Novembre



La serie è composta da: 
 
1. Novembre
 
2. La parte sinistra

 

Genere: Narrativa contemporanea

Autore: Laura Vegliamore

11 Novembre


“Tanto varrebbe prendere un treno a caso.”
Un venerdì come tanti a Parigi, una stazione della metro, un treno soppresso, un incontro deciso dal destino. Adriano, ventiseienne romano, si è trasferito in Francia fuggendo da un senso di colpa divenuto insostenibile, lontano dalla ragazza con cui è cresciuto, dal padre e dal fratello gemello, riflesso distorto di se stesso che non riesce più a guardare negli occhi. E in quella stazione incontra Mathilde, bella e piena di vita, che gli propone un gioco: farsi trascinare dal caso, per vedere dove il destino li condurrà. In quel pomeriggio freddo di novembre, Adriano accetta di prendere per mano quella sconosciuta, per cambiare vita, lasciarsi tutto alle spalle, respirare di nuovo. Il viaggio di Mathilde e Adriano è un turbine di mistero, strade e canzoni, nel caos magico di una città meravigliosa, testimone di un sentimento che sembra nascere all’improvviso e travolgere ogni cosa. Solo che quello non è un venerdì come tanti a Parigi. È il 13 novembre 2015, e il destino sta per mostrare il suo volto più crudele.


Salve a tutti.
Una pugnalata allo stomaco. Avete presente quella sensazione, spero solo a livello di immaginazione e metafora? Ecco, oggi vi parlo di un libro che è questo e molto altro. Ho dovuto aspettare ventiquattro ore per digerirlo e ancora non sono sicura che sia sceso. Credo sia rimasto incastrato tra cuore e polmoni, perché mi ha tolto l'aria per poi restituirmela. Il titolo è "Novembre", della bravissima Laura Vegliamore, edito dalla Words Edizioni che ringrazio di cuore per la copia.

“Novembre” è una lettera d'amore a Parigi, ma anche a Roma. È la storia di due fratelli, ma anche di un amore. È la storia di una crescita personale dopo essere rimasti per anni bloccati nel passato che ferisce, spezza e distrugge.
Adriano è un ventiseienne romano che lavora a Parigi come cameriere. È partito per lasciarsi alle spalle il suo errore e la sua colpa: tredici anni prima, per sbaglio mentre giocavano, ha spinto il fratello gemello Leonardo, che è stato investito. È sopravvissuto, ma il costo è stato salato. Scappa anche da Claudia, la loro vicina e amica di infanzia, quando dopo un bacio capisce che c'è molto di più.

"Erano cresciuti, erano cambiati. Erano fatti di pelle diversa, adesso. Meno resistente, più scheggiata di quanto non fosse prima."

Un giorno a Parigi, dopo una giornata terribile che si culmina con il ritardo della sua metro, tutto cambia. Conosce Matilde, che gli propone un gioco: seguire degli sconosciuti per Parigi, lasciare che il destino li guidi all'avventura. Matilde è bellezza, meraviglia, risata, redenzione. Un bacio su uno dei ponti ventosi sulla Senna, una corsa per le metro di Parigi, nella piazza del Louvre. È tutto quello di cui Adriano ha bisogno per ricominciare a vedere se stesso e la sua vita. Eppure... eppure non è una giornata normale per la città dell'amore: è il 13 novembre del 2015, quando dei terroristi hanno sparato a caso sulla folla dei caffè, oltre che al Bataclan.

"Non ballavano, né stavano fermi. Cadevano dentro al mondo, in mezzo al tempo. Trascinati dai sensi, legati stretti nella penombra.
Vivi e infiniti. Solo per un istante."

Quando ho scelto di leggere questo libro sapevo che avrei sofferto, ma ci sono libri che ti chiamano e da brava lettrice compulsiva sai che ti perseguiteranno se non ascolti questa chiamata. In effetti, la scelta è stata giusta, ma sto ancora soffrendo. È un libro scritto magistralmente, con una prosa scorrevole e mai pesante, eppure le parole sono accostate tra loro con una cura che definire poetica è riduttivo. Non smettevo di sottolineare frasi, citazioni, passaggi interi. Gli argomenti trattati sono molto difficili, ma l'autrice ha saputo parlarne con grazie e delicatezza, persino della sindrome del sopravvissuto o del disturbo post traumatico da stress di chi inevitabilmente vive una tragedia. E non sono nemmeno i temi centrali di questa storia. Amicizia, amore, crescita personale, famiglia, sono le parole chiavi. E non basta ancora a tentare di definire questa meravigliosa storia.

I personaggi sono meravigliosi, vivi, reali e veri. Adriano indossa il suo dolore come fosse un mantello. Crede di non sapere chi è, ma cerca disperatamente di scoprirlo. Vive in un limbo interiore fatto di paura e indecisione, ma anche di voglia di vita e scoperta. Leonardo è spezzato, eppure è uno dei personaggi che mi ha fatto sorridere di più. Usa il suo dolore per crescere, ma a volte cade e trascina giù la persona a cui vuole più bene, suo fratello. Matilde è una ventata di magia e un pizzico di gioia, è il motore che cambia Adriano a un livello così profondo da essere irreversibile. E poi c'è Claudia, il collante che regge tutti i pezzi che sono Adriano e Leonardo. Colei che li capisce senza che aprano bocca, che li ha tenuti stretti quando il resto andava in frantumi.

"Che cos’era quello strappo sotto le costole? Era la vita, davvero? Era così impetuosa, quando il vuoto nello stomaco sapeva di gioia incontrollata?"

Lo stile è in terza persona e comprende i punti di vista principalmente di Adriano, ma ci permette di capire anche gli altri personaggi, con vari salti nel passato e nel presente, ma narrati così bene che non confondono affatto il lettore.
Vi prego, leggetelo. Ho bisogno di un gruppo di supporto!


Voto libro - 5






Genere: Narrativa contemporanea

Autore: Laura Vegliamore

12 Maggio 2022

È uno scambio di persone a determinare l’incontro tra Leonardo e Nina. Un fraintendimento, un’istintiva rabbia, poi l’inaspettata connessione. E dalla mente di Leonardo, ecco che Nina proprio non riesce andare via.

Inizia così il loro rapporto, che si regge su una superficie precaria, al di sotto della quale fluttuano omissioni e dolori, cuori che battono più forte di quello che vorrebbero, ma che, comunque, non riescono a smettere di farlo. Da un lato c’è Leonardo, che ama e che ha paura, che vuole andare avanti e liberarsi di ciò che lo tiene ancorato a rabbia e rancore. E dall’altro c’è Nina, che avanti c’è già, che è cresciuta per forza.

Qualcosa di puro, qualcosa di estremamente delicato li unisce. E il pericolo che proprio la paura di farlo crollare possa alla fine mandarlo in frantumi, aleggia sulle teste di entrambi.

È il racconto di frammenti di vite, quello che ci propone Laura Vegliamore, in questo romanzo che arriva cronologicamente dopo “Novembre”, ma che è qualcosa di completamente diverso e nuovo. Perché, in fondo, Leonardo e suo fratello Adriano sono gemelli, sì, ma completamente diversi nell’animo.

Salve a tutti! 
Oggi ho il piacere di partecipare al review party del libro "La parte sinistra" della meravigliosa penna di Laura Vegliamore, edito dalla Words Edizioni, che ringrazio per la copia ricevuta. 

Questo volume può essere letto a sé stante, ma le vicende narrate sono relative a “Novembre”, un libro bellissimo e devastante, una storia di amore, di fratelli, di famiglia e di amicizia, ma anche di un dolore tale che spezza e distrugge. 
La scelta narrativa in questo nuovo libro invece è totalmente diversa: è la storia di Leonardo, il nostro amichevole gemello un po' zoppo, ironico e arrabbiato con il mondo, narrata dalla sua stessa voce in prima persona, tre anni dopo le vicende di “Novembre.” 

Adriano e Claudia sono andati avanti, e anche un po' Leonardo, ma rimane ancora impantanato nei sentimenti contrastanti irrisolti che porta con sé, verso la vita, la madre e il mondo, peggio di un bagaglio ingombrante che non riesce a lasciare andare. 
Nina è la barista di Adriano, che ha aperto un bar e non sapeva dell'altro gemello, così quando incontra Leonardo è sconvolta dal suo viso pieno di cicatrici e la sua reazione scatena quella viscerale di lui: si sfoga come mai ha fatto prima. Ed è così che nasce qualcosa di sottile, delicato, bellissimo, come le ali di una farfalla, che fa il solletico, che alleggerisce l'animo, che rende tutto più bello e quasi più facile. Nina ha una vita difficile, una figlia piccola che stravolge tutto il mondo di Leonardo. E se pensavate di averlo amato nel libro precedente, qui vi scioglierete in modo irreversibile e definitivo, perché Leonardo è semplicemente magnifico. 
Imperfetto, arrabbiato, con il malumore facile, spezzato, frastagliato, ironico, divertente, innamorato. È il Leonardo che abbiamo chiesto a gran voce a Laura Vegliamore dopo la lettura di “Novembre”. 
È tutto ciò che speravamo per lui e anche di più. 

"Hai qualcosa di mio, ragazzina. Non riesco a fare finta di niente, non riesco a guardarti senza pensarci, senza vederti, senza sentire che lo sai, che mi vedi, mi guardi e mi senti in questo modo così forzato e violento, senza che abbia scelta."

È questa la potenza narrativa della scrittura di questa autrice: ti trascina nella storia, smetti totalmente di ricordare che stai leggendo un libro, non puoi metterlo giù nemmeno un secondo, non lo devi divorare ma bere come un assetato. 
Perché è assetato anche il protagonista, di amore, di serenità, di equilibrio. E l'empatia che ti lega in una connessione subitanea e immediata a lui è viva e reale, come tutti i personaggi di Laura. 
Sono innamorata di questo libro, è un inno alla vita, alle imperfezioni che ci rendono perfetti per l'unica persona che è destinata a noi, è un libro sul perdono che salva, ma anche sulla giusta rabbia che va espressa, perché esprimere le proprie emozioni invece di lasciare che diventino veleno per l'anima è l'unica soluzione per cambiare e andare avanti. 

"Lo sai che rumore fa la distruzione, Nina? Lo sai quanto è facile annegarci dentro e spaccarsi in due?"

Non è una storia d'amore per come siamo abituati a concepirle, perché è più semplice, diretta e vera, un po' come nella realtà. È difficile, come lo sono le persone ferite dall'esistenza, ed è coraggiosa. 
Ho letto questo testo consapevole che mi avrebbe devastato nel modo più dolce possibile, ed è così: ho riso, ho pianto e ho tirato un sospiro di sollievo. 

"Mi viene voglia di scavarti dentro, prendere il dolore a mani nude e disintegrarlo. Vorrei tornare indietro e prenderti per mano. Vorrei che ci fossimo tenuti stretti, così, a distanza. Fuori dal tempo e dallo spazio, appiccicati e indissolubili. Piccola, bellissima, malinconica Nina."

Parlare dello stile magistrale di scrittura di Laura Vegliamore è inutile, bisogna leggerla per capire la portata della sua bravura. Bisogna buttarsi come in piscina d'estate e la sensazione sarà quella di risalire e respirare. 
È in grado di creare storie realistiche fino all'inverosimile, ma con una poesia che ha del magico e della meraviglia a ogni riga.
È un testo bellissimo, una storia dolcissima e io non riesco a smettere di pensarci, come solo i grandi libri sanno fare. 
Insomma, se non vi ho ancora convinto a leggerlo, aggiungerò solo questo: ci sono canzoni sui panini cantate da una Palletta, una Mortadella e un Leopardo. 
Leggetelo perché vi farà bene, vi diventerà necessario, vi farà sorridere e pure piangere, ma di commozione. 


Voto libro - 5










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