Il registratore di sogni
Genere: Narrativa Contemporanea
Autore: Mariam Tarkeshi
25 Giugno
Nico ha diciotto anni e frequenta senza entusiasmo il liceo artistico. Pigro e apatico, passa il tempo a invidiare i successi degli altri, pur non facendo nulla per migliorare se stesso. E se non fosse per Seba, un ragazzo popolare che lo ha scelto come suo sodale, trascinerebbe le giornate in solitudine. Il giorno del funerale di suo nonno, Nico scopre con sorpresa che l’uomo gli ha lasciato qualcosa in eredità: un vecchio lettore VHS. Nico scorre la lunga lettera che lo accompagna e una frase gli salta agli occhi: «Registratore di sogni, per chi tende a dimenticare». Il suo primo istinto è cercare di vendere on line quell’aggeggio, ma glielo impedisce l’incontro con Viola, che conosceva bene suo nonno e che gli mostra come funziona il registratore: se utilizzato durante il sonno, ha la capacità di registrare i sogni. Potrebbe essere la sua occasione per ottenere un po’ di considerazione. Ma i sogni attingono al subconscio. Il registratore è in grado di far riaffiorare alla mente ricordi dimenticati. A una festa Nico si fa prendere la mano. E qualcuno si trova costretto a rivivere ciò che sperava di aver cancellato per sempre. Da quel momento, Nico comprende la pericolosità dello strumento, ma il meccanismo che si è avviato non è così semplice da disinnescare.
Salve Confine!
Vi è mai capitato di svegliarvi e non ricordare cosa avete sognato, ma di sentire una leggera inquietudine quando cercate di ricordarvelo?
Ma certo che sì e siamo abituati a non farci molto caso, ma il romanzo che ho letto qualche giorno fa ha una spiegazione ben precisa a questo fenomeno: e se dimenticare determinati sogni fosse il modo che ha il nostro cervello per preservarci da ricordi altrimenti dolorosi?
Noi questo non possiamo saperlo, lo sa benissimo invece il protagonista de "Il registratore di sogni" di Mariam Tarkeshi, uscito per Sperling & Kupfer lo scorso giugno.
Nico riceve, come eredità dal nonno appena morto, una scatola contenente uno strano aggeggio che somiglia ad un lettore VHS, accompagnato da un post it e una lettera.
Il post it dice "REGISTRATORE DI SOGNI PER CHI TENDE A DIMENTICARE".
Un registratore di sogni, quindi, e Nico si sente preso in giro da quel nonno che poco conosceva, fino a quando un'anziana signora di nome Viola non viene a cercarlo svelandogli l'arcano.
L'eredità del nonno non è una bugia, non è uno scherzo, ma un vero e proprio registratore di sogni che questi aveva inventato e che aveva mantenuto segreto perché ne aveva riconosciuto il potenziale negativo.
Finire nelle mani sbagliate è un attimo e Viola raccomanda a Nico di non testarlo, non provarci nemmeno, né tantomeno parlarne con nessuno.
Ma Nico è un ragazzo un po' particolare e poco avvezzo a dare ascolto agli adulti, così mette a parte di questo suo segreto il suo migliore amico Seba.
Da cosa nasce cosa e, ben presto, molti vengono a saperlo, anche perché Nico decide di mettere un annuncio e tirarci su qualche soldo.
Ma cosa succede se i sogni che non ricordiamo sono il modo che ha il nostro cervello di preservarci da vecchi traumi e dolori immensi?
Quali potrebbero essere gli effetti su chi li riporta a galla utilizzando il registratore?
"Se non siamo liberi nel mondo dei sogni, allora quando? Che fine faremmo, se non ci rimanesse neanche un segreto? E non solo nei confronti degli altri: certi segreti abbiamo bisogno di tenerli nascosti anche a noi stessi.”
Che bella trama affascinante e fitta di mistero, vero?
Io stessa ho deciso di leggere questo romanzo dopo aver visto la cover e letto la sinossi.
Mi sono caricata di moltissime aspettative, mea culpa, ma devo dire che non sono rimasta soddisfatta.
Se la storia è ricca di potenziale, piena di spunti di riflessione, momenti altamente tensivi, di contro abbiamo uno stile acerbo, dialoghi immaturi e una prosa poco esaudente.
I protagonisti de "Il registratore di sogni" sono per lo più adolescenti, diciottenni che frequentano ancora il liceo, quindi un po' di immaturità ci può stare direte voi. Ma io non mi riferisco in questo senso ai personaggi, bensì al racconto in sé, che presenta qualche lacuna, qualcosa che, mentre leggevo, mi faceva sentire come se mancasse un pezzo.
Come se questo non bastasse, ho trovato anche che il mondo di questi ragazzi fosse stato raccontato come se visto attraverso uno specchio distorto.
Troppa violenza, spesso ingiustificata, comportamenti che non sono molto aderenti alle situazioni.
Il protagonista, Nicolò, sembra una caricatura esasperata di un giovane di oggi, con poca voglia di fare e ancora meno di dire.
Risulta quasi uno zombie privo di sentimenti, di empatia, anche minima, abile di parolaccia e di cattivi comportamenti irrispettosi, soprattutto nei confronti degli anziani. Metteteci che leggeremo la storia dal suo punto di vista e vi ho detto proprio tutto!
Secondo il mio modesto parere, sembra quasi che l'autrice abbiamo voluto forzare comportamenti ed eventi per portarli dal punto A al punto Z senza passare per tutte le altre lettere dell'alfabeto.
Sintomo di inesperienza e, siccome sono pignola ma anche giusta nelle mie recensioni, sono andata a vedere chi fosse l'autrice, e ci ho proprio preso. Essendo questa abbastanza giovane e alla sua prima esperienza, ovviamente ho calato l'asticella delle mie aspettative e ho potuto apprezzare in maniera diversa il lavoro che questa ragazza ha fatto con questo romanzo, cambiando la mia precezione e il mio giudizio finale.
Posso riassumere il tutto dicendo che, per essere un romanzo d'esordio, è abbastanza buono, con qualche mancanza dovuta all'inesperienza bilanciata da alcuni momenti che invitano il lettore alla riflessione. Il potenziale della storia non è stato sfruttato al massimo, leggendo si sente cosa sarebbe potuto diventare ed è un peccato.
Ne consiglio la lettura ad un pubblico giovane.
Buona lettura.
voto libro - 3.5
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