La guerra dei mondi


Autore: H.G.Wells

Genere: Fantascienza

26 Gennaio

Cosa sono quelle esplosioni che si registrano a ritmo regolare sulla superficie di Marte? Da dove proviene quel gigantesco cilindro metallico fiammeggiante, piovuto dal cielo, rinvenuto in un cratere a poca distanza dal centro di Londra? Qualunque sia la forma di vita che ha guidato quell’oggetto fin lì, nessuno può prevedere l’entità della catastrofe che sta per scatenarsi sull’intera umanità. Quei cilindri che non cessano di cadere sulla superficie della Terra sono abitati da creature il cui unico scopo è distruggere ogni forma di vita sul pianeta e colonizzarlo. Le loro gigantesche macchine da combattimento sono pronte ad annientare qualsiasi forma di opposizione umana e a rendere la Terra una landa desolata da scenario post-apocalittico. Un’umanità terrorizzata e disillusa, avviata impotente verso una fine crudele, vede avverarsi l’incubo più profondo e ancestrale: l’apocalisse. Il destino ultimo del mondo sembra aver trovato il suo compimento. Un disegno più grande di quanto l’intelligenza umana possa comprendere sta per essere rivelato. Una delle storie più straordinarie mai raccontate.

Un’epopea visionaria e rivelatrice, da una delle menti più geniali della letteratura fantascientifica mondiale.

 Caro Confine,
vi scrivo dal lontano 1894, anno in cui tutto sulla Terra cambiò. Il mondo fino ad allora conosciuto fu spazzato via, annientato e cancellato da esseri mostruosi provenienti da Marte. Essi erano del tutto indifferenti alla sorte degli esseri umani, specie d’intelligenza inferiore, ma mortale esattamente come loro.
È questo il quadro che H. G. Wells ci documenta in “La guerra dei mondi”, una sorta di telecronaca dal campo, minuto per minuto, di quando i marziani invasero il pianeta Terra.

“Mai, nella storia del mondo, una simile massa di esseri umani aveva emigrato e sofferto. Le leggendarie armate dei goti e degli unni, le più potenti armate che l’Asia abbia mai visto, sarebbero state soltanto una goccia in quella fiumana. Non si trattava di una marcia ordinata; era una fuga – una fuga gigantesca e terribile – senza disciplina e senza una meta: sei milioni di persone, inermi e affamate, che si trascinavano avanti. Era l’inizio del crollo della civiltà, del massacro del genere umano.”

La vita scorre pacifica e tranquilla nella campagna del Surrey, a Woking, dove il nostro narratore-protagonista vive insieme alla moglie. Da diversi giorni strane esplosioni si registrano sulla superficie di Marte. La gente continua, senza preoccupazioni, ad andare avanti con la propria vita e i giornali dedicano un trafiletto insignificante alla cosa. Il pianeta Marte
è troppo lontano, sconosciuto agli uomini sulla Terra, che pensano non esista nessun essere nell'universo simile a loro, evoluto ed intelligente. Ma allora cos'è quel cilindro metallico fiammeggiante che, come un meteorite, piomba improvvisamente dal cielo nella campagna soleggiata vicino Londra? E cosa sono quegli strani rumori che provengono dall'interno? La gente accorre intorno al cratere dove è sprofondato il cilindro, eccitati da quell'oggetto sconosciuto piovuto letteralmente dal cielo. Ciò che la gente non può assolutamente immaginare è la catastrofe che da lì a poco si consumerà. Quando finalmente il cilindro si raffredda e si apre, dall'interno emergono creature mostruose con gli arti atrofizzati, senza corpo e sormontati da un cervello di enormi proporzioni. Dotati di macchinari simili a ragni giganti, iniziano a bruciare tutto ciò che li circonda, con il loro raggio verde ardente. Annientano senza alcuna pietà non solo gli uomini, che scappano via terrorizzati, ma anche la natura che lì vive rigogliosa.

“Sembravano straordinariamente indaffarate. Cominciai a domandarmi cosa potessero essere. Erano meccanismi intelligenti? Sentivo che una cosa del genere era impossibile. O forse, dentro ciascuna di esse, c’era un marziano, che la comandava, la dirigeva, la usava, così come il cervello dell’uomo guida e dirige il suo corpo? Cominciai a paragonare quegli ordigni alle macchine umane, a domandarmi per la prima volta in vita mia che impressione poteva fare una corazzata o una locomotiva a un animale inferiore intelligente.”

Altri cilindri continuano a piovere dal cielo, altri mostri privi di alcuna emozione emergono dall'interno. Qualsiasi sogno, passato, presente e futuro viene spazzato via da questi alieni che sono giunti nella Terra per colonizzarla e “marzianizzarla”. Perché i marziani non si limitano a distruggere tutto ciò che trovano sul loro cammino, ma iniziano a trasformare anche la natura che, da un brillante verde, viene sostituita dal crescere e diffusione di un’erbaccia rosso sangue. La paura, il panico e il terrore dilagano dalle campagne fino alla città di Londra, dove la marcia dei marziani si sta dirigendo. Orde di uomini, donne, bambini e animali corrono in ogni direzione per riuscire a salvarsi, mentre il fumo nero della distruzione si avvicina senza sosta. Il tutto viene raccontato con estrema razionalità e lucidità, dando grande peso non tanto alla voce delle persone ma alla loro reazioni, ai suoni e a ciò che egli vede succedere attorno a sé. Si tratta di una cronaca dal campo, drammatica e apocalittica, ma dove il nostro narratore-protagonista non perde mai la speranza. D'altronde lui conosce come è andata a finire, facendo così apparire molto più estreme e, a volte grottesche, le reazioni degli altri viaggiatori che durante il suo cammino incontra. Sono proprio questi altri personaggi, come il soldato e il curato, che mostrano ulteriori interpretazioni del caos che si sta consumando attorno a loro.

“«Siamo stati battuti.»
«È tutto finito. Loro ne hanno perso uno. Solo uno. Si sono piazzati benissimo e hanno ridotto all'impotenza tutto ciò che di più potente poteva esistere nel mondo. Ci hanno calpestato. La morte di quel gigante a Weybridge è stata un caso. E questi sono soltanto i pionieri. Continuano ad arrivarne. Quelle stelle verdi…da cinque o sei giorni non ne ho più viste, ma senza dubbio ogni notte ne cade qualcuna, chissà dove. Non c’è più niente da fare. Siamo schiavi! Siamo stati battuti!»”

Paradossale è il fatto che a mettere in pericolo l’avanzata dei marziani siano proprio quegli organismi che, a dispetto dell’uomo, vivono sulla Terra sin dal principio. Così piccoli che non erano neanche stati presi in considerazione, almeno fino a quando i marziani non sono venuti a contatto con loro. Ed ecco che i virus e i batteri si preparano a salvare la Terra, a mettere in salvo quei fantasmi che sono sopravvissuti, speranze e sogni ormai spezzati. Lettura attualissima, entusiasmante e pionieristica. Wells è riuscito a creare un mondo in cui gli uomini sono creature inferiori, simili a formiche schiacciate da qualcuno più evoluto di loro, qualcuno che, grazie al processo evolutivo ha completamente cancellato qualsiasi aspetto emozionale o sentimentale a dispetto dell’intelletto. I marziani risultano così essere la futura evoluzione che un giorno aspetterà gli esseri umani; esseri senza scrupoli, assetati di sangue, che si nutriranno degli uomini poco evoluti, bruciando e spazzando via tutto.

“Vado a Londra, vedo la folla indaffarata lungo Fleet Street e lo Strand, e mi viene in mente che sono soltanto i fantasmi del passato che si ammassano nelle strade che io ho visto silenziose e distrutte; si aggirano qua e là, spettri in una città morta, caricature di vita in un corpo pietrificato.”

Se pensiamo che questo libro è stato scritto alla fine del XIX secolo, Wells non guardava troppo lontano. Guerre cruente che spazzeranno via intere popolazioni verranno combattute da lì a pochi anni, e come disse Pagetti, alla domanda del curato ‘Cosa sono questi Marziani?’ a cui il narratore risponde ‘Cosa siamo noi’, bè, Noi siamo i Marziani.


   Voto storia - 5 Wow! Meravigliosa

 


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