A Study in Drowning - La storia sommersa


Genere: Dark Fantasy/ Young Adulti


Scritto da: Ava Reid


12 marzo 2024

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da misteriose visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin, che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo. Effy, pur amando più di ogni cosa la letteratura, è costretta a frequentare la facoltà di Architettura, perché alle donne di Llyr non è permesso studiare Lettere. Il libro è tutto ciò che la tiene a galla durante i suoi studi alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino. Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che l’autore preferito del Llyr era un truffatore. Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i pezzi attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro la ricerca della verità e l’amore che sta nascendo tra i due. Il segreto che vogliono portare alla luce potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’intera Llyr…


Salve salve!
Mi trovo estremamente in difficoltà nello scrivere la recensione di “A Study in Drowning” di Ava Reid, che uscirà in italiano per Il Castoro.
Il romanzo è un dark fantasy young adult che tocca corde purtroppo troppo reali.
A questo proposito, prima di affrontare la lettura consiglio di leggere i content warning che potete trovare sulla pagina dell’autrice e anche alla fine della recensione.
Non è una storia facile e, nonostante non ci siano scene di violenza diretta, vengono raccontate e se ne leggono le conseguenze.

Effy crede nelle favole; sembra assurdo, soprattutto perché è una ragazza del nord di buona famiglia, ma lei crede fermamente nell’esistenza del Re delle Fate… perché lei riesce a vederlo. Sin da quando è una bambina lo vede mentre la osserva, in attesa di coglierla impreparata.
Ovviamente nessuno le crede e la soluzione che le hanno offerto sono pillole, pillole per dormire e per tenerla ancorata alla realtà.
Effy ha un altro modo per non lasciarsi andare ed è leggere “Angharad”, la storia di una giovane donna rapita dal Re delle Fate, che con piccoli sotterfugi da umana riesce a scappare dalla loro relazione tossica.
“Angharad” è anche il motivo per cui Effy vorrebbe studiare letteratura, ma alle donne non è permesso a causa delle loro menti “frivole”, per questo deve accontentarsi della facoltà di architettura.
Effy odia architettura e le voci che circolano su di lei non migliorano l’esperienza, ma è l’architettura che le offre l’occasione di visitare Hiraeth, la casa di Emrys Myrddin, l’autore di “Angharad”.
Hiraeth non è affatto come immaginava.
Una casa che sta marcendo, a picco sull’oceano, costruita su uno strapiombo che si sta erodendo.
Ma è pur sempre la casa del suo idolo ed Effy è disposta a tutto pur di onorarlo.
Ma non è sola. A Hiraeth c’è anche Preston Héloury, studente di letteratura, il quale sta conducendo una ricerca che metterebbe a repentaglio tutto ciò in cui Effy ha sempre creduto, la sua ancora di salvezza: e se Myrddin non avesse scritto “Angharad”?

“Effy non era una grande disegnatrice, ma era un’ottima artista della fuga. Stava sempre a intaccare l’architettura della sua vita fino a creare un’apertura grande abbastanza da cui sgusciare via.”

All’inizio della recensione ho detto che questa recensione per me è difficile, e vi spiego subito perché.
Per la maggior parte (circa l’80%), il libro non mi è piaciuto, l’ho trovato noioso, prevedibile e pesante. Gli ultimi tre capitoli sono gli unici che mi hanno fatto provare qualcosa, che mi hanno emozionata davvero e tenuta sulle spine. Sono capitoli di un impatto non indifferente che risollevano una storia in procinto di annegare.
Dall’altro lato, non si può negare la potenza dei temi trattati nel romanzo.
È un romanzo sulla sopravvivenza, sul riscatto, sul dolore crudo e reale, sull’imbarazzo ingiustificato e la violenza fisica e verbale.
È un romanzo che trasporta in un contesto fantastico e surreale la violenza di genere, il patriarcato e il classismo, e li erode come l’acqua consuma il legno: in modo lento, quasi impercettibile, ma letale.

“Costruisci una casa su una scogliera che sta sprofondando e vinci la tua libertà.”

Effy è una sopravvissuta; fin da bambina è stata maltrattata, ignorata da una madre inesperta e disinteressata. È cresciuta con un’ombra alle spalle, una presenza minacciosa per la quale nessuno l’ha mai creduta, anzi l’hanno convinta di essere pazza. Poi l’età adulta, e un mondo in cui il suo valore è misurato in base alla compiacenza, in cui la colpa è sempre la sua e del suo aspetto.
“A Study in Drowning” racconta in modo disilluso un mondo che non riusciamo a lasciarci alle spalle; la presenza dell’elemento fantastico non rende la storia meno reale, anzi acutizza la sensazione di realtà, di riconoscimento, di annegamento.
Leggere questo libro è come stare sott’acqua, consapevoli di essere divisi tra due mondi, quello fuori dall’acqua e quello sotto, specchio l’uno dell’altro, due mondi distorti di cui è impossibile capire quale sia migliore.
È la disillusione che infligge il colpo più duro: Effy scappa dal mondo reale e si rifugia nel mondo dei libri, ma cosa succede quando anche quel mondo si rivela oscuro, ingiusto e pericoloso?

“Il mare prese e prese e prese, migliaia di piccole morti, e loro sopportarono tutto perché era tutto ciò che conoscevano.”

Da questo punto di vista, quello dei temi e dei messaggi, “A Study in Drowning” è un libro che non può essere ignorato. È potente, toccante, un duro colpo che lascia senza fiato.
Un complimento anche all’atmosfera creata dall’autrice in perfetta linea con la storia, soffocante, di decadenza e rovina.
Dall’altro lato, però, non potete immaginare quante volte ho pensato di abbandonarlo. Non so cosa mi abbia spinto ad andare avanti e alla fine sono contenta di averlo finito, ma non è stato facile.
È pesante, a volte fastidioso, perché le risposte erano proprio davanti ai protagonisti, ma loro puntualmente le ignoravano.
Il ritmo è quasi stagnante, come Hiraeth stessa, fermo e in attesa che l’acqua che si infiltra tra le fessure rompa finalmente la stasi.
Da un certo punto di vista è quasi geniale, lo riconosco, ma l’autrice non è riuscita a convincermi del tutto, a trasportarmi anima e corpo in questa sua idea.
Ho letto di default, il che è davvero brutto da dire, con distacco se non per, ripeto, gli ultimi tre capitoli, quando il gocciolio è diventato un torrente e le fondamenta hanno finalmente ceduto.

“L’unico nemico è il mare.”

Una cosa che mi ha particolarmente disturbato è stato l’eccessivo word-building. E voi direte, strano. Ci lamentiamo sempre del fatto che il word-building sia scarno, ora il problema è il contrario?
Per me, in questo caso, lo è stato. Ci viene raccontato di questi due paesi in guerra, di religione e magia che si scontrano in un mondo in cui nessuna delle due è davvero rilevante. Nessuna di queste informazioni, alla fine, ha contribuito in alcun modo alla storia ed è stato… deludente.
Vi consiglio “A Study in Drowning”?
Solo se siete alla ricerca di una storia oscura e difficile, dal ritmo lento e soffocante, che vi darà del filo da torcere e non sempre vi farà saltare dalla gioia di riprenderla in mano.
Vi dico però che, nonostante tutto, vale la pena arrivare alla fine, e per questo ve lo consiglio.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Baci


Voto libro - 3.5


Content warnings per A Study in Drowning:
* Maltrattamenti e negligenza da parte di genitori;
* Abuso psicologico, gaslighting;
* Violenza domestica (off-page; non-grafico)
* Morte di un genitore, lutto (off-page);
* Abusi sessuali (off-page; non-grafico), grooming e manipolazione; molestie sessuali;
* Salute mentale, incluse allucinazioni, idee suicide e autolesionismo, disturbo post traumatico da stress, depressione e ansia.







You Might Also Like

0 comments