Tartarughe all'infinito


Autore:  John Green

Genere: Narrativa Contemporanea

11 Ottobre


Tutto inizia con un miliardario in fuga, e la promessa di una ricompensa. Turtles All The Way Down parla di amicizie capaci di vincere il passare del tempo, dell'intimità di una riunione inaspettata, delle fan fiction su Star Wars e di strani rettili che si chiamano tuatara. Ma al cuore del libro c'è Aza Holmes, una ragazza di 16 anni sballottata dalle onde della sua vita quotidiana, prigioniera nella spirale - ogni giorno più stretta - dei suoi stessi pensieri.


Salve lettori, pronti ad entrare nella spirale di Aza? 
Chi è? 
È la nuova protagonista del libro di Jonh Green, noto autore per il suo stupendo "Tutta colpa delle stelle".
Questa volta ci presenta "Tartarughe all'infinito", uscito lo scorso ottobre con la casa editrice Rizzoli che mi ha gentilmente omaggiato della copia.
Ahimè, questa volta ci ho messo un po' a terminarlo. Non perché sia brutto, ma ho sentito il bisogno di allontanarmi da questa protagonista ipocondriaca, e direi anche ossessiva compulsiva e a tratti autolesionista. 
Leggere i pensieri di questa giovane ragazza mi ha fatto pensare al fatto che ci ricopriamo sempre di un guscio, che è ciò che facciamo vedere al mondo, ma questo non rappresenta mai quello che abbiamo dentro. 
Vi avverto che prima dell'ultimo capitolo mi consultavo con le mie colleghe, in cerca di consigli perché, oltre i problemi di Aza, non capivo il vero senso della
storia, però poi l'ho concluso e il finale mi ha lasciata con un bel punto interrogativo. 
Non sto di certo a raccontarvi cosa, questo sta a voi scoprirlo. Sicuramente, però, ha aumentato di una stella il mio voto finale. 
Aza è una giovane adolescente, bella, con una migliore amica pazza e chiacchierona, ma qualcosa in lei non va. Cosa?
La sua testa. Pensa in modo ossessivo e ipocondriaco. Lei vive in questa spirale che sente stringersi intorno a lei giorno dopo giorno, finché non arriverà il momento in cui una malattia dichiarerà che si sta avvicinando la sua fine. 
Tuttavia la storia non si apre così, ma con la scomparsa di
un noto miliardario, Russell Pickett. Il caso vuole che il figlio di Pickett, Davis, è un amico d'infanzia di Aza. Così un giorno, tra gli eventi quotidiani, Daisy e Aza dopo aver ascoltato la notizia di una bella somma di denaro in cambio di preziose informazioni, si mettono ad indagare sul caso. Iniziando le ricerche, Aza riprende i contatti con Davis, che guarda caso ha una cotta per Aza, ma questo può essere un'agevolazione per arrivare alla ricompensa?

"Ero il pesce infettato da un parassita che nuota vicino alla superficie, e cercavo di farmi mangiare."

Non lo so lettori, sono combattuta. Per la storia darei un NI, non perché fosse brutta, perché avrei voluto leggere qualcosa di più. Quasi tutto il romanzo si svolge nella testa di Aza, e l'argomento principale era quali batteri l'avrebbero portata alla morte. Mente avrei voluto che venisse raccontata la storia del padre, che fine lui abbia fatto davvero. Avrei voluto più dettagli con la storia con Davis, che viene presa alla leggere. 
Avrei voluto sapere qualcosa di più su questa ragazza, oltre l'ossessione che la manovra. Invece mi sono ritrovata nella mente di una ragazza "malata" che non ha trovato, a mio avviso, l'aiuto per uscire dal suo incubo quotidiano. Quello che invece ho apprezzato è la teoria del titolo, molto azzeccato con la vicenda della storia. Leggendo scoprirete perché...

"Non avrei mai ucciso il drago, perché il drago era anche me. Il mio io e la malattia erano legati insieme per la vita."

Questa storia è tanto complessa quanto intrigante, per questo non la sconsiglio, anzi credo che ognuno di noi dovrebbe leggerla. Ogni libro ad ogni persona arriva in un modo diverso, e anche se ho fatto fatica a finirlo, credo di aver compreso il personaggio di Aza solo nel finale. Mi sono domandata "Se avessi letto il finale prima di iniziare il libro?" 
Secondo voi avrei espresso la mia opinione diversamente? Non lo so. Resta il fatto che non mi sento di dire che questo è il libro migliore di Green. La nota positiva che posso spezzare verso questo autore è che tende a raccontare vicende di vita reale, persone che non si sentono a proprio agio con la loro persona e con la loro mente. Oppure di malattie reali che ci fanno vedere il meglio della vita. Su questo Green non lo batte nessuno.
La domanda finale è "Vogliamo davvero entrare in menti così tortuose?" 
La scelta sta a voi. Per il resto posso dire che il testo
si presenta scorrevole, con qualche intoppo per la solita ossessione. Tutto sommato si legge bene. Spero che la prossima storia di Green faccia riemergere di più l'amore, anche se qui era rappresentato come amore per se stessi. Se lo avete letto lasciatemi la vostro opinione, per capire in che modo è arrivata a voi questa storia.

Voto storia - 3,5 Più che bello







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