Il cielo dopo di noi


Autore: Silvia Zucca 

Genere: Narrativa

30 agosto


Milano, 1944. È l’alba. Finalmente il cielo è libero e silenzioso, ma i bombardamenti hanno ridotto la città a un cumulo di macerie. Gemma deve andarsene, deve proteggere suo figlio Alberto. Lo zio Giacinto abita in campagna. Lì, lei e Alberto saranno al sicuro, lontani dai tedeschi, lontani dalla guerra.
Milano, oggi. Miranda guarda il cielo come se quella cupola grigia e triste possa darle le risposte che cerca. Perché suo padre è scomparso? Perché non ha lasciato nemmeno un biglietto? E se fosse successo qualcosa? Forse il gesto del padre non è che l’ultimo passo di un distacco avvenuto tanto tempo prima – e cresciuto negli anni, tra incomprensioni e silenzi – eppure Miranda non può lasciarlo andare così. Allora ne segue le fragili tracce e arriva a Sant’Egidio dei Gelsi, dove il padre e la nonna si erano trasferiti nel 1944. E, sotto il cielo idilliaco della campagna piemontese, raccoglierà i frammenti di una storia solo apparentemente dimenticata; la storia di un ragazzino senza padre, costretto a crescere troppo in fretta, e di una donna obbligata a prendere una decisione terribile, che segnerà il destino della sua famiglia. Una storia che la condurrà infine dal padre, ma che soprattutto le permetterà di capire come il futuro – il cielo dopo di noi – si rasserena solo se si ha il coraggio di cancellare le nubi del passato e di aprirsi all’amore.


Salve a tutti, lettori. 
Eccoci arrivati al tanto atteso autunno ed eccoci con una nuova recensione relativa a un volume su cui la casa editrice Nord ha puntato tanto. 
Erano diversi mesi che, navigando sui social, sia sulla loro pagina che random nella home, mi ritrovavo sempre di fronte la copertina di “Il cielo dopo di noi” di Silvia Zucca, e devo ammettere che in principio non mi sentivo particolarmente attratta dalla presentazione, e neanche dalla copertina se è per questo. Però, quando mi è stato proposto, ho deciso di dargli una chance, quindi eccoci con quella che invece è stata una rivelazione.

La vicenda ruota attorno a Miranda Dallacqua. Mira è una donna determinata e indipendente, una dura, e a primo impatto anche vagamente antipatica. E se c’è una cosa di cui è sicura è che vuole stare alla larga dalla sua famiglia. Ci è riuscita per 12 anni, finché una mattina non viene svegliata dalla telefonata di sua sorella, in cui le comunica che l'anziano padre è scomparso. Mira accetta di ritornare a casa per aiutare a ritrovarlo, ma né Mira né Alessia hanno idea di da che parte cominciare a cercarlo, finché non si imbattono in una vecchia lettera indirizzata alla nonna Gemma, madre di Alberto, e risalente al 1944. 
Si tratta di un messaggio in inglese scritto da un certo Philip, che prometteva amore eterno a Gemma e che sarebbe tornato per lei e Alberto. Mira non aveva mai sentito parlare di quest’uomo e non può chiedere a sua nonna, morta da alcuni anni e i cui contrasti con lei erano stati la molla scatenante del distacco con la famiglia, ma sente nel profondo che venire a capo di quel mistero la porterà a ritrovare suo padre.
Così parte per Sant’Egidio dei Gelsi, nominata nella missiva e dove Gemma e Alberto hanno trascorso alcuni mesi proprio nel 1944. A questo punto parte un alternarsi nella storia tra passato e presente, con un capitolo che ci racconta il proseguire delle ricerche di Mira e uno che ci fa vivere in prima persona gli avvenimenti di settant’anni prima. 
È qui che quindi facciamo conoscenza con una giovane Gemma che cerca di proteggere il figlio di appena otto anni da pericoli che lui non vede neppure, come la vicinanza con il carismatico tenente Bonfanti, capo delle SS italiane presso il paese, che ha preso in simpatia il bambino dedicandogli attenzioni simili a quelle di un padre verso il figlio. Attenzioni pericolose se consideriamo che il piccolo è entrato in contatto con Philip, americano da considerare loro nemico, ma con cui si stabilisce un legame. La ricerca del padre, così come quella della verità; porteranno Mira non solo a scoprire qualcosa in più sulla sua famiglia, ma anche su se stessa.

Amici, come anticipato all’inizio non ero propensa alla lettura di questo libro, forse per il contesto della seconda guerra mondiale che non è tra i miei preferiti, ma che ultimamente mi sta dando grandi soddisfazioni, comunque non ho rimpianto la scelta di accettare di leggerlo. Quando si dice non giudicare un libro dalla sua copertina... 
Ho scoperto in Silvia Zucca un’ottima scrittrice con un linguaggio maturo e uno stile scorrevole, che riesce a catturare l’attenzione di chi legge con un ritmo che parte lento ma che diventa via via più avvincente fino a non poter staccare gli occhi dalla pagina. 
I personaggi sono ben delineati, con caratteri forti e sfaccettati, ricchi di pregi e difetti che proprio per questo riescono a essere realistici. Tra tutti non si può non amare il personaggio di Gemma, che con le sue scelte nel 1944 dà il via alla concatenazione di eventi che porta allo svolgersi della vicenda. Una donna che vuole soltanto tenere al sicuro il figlio che ama profondamente, in un contesto storico delicato in cui il nemico non è solo colui che spara contro ma anche colui che gli sta accanto indottrinando e mettendo in testa idee cariche di esagerato patriottismo e maschilismo.

È un libro che parla di sofferenza ma anche di speranza, amicizia e riscatto dagli errori del passato.
Se amate le storie d’amore in tempo di guerra, se volete scoprire come una storia di settant’anni prima possa influenzare il presente o se più semplicemente cercate una buona lettura per accompagnarvi in questo inizio ottobre, avete trovato ciò che fa per voi.

Voto Libro- 5 Meraviglioso




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