della Rus’, dell’arrivo della religione ortodossa, della politica e delle guerre che si sarebbero susseguite.
Dal punto di vista morale, ricalca la lotta tra ciò che si crede sia il bene e ciò che si considera il male. Prima di pendere ciecamente dalle labbra di qualcuno che parla in nome di un’entità maggiore, bisogna ricordare che, nonostante gli abiti, sotto c’è pur sempre una persona vittima dei vizi e dei desideri, debole al richiamo del male, soprattutto se non crede davvero nel bene.
“Glielo dirai?”
“Tutto? Di orsi, e stregoni, incantesimi nascosti dentro zaffiri, e il re del mare? No, certo che no. Racconterò il meno possibile. Sperando che sia sufficiente.”
“Tutto? Di orsi, e stregoni, incantesimi nascosti dentro zaffiri, e il re del mare? No, certo che no. Racconterò il meno possibile. Sperando che sia sufficiente.”
Non ho letto la trama del secondo libro, ma per come è terminato questo volume sono comunque curiosa. Spero in una presenza maggiore dell’elemento fantasy e magari anche di quello romantico, sempre legati a una trama che non dimentichi la realtà e che continui le avventure di un personaggio forte e coraggioso.
Baci.
Voto libro - 4
Genere: Fantasy
Scritto da: Katherine Arden
Orfana e sola, costretta ad abbandonare il suo villaggio, Vasja dovrà rassegnarsi a trascorrere la vita in un convento o a permettere alla sorella maggiore di darla in sposa a un principe moscovita. Entrambe le strade la condannano a una vita in una torre, tagliata fuori dal vasto mondo che invece desidera esplorare. Così sceglie una terza via: travestendosi da ragazzo cavalca attraverso il bosco per sfuggire a un destino che altri hanno scritto per lei. A Mosca, intanto, la corte imperiale è scossa da lotte di potere e tumulti. Nelle campagne alcuni banditi razziano i campi, bruciano i villaggi e rapiscono le fanciulle. Dopo essere partiti per sconfiggere i briganti, il Gran principe e i suoi boiardi si imbattono in un giovane uomo in groppa a un magnifico destriero. Solo Saša, un monaco guerriero, capisce che il “ragazzo” altri non è che sua sorella, creduta morta dopo la fuga dal suo villaggio in seguito all’accusa di stregoneria. Ma quando Vasja dà prova del suo valore in battaglia, cavalcando con una destrezza eccezionale e con un’inspiegabile forza, Saša realizza che dovrà a tutti i costi mantenere il segreto della sua vera identità, per salvare la vita dell’unica persona in grado di fronteggiare le forze oscure che minacciano di distruggere l’impero…
Questo, per chi non ha letto il primo libro, è uno spoiler, quindi vi prego di continuare solo se avete letto “L’orso e l’usignolo”.
Dopo gli avvenimenti accaduti nel bosco, la morte del padre e della matrigna a causa dell’Orso, Vasja inizia ad essere chiamata strega ed è costretta a fuggire. Non ha intenzione di sposarsi ed essere ingabbiata nel matrimonio, né diventare una suora ed essere rinchiusa in un monastero, ma per una donna, al tempo, non c’erano altre scelte se non queste due.
Ma Vasja non è come tutte le donne e decide di diventare una viaggiatrice, indossa i pantaloni, nasconde i suoi lunghi capelli e parte con Solovej, il suo stallone.
La prima fermata è la casa/foresta di Morozko, il re dell’inverno, che tenta di dissuaderla senza darle motivazioni, cosa che spinge ancora di più Vasja ad andare via.
I primi giorni da viaggiatrice sono difficili; è inesperta, ingenua, si lascia affascinare dalle comodità quando deve restare sempre all’erta, rischia più volte di morire.
Ma non si lascia abbattere, impara dai suoi errori e, quando sulla sua strada trova un villaggio bruciato e devastato dai briganti, che hanno anche portato via tre bambine, non aspetta un minuto in più e corre a salvarle.
Questa sua impresa la farà capitare sul cammino del Gran Principe di Mosca e il suo più fidato consigliere, fratello Aleksandr, Saša, il fratello amato di Vasja diventato monaco.
Con quest’incontro inizierà la grande bugia di Vasja, che dovrà fingere di essere Vasilij Petrovič e che in questo modo potrà finalmente andare a Mosca e rivedere sua sorella Olga.
A Mosca resta esterrefatta dalla magnificenza della città e delle chiese, ma anche sconvolta per la fine che stanno facendo i Chyerty, sempre più deboli e invisibili.
Sicuramente non troverà la pace e la libertà che sognava, ma un nuovo nemico, subdolo e potente, che userà le sue debolezze per far avverare la sua paura più grande.
Sono davvero contenta di aver recuperato questa serie. Katherine Arden continua a conquistarmi con le sue donne forti e diverse, il folklore curato nei minimi dettagli e sfruttato in ogni sfumatura, i riferimenti storici dettagliati e usati per dare profondità al libro.
È incredibile il modo in cui l’autrice ha legato realtà e fantasia per creare un mondo in cui queste si amalgamano perfettamente, per poi scontrarsi proprio com’è successo davvero.
Ha scelto di approfondire un periodo storico di cui si hanno poche testimonianze, di un mondo che per molto tempo è stato un mistero, una terra fredda e sconfinata. La storia russa, così come la sua cultura, è ricca di eventi interessanti che danno a chi la studia la possibilità di perdersi in intrighi e giochi di potere interminabili.
L’autrice ha saputo raccogliere l’atmosfera di una corte fragile e costantemente in subbuglio, accostando questa instabilità all’indebolirsi della magia e degli spiriti a causa della religione e della paura instillata nella popolazione ignorante.
Inserendo anche la questione delle donne dell’epoca, costrette a sposarsi e a fare figli o a diventare suore.
Vasja è forte, coraggiosa, impavida, a volte arrogante e istintiva. È un personaggio che non ha ancora esplorato ogni recesso del suo potenziale e la cui storia ci nasconderà tantissimi altri colpi di scena.
Il suo rapporto con Morozko, il re dell’inverno, potrebbe essere totalizzante, se solo lui le dicesse la verità, al contrario restiamo costantemente sulle spine, in attesa di avere altri dettagli e capire finalmente come andrà a finire.
Morozko, quelle poche volte che comparirà, vi scioglierà il cuore, un paradosso, considerato che è il padrone della neve, ma questo è l’effetto delle sue parole.
Ogni volta che finisco un libro di questa trilogia sento che c’è qualcosa di ancora più grande che mi aspetta. Un segreto, un nemico, una storia che mi terrà con il fiato sospeso e mi tormenterà per arrivare alla fine. Abbiamo un assaggio di ciò che ci aspetta in “L’inverno della strega” e sono sicura che sarà epico, terribile (dal punto di vista delle emozioni) e magnifico. Non vedo l’ora di leggerlo!
Baci
Mosca è in preda alle fiamme, e per salvarsi Vasja deve fuggire via, inseguita da tutti coloro che la accusano di morte e distruzione. Raggiunge così il regno della Mezzanotte, una terra magica fatta di ogni mezzanotte passata, presente e futura. Ma rimanere lì sarebbe una condanna a morte per tutta la sua famiglia e per le sue terre... Intanto il Gran Principe di Mosca è in preda alla rabbia e alla frustrazione, e sceglie alleati che lo condurranno su un percorso di guerra e rovina. E, mentre Medved, il fratello gemello di Morozko, sta scatenando il caos nella città stanca, un esercito di tatari si sta preparando ad attaccare e minaccia i confini della Rus. Vasja si ritroverà nel mezzo di una guerra tra due Stati, tra religione e folklore e tra antichi fratelli. Sarà in grado di salvare la Russia, Morozko e il magico mondo che custodisce?
Salve salve!
Con questa recensione concludo la trilogia che mi ha tenuto compagnia in questi giorni.
Vi parlo di “L'inverno della strega”, terzo e ultimo volume della serie Winternight di Katherine Arden.
Ovviamente, mi sembra superfluo dirlo, potrei fare spoiler per chi non ha letto “La ragazza nella torre”, il secondo volume.
Ancora una volta Vasja combatte una battaglia tra bene e male, tra cristianesimo e paganesimo, famiglia e destino. E ne esce vincitrice, più o meno.
Mosca sa che è una strega, proprio come avevano iniziato a mormorare nel suo villaggio, ma stavolta non ha il tempo di scappare.
Un vecchio nemico si pone sul suo cammino e incita la folla a punirla, a bruciare la strega per liberare la città di Mosca dai demoni.
Fortunatamente Vasja trova la forza di reagire, la rabbia per una dolorosa perdita, e un aiuto inimmaginabile.
Così riesce a prendere una strada oscura, perennemente al buio, dove può trovare riparo, alleati, una nuova sfida e nuove consapevolezze.
In una guerra infinita che sembra allungarsi ad ogni battaglia, Vasja dovrà distinguere tra il bene e il male, sia tra gli uomini che tra i Chyerty, e capire qual è il suo ruolo tra di loro.
Sono in lacrime.
È da tempo che non leggevo fino alle 2 di notte ma “L'inverno della strega” mi ha tenuto sveglia e mi ha lasciato sofferente, ma soddisfatta.
Ho provato tutte le emozioni fino all’ultima parola e mi sono immersa nella storia.
Mi sono immedesimata in Vasja, mi sono stupita con lei, sofferto e lottato.
La storia prende una piega straordinaria, con battaglie che si trascinano dal principio e che arrivano finalmente alla resa dei conti.
Vasja scopre finalmente tutta la verità su se stessa e su ciò che è destinata a diventare e la abbraccerà completamente.
Ma prima deve assicurarsi che Mosca sia libera dalle minacce magiche e reali, deve proteggere la sua gente per potersi dedicare alle creature che l’hanno formata sin da bambina.
La lotta tra umani e Chyerty, tra cristianesimo e paganesimo arriva allo scontro e Vasja è l’unica che può assicurare una vittoria comune. Deve capire come fare però, come può essere il ponte di cui gli spiriti hanno disperatamente bisogno.
Purtroppo non è una consapevolezza che possono inculcarle, deve capirlo da sola, commettere errori ed imparare da essi.
Vasja avrà anche la sua occasione con Morozko di capire dove potrebbe condurli il loro legame, ma prima lui deve ricordare.
È incredibile come questa storia sia arrivata alla conclusione, come il ciclo si sia chiuso e tutto ciò che abbiamo vissuto dal primo libro abbia acquisito completezza.
Cosa che mi ha stupita e affascinata di più è il modo in cui l’autrice abbia unito la realtà storica alla fantasia e al folklore, come se fossero sempre state intrecciate. E come ha detto l’autrice alla fine, forse è proprio così.
Ho adorato questa trilogia, la sua protagonista e la storia che ha vissuto, i numerosi personaggi che l’hanno accompagnata in questa avventura e che le hanno insegnato qualcosa a modo loro.
Sono assolutamente soddisfatta e ancora innamorata delle parole che scritte da Katherine Arden.
Baci
Salve salve!
Subito dopo aver finito “L’orso e l’usignolo” ho iniziato “La ragazza nella torre”, secondo volume della serie Winternight di Katherine Arden, portata in Italia da Fanucci editore e recentemente ripubblicata con una nuova veste.
Il primo libro mi aveva lasciato estasiata, ebbra di atmosfere mistiche e fiabesche, di una storia originale e magica.
Una storia in cui realtà e folklore convivono e lottano una battaglia in cui il passato ha immancabilmente la peggio, se non fosse per poche eroine che continuano a vedere, a credere e a donare la propria forza affinché gli spiriti non spariscano.
Continua anche in “La ragazza nella torre” questa lotta sfiancante, che però si sposta a Mosca, che nella Rus’ medievale era una delle città più prosperose, e in cui i Chyerty (gli spiriti) si stanno indebolendo e stanno scomparendo a causa della nuova religione, delle campane rumorose e delle icone colorate.
Ma come siamo arrivati a Mosca dall’innevata tundra?
Subito dopo aver finito “L’orso e l’usignolo” ho iniziato “La ragazza nella torre”, secondo volume della serie Winternight di Katherine Arden, portata in Italia da Fanucci editore e recentemente ripubblicata con una nuova veste.
Il primo libro mi aveva lasciato estasiata, ebbra di atmosfere mistiche e fiabesche, di una storia originale e magica.
Una storia in cui realtà e folklore convivono e lottano una battaglia in cui il passato ha immancabilmente la peggio, se non fosse per poche eroine che continuano a vedere, a credere e a donare la propria forza affinché gli spiriti non spariscano.
Continua anche in “La ragazza nella torre” questa lotta sfiancante, che però si sposta a Mosca, che nella Rus’ medievale era una delle città più prosperose, e in cui i Chyerty (gli spiriti) si stanno indebolendo e stanno scomparendo a causa della nuova religione, delle campane rumorose e delle icone colorate.
Ma come siamo arrivati a Mosca dall’innevata tundra?
Questo, per chi non ha letto il primo libro, è uno spoiler, quindi vi prego di continuare solo se avete letto “L’orso e l’usignolo”.
Dopo gli avvenimenti accaduti nel bosco, la morte del padre e della matrigna a causa dell’Orso, Vasja inizia ad essere chiamata strega ed è costretta a fuggire. Non ha intenzione di sposarsi ed essere ingabbiata nel matrimonio, né diventare una suora ed essere rinchiusa in un monastero, ma per una donna, al tempo, non c’erano altre scelte se non queste due.
Ma Vasja non è come tutte le donne e decide di diventare una viaggiatrice, indossa i pantaloni, nasconde i suoi lunghi capelli e parte con Solovej, il suo stallone.
La prima fermata è la casa/foresta di Morozko, il re dell’inverno, che tenta di dissuaderla senza darle motivazioni, cosa che spinge ancora di più Vasja ad andare via.
I primi giorni da viaggiatrice sono difficili; è inesperta, ingenua, si lascia affascinare dalle comodità quando deve restare sempre all’erta, rischia più volte di morire.
Ma non si lascia abbattere, impara dai suoi errori e, quando sulla sua strada trova un villaggio bruciato e devastato dai briganti, che hanno anche portato via tre bambine, non aspetta un minuto in più e corre a salvarle.
Questa sua impresa la farà capitare sul cammino del Gran Principe di Mosca e il suo più fidato consigliere, fratello Aleksandr, Saša, il fratello amato di Vasja diventato monaco.
Con quest’incontro inizierà la grande bugia di Vasja, che dovrà fingere di essere Vasilij Petrovič e che in questo modo potrà finalmente andare a Mosca e rivedere sua sorella Olga.
A Mosca resta esterrefatta dalla magnificenza della città e delle chiese, ma anche sconvolta per la fine che stanno facendo i Chyerty, sempre più deboli e invisibili.
Sicuramente non troverà la pace e la libertà che sognava, ma un nuovo nemico, subdolo e potente, che userà le sue debolezze per far avverare la sua paura più grande.
“Era tarda notte e una fanciulla cavalcava uno stallone baio attraverso la foresta. [...] Era quasi mezzanotte. Un’ora stregata, magica, di una notte su cui incombevano il gelo, la tempesta e uno sterminato cielo pallido. Eppure la fanciulla e il suo stallone sfrecciavano tra gli alberi, instancabili.”
Sono davvero contenta di aver recuperato questa serie. Katherine Arden continua a conquistarmi con le sue donne forti e diverse, il folklore curato nei minimi dettagli e sfruttato in ogni sfumatura, i riferimenti storici dettagliati e usati per dare profondità al libro.
È incredibile il modo in cui l’autrice ha legato realtà e fantasia per creare un mondo in cui queste si amalgamano perfettamente, per poi scontrarsi proprio com’è successo davvero.
Ha scelto di approfondire un periodo storico di cui si hanno poche testimonianze, di un mondo che per molto tempo è stato un mistero, una terra fredda e sconfinata. La storia russa, così come la sua cultura, è ricca di eventi interessanti che danno a chi la studia la possibilità di perdersi in intrighi e giochi di potere interminabili.
L’autrice ha saputo raccogliere l’atmosfera di una corte fragile e costantemente in subbuglio, accostando questa instabilità all’indebolirsi della magia e degli spiriti a causa della religione e della paura instillata nella popolazione ignorante.
Inserendo anche la questione delle donne dell’epoca, costrette a sposarsi e a fare figli o a diventare suore.
Vasja è forte, coraggiosa, impavida, a volte arrogante e istintiva. È un personaggio che non ha ancora esplorato ogni recesso del suo potenziale e la cui storia ci nasconderà tantissimi altri colpi di scena.
Il suo rapporto con Morozko, il re dell’inverno, potrebbe essere totalizzante, se solo lui le dicesse la verità, al contrario restiamo costantemente sulle spine, in attesa di avere altri dettagli e capire finalmente come andrà a finire.
Morozko, quelle poche volte che comparirà, vi scioglierà il cuore, un paradosso, considerato che è il padrone della neve, ma questo è l’effetto delle sue parole.
“In quel momento si sentì come se avesse potuto essere chiunque, chiunque tranne sé stessa, Vasilisa, la figlia di Pëtr, nata in una foresta lontana.”
Ogni volta che finisco un libro di questa trilogia sento che c’è qualcosa di ancora più grande che mi aspetta. Un segreto, un nemico, una storia che mi terrà con il fiato sospeso e mi tormenterà per arrivare alla fine. Abbiamo un assaggio di ciò che ci aspetta in “L’inverno della strega” e sono sicura che sarà epico, terribile (dal punto di vista delle emozioni) e magnifico. Non vedo l’ora di leggerlo!
Baci
Genere: Fantasy
Scritto da: Katherine Arden
Salve salve!
Con questa recensione concludo la trilogia che mi ha tenuto compagnia in questi giorni.
Vi parlo di “L'inverno della strega”, terzo e ultimo volume della serie Winternight di Katherine Arden.
Ovviamente, mi sembra superfluo dirlo, potrei fare spoiler per chi non ha letto “La ragazza nella torre”, il secondo volume.
Ancora una volta Vasja combatte una battaglia tra bene e male, tra cristianesimo e paganesimo, famiglia e destino. E ne esce vincitrice, più o meno.
Mosca sa che è una strega, proprio come avevano iniziato a mormorare nel suo villaggio, ma stavolta non ha il tempo di scappare.
Un vecchio nemico si pone sul suo cammino e incita la folla a punirla, a bruciare la strega per liberare la città di Mosca dai demoni.
Fortunatamente Vasja trova la forza di reagire, la rabbia per una dolorosa perdita, e un aiuto inimmaginabile.
Così riesce a prendere una strada oscura, perennemente al buio, dove può trovare riparo, alleati, una nuova sfida e nuove consapevolezze.
In una guerra infinita che sembra allungarsi ad ogni battaglia, Vasja dovrà distinguere tra il bene e il male, sia tra gli uomini che tra i Chyerty, e capire qual è il suo ruolo tra di loro.
«L’amore è per coloro che conoscono il peso del tempo, perché cammina mano nella mano con la sofferenza. Un’eternità, con un tale fardello, sarebbe un tormento. Eppure...» Si fermò, per fare un profondo respiro. «Come chiamarlo quest’insieme di gioia e paura?»
Sono in lacrime.
È da tempo che non leggevo fino alle 2 di notte ma “L'inverno della strega” mi ha tenuto sveglia e mi ha lasciato sofferente, ma soddisfatta.
Ho provato tutte le emozioni fino all’ultima parola e mi sono immersa nella storia.
Mi sono immedesimata in Vasja, mi sono stupita con lei, sofferto e lottato.
La storia prende una piega straordinaria, con battaglie che si trascinano dal principio e che arrivano finalmente alla resa dei conti.
Vasja scopre finalmente tutta la verità su se stessa e su ciò che è destinata a diventare e la abbraccerà completamente.
Ma prima deve assicurarsi che Mosca sia libera dalle minacce magiche e reali, deve proteggere la sua gente per potersi dedicare alle creature che l’hanno formata sin da bambina.
La lotta tra umani e Chyerty, tra cristianesimo e paganesimo arriva allo scontro e Vasja è l’unica che può assicurare una vittoria comune. Deve capire come fare però, come può essere il ponte di cui gli spiriti hanno disperatamente bisogno.
Purtroppo non è una consapevolezza che possono inculcarle, deve capirlo da sola, commettere errori ed imparare da essi.
Vasja avrà anche la sua occasione con Morozko di capire dove potrebbe condurli il loro legame, ma prima lui deve ricordare.
«Non esistono mostri in questo mondo, e nemmeno santi. Esistono solo infinite tonalità unite per formare un unico chiaroscuro mosaico. Il mostro di un uomo è l’amante di un altro. I sapienti sanno riconoscere questa verità.»
Vasja è una protagonista incredibile, una vera eroina.
L’abbiamo vista nascere e nel corso di tre libri crescere, non solo di età ma nelle idee, le convinzioni e i doveri. Ha accettato un destino difficile e fa di tutto per riuscire a fare quello che le viene chiesto; ovviamente sbaglia, agisce come crede meglio, distingue il bene e il male in base a ciò che lei crede essere bene e male, ma, come si suol dire, non sempre tutto è o bianco o nero. Proprio come ci sono diverse sfumature di grigio, ci sono occasioni in cui bene e male sono strettamente legati e quello che potrebbe sembrare negativo in realtà e necessario, e viceversa.
Vasja impara tutto questo facendo delle scelte e, capendo dalle conseguenze di queste, cosa deve fare davvero.
L’abbiamo vista nascere e nel corso di tre libri crescere, non solo di età ma nelle idee, le convinzioni e i doveri. Ha accettato un destino difficile e fa di tutto per riuscire a fare quello che le viene chiesto; ovviamente sbaglia, agisce come crede meglio, distingue il bene e il male in base a ciò che lei crede essere bene e male, ma, come si suol dire, non sempre tutto è o bianco o nero. Proprio come ci sono diverse sfumature di grigio, ci sono occasioni in cui bene e male sono strettamente legati e quello che potrebbe sembrare negativo in realtà e necessario, e viceversa.
Vasja impara tutto questo facendo delle scelte e, capendo dalle conseguenze di queste, cosa deve fare davvero.
È incredibile come questa storia sia arrivata alla conclusione, come il ciclo si sia chiuso e tutto ciò che abbiamo vissuto dal primo libro abbia acquisito completezza.
Cosa che mi ha stupita e affascinata di più è il modo in cui l’autrice abbia unito la realtà storica alla fantasia e al folklore, come se fossero sempre state intrecciate. E come ha detto l’autrice alla fine, forse è proprio così.
Ho adorato questa trilogia, la sua protagonista e la storia che ha vissuto, i numerosi personaggi che l’hanno accompagnata in questa avventura e che le hanno insegnato qualcosa a modo loro.
Sono assolutamente soddisfatta e ancora innamorata delle parole che scritte da Katherine Arden.
Baci
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