November criminals. Noi siamo il coraggio
Genere: Giallo
Autore: Sam Munson
Washington D.C. Addison Schacht ha diciotto anni e cinque giorni. È all'ultimo anno del liceo e vive in un elegante quartiere abitato da famiglie alto-borghesi con il padre, un artista fallito che fa vasi di terracotta e insegna come farli in una semifamosa accademia d'arte della città. Addison non è esattamente quel che si definisce il ragazzo popolare della scuola. Ha una sola amica e non perde occasione di citare l'Eneide di Virgilio in latino, sostenendo che abbia ancora molto da insegnare sulla vita. Negli ultimi quattro anni ha dedicato quasi tutto il suo tempo libero a spacciare erba a coetanei annoiati e innocui. Non che fosse previsto tra i suoi progetti, ma di certo era facile, e più intrigante delle lezioni. Deciso a smettere una volta diplomato, ce l'ha fatta addirittura prima del termine che si era imposto. Ma non grazie alla sua forza di volontà: le circostanze hanno avuto un ruolo importante. Circostanze che portano il nome del suo compagno di classe, Kevin Broadus, assassinato, pare, in un tentativo di rapina. Per Addison questo omicidio diventa un'ossessione. Un mistero e un'indagine personale che si trasformano presto in un viaggio esistenziale tra gli interrogativi della vita e gli inganni della società.
Salve amici e ben trovati.
Oggi vi parlo di un romanzo che è già un film e che mi ha incuriosito molto.
Si tratta di "November Criminals" di Sam Munson, edito Sperling & Kupfer.
Addison Schacht è un diciottenne all'ultimo anno di liceo.
Frequenta una scuola esclusiva e vive in un quartiere prestigioso di Washington, DC. È intelligente e ha una passione smodata per l‘Eneide di Virgilio, che spesso cita in Latino. È uno di quei ragazzi silenziosi, invisibile per i suoi compagni di scuola eppure, non si direbbe, Addison è uno spacciatore, vende erba ai suoi coetanei, annoiati figli di papà.
Addison non ha amici, fatta eccezione per Digger, una ragazza forte e intraprendente, che lo affianca e lo asseconda spesso.
Un giorno come tanti, a scuola viene annunciata la morte di una dei compagni, Kevin Broadus, un ragazzo di colore ucciso sul luogo di lavoro in una tentata rapina.
Addison e Kevin non erano amici, si erano scambiati a malapena qualche cenno del capo come saluto, incrociandosi alle lezioni comuni. Ed è proprio in una delle ultime lezioni in comune che Addison aveva notato Kevin, quando quest'ultimo aveva alzato la testa, rispondendo a tono, ma educatamente ad una professoressa che gli aveva fatto notare la condizione della sua etnia.
Addison decide di capire perché Kevin è stato ucciso, considerando che la modalità dell'accaduto non è stata mai ben chiara. Insieme a Digger comincia questo viaggio, che per lui è diventato praticamente un'ossessione, che lo porterà a rischiare la sua vita.
"November Criminals", presentato come un thriller, è in realtà, almeno secondo me, una sorta di viaggio attraverso i pensieri del protagonista, Addison Schacht, un ragazzo dal carattere complesso e introspettivo che ci colpisce con il suo sarcasmo e la sua ironia triste.
Il tema principale, rappresentato dalla ricerca della verità riguardo la morte di un adolescente, la parte thriller del romanzo, si dimostra essere ben più articolato e si intreccia a tematiche note come il razzismo, mascherato da finta integrazione, che alberga nelle classi abbienti.
I personaggi sono tutti filtrati dalla mente e dal giudizio di Addison, perché ci troviamo a leggere una specie di diario dei suoi pensieri, dei suoi ricordi, di eventi che hanno scandito la sua vita.
Addison è un personaggio complicato e contraddittorio. Mira a non essere notato, nascondendosi tra le pieghe ombrose delle vite dei suoi compagni, eppure le sue attività illecite lo pongono al centro di una sorta di attenzione, quella dei suoi clienti, che sono i suoi compagni, appunto.
Lui stesso appartiene a quella fascia sociale alto-borghese, non ha bisogno di spacciare eppure lo fa non sapendo perché.
La stessa battaglia ossessiva che intraprende per scoprire cosa si nasconde dietro alla morte di Kevin non nasce da grandi motivazioni. Kevin non era il suo caro amico, non rappresentava nulla per lui.
In realtà, quello che mi è arrivato leggendo di questo suo fiume di pensieri, a volte per nulla pertinenti alla storia, veri e propri voli pindarici che ci portano fuori dal contesto del romanzo, è che Addison è un giovane fragile e insicuro che si è costruito una maschera dietro alla quale trova il conforto che gli manca e che nemmeno Digger riesce a dargli fino in fondo.
Forse soffre della stessa noia che pervade la vita dei suoi coetanei. Si racconta al lettore cercando di nascondere la sua vera natura, mostrandosi freddo, sarcastico, strafottente, ma lo senti dal retrogusto amaro delle sue parole che lotta per essere scoperto e compreso.
"Ti senti più solo in mezzo a una folla, perché la folla toglie enfasi all'aspetto fisico della solitudine."
Lo stile dell'autore è parecchio apprezzabile, diretto e forte, senza fronzoli, ma che suggerisce una certa eleganza.
Il romanzo prende quasi sin dall'inizio, ma, in realtà, a volte risulta un po' lento, dispersivo, forse proprio per questo intreccio di pensieri scomposti di Addison.
Quello che mi ha lasciata un po' così è stata la fine, leggerete voi stessi se deciderete di dare al romanzo una possibilità. Ma non barate andando a vedere prima il film!
Buona lettura.
voto libro - 4 Bellissimo
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