Something Dark and Holy

 
La serie è composta da: 
 
1. Wicked Saints 
 
2. Ruthless Gods 
 
3. Blessed Monsters 


Genere: Fantasy

Autrice: Emily A. Duncan 
 
Una ragazza che parla con gli dei deve salvare il suo popolo senza ditruggere se stessa. 

Un principe in pericolo deve decidere di chi fidarsi. 

Un ragazzo con un segreto mostruoso resta dietro le quinte.

Insieme, devono assassinare il re e mettere fine alla guerra. 

In una guerra che dura centinaia di anni dove bellezza e brutalità si incontrano, i loro percorsi si intrecciano in un mondo ombroso di sangue versato e santi misteriosi, dove un amore proibito potrebbe far pendere la bilancia tra buio e luce. 


Salve lettori!
Dopo tutte queste letture in italiano avevo necessità di leggere qualcosa in inglese, soprattutto del mio genere preferito.
Per questo la mia ultima lettura è stata “Wicked Saints” di Emily A. Duncan, primo libro della trilogia “Something Dark and Holy” e primo libro pubblicato da questa giovane autrice.
Ero molto curiosa di leggere questo romanzo per vari motivi, primo tra tutti il fatto che si ispira al folklore slavo e io, da amante e studiosa, sguazzo dentro a queste rivisitazioni.
Oltre a questa ragione c’è anche il fatto che in America è stato molto acclamato, sommerso di voti alti e circondato da un hype assurdo prima dell’uscita, avvenuta il 2 aprile.
Inoltre da patita di elementi oscuri sono ovviamente rimasta affascinata dal titolo, sia del libro che della serie, e dalla trama.

Siamo in un nuovo mondo magico, di cui conosciamo i due paesi che da centinaia di anni sono in guerra l’uno contro l’altro: Kalyazin e Tranavia.
Causa della guerra è la più antica di tutte: la religione.
In questo mondo il pantheon degli Dei è molto ampio e ognuno di loro ha una sorta di protetto, i chierici, a cui garantiscono dei poteri magici che vengono tramandati ai posteri come miracoli.
Tranavia ha però rifiutato questi Dei, cercando la libertà di poter usare la propria magia liberamente attraverso l’uso del sangue, per questo vengono chiamati “blood mages”.
Questi sono considerati eretici da Kalyazin e dai loro Dei, perché hanno osato porsi allo stesso livello degli Dei e li hanno banditi dal loro regno.
Cosa importante da tenere a mente è che non tutti, in entrambi i paesi, hanno la magia; a Kalyazin è garantita dagli dei a pochi eletti e a Tranavia dipende da quanto è potente la magia nel sangue.
 
I protagonisti di questa storia sono tre: Nadya, Serefin e Malachiasz.
Nadezhda (tipico nome russo che significa “speranza”), o come la chiamano tutti, Nadya, è una giovane chierica di Kalyazin, probabilmente l’ultima a cui gli dei rispondono, particolare soprattutto perché nella storia i chierici hanno avuto la benedizione di un solo Dio, mentre lei riesce a parlare e a ricevere aiuto da tutti, anche se la sua protettrice è Marzenya, dea della morte e della magia.
Nadya è un’arma fondamentale per il suo paese, deve essere protetta ad ogni costo, per questo, quando l’abbazia dove viveva viene attaccata, scappa, con un ultimo regalo misterioso datole dal suo migliore amico.
Fuggendo, Nadya incontra un trio di fuggitivi che ha un piano particolare e anche molto pericoloso: uccidere il re di Tranavia per mettere fine alla guerra.
Uno di loro, però, è proprio di Tranavia, Malachiasz, un ragazzo dal sorrisetto facile, con gli occhi sempre accesi da una scintilla di sfida, ma circondato da un’aura oscura e triste.
Un eretico in ogni caso, eppure Nadya si sente attratta da lui e dai suoi segreti, si lascia coinvolgere nel loro piano suicida, nascondendo comunque le sue vere intenzioni, ossia riportare gli dei a Tranavia.
Serefin invece è il figlio del re di Tranavia, uno dei blood mages più potenti del regno, al fronte da quando era un ragazzino e sempre spalleggiato dai suoi migliori amici e guardie, Ostyia e Kacper.
Anche Serefin, all’apparenza, è un ragazzo spensierato e crudele, ma in realtà anche lui è tormentato, spaventato e soprattutto preoccupato per il destino che aspetta il suo paese.
Questi tre ragazzi sono totalmente diversi, ma in qualche modo il loro destino si intreccia in una lotta contro un rituale le cui conseguenze potrebbero essere catastrofiche e contro gli dei che cercano in tutti i modi di tornare a regnare incontrastati.
Ma ci si può davvero fidare del nemico, soprattutto quando i confini sono così labili e i sentimenti così forti?


“Tu potresti essere esattamente ciò di cui questi paesi hanno bisogno per fermare la guerra. O potresti farli a pezzi.

Lettori, si sente tanto che questo è il primo libro pubblicato dall’autrice. Non potrei dargli 5 stelle perché nonostante sia scritto bene e l’idea di base è davvero valida, si sente che è acerbo.
L’autrice ha avuto delle idee molto belle e interessanti, ma diciamo che è stato tutto buttato un po’ a fare mucchio per i prossimi libri.
Che va bene, deve pur introdurre qualcosa, però avrei preferito che l’intreccio fosse stato definito meglio.
Con i personaggi si entra subito in sintonia, anzi di Malachiasz ci si infatua all’istante.
Si percepisce che la facciata che mostrano nasconde tanto, ma mentre per Serefin e Nadya il mistero è svelato subito perché i capitoli sono alternati tra i loro punti di vista, Malachiasz è un’incognita fino alla fine.
Il percorso di Serefin è probabilmente quello più chiaro e lineare; un erede al trono che ha vissuto gli orrori della guerra e vuole salvare il suo popolo dalla distruzione totale. Sembra uno scapestrato egoista, ma in realtà dimostra di saper anche ragionare per il bene comune.
Malachiasz lo conosciamo attraverso gli occhi di Nadya, quindi è una visione confusa di questo ragazzo prima nemico, poi eretico, poi emotivamente indifeso, poi primo amore. Il tutto offuscato dai sensi di colpa di Nadya provocati dalla religione e dai suoi dei.
Nadya è un personaggio un po’ scialbo; ragazza benedetta dagli dei, braccio in campo nemico, dove la presa degli dei è debole, attraversa un periodo di crisi spirituale dopo che Malachiasz le ha aperto gli occhi sulla sua magia, ma che nonostante tutto ciò di cui è a conoscenza vacilla tra la fede e la ribellione. Sin da bambina è stata scelta come arma per fermare la guerra, è cresciuta con questa concezione, quindi, con tutto quello che deve sopportare, il lettore si aspetta una guerriera coi contro fiocchi, invece è stata troppo adolescente, troppo indecisa.


“Siamo tutti mostri, Nadya. Alcuni di noi lo nascondono meglio di altri.”

Il cattivo principale è il re di Tranavia, ma è solo la punta dell’iceberg, perché alle sue spalle agiscono i Volturi, gli Avvoltoi, la setta di blood mages più potenti e mostruosi.
Kalyazin resta sullo sfondo, una minaccia costante ma secondaria, superata dalla minaccia di un ritorno degli Dei.
Dei che sono tanti, forse troppi, ma mi sono piaciute molto le scene in cui comunicavano con Nadya, è originale e interessante, ed è un modo per renderli più terreni e partecipi.
Cosa che mi è dispiaciuta è che non ci sono spiegazioni, che in un primo romanzo di questo genere servono sempre, soprattutto se crei due tipi di magia così diversi.
Gli dei come scelgono i loro protetti? La magia è già nelle persone? Se sì, da cosa dipende?
Come si stabilisce la potenza tra i blood mages? Gli incantesimi sono scritti da altre persone, quindi come si fa a capire se si ha la magia o no?
Soprattutto per i blood mages non è una cosa spontanea, dato che hanno bisogno di un quaderno di incantesimi da cui strappare quello desiderato e su cui versare il sangue per attivarlo.
Sono tutte domande che possono sembrare banali, ma che un lettore che legge in modo particolare questo genere si pone.
Sicuramente ci sono altri due libri e tante cose saranno spiegate lì (spero), ma almeno gli elementi di base sarebbe meglio chiarirli sin dall’inizio in modo da dare spazio ad altre questioni (che ci sono) e anche per dare un’immagine chiara al lettore che così non si confonde o distrae.
Si sente che è il primo libro anche perché ci sono scene che potevano essere condensate e altre rese meno confuse, ammetto di non aver ancora capito come è successo cosa in un paio di scene.
L’autrice fortunatamente ha uno stile che non annoia e che ti spinge a continuare la lettura.
Nonostante questo, ad un certo punto, si sente che le cose stanno andando troppo per le lunghe, anche perché non ci sono colpi di scena che spezzano la narrazione.
O meglio, ci sarebbero anche, ma sono o abbastanza prevedibili o smorzati, dato che l’autrice ha lasciato parecchi indizi che li facevano intuire.

La storia finisce con un cliffhanger e sinceramente sono molto curiosa di sapere come continuerà, sia per la trama che per la crescita narrativa dell’autrice.
Nei ringraziamenti la Duncan ringrazia Leigh Bardugo e scrivendo la recensione, quindi ripensando a ciò che succede, effettivamente credo che a grandi linee si sia ispirata tanto, ma tanto, alla trilogia “Shadow and Bone” della Bardugo.
Tutto sommato il libro mi è piaciuto.
L’idea c’è, la bravura c’è, bisogna lavorarci per bene e sono convinta che potrebbe uscirci un capolavoro.
Bene lettori, recensione molto corta come sempre!
Vi consiglio di cercare le fan art di questo libro perché ce ne sono di molto molto belle e anche perché per il secondo dobbiamo aspettare il 2020.
Baci


Voto libro - 3 


  

Genere: Fantasy

Autrice: Emily A. Duncan 

Nadya non si fida più della sua magia. Serefin sta combattendo una voce nella sua testa che non gli appartiene. Malachiasz è in guerra con chi - e cosa - è diventato.
Mentre il loro gruppo continuna ad essere separato, la ragazza, il principe e mostro, capiranno che i loro destini sono irrevocabilmente uniti. I loro percorsi sono orchestrati da qualcuno... o qualcosa.
Le voci che Serefin sente nell'oscurità, quelle che Nadya crede siano i suoi dei, quelli che Malachiasz vuole disperatamente incontrare, quelle voci vogliono un ruolo nel mondo, e si rifiutano di stare ancora in silenzio. 



Salve lettori!
Sono molto in difficoltà con questa recensione perché è di un libro che speravo davvero mi sarebbe piaciuto.
Vi parlo di “Ruthless Gods” di Emily A. Duncan, seguito di “Wicked Saints” e secondo volume della trilogia “Something Dark and Holy”.

Ovviamente farò qualche spoiler sul finale del primo libro.

Sembra che Malachiasz abbia raggiunto il suo obiettivo: è diventato un dio. Ha tradito Nadya, ha visto Serefin morire e si è trasformato in un essere mostruoso e spaventoso, incoerente.
Nonostante Nadya tenti di dimenticarlo e di odiarlo per il suo tradimento, non riesce a togliersi dalla testa quell’adolescente ansioso il cui desiderio era salvare il suo paese.
Per questo quando avrà la possibilità di parlare con il Black Vulture, si avventurerà nelle profonde miniere e andrà incontro al mostro dai mille occhi sanguinanti che è diventato Malachiasz.
Intanto Serefin deve trovare un modo per tenere il trono e far finire la guerra senza votarsi all’omicidio, e se non bastasse deve fare i conti con le falene che gli girano intorno, un occhio che non funziona e una voce che lo tormenta da quando è morto ed è tornato in vita.
I loro percorsi iniziano per motivi diversi, ma alla fine tutti e tre si ritrovano sulla stessa strada, guidati da qualcosa di più forte e antico, oscuro, sacro, malvagio, potente. Dei buoni e dei cattivi, se questa distinzione può essere fatta.
Dovranno arrivare in un luogo sacro per Kalyazin e dannato per Tranavia, ma la domanda è: potranno mai uscirne vivi?

“Tutto era oscurità. Enorme e fredda e viva. Poteva sentirla respirare, cambiare, volere qualcosa da lei. Non c’era niente che potesse fermarla dal consumarla.”

Allora lettori, parto dal pregio del libro, ossia la trama, che è originale, è sviluppata bene (tecnicamente) e non ha buchi. Tutto è spiegato per bene e nulla viene lasciato al caso. Inoltre tratta argomenti importanti e profondi quali la perdita di fede, la lotta tra sacro e profano, quella tra bene e male e le rispettive sfumature, l’amore per la persona sbagliata e la ricerca di sé stessi.

Passiamo ai difetti, che sono i personaggi.
Non credo di aver mai odiato, anche se forse è una parola troppo forte, diciamo provato meno interesse, per dei personaggi come con questi. Sono contraddittori, non si può tifare per loro né sostenerli, sono ottusi e fanno scelte discutibili (e non “discutibili ma lo accetto comunque perché sono fantastici”, discutibili e basta).
Tutti e tre hanno lo stesso obiettivo, che è mettere fine a una guerra che sta distruggendo i loro paesi.
Nel primo libro si è visto che seguendo strade diverse e opposte non si è risolto niente, anzi si è dato vita ad ulteriori disastri.
Quindi uno pensa, è vero che sono nemici per ovvi motivi, ma dato che vogliono tutti la stessa cosa e si trovano tutti in una brutta situazione per le loro scelte discutibili già nel primo libro, potrebbero anche mettere da parte le avversità e collaborare tra di loro, mettere insieme le loro conoscenze e abilità e, ognuno con le proprie domande esistenziali, risolvere il tutto.
Invece no. Ognuno continua per la propria strada, ognuno usa l’altro come meglio può e alla fine si stupiscono quando vengono traditi. Peggiorando ancora di più la situazione, tra l’altro.
Che magari, pure se avessero collaborato, poteva degenerare comunque, ma almeno il loro viaggio sarebbe stato più interessante e soddisfacente... e con meno lamentele.

Se dovessi descrivere Nadya sarebbe con la frase “una lagna continua”. Capisco la disperazione per la perdita degli dei quando sono stati una costante nella sua vita, e ancora di più quando scopre di essere pericolosa per determinati motivi e nessuno le ha mai detto niente, ma su Malachiasz no.
Lui e Nadya sono una coppia tossica, ognuno usa l’altro, dimostrano di amarsi ma si pugnalano costantemente alle spalle senza ritegno.
Di nuovo, vi rendete conto di tenere uno all’altra, volete LA STESSA COSA, collaborate! Fidatevi! Parlate! Lottate per sconfiggere lo stesso male, non fate ognuno a cavoli propri e alla fine vi stupite di essere traditi!
Malachiasz nel primo libro mi era piaciuto.
Bad boy, mezzo villain, un’aura di insicurezza, bisogno di essere amato e salvato. Praticamente perfetto. Bene, aggiungeteci il bipolarismo.
Ovviamente ricordate che noi lo viviamo sempre dal punto di vista di Nadya, infatti avrei preferito che ci fossero più capitoli dal punto di vista di Malachiasz perché i suoi cambiamenti avrebbero avuto più senso.
Il ragazzo passava dall’essere un mostro senza coscienza e senza raziocinio, che mangiava cuori senza scrupoli, al ragazzino ansioso, pieno di dubbi e con carenza di affetto, che segue Nadya come un cagnolino curioso, per poi tornare il mostro che ha un piano di cui il ragazzo però non sa niente, che però ricorda, ma ovviamente mente, che quando è con Nadya però è un cucciolo innamorato che la proteggerebbe senza scrupoli, che però non c’entra niente perché lui vuole solo il bene di Tranavia e farebbe di tutto per il suo paese, che al mercato mio padre comprò!
Quindi, io voglio pure capire che il ragazzo sta un po’ scombussolato per il potere che ha in corpo, questo se mi dicevi che erano due parti separate e quindi davvero non ricordava niente. Ma non puoi dirmi che sono la stessa persona senza giustificarlo con una malattia mentale. Fantasy fino a un certo punto!
Con Serefin avevo sperato potesse essere colui che avrebbe elevato il libro, il personaggio che avrei amato sopra tutti, ma o si è perso nella confusione creata dagli altri due o ha fatto anche lui un percorso discutibile. Mi sa entrambe le cose.

Quindi niente, potete capire che quando i personaggi mandano a rotoli la storia (e diventano insopportabili), nonostante la trama avrebbe potuto svilupparsi in maniera incredibile, la lettura immancabilmente delude.
Alla fine le cose che succedono sono anche interessanti!
Insomma, se le mie emozioni non fossero state sopraffatte dal fastidio, gli eventi avrebbero potuto ben sconvolgermi e lasciare con il fiato sospeso, o farmi emozionare, persino farmi cacciare una lacrimuccia!
Invece ho letto il libro a pezzi e bocconi, la fine un’oasi in mezzo al deserto che temevo disperatamente fosse un miraggio.
Temo, davvero temo il terzo libro, che a questo punto non so se leggerò.
Non so nemmeno se sono curiosa di sapere come va a finire tutto.
Immagino lo scopriremo tra un anno e più, quando uscirà.
Baci
 

Voto libro - 2


 

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