L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde
La serie è composta da:
1. L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde
2. Emily Wilde’s Map of the Otherlands
Genere: Fantasy
Scritto da: Heather Fawcett
16 gennaio 2024
Emily Wilde è brava in molte cose: è la massima esperta di fate; è una studiosa geniale, una ricercatrice meticolosa e sta scrivendo la prima enciclopedia al mondo dedicata alle leggende su queste creature. Ma Emily Wilde non è brava con le persone. E infatti, quando, nell'autunno del 1909, arriva nel remoto villaggio di Hrafnsvik, non ha alcuna intenzione di fare amicizia con i burberi abitanti. Né tanto meno le interessa trascorrere del tempo con l'altro nuovo arrivato: Wendell Bambleby, suo rivale accademico, in grado di ammaliare chiunque. Ma mentre Emily si avvicina sempre più ai segreti dei Nascosti, le fate più sfuggenti, si ritrova anche sulle tracce di un altro mistero: chi è davvero Bambleby? E cosa sta cercando? Per trovare la risposta, Emily dovrà sciogliere l'enigma più grande di tutti: il suo cuore.
Salve salve!
Oggi vi parlo di un libro uscito a gennaio che aveva attirato la mia attenzione già da un bel po’.
“Emily Wilde’s Encyclopaedia of Faeries” di Heather Fawcett è un fantasy “accademico” con un pizzichino (ino-ino) di romance e di rivalità, ambientato nelle fredde distese di un piccolo villaggio in Norvegia.
Emily Wilde è la studiosa di “driadrologia” (la scienza che studia gli esseri fatati) più preparata ed esperta del campo, ma solo la sua opus magnum, l’Enciclopedia dei Faeries, le può garantire una cattedra a Cambridge, credibilità e più fondi per i suoi studi.
Affinché il suo lavoro sia completo, dovrà condurre delle ricerche nel villaggio di Hrafnsvik a Ljosland, in Norvegia, sui Fae, comuni e nobili, del posto.
Il viaggio di Emily inizia il 20 ottobre 1909 e ad accompagnarla c’è il suo fedele cane Shadow.
Hrafnsvik è un luogo isolato, dal clima aspro e tagliente, a cui Emily non è abituata, ma che non la costringerà a chiedere aiuto.
Emily Wilde è coraggiosa, intraprendente, quasi indifferente al pericolo… quando si tratta dei suoi studi e delle sue ricerche.
È pronta a scalare crinali ricoperti dalla neve, a trovare le parole migliori per contrattare con gli esseri fatati e ad affrontare un changeling con nient’altro che un cappotto al contrario e un chiodo di ferro. Ma mettetela in mezzo a delle persone che desiderano conoscerla ed essere gentili con lei e… disastro!
La sua permanenza a Hrafnsvik ha un inizio burrascoso con i suoi abitanti umani, ma ottimo con quelli fatati, perchè grazie a piccoli doni è riuscita a stabilire una relazione con un folletto.
Peccato che è dalle persone che dipende la sua sopravvivenza e anche alcuni dati che dovrà raccogliere per l’Enciclopedia.
Se questo non fosse già abbastanza disastroso, Wendell Bambleby si presenta al suo cottage.
Bambleby è la nemesi di Emily, il suo rivale accademico dai capelli biondissimi e dagli articoli assurdi che gli hanno aperto tutte le porte a Cambridge.
Bambleby è il tipo di ricercatore che lascia raccogliere i dati agli studenti mentre lui sorseggia un tè o che i dati li inventa pur di pubblicare. Inoltre, Emily sospetta che Wendell sia un Fae in esilio, ma non può certo rinfacciarglielo!
Insomma, cosa succederà durante queste settimane di ricerca? Per fortuna Emily ce lo racconta nel suo diario!
“Questo diario ha due obiettivi: aiutarmi durante la scrittura formale delle note di campo e garantire una testimonianza per gli studiosi che verranno dopo di me nel caso venga catturata.”
Il romanzo è appunto scritto sotto forma di diario, che Emily, analitica e precisa, aggiorna mattina e sera il più assiduamente possibile.
Per prima, cosa voglio specificare che il Romance in questo romanzo è una parte marginalissima, è una corrente sotterranea che chi legge percepisce, ma che fuoriesce in superficie solo verso l’80% circa e comunque non diventa il fulcro della storia.
Il che è molto coerente con la narrazione in prima persona di Emily.
Emily è una studiosa e una ricercatrice prima di tutto e la storia si sviluppa proprio intorno alle scoperte, alle sue note e ai suoi studi. Nel diario raccoglie, infatti, gli appunti di dati, di impressioni o di intuizioni che potrebbero tornarle utili per l’Enciclopedia.
Ogni pagina, anche se dedicata agli abitanti del villaggio, soprattutto all’inizio, è focalizzata sul suo unico obiettivo: l’Enciclopedia.
Man mano che la sua permanenza prosegue, però, il puro interesse scientifico, alla base di ogni sua singola decisione (anche di quelle all’apparenza altruiste), si mescola alla genuina preoccupazione per il benessere degli abitanti di Hrafnsvik.
Vedete Emily come una Sheldon Cooper di una disciplina fantastica; il suo primo interesse e scopo, in ogni occasione, è la driadologia, anche a costo di sembrare fredda e insensibile.
Ma si nota, nel corso delle pagine, che Emily non è cattiva e che gli abitanti del posto le sono davvero entrati nel cuore, così come il folletto Poe.
“Suppongo che tutti i bambini siano attratti dalle fate ad un certo punto, ma il mio interesse non ha mai riguardato la magia o i desideri. Le Fate erano di un altro mondo, con le sue regole e i suoi costumi; per una bambina che non si è mai sentita a suo agio nel proprio mondo, il richiamo era irresistibile.”
Emily non è mai stata brava con le persone, anche per questo preferisce la compagnia dei libri e dei Faeries. Da piccola ha provato ad aprirsi alle persone, ma nessuno comprendeva la sua passione per i libri e per la lettura, quindi ci ha rinunciato, dedicandosi anima e corpo ai suoi studi e alle sue ricerche. I suoi unici amici sono Shadow e (con ritrosia) Bambleby.
È chiaro, infatti, che dietro l’animosità, le risposte piccate e i commenti taglienti (che fanno ridere un sacco ovviamente) si nasconde molto di più. Emily e Bambleby sono una coppia strabiliante ed estremamente divertente!
“Rileggere questo pezzo mi ha fatto rabbrividire; di norma cerco di mantenere questi diari professionali, eppure in questa spedizione mi viene difficile mantenere questo standard. Colpa di Bambleby, ovviamente.”
Io ho apprezzato tantissimo questo romanzo. L’idea che esista una disciplina come la driadologia (il diario è anche correlato da alcune note sulle nozioni di base) e che le storie di fate, maledizioni e magia siano vere e studiate in modo scientifico, mi ha entusiasmato tantissimo.
Ho adorato l’idea di base del romanzo, ovvero la composizione di un’Enciclopedia.
I personaggi sono coerenti con i loro caratteri e i loro ruoli; le vicende sono interessanti, avvincenti, coinvolgenti ed estremamente curiose.
La narrazione mi ha completamente coinvolta, costringendomi a continuare il libro fino alle 3 del mattino, ovvero finché non ho girato l’ultima pagina. Infine, neanche le emozioni tardano ad arrivare.
Non vedo l’ora di leggere il secondo volume della serie: “Emily Wilde’s Map of the Otherlands”. Promette tantissimo!
Baci
Voto libro - 4
Genere: Fantasy
Scritto da: Heather Fawcett
11 gennaio 2024
Emily Wilde è una geniale studiosa del folklore delle fate e ha catalogato molti segreti del Popolo Nascosto nella sua enciclopedia. Anche con l’aiuto del suo esasperatamente affascinante collega, Wendell Bambleby.
Ma Bambleby è molto più di un semplice studioso brillante e insopportabilmente bello. È un re delle fate in esilio in fuga dalla madre omicida, alla ricerca di una porta per tornare nel suo regno.
Per una fortunata coincidenza, il nuovo progetto di Emily, una mappa dei regni delle fate, li porterà in un'avventura nelle pittoresche Alpi austriache, dove Emily crede potrebbero trovare la porta per il regno di Bambleby e la chiave per liberarlo dai piani malvagi della sua famiglia.
Ma con nuove amicizie da affrontare per la chiusa Emily e un popolo pericoloso in agguato in ogni foresta e grotta, Emily deve svelare il misterioso funzionamento delle porte fatate… e del suo stesso cuore.
Salve salve!
State leggendo “L’enciclopedia delle fate di Emily Wilde” di Heather Fawcett?
Io sono pronta a parlarvi del secondo volume, “Emily Wilde’s Map of the Otherlands”, letto in anteprima grazie alla casa editrice Little, Brown Book Group.
“Emily Wilde’s Map of the Otherlands” comincia pochi mesi dopo la fine del primo.
ATTENZIONE, dovrò fare spoiler sul primo libro.
Emily e Wendell sono tornati a Cambridge; l’enciclopedia ha avuto un successo clamoroso, ma non tutti ne sono entusiasti.
Il Dr. Rose, il capo del dipartimento, minaccia Emily di screditare il suo lavoro a causa della partecipazione di Wendell, sospettato di aver falsificato i dati di alcune sue ricerche.
La minaccia accademica non ha il risultato desiderato, poiché un pericolo più grande incombe su Emily e Wendell.
La matrigna di Wendell ha finalmente deciso di eliminare il figlio e diversi assassini sono stati inviati allo scopo, qualcuno è già riuscito ad avvelenarlo la sera del suo compleanno, cosa che lo infastidisce particolarmente.
La necessità di trovare la porta per il mondo di Wendell diventa ancora più pressante.
Emily non è stata con le mani in mano e ha trovato il punto, in Europa, che potrebbe guidarli alla porta giusta, ma soprattutto ha trovato la studiosa che per prima ha intrapreso questo viaggio.
Aiutare Wendell a tornare a casa, ovviamente, si intreccia perfettamente con i suoi scopi accademici, poiché l’ultimo progetto a cui Emily sta lavorando è una mappa dei mondi fatati!
In tutto questo, Emily non ha ancora risposto alla proposta di Wendell. Non perché non desideri farlo, ma prima di poter prendere una decisione, che non sia guidata solo dai sentimenti, ha bisogno di tutti i dati, ad esempio vedere la temibile e infausta Silva Lupi.
“Volevo Faerie, ogni segreto e ogni porta”
“Emily Wilde’s Map of the Otherlands” si conferma un cozy, academia fantasy dall’atmosfera incredibile e dalla compagnia superba. È una vera coccola da gustarsi al calduccio con una bella tazza di tè o cioccolata calda. A questo proposito, vi consiglio di leggere sia il primo che il secondo quando sapete di avere un bel po’ di tempo da dedicare alla lettura, senza distrazioni né impegni, perché è bellissimo immergersi completamente in questa storia e perdersi nella natura e nella magia insieme a Emily.
Credetemi, dover staccare ogni capitolo per tornare alla realtà è davvero triste.
“Hai incantato la mia matita?”
“Ho incantato tutte le tue matite. Nei hai sempre almeno una addosso. Sapevo che sarebbero tornare utili. Beh, non posso portarmi dietro una maledetta spada.” Continuò mentre io lo fissavo, fraintendendo del tutto.
“Perché non hai incantato le tue matite?”
“Lo avrei fatto, ma non riesco mai a ricordare dove le metto.”
Questo secondo volume mi è piaciuto un pelino di meno (ma poco poco) del primo. Non mi ha dato la sensazione di avere lo stesso sprint, inoltre mi è sembrato frettoloso.
Ho trovato Emily meno concentrata, la disperazione di salvare Wendell prende il sopravvento sulla razionalità e ciò si percepisce nella sua narrazione.
Tra i tentati omicidi e gli spostamenti nel mondo fatato, è tutto confuso.
Emily però ci avverte, consapevole che quando si ha a che fare con le fate nulla è più certo.
“Scrivendo questo diario sto cercando, più di ogni altra cosa, di non impazzire.”
La visione di Emily del diario cambia, da passatempo per organizzare le scoperte della giornata a ossessione per non rischiare di dimenticare neanche un particolare a causa della magia.
È stato diverso da quello che mi aspettavo e sul momento mi ha lasciata “spaesata”, ma col senno di poi è un’evoluzione comprensibile che ho apprezzato.
Devo essere sincera, mi ha dato un po’ fastidio la mentalità di Emily secondo cui, siccome qualcosa l’ha sempre fatta ed è andata bene, allora andrà bene sempre. Non è per nulla scientifico, ma devo dire che anche in questo caso si accompagna al clima generale di pressione e disperazione per la ricerca di una soluzione.
Una cosa che mi è mancata è la parte prettamente accademica della storia, minore rispetto al primo volume. Mentre l’enciclopedia è sempre stata il primo pensiero di Emily, la mappa viene riposta in un angolino remoto.
I sentimenti prendono il sopravvento in questo libro ed è stato inaspettato.
“Non vuoi cercare la tua porta?”
“No. In questo esatto momento posso dire con certezza che il mio unico desiderio è rimanere qui con te.”
A parte queste considerazioni personali, il resto del libro l’ho adorato!
Come ho detto prima, l’atmosfera è incredibile, un bozzolo di verde, fiori e meraviglia.
Adoro poi il fatto che Wendell sia potenzialmente una fata potente e super pericolosa, capace di controllare il tempo, etc, eppure agli occhi di Emily resterà sempre l’indolente collega dai capelli soffici che è nervoso se non fa colazione, infastidito dal disordine e si stanca di camminare troppo.
Il rapporto tra Emily e Wendell è molto dolce, fatto di rispetto, battutine e ammirazione, soprattutto da parte di Wendell, che è genuinamente devoto a Emily.
“Em, lo confesso, sono incantato da te. Credo di essere anche un po’ spaventato.”
L’andamento della storia è simile a quello del primo libro, se non per una maggiore presenza di azione e magia.
Stavolta le fate e i loro mondi prendono il sopravvento da subito, rendendo la narrazione più movimentata.
Il mio pensiero, quando mi sono avvicinata alle ultime pagine del libro, è stato “Io non lo voglio lasciare, voglio altre avventure”.
Emily e Wendell hanno ancora molto altro da dire e infatti sono stata contentissima di scoprire che la loro storia continua con un terzo libro!
Chissà se continuerà sotto forma di diario o si trasformerà in qualcos’altro.
Baci
Voto libro - 4
0 comments