Il segreto del Canto di Natale


Genere: Narrativa

Autore: Vanessa Lafaye

28 Novembre


Una storia di bontà, gentilezze e fantasmi.

Mentre guarda una casa di bambola nella vetrina del negozio di giocattoli, Clara Marley pensa che il suo desiderio più grande è sentirsi di nuovo parte di una famiglia. Ma questo ormai non può più succedere, perché Clara e Jacob Marley sono tragicamente rimasti orfani e vivono di espedienti nella Londra di inizio Ottocento, rubacchiando un tozzo di pane tra i rifiuti e dormendo per strada. Ogni notte, prima di addormentarsi, Jacob, il fratello maggiore, promette alla sorella: “domani andrà meglio”. E proprio per mantenere lapromessa, quando gli si presenta l’occasione, la coglie, anche se il prezzo da pagare è troppo alto. E così Jacob intraprende un cammino che lo porta a diventare socio in affari di Ebenezer Scrooge. Ogni giorno che passa Jacob costruisce una fortezza fatta di denaro per tenere il resto del mondo fuori. Solo Clara può salvarlo dall'orribile destino che lo attende se non permetterà all’amore e alla gentilezza di albergare di nuovo nel suo cuore…"




Salve Confine!
Il mese scorso è uscito per HarperCollins, l’ultimo libro di Vanessa Lafaye, un’autrice da poco scomparsa a causa di una brutta malattia.
Prima di andarsene ha scritto per noi “Il segreto del canto di Natale”, una sorta di spin off del “Canto di Natale” di Charles Dickens, che si concentra su un personaggio secondario dello straordinario classico, Jacob Marley e sua sorella Clara.

Il racconto comincia con Jacob e Clara bambini, affamati e infreddoliti per le vie di Londra, che cercano di mantenersi in vita come possono, una vita di stenti a cui non sono abituati.
I ragazzini, infatti, provengono da una famiglia ricca, ma in poco tempo, dopo la morte dei genitori, si sono visti strappare tutto per colpa di uno zio avido.
Jacob rassicura la sorellina Clara ogni notte, mentre cercano di addormentarsi, con lo stomaco che duole per i morsi della fame e i polmoni che scoppiano per la tosse e il freddo, che un giorno tutto questo finirà, che non dovranno più soffrire la fame e torneranno ad una vita quantomeno dignitosa.
Ed è quello che succede.
Jacob si inventa dal nulla una sorta di società di prestiti alle persone povere e col tempo rileva anche la banca del suo datore di lavoro insieme al suo amico Scrooge.
Clara intanto aiuta il fratello e cerca di tenere viva la sua umanità, che sembra sparire, giorno dopo giorno, mentre cerca di tenere fede alla promessa che lui le ha fatto in quelle notti di fame e freddo.
Purtroppo, però, l’anima di Jacob sembra ormai diventata nera come il fumo che fuoriesce dai comignoli sui tetti londinesi e nemmeno le preghiere della sorella riusciranno a tirarla fuori da quel grigiore.

“Disorientato, si alzò dal letto e ripensò a tutto quello che aveva visto durante la notte, ripercorrendolo con la mente come una serie di diapositive che sembravano così concrete, così reali. Ora però era giorno e queste cose erano accadute di notte mentre lui era a letto. Forse aveva sognato tutto. Sicuramente aveva sognato tutto, non c’era dubbio. «Non ha senso!» esclamò Jacob Marley."

Come detto in precedenza, questo romanzo riprende personaggi secondari del classico dickensiano e li rende protagonisti.
Ci viene presentato Jacob come un ragazzino mortificato e indurito dalle vicende disgraziate di cui la sua famiglia è protagonista, mentre cerca di prendersi cura della sua amata sorellina, l’unica persona che gli resta e che lo spinge a cercare il riscatto che meritano.
Nel “Canto di Natale” di Dickens, Jacob Marley è già morto da qualche anno, ma sappiamo quanto abbia influenzato la vita di Ebenezer Scrooge.
Nel romanzo della Lafaye, Jacob è proprio colui che influenza Scrooge, che lo conduce dentro quel tunnel fatto solo di interessi e denaro, tanto da dimenticarsi e lasciare la sua pazientissima fidanzata.
Clara è il personaggio forte del romanzo.
È devota al fratello e lo segue nelle sue scelte, cercando di mantenerlo umano fino alla fine.
La devozione dei due fratelli l’uno per l’altra è sempre ben presente nel racconto, anche quando Jacob rovina la vita amorosa e felice della sorella, convinto di fare solo il suo bene.
Mi è piaciuto molto leggere questa sorta di spin off, mi piace chiamarlo così, perché la scrittrice è riuscita a mantenere quelle atmosfere tipiche dei racconti dickensiani, anche se ci manca il finale tipico adottato da Dickens, il classico finale “Laugh through tears”, che ci fa sorridere attraverso le lacrime.
Qui purtroppo non si sorride, ma è anche giusto così, altrimenti non si arriverebbe alla morale del racconto.
La scrittrice, oltre a mantenere vivide le atmosfere classiche del periodo, adotta un linguaggio elegante e conforme al tempo in cui il romanzo è ambientato, ma riesce a dare ugualmente un tocco di modernità, rendendo la lettura più leggera e abbastanza scorrevole.
Lo consiglio vivamente perché è una lettura davvero emozionante e piena di riferimenti, che i lettori dei classici ambientati nella Londra dell’ottocento ritroveranno e apprezzeranno.
Buona lettura.


Voto libro - 4 






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