I cinque canti di Palermo: Le prime indagini di Leo Salinas
Genere: Narrativa Contemporanea
Autore: Giuseppe Di Piazza
Autore: Giuseppe Di Piazza
Due innamorati divisi, come Romeo e Giulietta. Una ragazza francese, stupenda e malinconica, che nasconde un terribile segreto.
Un medico per bene con simpatie fasciste. Un malacarne buono a nulla che rapisce i suoi tre fi gli. Un “ladro onesto”, fratello di un mercante di uova di tonno alla Vuccirìa. Queste le persone che popolano le giornate di Leo Salinas, detto “occhi di sonno”, un giovane cronista di nera che ogni sera torna a casa con le scarpe sporche di sangue umano. E tanta voglia di vita e bellezza. Perché è Palermo, sono gli anni Ottanta, è la giovinezza in una città sconvolta dalle guerre di mafia. Ma anche un luogo unico, di profumi, di chiese, cibo e mare. E donne bellissime, che come sirene promettono meraviglia e possono portare salvezza o perdizione.
Con I cinque canti di Palermo, Giuseppe Di Piazza ripresenta in una versione riveduta e corretta il suo libro di esordio, aggiungendo un fondamentale e inaspettato “quinto canto”. E, come fanno solo i grandi scrittori, trasporta il lettore in un mondo lontano e vicino, esotico e normale, in cui ogni personaggio colpisce al cuore.
Salve Confine,
Oggi porto alla vostra attenzione un romanzo che è lontano dal mio genere, ma che ho letto perché parla della mia amata città, Palermo.
Si tratta de "I cinque canti di Palermo. Le prime indagini di Leo Salinas" di Giuseppe Di Piazza, edito HarperCollins, che ringrazio per il file.
Leo Salinas è un giovane cronista di cronaca nera in una Palermo degli anni ‘80, anni in cui le guerre di Mafia erano all'apice della crudeltà.
Tra una corsa sul luogo di un nuovo delitto e una serata in compagnia di giovani e belle ragazze in locali frequentati in quegli anni, Leo Salinas, o per meglio dire Giuseppe Piazza, ci racconta, attraverso cinque storie, come si viveva in quel periodo storico a Palermo.
Nella prima storia conosceremo il giovane Marinello, appartenente alla famiglia mafiosa che comandava nel quartiere di Brancaccio negli anno '80, che, tradendo le regole fondamentali e tacite vigenti negli ambianti mafiosi, decide che non vuole essere un assassino e, soprattutto, si innamora di Rosalba Corona, una ragazza della Palermo "bene", lontana dal suo mondo, ma che non esita a stargli vicino.
Una storia meravigliosa e tragica, crudele e piena d'amore, che mi è entrata dentro più delle altre per la sua bellezza e per la sua verità.
Nella seconda storia, Leo conoscerà attraverso un amico una modella francese, una ragazza bellissima ed eterea che lo conquista al primo sguardo e che viene conquistata dalla sfacciata leggerezza di lui.
Sophie, questo il suo nome, riempie i suoi giorni e le sue notti per un periodo breve ed indimenticabile, non solo per i loro scambi romantici, ma anche perché Sophie ha una segreto importante e pericoloso che non le lascia scampo: la Mafia non lo fa mai.
"Si conviveva. Buoni e cattivi, vittime e carnefici. Figlie d’impiegati perbene e figli di mafiosi sanguinari. La linea di confine, a Palermo, non è mai stata tracciata"
Come non perdona nemmeno nelle seguenti storie, di cui è ancora una volta protagonista assoluta, mentre Leo Salinas corre per le strade di Palermo sulla sua vespa sgangherata, inseguendo la notizia, sporcando le sue scarpe di sangue versato in una sparatoria o in un attentato, tentando di stare sul pezzo, di arrivare in tempo, di fare "notizia" e, soprattutto, di non farsi inguirgitare dalla parte crudele di questa bella città, che si fa amare quanto odiare, ma che non si dimentica mai, nemmeno quando si scappa via.
Come già detto, ho scelto di leggere questo romanzo un po' lontano dalle mie scelte di lettura perché parla della mia città e di un periodo davvero brutto e indimenticabile che questa e i suoi abitanti hanno vissuto più o meno consapevolmente: gli anni ‘80 e la guerra di Mafia.
In quegli anni ero una bambina, ascoltavo distratta il TG, sentivo i grandi parlare e percepivo ben poco degli orrori che insanguinavano la mia città. Ho avuto vera consapevolezza di cosa fosse la Mafia e di quanto fosse pericolosa e crudele solo nel '92 con l'attentato di Falcone a Maggio e con quello di Borsellino a Luglio.
"Eravamo giovani testimoni di una strage e non sapevamo come far capire al mondo quello che succedeva sotto i nostri occhi. Testimoni senza parole, giornali stampati con inchiostro in bianco."
Prima di allora, c'era solo il mare di Palermo, la bellezza dei suoi momumenti, delle sue chiese, delle sue piazze, il miscuglio di antiche culture che l'hanno resa la bella "fimmina" che è, il clima sempre mite e gentile che permetteva di giocare per strada anche a Gennaio...
Mi sono avvicinata a questo romanzo con curiosità e con un pizzico di paura.
Paura che fosse l'ennesimo scimmiottamento della storia che ha segnato di brutte cicatrici la mia città, fatta di dialetto storpiato e calcato all'esagerazione, come nei film e nelle serie TV, dove il "Siciliano", il "Palermitano" in primis, viene rappresentato in maniera grottesca e senza riguardo.
Per fortuna la paura è svanita sin dalle prime pagine perché Giuseppe Di Piazza, attraverso gli occhi di Leo Salinas, ha dipinto il quadro giusto della mia città, quello vero, crudele e bellissimo allo stesso tempo, fatto di criminalità e sangue versato, ma anche di gente dignitosa che lotta e non si perde d'animo.
Attraverso uno stile elegante e ricercato, ma non pesante né pretenzioso, ha dato vita ad un romanzo che si legge in un battito di ciglia, scorrevole e dal ritmo rilassato ma non lento.
Palermo è descritta nella sua meravigliosa bellezza, protagonista in rilievo a fianco dell'altra protagonista inevitabile della sua storia: La Mafia.
Le storie presentate al lettore sono tutte verosimili, in cui, chi conosce i fatti veri, può riscontrare somiglianze e analogie.
Il titolo fa riferimento a Piazza Villena, meglio conosciuta come Piazza Dei Quattro Canti, così comunemente chiamata perché nasce dall'incrocio di due vie principali di Palermo.
Il quinto canto a cui fa riferimento il titolo, in realtà è un quinto canto che fisicamente non esiste come gli altri, è un canto "d'assenza", come l'autore spiega, l'assenza di chi parte e scappa via da Palermo, il canto di chi la porta sempre e comunque nel cuore.
Non posso che consigliarvi di leggere questo romanzo, anche se posso sembrare leggermente di parte.
La verità è che si tratta di una lettura veramente interessante e appassionante che sono sicura riuscirete ad apprezzare veramente.
Buona lettura, allora.
voto libro - 4.5
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