The Locked Tomb


La serie è composta da: 
 
0.5. The Mysterious Study of Doctor Sex 
 
1. Gideon la Nona 
 
2. Harrow la Nona 


3. Nona la Nona
 
4. Alecto the Ninth  
 
 

Genere: Sci-fi

Autrice: Tamsyn Muir
 
Tutte le case dell'Imperatore mantengono dei segreti, anche da se stesse. Per gli studiosi della Sesta ogni segreto è un mistero, e ogni mistero è un puzzle da risolvere o un saggio da pubblicare. Nelle profondità della loro casa, uno di questi segreti sta per essere svelato. Lo studio del noto accademico Donald Sex, sigillato dal momento della sua morte, sta per essere aperto e gli archivisti sono pronti ad analizzare tutto ciò che si è lasciato dietro. Ma non sono pronti per la macabra sorpresa che li aspetta.

Entrano Palamedes Sextus e Camilla Hect, tredicenni.

(Trama tradotta dallo staff de Il confine dei libri)



Salve lettori!
Subito dopo aver finito “Gideon la Nona” di Tamsyn Muir sono andata a leggere la novella prequel, “The Mysterious Study of Doctor Sex”, che trovate, per adesso in inglese, sul sito della Tor Books.

Protagonisti della novella sono Palamedes Sextus e Camilla Hect, rispettivamente necromante e paladina della Sesta Casa in “Gideon la Nona”, all’età di 13 anni, nella loro Casa di origine.
La narratrice è Camilla, che ci racconta del giorno in cui sono stati scelti per assistere all’apertura del misteriosissimo studio del Dottor Sex e di come lei e Palamedes siano arrivati a una soluzione incredibile, mostrando quell’affinità che nel romanzo ce li ha fatti amare così tanto.

“Il Guardiano amava insegnare. È sempre stato così. Io ero uno dei primi esperimenti.”

Palamedes e Camilla sono stati due personaggi che ho amato. Sono gli unici che agiscono per la conoscenza, per capire cosa sta succedendo e cosa significa davvero essere Littore, non per ottenere potere né per arrivare primi.
Il loro rapporto adepto-paladina è esemplare; si fidano l’una dell’altra, agiscono come un tutt’uno, sono un meccanismo ben oliato.
Quando Palamedes esita, Camilla lo sprona; quando Camilla vacilla, Palamedes la sostiene.
Palamedes crede ciecamente nelle qualità fisiche della sua paladina e Camilla gli fa aprire gli occhi quando si lascia distrarre da particolari poco importanti. Non c’è un elemento più forte e uno più debole, sono eguali: dove manca uno, interviene l’altro, senza neanche il bisogno di parlare.
Sono anche gli unici che si fidano della Nona Casa, contro ogni buon senso forse.
Palamedes ammira Harrowhark, ascolta con attenzione tutte le sue teorie e le espone con precisione le sue. Solo dopo essersi assicurato che Nonagesimus non gli avrebbe giocato brutti scherzi, ovviamente.
Stimano Gideon, credono che sia una brava paladina, perfetta per Harrow, e spesso collaborano proprio perché lei fa da tramite.

Essendo stati due personaggi molto importanti nel romanzo (e dato che non volevo staccarmi così presto dal romanzo), ho letto subito la novella!
Come sempre la Muir butta il lettore in un luogo sconosciuto (ci troviamo su una nuova Casa), ma almeno abbiamo qualche punto di riferimento con cui orientarci. Per questo motivo consiglio la lettura della novella dopo aver letto “Gideon la Nona”, altrimenti non avrebbe alcun senso.
È interessante, non solo vedere come si sviluppa il rapporto tra Palamedes e Camilla (e come nasce la sua ossessione per le torce portatili!), come lavorano in sincronia già da ragazzi, mostrando una connessione di menti e gesti che diventerà sempre più forte. Il bello di questa novella è che visitiamo un’altra Casa, completamente diversa sia dalla Nona che dalla Prima. La Sesta è una Casa di studiosi organizzatissima; ognuno ha il suo campo di specializzazione, c’è un colore per ogni evenienza e la scoperta è il combustibile che la anima.
Un bel cambiamento dalla buia e decrepita Nona e dalla misteriosa e solitaria Prima.

“Palamedes ricorda tutto: questo era il suo problema.
Io ricordo sempre lui. Questo è il mio”.

Insomma, “The Mysterious Study of Doctor Sex” non è una novella utile alla trama, è una piccola curiosità perfetta per chi ha amato Palamedes e Camilla e non riesce ancora ad accettare il finale di “Gideon la Nona”.
È un tuffo nel passato interessante, divertente e un po’ malinconico.
Se avete amato “Gideon la Nona” non potete perderlo, ma leggetelo solamente dopo!
Baci

 Voto libro - 4





Genere: Sci-fi

Autrice: Tamsyn Muir

17 novembre 2020

L'imperatore ha bisogno di necromanti. Il nono necromante ha bisogno di una spadaccina. Gideon ha una spada, non ne può più di tutta quella robaccia da non morti in mezzo a cui è cresciuta e vorrebbe sfuggire al destino che la attende: una vita come servitrice e un post-vita come corpo rianimato. E così si prepara a fuggire. Ma la sua nemesi non la lascerà libera senza chiedere qualcosa in cambio...
 
 
Salve lettori!
Avevo inserito “Gideon la Nona” di Tamsyn Muir nella mia TBR, dopo aver assistito all’enorme successo che aveva ottenuto l’uscita inglese, ma ho approfittato di quella italiana per immergermi finalmente in questo stranissimo mondo che ho amato alla follia.
Del viaggio ovviamente ringrazio la Mondadori, che mi ha inviato una copia del libro.

Gideon Nav odia la Nona Casa, le sue stupide ossa, i vecchi decrepiti e, soprattutto, la sua Reverenda Figlia.
Tutto ciò che desidera è andare via da quel mondo decrepito e unirsi alla Coorte, ma ovviamente Harrowhark, l’erede della Nona Casa, la sua nemesi, non glielo permette.
La incastra ancora una volta e la costringe ad ascoltare una notizia che alla fine le provoca anche un po’ di divertimento, finché non si ritrova costretta a diventarne protagonista.
Il sacro Imperatore, il Necrore Supremo, ha convocato gli eredi delle otto case, i necromanti più potenti del loro sistema, e i loro paladini sulla Prima Casa per ascendere al ruolo di Littori dell’Imperatore.
Il pavido paladino della Nona Casa decide di scappare con sua madre dopo questa notizia, così Gideon, l’unica giovane donna in quella casa oltre Harrow e l’unica in grado di combattere, si ritrova a ricoprire il ruolo di paladino della Casa da cui voleva scappare e protettrice della sua nemesi, la donna che odia di più al mondo, il suo incubo peggiore: Harrowhark Nonagesimus.
Le otto case si ritrovano così sulla Prima, la Casa di Canaan, una volta spettacolare, ora un museo che sta cadendo a pezzi, abitata da soli tre chierici e un esercito di scheletri servitori. All’arrivo l’aria è carica di tensione e diffidenza, e per la Nona lo è doppiamente, poiché Gideon e Harrow non si fidano l’una dell’altra.
Harrow sparisce per giornate intere senza avvertire la sua paladina, mentre Gideon girovaga per la casa senza un obiettivo, se non studiare gli altri necromanti e paladini, aiutata dal suo voto di silenzio fasullo.
Questo finché Harrow non scompare per più giorni di seguito, a quel punto Gideon deve per forza fingere di essere un vero paladino e andare a cercarla.
Solo così Gideon capisce che la situazione è più complicata di quel che sembra e che se vogliono cavarsela devono essere davvero adepta e paladina, unite, devono fidarsi l’una dell’altra, non devono nascondersi nulla, devono agire come un tutt’uno.
Ma nella Casa di Canaan non ci sono solo i tre chierici, i nove necromanti, gli otto paladini e gli scheletri servitori: nelle profondità della Casa si nascondono mostri inimmaginabili, esperimenti di teoremi necromantici che dovrebbero essere impossibili.
Azioni terribili sono state compiute nella Prima Casa e sono gli eredi delle altre otto case, dopo diecimila anni, a pagarne le conseguenze.
Riusciranno a diventare tutti Littori?
Sono pronti a fare tutto ciò che viene loro richiesto per diventarlo? Ma, cosa più importante, Gideon riuscirà a non strangolare Nonagesimus nel sonno?

«Vivo per giornate come questa, con tutti quanti che stanno lì con le mani in mano a discutere di quanto io faccia schifo a fare quello che faccio – certo, feriscono anche un po’ i miei sentimenti»

Lettori, avevo letto tantissimi pareri positivissimi su “Gideon la Nona”, qualcuno l’ha anche definito perfetto, ma mai mi sarei immaginata che anch’io l’avrei amato così tanto e ne sarei rimasta ossessionata in tal modo!
E tutto il merito, signore e signori, va a Gideon Nav, la narratrice più improbabile, irrispettosa, sboccata e divertente. Non avete mai trovato una narratrice come lei, ma posso assicurarvi che è magnifica.
È un’orfana cresciuta nella Casa più fredda, buia e decrepita di tutte, con Harrowhark come unica compagna della sua età e la rigida capitana Aiglamene come mentore.
Ha ricevuto solo odio e occhiate diffidenti crescendo, senza neanche sapere perché, ma non si è lasciata abbattere, ha preso uno spadone e ha iniziato ad allenarsi per scappare via da quel buco.
Fidarsi e prendersi cura di Harrow è l’unica cosa che vorrebbe fare, inoltre la Reverenda Figlia non glielo rende semplice, eppure sono proprio le situazioni disperate a far aprire gli occhi sulle cose che sono sempre state ben visibili davanti a noi.
Gideon è unica, davvero, è sarcastica, diretta, pungente e non si sciacqua sicuramente la bocca prima di parlare. È il pepe della storia, la spezia perfetta in una zuppa piena di ingredienti difficile da distinguere!
La storia è intricatissima, lettori, non ci capirete niente. E quando inizierete a pensare di aver capito, succedono altre cose che non riuscirete a capire.
Ed è anche questo il bello del libro, perché siamo in alto mare, buttate in una mischia necromantica spaziale senza alcuna conoscenza pratica o teorica, ma abbiamo Gideon a guidarci, la finta paladina senza un goccio di necromanzia in corpo, che riesce ad affascinare, in modo positivo o negativo, tutte le case.
Ma non avremmo Gideon la paladina senza Harrowhark la necromante. 

Che dire di Nonagesimus?
È un portento necromantico, un incubo di ossa, sangue e taccuini pieni di appunti.
È la rappresentante perfetta della Nona Casa: incappucciata, sempre imbronciata, estremamente riservata e diffidente.
La sua casa sta morendo, lei è l’ultima erede e diventare Littore è l’unico modo per salvare la Nona, quindi si butterà anima e corpo nelle prove. Non si fida di nessuno, nemmeno di Gideon all’inizio, ma per andare avanti ha bisogno della sua paladina, deve affidarsi a lei, confidarsi, fidarsi, devono diventare un tutt’uno.
Ovviamente non sarà facile; sono cresciute facendosi dispetti, odiandosi e ostacolandosi, ma pur sempre insieme.
Le interazioni tra le due sono esilaranti, spassose, adorabili! All’inizio sono fredde e ciniche, le loro conversazioni sono fatte di punzecchiature, insulti e colpi bassi.
Hanno entrambe la testa dura, ma quando iniziano a capire come deve essere davvero il loro rapporto, a quel punto mostrano tutto il loro potenziale.
Ah, lettori, la sentite la ship?
Sono ossessionata da queste due, sono due dei personaggi migliori di cui abbia mai letto e il loro rapporto, la sua evoluzione, è meravigliosa!

“Aveva sempre pensato – quando si era presa il disturbo di pensarci – che Harrow sarebbe stata fredda, visto che tutto era freddo, alla Nona. No, Harrow Nonagesimus era di un’incandescenza febbrile. Be’, non si può mica elaborare una tale quantità di pensieri agghiaccianti senza generare energia”.

E non sono gli unici personaggi che colpiscono il lettore.
Vi ricordo che il cast non è cospicuo, conosciamo tutti molto bene e ognuno, in un modo o nell’altro, resta impresso. Tra i miei preferiti ci sono anche Palamedes Sextus e Camilla Hect, rispettivamente necromante e paladina della Sesta Casa, e protagonisti della novella prequel “The Mysterious Study of Doctor Sex” (che trovate in inglese, gratuita, sul sito della Tor Book), che andrò a leggere di filato non appena concludo questa recensione.
Tutto ciò, ovviamente, avviene in una trama in cui accade qualsiasi cosa.
Colpi di scena cosa?
Tamsyn Muir ha creato una trama ricca di elementi improbabili e l’ha orchestrata alla perfezione: siamo nello spazio, in un impero necromantico, gli eredi di otto Case, ognuna esperta in un aspetto della necromanzia, si sfidano per ascendere all’immortalità e servire al fianco di Dio. Morte, morte, morte.
Eppure, ha tutto senso, tutti questi elementi improbabili si legano alla perfezione e creano una storia incredibile e indimenticabile.
Il merito, ovviamente, è di Gideon... no, scherzo, è di Tamsyn Muir, la mente dietro alle “necromanti lesbiche nello spazio”. Ho adorato la narrazione della Muir, le spiegazioni dei megateoremi necromantici for dummies, le descrizioni accurate dei magnifici spazi che ha creato. Soprattutto ho adorato le innumerevoli interruzioni semiserie in conversazioni molto serie e importanti.

E niente, non avrei mai immaginato che avrei amato così tanto “Gideon la Nona”. Il suo punto forte è proprio l’amalgama di tanti elementi già forti da soli come personaggi adorabili, una trama interessante, un’avventura misteriosa, segreti da svelare e tanta morte, mescolati con maestria e precisone e conditi di abbondante sfacciataggine.
Ti prego Mondadori, non farci aspettare troppo per “Harrow la Nona”, anche se comunque il terzo libro uscirà nel 2022 in lingua originale. Mi sentite piangere?
Baci

 
Voto libro - 5
 

 
 

Genere: Sci-fi

Autrice:
Tamsyn Muir

6 Luglio 2021

Harrowhark Nonagesimus, l'ultima necromante della Nona Casa, è stata ingaggiata dall'Imperatore per combattere una guerra che non si può vincere. Fianco a fianco con la rivale che più detesta, Harrow deve perfezionare le sue arti e diventare un angelo della non-morte. Ma si sente sempre peggio, la sua spada le dà la nausea e persino la mente minaccia di tradirla. Chiusa nell'atmosfera gotica del Mithraeum dell'Imperatore con tre insegnanti poco amichevoli, inseguita dai fantasmi pazzi di un pianeta assassinato, Harrow deve affrontare due scomodi interrogativi: c'è qualcuno che sta provando a ucciderla? E, qualora ci riuscisse, l'universo sarebbe un posto migliore senza di lei?
 

Salve lettrici e lettori, necromanti e cavalieri!
Avete già capito di che libro vi parlerò, vero?
Sono passati mesi da quando ho amato “Gideon la Nona” e sofferto con esso, eppure la mia fissazione per l’imbronciata e adorabile (scusa Harrow, ma lo sei) necromante e il suo volgarissimo e indimenticabile cavaliere, non è mai passata o scemata. Salvo fanart su fanart, le metto spesso come sfondo del cellulare (il che è un grande traguardo per me) e, semplicemente, non posso fare a meno di pensarle e desiderare per loro il più lieto dei lieto fine, circondate da ossa di ogni tipo ovviamente.
Inutile specificare che il romanzo di cui vi parlo è “Harrow la Nona” di Tamsyn Muir, uscito il 6 luglio per Mondadori, che ringrazio infinitamente per avermi permesso di leggere il romanzo in anteprima!

“Uno per l’Imperatore, primo fra i nostri;
Uno per i suoi Littori, alla chiamata accorsi; Uno per i suoi Santi, dal tempo antico scelti; Uno per le sue Braccia, e le loro spade lucenti.”

Penso tutti ricordiate lo strazio che sono stati gli ultimi capitoli di “Gideon la Nona”, l’epicità e la sofferenza di quelle ultime parole (“Una carne, una fine” tatuato sul cuore).
I necromanti e i cavalieri sopravvissuti hanno scoperto qual è il segreto per diventare Littore: Ianthe Tridentarius è stata più che lieta di mangiare il suo cavaliere e salvarsi la pelle; per Harrow e Gideon, invece, è stata una necessità, una scelta dettata dalla disperazione (e dall’amore).
Subito dopo essere stata salvata dall’Imperatore, dopo averlo pregato di restituirle Gideon e aver ricevuto la sua risposta negativa, ecco che inizia il percorso da Littrice di Harrowhark la Prima.
Ora vive al Mithraeum con i primi Littori, diecimila anni per uno, aria di sufficienza e cattiveria, uno di loro tenta anche di ucciderla ad ogni occasione disponibile.
I primi giorni di Harrow da Littrice sono un susseguirsi di risvegli storditi e vomito, vomito e incoscienza, poi arriva Ianthe, che le consegna delle lettere scritte da Harrow la Nona, la Reverenda Figlia, da aprire solo in caso di emergenza o da consegnare ad altri nel caso di un incontro. Harrow la Nona ha fatto qualcosa di cui Harrow la Prima non è a conoscenza, ma non può fare altro che fidarsi di sé stessa, o della vecchia sé almeno.
Harrow la Prima scopre anche di non essere Littrice in tutto e per tutto; non è riuscita ad assorbire l’anima del suo cavaliere quindi, quando arriverà il momento di difendere l’Imperatore, morirà.
Oltre al presente al Mithraeum, rivivremo anche eventi chiave del passato alla Casa di Canaan, la morte di necromanti e cavalieri, l’inaspettata collaborazione con Abigail Pent, necromante della Quinta Casa, e alcune conversazioni con Ortus Nigenad, il cavaliere reticente della Nona Casa, amante della poesia più che della spada, e unico testimone della pazzia di Harrow. 

«Non sottovalutatemi, Maestro» avevi ribattuto. «Sono sempre sopravvissuta.»

Ora vi starete chiedendo “Erika, ma che stai dicendo?!” e io vi rispondo “Haha, buona fortuna”. Ritornare nel mondo di Tamsyn Muir non è stato semplice; il primo 20% è stato davvero duro da raggiungere, ma una volta lì, no, la lettura non diventa scorrevole e per la vostra salute mentale vi consiglio di tenere a mente che non ci capirete nulla, assolutamente nulla, ma cavolo se è avvincente!
Tamsyn Muir ha la capacità di farti amare qualcosa anche se la maggior del tempo non capisci neanche di cosa si stia parlando, inoltre sta sviluppando una storia assurda. Assurda in senso buono, ovviamente. La trilogia Locked Tomb è, letteralmente (per rafforzare il concetto, non davvero) mind-blowing, allucinante. Assolutamente originale, spaziale (qui il letteralmente vale), avvincente e così intrecciata e complessa! Una vicenda iniziata diecimila anni prima tra necromanzia e misteri riceve nuovo carburante grazie a due giovani donne le cui storie sono il nucleo intorno a cui ruota, inspiegabilmente, il destino di un impero.
Harrow è una forza della natura, è un pozzo senza fondo di potere e di capacità di usarlo: è pazza e ne è consapevole, è circondata da nemici e trova comunque il modo di migliorarsi; il suo passaggio a Littrice è fallito, resta furba e potente,
ma resta comunque vittima di un gioco crudele che va avanti da diecimila anni e di cui neanche i giocatori originali conoscono le regole.
I segreti e i misteri che si nascondono dietro all’Imperatore, al Littorato e alle loro battaglie sono innumerevoli, così come i tradimenti che aspettano dietro qualsiasi angolo, anche i più inaspettati.

“Di fronte allo specchio c’era Harrowhark, da sola: un’insensatezza, un mostro, una geometria aliena. Uno squittio increscioso di persona. Aveva nove anni e aveva commesso un errore. Aveva diciassette anni e aveva commesso un errore. Il tempo si era ripetuto. Harrow avrebbe trascorso la sua intera esistenza a inciampare su sé stessa.”

La narrazione è la cosa più inaspettata del romanzo: i capitoli nel passato sono dal punto di vista di Harrow, in terza persona, mentre quelli nel presente sono raccontati in seconda persona da un narratore ignoto. Non appena ho iniziato a leggere mi ha sopraffatto questa sensazione, un’idea su chi potesse essere a raccontare, e le lacrime hanno iniziato a riempirmi gli occhi. Anche per questo è stato difficile arrivare al 20%, dovevo accettare un po’ di cose e rassegnarmi ad altre, oltre ad abituarmi al tipo di narrazione inusuale e a riabituarmi a questa storia così articolata. 

Io non so cosa aspettarmi da “Alecto the Ninth”, la cui uscita in lingua originale è fissata per il 2022 (inserire pianto disperato), ma io non vedo l’ora di leggerlo. Ho bisogno di leggerlo. E ho bisogno di sperare. Non mi rassegnerò mai, ho bisogno che ciò che desidero avvenga, ma ho come l’impressione che finirò solamente per soffrire di più.
La lettura è stata intensa anche per questo motivo, la storia è un susseguirsi di combattimenti, strategie e azione, il tutto condito dalla magnificenza e dolcezza di Harrow, ma ogni pagina era una sofferenza dal punto di vista emotivo, per quella maledetta speranza che mi pervadeva il cuore a ogni singola frase.
So di essere stata molto vaga, vorrei esprimere meglio la magnificenza di questi personaggi, di questa trilogia e di questo romanzo, ma mi trovate a corto di qualsiasi cosa, se non l’ardente desiderio di leggere “Alecto the Ninth” e continuare a rimirare fanart di Gideon e Harrow e sognare il più lieto dei lieto fine per la necromante della casa più oscura e il suo cavaliere.
Baci 

 
Voto libro - 5 
 

 


Genere: Sci-fi

Autrice: 
Tamsyn Muir

18 luglio 2023

Da molti punti di vista, Nona sembra una ragazza come tante altre: vive con la sua famiglia, ha un impiego alla scuola locale, le piace passeggiare sulla spiaggia e incontrare cani sconosciuti. Ma Nona non è una ragazza come tante altre: sei mesi fa si è risvegliata nel corpo di un'estranea, e ora teme di doverlo restituire. La città sta crollando. All'orizzonte è sospesa una mostruosa sfera blu, pronta a smembrare il pianeta. Le forze del Sangue dell'Eden hanno circondato l'ultima caserma della Coorte e attendono solo che l'Imperatore Imperituro faccia un cenno. I loro leader vogliono fare di Nona l'arma che li salverà dalle Nove Case. Nona preferirebbe vivere un'esistenza normale accanto a coloro che ama, con Pyrrha, Camilla e Palamedes, ma sa che nulla dura per sempre. E tutte le notti sogna una ragazza con un teschio dipinto sulla faccia…

Salve salve!
Sapevamo che questo momento di grande confusione sarebbe arrivato, ma come sarebbe mai potuta andare diversamente quando si ritorna consapevolmente nel mondo creato da Tamsyn Muir nella serie Il Sepolcro Sigillato?
Ho avuto il grande onore di ricevere una copia cartacea di “Nona la Nona”, per cui ringrazio infinitamente Mondadori Oscar Vault. 
Quindi, che cosa succede in “Nona la Nona”? Ma soprattutto, chi è Nona? 

Prima di parlarvi del terzo libro, vi consiglio la lettura di “As Yet Unsent”, un capitolo bonus che la Tor ha messo online.
Da leggere prima di iniziare “Nona la Nona”, sono i report di Judith Deuteros, la necromante della Seconda Casa, di quando lei, Coronabeth Tridentarius e Camilla Hect, sono state catturate da Sangue dell’Eden.
Mentre Judith resta fedele all’Imperatore, nel suo delirio causato dalle ferite, si rende conto che il gruppo è riuscito a convincere Corona della loro causa e sta facendo cedere anche Camilla. “As Yet Unsent” è la sua testimonianza, quello che lei considera l’ultimo atto di fedeltà a Dio, di come ha cercato di convincere la principessa e Camilla a non tradire la Coorte, unito ai ricordi della sua vita sulla Seconda e del suo rapporto con il suo Cavaliere.
È utile sia per capire i rapporti di Camilla e di Corona con Sangue dell’Eden da questo momento in poi, ma lo consiglio soprattutto per uno spicchio di informazione troppo, troppo importante e che dà tanta, tanta speranza. 

Siamo su un nuovo pianeta, non una delle Nove Case, ma un pianeta abitato da persone normali, per cui i necromanti, chiamati zombie, sono i nemici.
È qui che conosciamo Nona, una giovane donna dai lunghissimi capelli neri che sta organizzando la festa per celebrare i suoi sei mesi di vita!
Sei mesi prima, infatti, Nona si è svegliata senza ricordare nulla, assolutamente nulla, una neonata in un corpo già formato, seppur scheletrico e debole. 

“Uno dei motivi per cui l’avevano chiamata “Nona” era che la prima cosa che aveva detto, quando l’avevano salvata e l’avevano portata lì, era stata: “No, no”. “Nono” era diventato “Nona”, e “Nona” era l’ordinale di “Nove”, e nove era un numero importante.”

Insieme a Camilla, Palamedes e Pyrrha, Nona impara a parlare, a controllare gli attacchi di rabbia, trova un lavoro come aiutante in una scuola, dove conosce Salsa Piccante e la sua gang, di cui entra a far parte e che adora.
Nona è felice della sua vita, se dipendesse da lei continuerebbe a vivere così, con Camilla, Palamedes e Pyrrha, che ama, con il lavoro a scuola, i suoi amici, le maestre e Spaghetto, un cane con sei zampe (Nona adora i cani e molti sono invitati al suo compleanno). Purtroppo però ci sono diversi problemi per cui questo tipo di vita non può continuare: ogni notte Nona sogna di trovarsi immersa nell’acqua salata con il volto di una ragazza dipinto con un teschio a pochi centimetri dal suo.
Secondo Palamedes, Nona potrebbe essere due persone, nello stesso momento o separate, non ne sono certi, ma pensano che i sogni possano contenere la risposta; nel frattempo la fanno allenare sia con la necromanzia che con le spade… ma non eccelle in nessuno dei due campi.
Un altro problema, è il fatto che il Sangue dell’Eden è convinto che il suo corpo sia la chiave per sconfiggere l’Imperatore e non può sottrarsi neanche a questo, non quando la bellissima Crown, dai folti riccioli biondi, membro degli Edeniti, va a trovarla.
Così conosciamo la dolcissima Nona, che per cinque giorni ci permetterà di vivere nella sua vita, almeno finché… 

“Nona chiese: «Cosa pensasti di me?», sapendo già la risposta.
«Pensai che non ti conoscevo affatto. Eri nuova.”

Nonostante non sia spoiler, siccome ogni “parte” del romanzo viene introdotta con una segnalazione lapidaria di tutti gli eventi più importanti della sezione e un conto alla rovescia per l’avvenimento finale, lascerò comunque quel “finché” aperto, per mantenere un po’ di suspense!
Io sono certa che vi starete chiedendo: perché esiste Nona e perché si è intromessa tra noi e la tanto agognata Alecto?
Cercherò di rispondere alla domanda secondo l’idea che mi sono fatta io leggendo.
Per me, “Nona la Nona” è stato un espediente per mostrarci un’altra faccia dell’impero che attraverso le Case Muir non poteva farci conoscere. Finiamo, infatti, in una città sull’orlo di una guerra civile, dove i necromanti (o presunti tali) e i loro sostenitori vengono messi al rogo. Una città dove Sangue dell’Eden agisce attivamente, mostrando come Dio non conti assolutamente nulla per le persone che non appartengono alle case: non c’è ammirazione, non c’è fascino, ma rabbia, paura, odio e il desiderio di liberarsi, una volta per tutte, dei pazzi che controllano la morte e le loro vite.
Tutto questo lo notiamo nel sottotesto; Nona, nella sua infantile ingenuità, ci racconta semplicemente della sua giornata, dei suoi sogni, dei discorsi di Pyrhha e Camilla o Palamedes quando origlia, di quanto sia pericoloso camminare per le strade della città (soprattutto da quando si è diffusa la “follia blu”), del suo contributo a scuola, della dolcezza delle maestre, soprattutto L’Angelo, così misteriosa, del tempo che passa con Spaghetto e di quello che passa con i suoi amici, Salsa Piccante e la sua banda, i quali, nonostante siano più piccoli di Nona, hanno la scorza più dura. Tutti quelli che per Nona sono dettagli, sono in realtà, per i lettori, i pezzi per ricostruire il mosaico della situazione della società.
Nonostante sia raccontato in terza persona, il narratore ne sa quanto Nona, racconta la storia e riporta le conversazioni con la stessa innocenza con cui Nona coglie ciò che accade intorno a lei.
Buona parte del romanzo è una sorta di intermezzo più leggero prima dei vari colpi di scena e dell’evento finale tanto declamato e atteso.
Inoltre, il romanzo è stato anche lo strumento per raccontarci della Resurrezione dal punto di vista di Dio. Usando come espediente i sogni di Nona, l’Imperatore ci narra il “Vangelo di Giovanni”, ossia gli eventi chiave dell’evento che l’hanno reso Dio. Inaspettatamente ci troviamo su un pianeta Terra morente dove un gruppo di amici e colleghi, dopo aver scoperto la necromanzia, cerca di salvare il mondo in ogni modo. 

“L’acqua salata aveva sempre avuto un effetto benefico su di lei: le dava la sensazione che, se ci fosse stato qualcuno lì con lei, all’improvviso avrebbe saputo le parole per raccontargli tutto.”

Devo dire che l’ultimo 20%, la parte dove si ritorna alle origini diciamo, mi ha un pochino pochino delusa. Non è stato niente di diverso dalla solita narrazione di Muir, pieno zeppo di colpi di scena, caotica e confusionaria. Solo che stavolta lo è stata molto, molto più del solito e mancava anche del pathos che ha caratterizzato il finale degli altri due romanzi.
Lo stile di Muir è complesso e, se non siete davvero appassionati, risulta anche pesante: costruisce frasi molto lunghe e piene di incisi; inoltre, mantiene il suo tono molto sarcastico, soprattutto nei botta e riposta dei personaggi, anche nei momenti seri, allungando i discorsi e facendo perdere il filo del discorso a volte.
In questo romanzo, però, ho avuto la riconferma della supremazia di Camilla Hect e Palamedes Sextus: migliori personaggi, migliori persone, migliori e basta. Idoli a vita e grandi amori, sono inestimabili. E il loro rapporto poi… quante lacrime, quanta emozione, quanta dolcezza! 

“Camilla, abbiamo fatto la cosa giusta, vero?» chiese Palamedes, e in quel momento Nona seppe che non stava parlando a nessun altro nell’universo. «Avevamo qualcosa di quasi perfetto… l’amicizia assoluta, l’amore totale. Non riesco a immaginare di giungere al termine di questa vita e avere dei rimpianti, fintantoché mi è stato concesso di sentire ciò che si prova a essere il tuo adepto.”

È impossibile, poi, non amare il personaggio di Nona, così pura, schietta, fiduciosa, amorevole, dedita a tutto ciò e a tutti coloro che ama; e quando ama, ama con tutto quello che ha. È una ventata di aria fresca, un concentrato di innocenza inaspettato in un universo dove regna la morte, l’oscurità e la violenza.
Nonostante la presenza di personaggi già noti, però, non pensate che seguire il filo sia facile; mai come in questa serie penso che la rilettura sia fondamentale (io me la sto conservando per “Alecto the Ninth”). 

“Sincerità, si tratta di una questione di vita.»
«Dovresti dire: “o di morte”» la imbeccò lui.
«Ho cominciato a non credere nella seconda» disse Nona. «È stupido dire: “o di morte” quando la maggior parte delle persone che muoiono si rialzano e continuano ad andare in giro. Forse se dicessi: “una questione di vita o di doppia morte”.
Sincerità disse: «E invece: “Di vita o di morte da cui non torni indietro?”».
«È così lungo» replicò Nona.”

Per me, questo è “Nona la Nona”. Consapevoli di tutto ciò che vi ho detto, un ultimo avviso: leggete Nona solamente se amate davvero (e sottolineo davvero) la serie e lo stile di scrittura di Muir, se non potete vivere senza questi personaggi e senza sapere cosa succederà alla fine di tutto. Se già non avete apprezzato “Harrow la Nona”, non penso che Nona possa farvi cambiare idea, per quanto dolce e innocente possa essere.
Se invece siete come me, in trepidante attesa del ricongiungimento di Harrow e Gideon (perché in fondo io quello sto aspettando, il miracolo per cui Harrow e Gideon si rivedranno e correranno l’una dall’altra, si abbracceranno… e poi inizieranno a litigare. Questo è il mio sogno!), allora leggete “Nona la Nona” non appena potrete.

Il fatto che io ami così tanto questa serie a volte mi stupisce enormemente, sarà che ho trovato un cocktail a cui non riesco a rinunciare: personaggi che si fanno amare in ogni sfaccettatura, uno stile strano e poetico a modo suo, una narrazione particolare, e quel pizzico di “non ci sto capendo niente, ma succederà qualcosa di epico” che mantiene la suspense alle stelle.
Baci 
 
Voto libro - 4 


 






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