Sperando che il mondo mi chiami



Genere: Narrativa Contemporanea

Autore: Mariafrancesca Venturo

17 Gennaio



Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all’alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi. Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall’amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa.
E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.



Quarta tappa del Blog Tour

"I giovani d'oggi e il futuro che non c'è"




Salve a tutti. 
Continua il blog tour promozionale per il romanzo di MariaFrancesca Venturo, "Sperando che il mondo mi chiami".
La tappa di oggi focalizza l'attenzione sul tema fondamentale del romanzo, che riguarda i giovani e il mondo del lavoro: “I giovani d'oggi e il futuro che non c'è".
Si parla tanto di ricerca di un lavoro stabile, di precariato e disoccupazione. Sentiamo ogni giorno di neo laureati, che per lavorare nel settore di competenza dei loro studi partono verso paesi nord Europei o anche fuori dal continente.
Purtroppo sono argomenti attuali che hanno radici profonde nel passato e che ci parlano di un'Italia sofferente, che arranca. 
I tempi in cui bastava la licenza media o il diploma superiore per sentirsi qualificati sono passati da un pezzo. Ora nemmeno laurea e specializzazione garantiscono una facile entrata nel mondo del lavoro. 
La mancanza di lavoro, la disoccupazione giovanile, vantano origini che si trovano nel grembo del governo, che sposta la pensione ad età sempre più avanzata, non permettendo il ricambio dei lavoratori. 
I giovani sentono il peso di questa condizione labile e le reazioni sono le più disparate e vanno dall'emigrazione alla più completa immobilità.
Perchè è vero che, mentre ci sono quelli che per lavorare nel campo che gli compete partono e vanno lontano, ci sono anche coloro i quali si crogiolano nella condizione in cui si trovano e aspettano la manna dal cielo!
Purtroppo le nuove generazioni sono così, non sto facendo demagogia né mi sto immergendo nei luoghi comuni, o si rimboccano le maniche o vanno all'estremo e si mettono comodi comodi.
Io sono del parere che "il futuro non c'è" a prescindere. Non c'è mai stato. Il futuro non è garantito nemmeno per quanto riguarda la vita, figuriamoci nel lavoro.
Il futuro si scrive ogni giorno e si trova giusto un secondo avanti al presente.
Ci si rimbocca davvero le maniche e si lotta, si studia, si agisce, per arrivare a ciò che si vuole, così come ha fatto Federico, uno dei personaggi del romanzo.
Federico si divide tra supplenze e studi meticolosi di liste e classifiche, di metodi per ottenere più punti e per ottenere vie preferenziali legali.
Non si abbatte e condisce la speranza che nutre, di avere una cattedra tutta sua, con buona volontà e sacrificio.
Quindi bisogna lavorare sodo per raggiungere gli obiettivi e, se per farlo bisogna andare via, allora si va via.
Il futuro non esiste, è un muro di nudi mattoni che dobbiamo alzare su con le nostre mani. Amen!






Buongiorno, Confine. 
Anche oggi fa freddo, perciò vi consiglio un tazza di caldo tè fumante, un plaid e un nuovo romanzo per coccolarvi. 
Io ho da poco letto "Sperando che il mondo mi chiami" di Mariafrancesca Venturo, edito Longanesi.

Carolina è una giovane insegnante di scuola elementare che, come tanti altri in Italia, non ha un contratto fisso, ma si sbatte per le vie di Roma in attesa di una chiamata per una supplenza.
I periodi di supplenza possono essere lunghi di settimane, mesi o anche solo di un giorno, ma ogni volta l'esperienza le lascia qualcosa di buono e anche uno sconfinato senso di precarietà che la accomagna in altri ambiti della vita.
Anche in amore Carolina non ha solide certezze, perché l'uomo di cui è innamorata vive in un'altra città e non sembra comunque essere coinvolto quanto lei.
Insieme ad altri giovani insegnanti nella sua stessa condizione, scopriremo il mondo dei maestri in cerca di supplenze per incrementare il punteggio che li farà salire nella benedetta classifica per assicurarsi una cattedra.
Sono molti, la concorrenza è tanta e Carolina si lascia navigare in questo fiume sospinta dai genitori e da un paio di amici fedeli, insegnanti come lei. 
Durante una delle sue esperienze di supplenza, conoscerà una bimba silenziosa e triste che le entrerà nel cuore e che non riuscirà ad abbandonare a se stessa dopo la fine del suo breve incarico. 
Si domanderà cosa vuol dire veramente insegnare, quale peso e dovere ha il suo mestiere, quanto spingersi nella vita dei bambini e quando invece arretrare, ma soprattutto troverà la sua strada, nel lavoro e in amore, ricevendo finalmente la sua chiamata dal mondo.

Bella lettura, ricca di contenuti attuali.
Come già detto nella mia tappa del blog tour dedicato al romanzo, questa storia è la storia di molti giovani del nostro paese e della loro situazione lavorativa che gli preclude la visione di un qualsiasi futuro. Di giovani che si lasciano andare, che si arrendono o che si crogiolano, o di giovani che alzano la testa, si rimboccano le maniche e si danno da fare, perché il futuro vogliono costruirselo.
È anche una finestra sul mondo della scuola, dei bimbi e degli insegnanti, che ci mostra quanto, a volte, l'insegnante entra ogni mattina a scuola solo per lo stipendio e quanto, invece, l'insegnate è consapevole del suo ruolo e si investe di tutte le responsabilità del caso, di oneri e, se sono stati bravi e fortunati, anche degli onori.
Un personaggio che ho molto apprezzato nel romanzo è Federico, un ragazzo che ha deciso quello che vuole e vuole ottenerlo. Non cerca scuse, appoggi o spintarelle, ma studia i suoi grafici, le sue classifiche, i mezzi, i modi a disposizione per arrivare dove si è prefissato. Investe con sacrificio nel futuro che vuole. 
La scrittrice, che credo sia legata a questo mondo, usa uno stile elegante ma semplice. 
La lettura ha un ritmo alterno, ma il più delle volte risulta spedita e senza intoppi.
Consigliato. Buona lettura.

voto libro - 4 Bellissimo


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