Il giorno che imprerai a volare
Genere: Narrativa
Autore: Katherine Center
Sai cosa si prova a spiegare le ali, e spiccare finalmente il volo?
Margaret Jacobsen vive un momento d'oro: ha un lavoro fantastico, un fidanzato che adora, e tutti i sogni di chi sta per cominciare una vita perfetta. E poi arriva quel giorno, quello in cui la felicità avrebbe dovuto prendere forma nel modo più eclatante. La proposta di matrimonio del suo ragazzo, mentre entrambi si librano alti nel cielo su uno dei piccoli velivoli che lui ama pilotare, la sua grande passione. Ma basta la distrazione di un attimo e, insieme all'aereo, la vita intera di Maggie precipita.
In ospedale, costretta a pensare alla possibilità che potrebbe non camminare mai più, Maggie vede crollare tutto intorno a sé: l'amore del fidanzato, vacillante di fronte al tremendo senso di colpa, la carriera, la felicità della sua famiglia…
Ma poi arriva Ian: il "peggior" fisioterapista dell'ospedale, quello che le infermiere le sconsigliano per i metodi troppo duri. Ian dai modi bruschi e villani. Ian che la sgrida duramente se non fa i suoi esercizi. Ian… l'unico al mondo a vederla per ciò che è davvero… Perché, a volte, abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni a volare quando ci sembra di non avere più ali da spiegare.
Salve Confine!
Per questa estate ho fatto una bella scorta di letture perché, da disagiata cronica, ho paura di rimanere senza. Ho romanzi di tutti i tipi e di tutti i generi che aspettano solo me, ma oggi vorrei parlarvi di una bellissima storia che mi ha attratta subito, non appena ho letto la sinossi, perché sapevo mi avrebbe regalato grandi emozioni.
Sto parlando de “Il giorno che imparai a volare” di Katherine Center, uscito a giugno per Piemme, che ringrazio per la magnifica copia cartacea dalla cover delicata e romantica.
Margaret è una giovane donna realizzata. Ha un buon lavoro, tanti progetti per il futuro e un fidanzato innamoratissimo che si accinge a farle la fatidica proposta.
Purtroppo il giorno, che doveva essere tanto speciale, si trasforma in un incubo perché i due hanno un incidente terribile: durante il volo, il piccolo aereo guidato dal fidanzato, pilota novello, ha un problema che lo costringe ad un atterraggio di fortuna, in cui Margaret ha la peggio. La ragazza viene ricoverata con gravi ustioni e problemi ben più gravi, perché non sarà più capace di camminare.
Margaret è distrutta, scoraggiata, addolorata. Non riesce ad accettare quello che le è accaduto, rifiuta qualsiasi forma di aiuto, deve elaborare la nuova realtà. Aiutata dal sostegno della famiglia che si stringe attorno a lei, riesce a farsi forza e ad accettare ciò che le è accaduto, nonostante il suo fidanzato non riesca più a farsi vedere o a parlare con lei per il grave senso di colpa e per l’incapacità di affrontare il tutto.
Margaret è costretta ad affrontare la sua nuova vita da una prospettiva diversa e quando sembra stanca di lottare, ecco la figura ombrosa e burbera del suo fisioterapista, Ian, pronto a spronarla (in maniera poco ortodossa ma efficace) a guardare avanti, a continuare a lottare per raggiungere nuovi traguardi che la aspettano aldilà della sua nuova condizione fisica.
“Il giorno che imparai a volare” è uno di quei romanzi che mantengono le promesse. Mi aspettavo una storia di un certo tipo e, devo dire, si è mostrata decisamente meglio.
Margaret è una giovane donna, talmente comune da sembrare reale, così è facile immedesimarsi in lei e nel suo dolore.
Ha una vita normale ma perfettamente in linea con le sue aspirazioni, manca giusto il matrimonio col suo bellissimo fidanzato e, finalmente, sembra arrivare il momento. Chip è un pilota e Margaret ha una terrificante paura di volare, nonostante questo, accetta di uscire con lui per una gita tra le nuvole nel giorno di San Valentino. Quello è il giorno e il modo in cui Chip ha deciso di chiederla in sposa, ma non fa in tempo a portare avanti la sua sorpresa che, a causa di un problema, il piccolo aereo è costretto ad un atterraggio di emergenza che cambierà la vita di entrambi per sempre.
Questo è il momento in cui cominceremo a conoscere Margaret nel profondo.
Come immaginabile, Margaret è devastata dalla sua nuova condizione. La famiglia vicina non basta e spesso commenta in maniera inadeguata. La ragazza vuole solo lasciarsi andare, piangersi addosso, elaborare in qualche modo qualcosa che non pensava mai potesse accaderle.
Il comportamento di Margaret è aderente alla realtà, non è romanzato, esagerato, edulcorato o drammatizzato. La scrittrice riesce a creare un personaggio estremamente reale, vero, umano e non solo di carta. Questo è uno dei lati del romanzo che ho decisamente apprezzato.
Come potrebbe capitare ad ognuno, dopo un primo momento di scoramento, di dolore ed elaborazione, arriva il momento dell’accettazione e della reazione, e così accade a Margaret, che prende consapevolezza della nuova piega presa dalla sua vita, del suo futuro caratterizzato forse da una disabilità, e reagisce cercando di farsi coraggio.
Purtroppo è anche vero che la ripresa, dove è possibile, non segue mai una linea retta, e ogni volta che Margaret sembra gettare la spugna arriva un personaggio che io personalmente ho adorato.
“Che tu riprenda a camminare o no, ti dirò l’unica cosa che so con certezza. È il provare che ti guarisce. Devi fare solo questo. Provare.”
Ian è il fisioterapista incubo dell’ospedale. Non ha un buon carattere, sembra non essere in grado di empatia, nessuno lo consiglia a Margaret, ciò nonostante è con lui che finisce.
Questo per la ragazza è il regalo più grande, solo che lei ancora non lo sa, perché alla lunga, Ian si dimostra essere ciò di cui lei ha bisogno.
Con modi bruschi, atteggiamenti arroganti, urla motivazionali prive di empatia e di pietà, Ian insegna a Margaret che può essere ancora se stessa, che può ancora cavarsela nel mondo e da sola, soprattutto, perché si può sempre imparare a volare.
La Center, col suo stile elegante ma senza pretese, fatto di dialoghi appropriati e momenti descrittivi intensi, colpisce dritta al cuore il lettore.
La semplicità con la quale tratta argomenti quali la disabilità e il dolore che da questa condizione deriva, aiuta il lettore ad immedesimarsi col personaggio di Margaret, vivendo con lei i suoi stati emotivi, comprendendo le sue reazioni, assimilando i suoi pensieri.
“Il giorno che imparai a volare” è un romanzo di dolore e assimilazione, di cambiamento e di crescita, che mi sento di consigliare con tutto il cuore, se volete vivere emozioni reali che rimarranno dentro di voi per tanto tempo.
voto 4.5
0 comments