Non avremo più paura
Genere: Narrativa Contemporanea
Autori: Jenni Hendriks - Ted Caplan
19 Settembre
A un vero amico basta un solo sguardo per capire quello di cui abbiamo bisogno. Tutti conoscono Veronica come la ragazza che non fa passi falsi. Prima della classe e con l'ammissione alla Brown in tasca, sa esattamente cosa le riserverà il futuro. O almeno così crede. Finché non fallisce il test più importante, e si ritrova incinta. Un incidente di percorso di cui non può fare parola con i genitori. E nemmeno con le presunte amiche che, come lei, non ammettono imprevisti sulla strada per il successo. C'è solo una persona in grado di capirla e a cui non avrebbe mai pensato di rivolgersi: Bailey Butler. Bailey è una ribelle, non ha paura di nessuno e non si lascia mettere i piedi in testa. Veronica sa che farebbe meglio a non fidarsi di lei, ma quando Bailey le propone di partire per un breve viaggio decide di accettare. Non ha alternative. A bordo di un'auto sgangherata, le due ragazze si mettono in marcia e, tra battibecchi e maldestri tentativi di riconciliazione, macinano chilometri, rischiando più di una volta di farsi soffiare l'auto sotto il naso e sfiorando l'arresto per un'incursione notturna in uno zoo. Tappa dopo tappa, sotto cieli stellati e lungo strade che si perdono all'orizzonte, Veronica e Bailey si rendono conto che, malgrado le incomprensioni, la loro amicizia è ancora viva e possono ricostruirla tornando a essere quelle di prima. Perché entrare nel mondo degli adulti e assumersi le proprie responsabilità richiede coraggio e una buona dose di spregiudicatezza, ma la paura si dimentica, se al nostro fianco abbiamo un amico pronto a sorreggerci quando rischiamo di cadere.
Cominciamo dalla parte facile, ovvero quella tecnica.
Il romanzo è scritto benissimo. Lo stile degli autori è giovane e fresco, diretto come lo è il linguaggio utilizzato e i dialoghi, che sono molti, all’interno del romanzo.
Si legge velocemente, scorrevole e leggero anche nelle parti descrittive. Molto divertenti alcuni eventi che capitano alle due ragazze durante il loro viaggio, come il fitto scambio di battute tra le due che sottolinea la profonda conoscenza l’una dell’altra nonostante le vite separate dal liceo.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, alcuni risultano quasi delle “macchiette”, sebbene li conosceremo in maniera superficiale, mentre avremo la possibilità di conoscere meglio le due amiche ritrovate.
Veronica, come si può immaginare, è la ragazza perfetta, lo vuole essere a tutti i costi, ecco perché si impegna nello studio. Vuole essere la migliore del suo corso e leggere il discorso alla cerimonia del diploma, ma ha alcuni antagonisti in questo e “l’incidente” della gravidanza è un ostacolo inaspettato che va rimosso per non macchiare la sua reputazione tra le amiche fighissime e in famiglia.
Bailey è semplicemente se stessa. Se ne frega delle divisioni sociali al liceo e gode della cattiva reputazione che si è creata senza far nulla, come una leggenda. Ha cosa più importanti a cui pensare, come un padre che l’ha abbandonata perché non voleva essere padre e una madre che vive la sua seconda vita tra un fidanzato stronzo e l’altro.
Il fatto che Veronica l’abbia lasciata indietro l’ha fatta soffrire, ma ne comprende il motivo. Nessuno vuole farsi vedere in giro con una sfigata dark col muso.
Decide di aiutare ugualmente la sua ex amica e dice di farlo per via dei soldi che lei le offre e per la sosta a Rosewell, ma i motivi sono ben altri e li scoprirete leggendo.
Detto questo, passiamo alla nota dolente.
Ci tengo a precisare che io non sono contro l’aborto, né sono a favore. Semplicemente mi definisco “Pro-Choice”. Sono a favore della libera scelta di ogni individuo e ci tengo anche a dire che, trovandomi a dover decidere in una situazione che richiede una scelta del genere, io non saprei che fare a priori, quindi vorrei che quello che sto per dire venga preso nel modo in cui va preso, senza tante critiche.
L’autrice, nei ringraziamenti, tiene a specificare che l’intento di questo romanzo è quello di dimostrare che si può scrivere un romanzo sull’aborto, divertente e senza patemi, e direi che ci è riuscita.
Quello in cui ha toppato, però, è il messaggio di fondo e il non aver dato spazio non tanto alla parte morale dell’argomento quanto a quella dedicata alla prevenzione.
Che Veronica decida di abortire è una scelta e va bene, avventata e senza la giusta riflessione, senza un adeguato supporto, ma ok, va bene.
Le motivazioni non saranno nobili e anche questo lo accettiamo, oltretutto è rimasta incinta con l’inganno, chi può biasimarla?
Va bene anche che un padre, una famiglia in generale, con tanto di esperienza alle spalle, visto cosa è avvenuto con la prima figlia, pensi che il contraccettivo ideale per mettere un freno agli ormoni adolescenziali, sia un anello di purezza.
Ma vogliamo dire che va bene anche il messaggio che tutto questo può mandare, soprattutto ad una mente particolarmente impressionabile come quella di un adolescente in preda agli ormoni, appunto, e in preda alla bellezza della gioia di vivere tipica di quell’età?
Io non credo.
Gli autori potevano benissimo scrivere un romanzo sull’aborto leggero e divertente come era loro intento, ma sviluppando meglio la parte che riguarda la prevenzione e l’importanza di una scelta consapevole.
Personalmente credo sia sempre importante e mai ribadito abbastanza come concetto.
Evito intenzionalmente di fare appunti sul lato religioso della questione in generale, ma andrebbe visionato anche questo punto, visto che Veronica vive in una comunità estremamente cristiana, in una famiglia molto credente e praticante.
Per il resto ho trovato il romanzo piacevole e più incentrato sulla storia di amicizia ritrovata che altro. Quindi, nonostante trovi nelle lacune nello sviluppo della trama, apprezzo il lavoro tecnico, e il voto finale è una somma tra i due.
Salve Confine,
grazie a Garzanti, che mi ha inviato il file, ho potuto leggere “Non avremo più paura” di Jenny Hendricks e Ted Caplan, uscito il mese scorso.
È un romanzo che tratta un tema delicato e attuale con spirito e ironia, ma forse anche con troppa leggerezza, e questo mi ha confusa.
Ma prima di farvi idee sbagliate, andiamo a vedere di cosa parla.
Veronica Clarke è all’ultimo anno di liceo. È una studentessa modello, impeccabile e col massimo dei voti. È nel giro giusto ed è fidanzata con il giocatore di football più in vista. Anche a casa mantiene le stesse caratteristiche; è la figlia perfetta, un ruolo pesante e pieno di responsabilità da mantenere, visto che la sorella maggiore ha deluso tutti, rimanendo incinta e non andando all’università.
Veronica è stata accettata alla Brown invece e, per non deludere il padre, ha scelto di indossare “l’anello di purezza”, che la terrà al sicuro dai pruriti sessuali degli adolescenti della sua età.
E infatti, rimane incinta!
Per Veronica è un duro colpo da assorbire. Lei ha dei sogni, delle aspirazioni che una gravidanza e la nascita di un figlio seppellirebbero.
Decide così di abortire ma, essendo minorenne, deve arrivare fino ad Albuquerque, in New Mexico. per poterlo fare senza il consenso di un adulto.
Per arrivarci ha bisogno di qualcuno che guidi un’automobile, così decide di dirlo al suo ragazzo che, inaspettatamente, si mette in ginocchio e le chiede di sposarlo. Questo perché lui se lo aspettava, in quanto aveva bucato di proposito i profilattici per trattenerla con lui e non farla partire lontano per l’università.
Veronica va su tutte le furie e lo pianta in asso, ma adesso con chi può attraversare interi Stati per arrivare alla sua meta?
La aiuterà Bailey Butler, sua vecchia amica inseparabile fino alle medie, che poi Veronica ha messo da parte per frequentare gente più in e meno strana.
Bailey decide di aiutarla, ma solo perché vuole passare da Rosewell, famosa per gli alieni.
Questo viaggio on the road si rivelerà emozionante e carico di avventure, ma cosa le attenderà alla fine?
grazie a Garzanti, che mi ha inviato il file, ho potuto leggere “Non avremo più paura” di Jenny Hendricks e Ted Caplan, uscito il mese scorso.
È un romanzo che tratta un tema delicato e attuale con spirito e ironia, ma forse anche con troppa leggerezza, e questo mi ha confusa.
Ma prima di farvi idee sbagliate, andiamo a vedere di cosa parla.
Veronica Clarke è all’ultimo anno di liceo. È una studentessa modello, impeccabile e col massimo dei voti. È nel giro giusto ed è fidanzata con il giocatore di football più in vista. Anche a casa mantiene le stesse caratteristiche; è la figlia perfetta, un ruolo pesante e pieno di responsabilità da mantenere, visto che la sorella maggiore ha deluso tutti, rimanendo incinta e non andando all’università.
Veronica è stata accettata alla Brown invece e, per non deludere il padre, ha scelto di indossare “l’anello di purezza”, che la terrà al sicuro dai pruriti sessuali degli adolescenti della sua età.
E infatti, rimane incinta!
Per Veronica è un duro colpo da assorbire. Lei ha dei sogni, delle aspirazioni che una gravidanza e la nascita di un figlio seppellirebbero.
Decide così di abortire ma, essendo minorenne, deve arrivare fino ad Albuquerque, in New Mexico. per poterlo fare senza il consenso di un adulto.
Per arrivarci ha bisogno di qualcuno che guidi un’automobile, così decide di dirlo al suo ragazzo che, inaspettatamente, si mette in ginocchio e le chiede di sposarlo. Questo perché lui se lo aspettava, in quanto aveva bucato di proposito i profilattici per trattenerla con lui e non farla partire lontano per l’università.
Veronica va su tutte le furie e lo pianta in asso, ma adesso con chi può attraversare interi Stati per arrivare alla sua meta?
La aiuterà Bailey Butler, sua vecchia amica inseparabile fino alle medie, che poi Veronica ha messo da parte per frequentare gente più in e meno strana.
Bailey decide di aiutarla, ma solo perché vuole passare da Rosewell, famosa per gli alieni.
Questo viaggio on the road si rivelerà emozionante e carico di avventure, ma cosa le attenderà alla fine?
“Volevo
domandarle per quale motivo non l’avrebbe fatto. Che cosa fosse
successo. Ma restai in silenzio. Perché se fossi stata un’amica
migliore, Bailey mi avrebbe detto per chi aveva una cotta. Invece mi ero
preoccupata solo di me stessa. E tutti quegli anni di non chiedere, di
non esserci, ora erano un abisso tra di noi che non potevo colmare. Non
in mezzo la nulla su un pick-up guidato da una sconosciuta.”
Cominciamo dalla parte facile, ovvero quella tecnica.
Il romanzo è scritto benissimo. Lo stile degli autori è giovane e fresco, diretto come lo è il linguaggio utilizzato e i dialoghi, che sono molti, all’interno del romanzo.
Si legge velocemente, scorrevole e leggero anche nelle parti descrittive. Molto divertenti alcuni eventi che capitano alle due ragazze durante il loro viaggio, come il fitto scambio di battute tra le due che sottolinea la profonda conoscenza l’una dell’altra nonostante le vite separate dal liceo.
I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, alcuni risultano quasi delle “macchiette”, sebbene li conosceremo in maniera superficiale, mentre avremo la possibilità di conoscere meglio le due amiche ritrovate.
Veronica, come si può immaginare, è la ragazza perfetta, lo vuole essere a tutti i costi, ecco perché si impegna nello studio. Vuole essere la migliore del suo corso e leggere il discorso alla cerimonia del diploma, ma ha alcuni antagonisti in questo e “l’incidente” della gravidanza è un ostacolo inaspettato che va rimosso per non macchiare la sua reputazione tra le amiche fighissime e in famiglia.
Bailey è semplicemente se stessa. Se ne frega delle divisioni sociali al liceo e gode della cattiva reputazione che si è creata senza far nulla, come una leggenda. Ha cosa più importanti a cui pensare, come un padre che l’ha abbandonata perché non voleva essere padre e una madre che vive la sua seconda vita tra un fidanzato stronzo e l’altro.
Il fatto che Veronica l’abbia lasciata indietro l’ha fatta soffrire, ma ne comprende il motivo. Nessuno vuole farsi vedere in giro con una sfigata dark col muso.
Decide di aiutare ugualmente la sua ex amica e dice di farlo per via dei soldi che lei le offre e per la sosta a Rosewell, ma i motivi sono ben altri e li scoprirete leggendo.
Detto questo, passiamo alla nota dolente.
Ci tengo a precisare che io non sono contro l’aborto, né sono a favore. Semplicemente mi definisco “Pro-Choice”. Sono a favore della libera scelta di ogni individuo e ci tengo anche a dire che, trovandomi a dover decidere in una situazione che richiede una scelta del genere, io non saprei che fare a priori, quindi vorrei che quello che sto per dire venga preso nel modo in cui va preso, senza tante critiche.
L’autrice, nei ringraziamenti, tiene a specificare che l’intento di questo romanzo è quello di dimostrare che si può scrivere un romanzo sull’aborto, divertente e senza patemi, e direi che ci è riuscita.
Quello in cui ha toppato, però, è il messaggio di fondo e il non aver dato spazio non tanto alla parte morale dell’argomento quanto a quella dedicata alla prevenzione.
Che Veronica decida di abortire è una scelta e va bene, avventata e senza la giusta riflessione, senza un adeguato supporto, ma ok, va bene.
Le motivazioni non saranno nobili e anche questo lo accettiamo, oltretutto è rimasta incinta con l’inganno, chi può biasimarla?
Va bene anche che un padre, una famiglia in generale, con tanto di esperienza alle spalle, visto cosa è avvenuto con la prima figlia, pensi che il contraccettivo ideale per mettere un freno agli ormoni adolescenziali, sia un anello di purezza.
Ma vogliamo dire che va bene anche il messaggio che tutto questo può mandare, soprattutto ad una mente particolarmente impressionabile come quella di un adolescente in preda agli ormoni, appunto, e in preda alla bellezza della gioia di vivere tipica di quell’età?
Io non credo.
Gli autori potevano benissimo scrivere un romanzo sull’aborto leggero e divertente come era loro intento, ma sviluppando meglio la parte che riguarda la prevenzione e l’importanza di una scelta consapevole.
Personalmente credo sia sempre importante e mai ribadito abbastanza come concetto.
Evito intenzionalmente di fare appunti sul lato religioso della questione in generale, ma andrebbe visionato anche questo punto, visto che Veronica vive in una comunità estremamente cristiana, in una famiglia molto credente e praticante.
Per il resto ho trovato il romanzo piacevole e più incentrato sulla storia di amicizia ritrovata che altro. Quindi, nonostante trovi nelle lacune nello sviluppo della trama, apprezzo il lavoro tecnico, e il voto finale è una somma tra i due.
Voto: 3.5
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