Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo
La serie è composta da:
1. Il ladro di fulmini
2. Il mare dei mostri
3. La maledizione del titano
4. La battaglia del labirinto
5. Lo scontro finale
Genere: Fantasy
Scritto da: Rick Riordan
18 luglio 2023
Gli dei dell'Olimpo non sono scomparsi, ma si sono trasferiti a New York. Percy Jackson lo scopre quando la sua professoressa, trasformata in una Furia, tenta di ucciderlo. E sarà proprio lui a indagare sul furto della Folgore di Zeus e a provare l'innocenza di Poseidone, che l'ha generato con una donna mortale facendo di lui un semidio.
Salve a tutti lettori!
A poco meno di un mese all'uscita della serie TV su Disney Plus, voglio parlarvi del primo libro della saga di Percy Jackson: “Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo. Il ladro di fulmini”, che io ho letto nella riedizione di Mondadori uscita il 7 novembre.
"Quello che impari da me - continuò - è di vitale importanza. Mi aspetto che tu lo capisca. Pretenderò solo il meglio da te, Percy Jackson."
Percy Jackson è un ragazzino qualunque che si trova a vivere problemi tipici di un preadolescente, difficoltà scolastiche e bullismo. Il suo mondo viene però stravolto quando, durante la visita a un museo, la professoressa di matematica si trasforma in una creatura demoniaca. È forse il segno che tutti i racconti della madre su dei potenti e creature straordinarie possano essere di più che semplice fantasia?
Percy non ne è convinto, ma quando vede anche il suo migliore amico, Grover, assumere un aspetto semiumano e altre cose strane iniziano ad accadere, capisce che ci sono molte più cose che non conosce e forse possono essere legate all'identità di suo padre.
"Mostrami che l'acqua non ti farà del male. Salta e recupera la tua spada. Dimostra il tuo lignaggio."
Cari lettori, in vista dell'uscita della serie targata Disney Plus ho deciso di fare una rilettura di quella che era una saga che apprezzavo particolarmente quando ero poco più che bambino e ne ho approfittato per parlarvene. “Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo” è un buon modo per rivisitare i miti che già conosciamo e il contesto moderno fantasy è ottimo per avvicinare anche coloro che non li apprezzano particolarmente.
Questo primo libro della saga ci propone un viaggio dell'eroe tanto esplicito quanto letterale: abbiamo un protagonista principale che, com’è diventata ormai la norma per molti racconti del genere, crede di non essere nulla di speciale, anzi forse di essere addirittura parecchi passi indietro rispetto alla norma, che scopre un altro mondo ed è alla ricerca del suo ruolo in esso. C'è una grande impresa, una "quest" da superare che potrà segnare la definitiva appartenenza del protagonista a questo mondo. Nel suo viaggio è accompagnato da altri due personaggi e insieme formano un trio.
Come dice Chirone nel libro "a un'impresa partecipano in tre" e appropriatamente aggiungo io, in quanto tre è un numero dall'importante valenza simbolica.
Inoltre, se facciamo bene attenzione, i tre incarnano proprio il motivo del trio freudiano. Abbiamo Percy l'Io, l'eroe principale, figlio del dio del mare, capace di intemperanza quanto di dare la vita; Grover, l'Es, quale simbolo migliore di un satiro associato al dionisiaco per eccellenza; Annabeth, il Super Io, figlia della dea della guerra e della saggezza. Durante il viaggio i personaggi si imbattono in una serie di dei e mostri della mitologia classica, alcuni più generosi di altri e se ciò non bastasse il tutto è reso più intrigante da una misteriosa profezia.
Il libro termina non solo con la risoluzione di alcuni quesiti, ma anche suggerendo possibili ulteriori sviluppi. Insomma, si tratta di un libro che dal punto di vista della storia assolve tutti i suoi compiti con un voto che, per quanto mi riguarda, va oltre la sufficienza.
"Addio, Percy. Una nuova Età dell'Oro sta per sorgere. E tu non ne farai parte."
La narrazione è in prima persona e condotta da Percy stesso. Una delle cose migliori del libro è anche il fatto che conosciamo tutto attraverso il suo punto di vista, che sembra quello di un autentico dodicenne. Ammetto poi di simpatizzare per le sue uscite sarcastiche. Forse un possibile "difetto", che sorge agli occhi adulti, è che la narrazione omodiegetica impedisce in alcuni casi una descrizione più approfondita di alcuni luoghi, ma ciò non dà eccessivamemte fastidio.
Gli altri personaggi principali sono altrettanto interessanti e diversificati cosicché lettori dai gusti diversi possano identificarsi anche solo con uno di loro, sorpattutto per quanto riguarda gli altri membri del trio principale, che per forza di cose conosciamo meglio.
Plauso anche per Luke. Pur non condividendo le sue scelte devo dire che si fa comprendere e le sue azioni generano alcune delle reazioni più forti del libro.
Pur non essendo il mio libro preferito della saga, questa rilettura ha riconfermato le emozioni e il giudizio positivo di anni fa. Consiglio il libro a coloro che vogliono leggere qualcosa di avvincente ma non molto pesante, ai fan di saghe affini ad “Harry Potter” e “Hunger Games” e consiglio fortemente di presentare il libro ai più giovani.
Al prossimo appunto con il volume 2 della saga.
Voto libro - 4.5
Genere: Fantasy
Scritto da: Rick Riordan
29 maggio 2019
La vita di Percy Jackson è cambiata da quando ha scoperto di essere un semidio e deve trascorrere le estati al Campo Mezzosangue, insieme ai suoi simili. Ora il campo è in grave pericolo: l'albero magico che lo protegge è stato avvelenato. Solo il Vello d'Oro può salvarlo! Ma è custodito su un'isola da Polifemo, nelle acque tumultuose del Mare dei Mostri. La missione è affidata alla figlia di Ares, ma Percy non può restare a guardare…
Salve a tutti lettori!
Fresco di lettura per parlarvi di "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo. Il mare dei mostri", secondo libro della saga firmata da Rick Riordan, edita da Mondadori.
"Ricordavo le storie sulle sirene. Il suono delle loro voci era così dolce che incantava i marinai e li attirava verso la morte."
Nel secondo volume, l'avventura di Percy e i suoi amici continua. L'albero addetto alla protezione del campo mezzosangue viene misteriosamente avvelenato, Chirone è cacciato via e minacce precedentemente sconfitte si ripresentano.
C'è una sola speranza per i semidei: il vello d'oro, la potentissima pelliccia in grado di riparare ogni danno. C'è un unico grande ostacolo, il vello sembra trovarsi sull'isola di Polifemo nel bel mezzo del mare dei mostri, al centro del triangolo delle Bermuda. La missione sembra essere assegnata a Clarisse, figlia di Ares, il dio della guerra, ma quando Grover si presenta nei sogni di Percy, lui, Annabeth e Tyson, amico di Percy dalle misteriose origini, capiscono che forse questa potrebbe essere la loro impresa.
"Mentre moriva, suo padre Zeus aveva avuto pietà di lei e l'aveva trasformata in un pino. Il suo spirito aveva rinforzato i confini magici del campo, proteggendolo dai mostri. Il pino era lì da allora, forte e gagliardo."
Lettori, questo era uno dei miei libri preferiti della saga. Non mi sento di definirlo uno dei migliori, perché ce ne sono altri che meritano questo titolo ancora di più, direi che è più questione di gusto personale. Potremmo dire, senza sbagliare, che il romanzo faccia due cose: approfondire i personaggi, scopriamo infatti elementi del passato dei semidei, e raccontare una nuova avventura che attinge a pieni mani da due classici della letteratura greca, quali L'Odissea di Omero e le Argonautiche di Apollonio Rodio.
Come Giasone prima di loro, Percy e i suoi amici devono recuperare il vello d'oro, solo che esso non si trova più nella Colchide ma in un'isola in mezzo al mare dei mostri e per raggiungerla dovranno affrontare le diverse minacce che Odisseo ha incontrato sul suo cammino. Gli eroi si troveranno faccia a faccia con Scilla e Carriddi, con le sirene, che eserciteranno il loro canto ammaliatore su Annabeth, la maga Circe e i suoi incantesimi, finanche al ciclope Polifemo, ancora desideroso di vendetta nei confronti di "Nessuno". L'unica differenza è che i semidei devono vedersela anche contro Luke, il traditore, e il suo piano malefico per rovesciare l'Olimpo.
Rispetto al precedente, il romanzo può sembrare un po' più lento. Ammetto che tutte le scene a scuola con Percy e Tyson le ho trovate un po' superfluee. Non pecca però di azione. Come si evince da quanto ho detto precedentemente, sono tanti i momenti che tengono con il fiato sospeso. Personalmente sono stati proprio gli incontri-scontri con i mostri della mitologia classica che più hanno soddisfatto le mie aspettative. Gli ippocampi poi sono le aggiunte che più ho preferito in assoluto.
Forse il pregio più grande del libro è il tempo dedicato a mostrare l'emotività dei personaggi. Tyson ribalta quello che era uno dei punti fissi dell'arte classica, la kalokagathia: tanto spaventoso all'esterno quanto puro all'interno. È il personaggio per cui ho provato più empatia.
Percy si percepisce già più maturo del precedente e la narrazione lo sente e poi Annabeth in questo libro ruba la scena a tutti gli altri in più di un'occasione. La scena del canto delle sirene la vede come protagonista ed è rivelatoria di cose che scopriremo solo in futuro.
"Un tizio in armatura greca sguainò la spada e partì all'attacco, ma scivolò in una pozza di piña colada."
Come il primo volume della saga, il libro sa essere al contempo divertente, informale, epico, serio, triste e passionale. Cosa che sorprende il lettore ma che non gli impedisce di rimanere legato alla storia e ai personaggi. In alcuni punti, tra cui il finale, si capisce che si tratta di un momento di passaggio e che i fili per il prossimo racconto sono già stati intessuti. La storia termina con un cliffhanger, prevedibile se avete letto tante storie simili perché ben preparato in precedenza.
La lettura de "Il mare dei mostri" rinnova ciò che avevo detto in precedenza. Continuo a consigliare il libro a tutti coloro che sono appassionati di mitologia greca o desiderano avvicinarsi ai classici greci senza doversi confrontare con lo stile di tali opere.
Alla prossima lettura!
Genere: Fantasy
Scritto da: Rick Riordan
29 maggio 2019
Percy Jackson, insieme a Talia e Annabeth, deve introdursi in una scuola per portare al Campo Mezzosangue Nico e Bianca, due potentissimi semidei, eludendo la sorveglianza del vicepreside, che si rivela essere un mostruoso emissario del perfido Crono. Creature sepolte da millenni sono tornate alla luce, pronte a servire i Titani contro gli dei dell'Olimpo. Percy e i suoi amici dovranno intraprendere un viaggio ai confini del cielo e sfidare una ferale profezia.
Salve lettori!
È giunto il momento che vi parli del terzo libro della serie di Percy Jackson di Rick Riordan: “La maledizione del Titano”. Letto come sempre nella riedizione ad opera di Mondadori, uscito lo scorso 18 luglio.
"Cinque andranno a ovest dalla dea in catene.
Uno si perderà nella terra dove mai pioggia viene. Il flagello dell’Olimpo la strada saprà mostrare. Il campo e le Cacciatrici insieme potranno trionfare. La maledizione del Titano uno dovrà patire, e per mano di un genitore, un altro dovrà perire."
Durante una delle missioni per il campo, Percy conosce i fratelli Bianca e Nico Di Angelo, anche loro semidei, e, cosa più importante, Annabeth scompare. Insieme a lei anche Artemide, dea della caccia. Così un team formato da Talia, figlia di Zeus, Zoe, adepta di Artemide e Bianca, nuova cacciatrice, parte per ritrovare le due. A loro insaputa, Percy si unisce ma solo dopo aver promesso a Nico che farà di tutto per proteggere la sorella. Gli eroi però non sono pronti a quello che li aspetta, una malefica profezia che pende sulle loro teste, una per cui uno o forse più di uno di loro non farà ritorno.
"La prima volta, durante la guerra, l’Ofiotauro in effetti fu ucciso da un gigante alleato dei Titani, ma tuo padre, Zeus, mandò un’aquila a carpirne le viscere prima che fossero gettate nel fuoco. La scamparono per un soffio. Ora, dopo tremila anni, l’Ofiotauro è rinato."
Lettori, apparentemente ci ritroviamo davanti una storia per alcuni versi simile alla precedente: una quest intermedia rispetto al grande scontro che viene solo accennato, con qualche differenza che rende il tutto ancora più pepato. Innanzitutto, nel secondo libro il pericolo percepito era minore. Mentre a rischio c'era solo il campo mezzosangue e la sua sicurezza, adesso è l'intero equilibrio del cosmo ad essere minacciato: l'ofiotauro è rinato e nel caso in cui le sue viscere vengano sacrificate per gli dei greci sarà la fine.
Ne "Il Mare di mostri" era necessario trovare il vello d'oro per salvare l'albero di Talia, adesso bisogna ritrovare Artemide, senza la quale gli Olimpici non si muoveranno in preparazione per la grande guerra.
Inoltre, ad essere in pericolo è anche una delle protagoniste principali, Annabeth.
La differenza finale la fanno i personaggi. Abbiamo sì l'occasione di approfondire la nostra conoscenza dei "fan-favorite", del protagonista più che altro, ma la maggior parte del tempo ci si concentra anche sullo sviluppo dei nuovi personaggi che popolano il romanzo. Grover è quasi del tutto assente e considerando la situazione in cui versa Annabeth possiamo aspettarci di non vedere tantissimo neanche lei.
Percy in questo libro è agguerritissimo. Pronto a tutto per salvare la sua "amica", si ribella anche all'ordine dei suoi superiori e persino delle divinità. La prima nuova eroina con cui abbiamo a che fare è proprio Talia, figlia di Zeus, che dopo aver trascorso la maggior parte della sua infanzia/adolescenza intrappolata in un albero, può finalmente riprendere a combattere. Devo dire che lei non rientra nei miei personaggi preferiti, forse mi sta persino antipatica per il fatto che spesso antagonizza Percy. Altri due nuovi mezzosangue che vengono introdotti nella storia sono i fratelli Di Angelo: Bianca, che si unisce alla missione del cast principale e per questo vediamo di più e Nico, poco più che un bambino. Le loro origini non sono molto chiare, chi conosce la saga sicuramente sa di chi sono i figli, ma non intendo rivelarlo in questo punto per non fare spoiler.
Mi limiterò a dire che si presentano come personaggi interessanti e che la sorte finale di almeno uno di loro incuriosisce.
Ci sono, poi, i personaggi di contorno come Zoe, cacciatrice di Artemide dal passato misterioso e la dea stessa. Infine ci sono i villains. Torna Luke, ancora più deciso a rovesciare l'Olimpo, e fa la sua comparsa il primo Titano della saga: Atlante, colui che è stato condannato a portare il peso del cielo sulle sue spalle. Tanti nuovi personaggi eppure tutti con le loro motivazioni, la loro personalità e una caratterizzazione pressoché completa.
"Io devo partecipare a questa impresa! Devo aiutare i miei amici. Ma è una cosa che lei non può capire."
Penso ci stiamo rendendo conto di trovarci davanti a un libro in realtà molto diverso dai precedenti. Lo si potrebbe definire uno spartiacque nella saga; i nostri protagonisti stanno crescendo, benché siano passati solo mesi dall'ultima avventura, e le dinamiche diventano più "mature". Non vorrei spoilerare troppo e penso di non farlo riallacciandomi alla profezia che viene enunciata nelle prime fasi della storia. Sappiamo che ci saranno delle perdite, perciò temiamo per le sorti dei personaggi che amiamo come mai prima d'ora. Effettivamente il libro si chiude con una nota dolceamara. C'è un "cliffhanger" come nel precedente, ma anche la realizzazione più concreta che il tempo della spensieratezza è terminato.
In sostanza l'ho trovata una storia più oscura rispetto ai primi due e un gran bel cambiamento. Oggettivamente c'è meno world-building rispetto ai primi due romanzi della saga, ma ci sta perfettamente ed è appropriato per tutto lo sconvolgimento emotivo e l'ampio cast di personaggi che sviluppa. In conclusione, un'aggiunta quasi inaspettata alla saga e una che non vorreste perdervi. Alla prossima lettura!
Genere: Fantasy
Scritto da: Rick Riordan
29 maggio 2019
La guerra tra gli dei dell'Olimpo e i Titani è alle porte, e ancora una volta il Campo Mezzosangue è in pericolo: Luke e il suo esercito sono a un passo dall'invasione. Per difendersi, Percy, Annabeth e Grover devono addentrarsi nel Labirinto di Dedalo, che forse nasconde una via d'accesso al Campo. Un tempo a Creta e ora nel sottosuolo nordamericano, il Labirinto è un mondo sotterraneo che nasconde pericoli e insidie indicibili.
Salve lettori!
Oggi si parla del quarto libro della saga di “Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo. La battaglia del labirinto”. Come sapete benissimo, sempre di Rick Riordan e edito da Mondadori. Siamo a tanto così dal finale. Cosa ci attende, quindi, in quest'ultima grande avventura prima del climax?
"Tu non sei diverso da me, semidio. Anche quando sono fuori dall’acqua, l’acqua è dentro di me. È la mia fonte vitale."
Quando la minaccia di Luke e la resurrezione di Crono sembrano aver raggiunto il climax, Annabeth ha la sua possibilità di farsi valere partendo alla guida della sua grande impresa: navigare il labirinto del Minotauro e ritrovare Dedalo, il suo creatore. La situazione diventa sempre più pressante quando anche Grover si trova al capolinea, per cui se non riuscirà a ritrovare il dio Pan entro pochi giorni perderà il suo ruolo tra i satiri. Un defunto inizia a manipolare il giovane Nico di Angelo a causa della sua sete di vendetta e il nostro figlio del dio del mare preferito si ritrova nuovamente faccia a faccia con il pericolo.
"Sii forte — continuò Pan. — Tu mi hai trovato. E tu dovrai liberarmi. Devi farti portavoce del mio spirito. Non può più essere responsabilità di un dio. La causa deve essere difesa da voi tutti."
Amici lettori, come ormai ben saprete, questa per me si tratta di una rilettura, una rilettura in cui sto rivedendo le storie del passato con occhi diversi, alcune cose mi appaiono sotto una luce diversa e altre, come in questo caso, confermano le mie precedenti opinioni. Oggi come durante la prima lettura, trovo questo libro il più debole della saga. Penso che sia una cosa personale.
La storia non è male, ci sono temi importanti, è ben costruita, lo stile è sempre lo stesso, ma non riesco a togliermi di testa l'idea che si tratti di un libro inutile. Ancora una volta vengono riproposti i crismi dei primi tre libri e l'ho trovato davvero poco necessario e meno intrigante nonostante le cose che accadono.
L'unica differenza è che adesso forse posso figurarmi molto più facilmente una possibile raison d'être de "La battaglia del labirinto", in retrospettiva. Sapendo, infatti, tutto ciò che ci aspetta nel libro finale, capisco che l'autore abbia scritto questo libro per chiudere alcuni dei punti di trama introdotti già nel primo. Probabilmente fare anche questo nel capitolo finale avrebbe potuto inficiare la qualità del romanzo. Ci sarebbero stati troppi eventi da trattare.
"C’è un motivo per cui non hanno mai costruito una casa di Ade, Percy. Lui non è il benvenuto qui, proprio come sull’Olimpo. Non appartengo a questo posto. Devo andare."
Purtroppo non trovo molto da dire su questo libro, in quanto dovrei di nuovo ripetermi su cose che ho già detto per quanto riguarda i romanzi che lo precedono.
Mi limito a sottolineare che forse uno dei pregi del libro è proprio il fatto che chiude alcune questioni aperte nel primo e nel secondo.
Forse un personaggio, liberatosi da quello che poteva essere il suo arco narrativo, può finalmente dare tutto se stesso nella battaglia imminente. Inoltre, finalmente ciò che ci veniva mostrato attraverso il canto delle sirene ne "Il mare di mostri" diventa comprensibile. Carino anche il modo in cui questa cosa genera un cambiamento nel rapporto tra due personaggi tra cui l'umana Rachel, dalla quale possiamo aspettarci qualcosina in più? Forse, vedremo.
Degno di nota anche il cliffhanger con cui termina il libro, sappiamo ormai di aver raggiunto l'apice della storia ed è arrivato il momento di leggere il capitolo più avvincente della saga.
Alla prossima ultima grande avventura di "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo".
Genere: Fantasy
Scritto da: Rick Riordan
29 maggio 2019
Al Campo Mezzosangue Percy Jackson e gli altri semidei si stanno preparando per la battaglia contro i Titani. Le armate di Crono sembrano invulnerabili, e ora che una misteriosa spia si nasconde tra i ragazzi del campo, il Signore del Tempo e il suo seguito sono più che mai vicini alla vittoria. Percy e i suoi amici dovranno riconciliare i divini Zeus, Ade e Poseidone, divisi da una millenaria rivalità, e convincerli a unire le forze.
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