La promessa di un'estate
Genere: Narrativa
Autore: Marc Levy
30 Giugno 2020
Il Concerto n. 2 di Rachmaninov mette a dura prova anche i grandi maestri del pianoforte. Lo sa bene Thomas, giovane virtuoso tra i migliori talenti di Francia, che da mesi si prepara per andare in scena alla prestigiosa Salle Pleyel di Parigi. Ma non è per la complessità dello spartito, se la sera del debutto sbaglia le note: è perché lì, tra il pubblico, accomodato sulle ginocchia di una donna ignara, c'è il fantasma di suo padre Raymond. Sovvertendo le leggi del possibile, l'uomo è tornato dall'aldilà per chiedere al figlio di aiutarlo a esaudire un desiderio: ricongiungersi a Camille, con cui in vita ha condiviso un duraturo sentimento platonico, nato molti anni prima su una spiaggia d'estate. C'è solo un modo affinché il sogno si realizzi, un rito inaudito che dovrebbe riunire i due amanti in maniera definitiva. È così che il pianista e il fantasma di suo padre si imbarcano in una rocambolesca avventura oltreoceano, intenzionati a ricucire gli strappi del tempo e a cercare un - seppur tardivo - lieto fine.
La promessa di un'estate è una commedia dolce e surreale che ricorda i migliori film di Frank Capra e Billy Wilder. Una favola moderna attraversata da dialoghi esilaranti, con personaggi che rimangono nel cuore.
Salve Confine,
mentre agosto volge al termine, vorrei parlarvi di un romanzo molto particolare che ho letto qualche giorno fa e che mi è piaciuto tantissimo.
Si tratta di “La promessa di un’estate” di Marc Levy, edito Rizzoli, che ringrazio per l’invio della copia digitale.
Se conoscete già l’autore francese, sapete che i suoi romanzi sono garanzia di un’ottima lettura. A me piace tantissimo, nonostante io non abbia grandi apprezzamenti per gli scrittori francesi.
Ma andiamo a conoscere un po’ la trama e i protagonisti di questa nuova avventura.
mentre agosto volge al termine, vorrei parlarvi di un romanzo molto particolare che ho letto qualche giorno fa e che mi è piaciuto tantissimo.
Si tratta di “La promessa di un’estate” di Marc Levy, edito Rizzoli, che ringrazio per l’invio della copia digitale.
Se conoscete già l’autore francese, sapete che i suoi romanzi sono garanzia di un’ottima lettura. A me piace tantissimo, nonostante io non abbia grandi apprezzamenti per gli scrittori francesi.
Ma andiamo a conoscere un po’ la trama e i protagonisti di questa nuova avventura.
Thomas è un giovane pianista di successo che ha suonato sui palchi più prestigiosi d’Europa. Ha una personalità un po’ complicata, è un solitario che ama e vive per la sua passione: la musica.
Il rapporto con i genitori ha segnato la sua vita, tra l’ansia di deludere la madre, che va a vedere ogni suo concerto e che lui non vorrebbe tra le prime file di ogni teatro, e il rimorso di non aver detto quello che aveva da dire al padre, ormai morto da cinque anni e con cui non ha mai avuto un legame padre/figlio forte e reale.
Ma non è reale nemmeno il momento in cui lo vede seduto sulle gambe di una signorina in platea, mentre lui si accinge a suonare le prime note del difficilissimo Concerto n°2 di Rachmaninov.
Un effetto della canna fumata inconsapevolmente a casa della madre o solo la tensione per l’esibizione della serata?
Deve però arrendersi all’evidenza quando il padre continua ad apparirgli e a parlargli; non sogna né è sotto effetto di sostanze stupefacenti, il fantasma del padre è tornato nel mondo dei vivi, e lo ha fatto per chiedergli un ultimo grande favore.
Raymond, questo il nome del padre, è tornato per chiedere al figlio di ricongiungere le sue ceneri a quelle della sua amante, recentemente morta dall’altra parte del mondo, a San Francisco, in California.
Thomas rimane scioccato da quella richiesta, dal sapere che il padre avesse segretamente amato un’altra donna al posto della madre, ma poi cede e decide di aiutarlo in questa allucinante avventura.
Riuscirà nell’impresa di mescolare le ceneri del padre e della sua amata Camille, nonostante il marito neo vedevo di questa sembri non voler perdere d’occhio l’urna cineraria della defunta moglie?
Ma soprattutto, avrà la possibilità di sistemare il disordine interiore che il mancato rapporto col padre gli aveva lasciato dentro?
Lettori, se avete intenzione di leggere questo romanzo nel modo giusto, innanzitutto, dovrete abbandonare la razionalità per un attimo e calarvi nel mondo di Levy, dove le anime dei defunti ritornano a “vivere” per un momento, a relazionarsi con i vivi, a muoversi e parlare tra la gente. Solo così potrete apprezzare la storia di Thomas e Raymond, un padre e un figlio che si ritrovano e si risolvono nonostante la morte.
Certo, Levy non è nuovo a questo tipo di storie, basti pensare a “Se solo fosse vero”, il celebre romanzo del 1999, divenuto poi film nel 2005 con l’affascinante Mark Ruffalo e la bravissima Reese Witherspoon, in cui un architetto, che ha appena preso un nuovo appartamento, si ritrova a condividerlo con la sua ex proprietaria che in carne ed ossa proprio non è.
Anche in “La promessa di un’estate”, come in “Se solo fosse vero”, troviamo un gradevole mix di emozioni e risate creato dalle interazioni tra i protagonisti.
I dialoghi sono davvero divertenti e spesso emozionanti, lasciano il sorriso sulle labbra, come le lacrime agli occhi. L’intera storia lancia diversi spunti di riflessione, soprattutto sulla vita e la morte, su come ci si possa liberare dei pesi che tengono chiuse le nostre ali dovuti ai sensi di colpa, alle porte non chiuse, alle parole non dette. C’è elaborazione del lutto, accettazione dell’ineluttabile morte, di come questa possa, in certi casi, influenzare la vita fino a renderla cupa.
«Eh no, anche questo è un imbroglio enorme. La verità è che si muore una volta sola; in compenso si vive tutti i giorni. Allora smettila di fare quella faccia da funerale».
Devo dire che, all’inizio, la lettura ha stentato a decollare perché non riuscivo a capire Thomas, ma quando le interazioni col padre sono diventate consapevoli ha preso il volo.
La coppia padre/figlio imbarcata in un’avventura tanto incredibile quanto strampalata funziona alla grande, anche quando uno dei due non è propriamente reale.
In effetti, dopo un po’ ho dimenticato il fatto che Raymond fosse un fantasma, ho abbandonato l’idea dell’impossibilità che uno spirito potesse ripresentarsi e quasi esigere un ultimo favore.
Ho cominciato a focalizzare la mia attenzione sul rapporto tra i protagonisti, su quelle cose che spingevano per venire fuori dopo esser state rinchiuse, soprattutto dentro Thomas, per così tanto tempo.
È stato bello scoprire insieme a Thomas quanto, in realtà, il padre, che sembrava assente e severo nei confronti del figlio, fosse invece totalmente dedicato alla sua felicità, tanto da rinunciare all’amore della sua vita per lui.
“La promessa di un’estate” può essere un romanzo per tutti, contiene amore, emozioni, risate, momenti toccanti e atti alla riflessione, ci racconta di due persone, Thomas e Raymond, che la vita ha tenuto separate nonostante la vicinanza e che la morte ha riunito per sempre.
Questa è una lettura che, ancora una volta, ribadisce che la vita è un’occasione unica e non va sprecata, va vissuta in maniera intensa fino alla fine.
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