Taccuino di una sbronza
Genere: Narrativa
Autore: Paolo Roversi
6 Agosto 2020
Charles Bukowski muore il 9 marzo del 1994 a San Pedro, California. Nemmeno il tempo di capire se la sua anima debba bruciare nell’inferno degli scrittori maledetti e a Dublino la vita di un impiegato standard si lega indissolubilmente alla sua. Carlo Boschi, trentenne bancario, nonché futuro marito di Sara, una ragazza della Milano bene, parte con l’amico di una vita per un addio al celibato memorabile: tre giorni a Dublino, impiegati a raggiungere una sbronza colossale. Birra dopo birra, però, il promesso sposo finisce all’ospedale, in pieno coma etilico. Al risveglio non è più lo stesso: è convinto di essere la reincarnazione del suo scrittore preferito, Charles Bukowski, morto proprio quella notte.
Da quel momento in avanti, per quella pinta in più, la vita di Carlo cambia radicalmente. Drogato di scrittura e assetato di alcool, manderà all’aria il matrimonio con Sara, mollerà il lavoro, comincerà a scrivere spinto dal whisky, a rimorchiare donne nei bar e a vivere di espedienti e lavoretti saltuari, alle prese con sgangherati reading di poesia o impegnato a fare a pugni nei vicoli.
Una galoppata a briglie sciolte nella movida milanese, mentre l’Italia di fine millennio cambia per sempre.
Salve lettori del Confine!
Oggi sono qui per parlarvi di “Taccuino di una sbronza” di Paolo Roversi, edito dalla casa editrice SEM, che ringrazio per avermi omaggiata della copia digitale.
In realtà, come lo stesso autore spiega, questa è l’ultima edizione, riveduta e corretta, di “Il mio nome è Bukowski”, pubblicato nel lontano 2006 e che ha subito diverse trasformazioni nell’arco degli anni.
Il libro è una sorta di omaggio a Henry Charles "Hank" Bukowski in occasione del centenario della sua nascita.
Roversi, nelle vesti di Romeo Berzelli, dipinge un quadro socio-politico di Milano, e dell’Italia, dagli anni Novanta al primo decennio del Duemila, il tutto immerso nella stravaganza ironica e iconica del vecchio Bukowski.
Tutto ha inizio con un addio al nubilato in quel di Dublino, dove Romeo ha portato il suo amico Carlo Boschi, impiegato in banca e prossimo ad entrare in una delle famiglie più importanti di Milano.
“Questa almeno corrispondeva alla descrizione dell’uomo che era crollato
sul pavimento lurido di quel pub di Dublino. Quando si era rialzato, tutto era cambiato.”
All’ennesimo giro alcolico lo sposo collassa a terra, il verdetto è coma etilico. Al suo risveglio non è più Carlo Boschi ma Charles Bukowski a parlare. In quegli stessi giorni il Bukowski originale è morto dall’altra parte del mondo.
Con questa sbronza epocale la vita di Carlo e quella del suo amico Romeo subiranno una vera e propria metamorfosi. Carlo inizia a vivere la vita sregolata del suo idolo e Romeo cerca di stargli dietro e di “proteggerlo” da se stesso.
“Si era trasformato in un vero barfly, una mosca da bar, un ubriacone itinerante che vagava senza sosta nel mare magnum dei pub milanesi.”
In un via vai di sbronze, donne, risse e manifestazioni, i due amici riscopriranno il loro rapporto e se stessi, facendo riscoprire a noi lettori chi è stato il vecchio Buk.
Devo dire che questo libro è stato una scoperta per me, non conoscevo le vecchie edizioni e la mia conoscenza su Bukowski era, ed è ancora, piuttosto limitata; così come quella di determinati avvenimenti che coinvolgono il nostro paese e che Roversi ha inserito nel suo “Taccuino”, seppur cambiando alcuni riferimenti che sarebbero altrimenti risultati troppo espliciti.
A mia parziale discolpa posso dire che sono nata nel Novantanove, quindi ciò che so di quegli anni è quello che ho potuto studiare.
La narrazione avviene in prima persona, come si conviene a un diario, o a un taccuino in questo caso. La lettura procede fluida e in modo ironico vengono inseriti molteplici spunti di riflessione sulla società, ma ancor di più sul modo di vivere che questa spesso impone e alle diverse idee di vita che ognuno ha.
Ho molto apprezzato questa lettura in tutte le sue componenti, niente viene mai lasciato al caso cosicché anche chi non ha una conoscenza approfondita in materia possa apprezzare il contenuto del “taccuino”, però penso che gli amanti di Bukowski possano apprezzare ancora di più la lettura di questo libro.
Mi hanno poi molto divertito le citazioni inserite come parte integrante delle conversazioni e i diversi siparietti che si vengono a creare con Boschi-Bukowski.
Consiglio quindi la storia ad un pubblico maturo, dato non necessariamente anagrafico, che ha voglia di una storia breve ed ironica colma di contenuti affatto scontati.
Vi auguro una buona lettura, alla prossima!
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