Le voci degli altri
Genere: Thriller
Autore: Lesley Kara
28 Gennaio
La calunnia è come un incendio. Basta una sola scintilla, e rimpiangerai tutta la vita di aver ceduto alla tentazione. Perché il silenzio è d'oro. Ma il gossip può essere mortale. Flintstead-on-Sea è una di quelle cittadine inglesi così piccole, così silenziose, così tremendamente perfette, che le vite dei suoi abitanti sono strette come in una morsa, tra la pioggia incessante e il mare sempre grigio. E per Joanna Critchley, mamma single che vi è appena tornata con il suo bambino, la morsa è ancora più dolorosa: non conosce più nessuno in città, e trova difficile farsi accettare dalle temibili mamme della scuola. È per questo che, quando per caso sente dire da una di loro che la famigerata Sally McGowan, che a dieci anni commise un terribile omicidio e da allora ha vissuto sotto altra identità, si è ritirata proprio a Flintstead, non resiste alla tentazione di usare quell'informazione. È la sera del book club, e, sentendosi ancora una volta esclusa, Joanna butta lì il suo prezioso pettegolezzo. Quella che innescherà è una spirale crescente di sospetto, follia e paura, che ben presto le sfuggirà di mano. E mentre diverse donne vengono accusate, e Jo si sentirà sempre più in colpa per aver diffuso la voce, una verità molto scomoda si farà strada. Una verità pericolosa, sia per lei che per il suo bambino. E Joanna imparerà a sue spese che quando si mettono in giro le voci sbagliate, dopo non si torna indietro.
Salve Confine,
oggi recensisco per voi un thriller edito Piemme uscito a febbraio.
Si tratta de “Le voci degli altri” di Lesley Kara, un romanzo che ci fa riflettere sul pericolo del pettegolezzo e su come una voce messa in giro, a volte, può ritorcersi proprio contro chi l’ha divulgata.
Joanna Critchley si è trasferita col figlio di sei anni, Alfie, a Flintstead-on-Sea, un paesino di mare dove tutti conoscono tutti e dove lei ha trascorso la sua infanzia e adolescenza.
Qui comincia a lavorare come agente immobiliare e, sebbene possa appoggiarsi alla madre, che abita ancora lì, le rimane davvero poco tempo per socializzare.
Quando scopre che il figlio è messo da parte dai compagni di classe, non viene invitato alle feste né in casa di questi per una merenda, si rende conto che la colpa è sua perché non ha avuto la volontà di inserirsi nel gruppetto di mamme e tutto il solito contorno.
Così decide di fare l’ennesimo sforzo e di entrare a far parte di un club del libro per cominciare e, con suo piacere, si accorge che funziona e che Alfie viene invitato più spesso.
Questo però ha un prezzo che Joanna non sapeva di dover pagare.
Le capita, infatti, di dar corda ad un pettegolezzo e di servirsi dell’aiuto del padre di Alfie, Michael, giornalista free lance, per avere informazioni più precise a riguardo e divulgarle poi alle mamme del gruppo, assetate di gossip.
Il pettegolezzo riguarda la possibile venuta in paese di una donna, Sally McGowan, famosa per aver ucciso, a dieci anni, un compagno di giochi.
Sembra che la bambina, ormai divenuta donna di mezza età, vissuta sempre sotto falso nome nel circuito della protezione testimoni, sia venuta a vivere a Flintstead e le mamme sono indignate della situazione: una donna come quella potrebbe essere pericolosa soprattutto per i loro bambini, e poi è ingiusto che lei continui a vivere indisturbata mentre la madre del povero bambino ucciso viva ancora nel dolore.
Comincia così “una caccia alla strega” che mette sotto il riflettore più di una donna di Flintstead e che porterà solo scompiglio e sofferenza.
Sofferenza per le donne additate ingiustamente ma anche, e soprattutto, per Joanna, che si ritrova, suo malgrado, invischiata in una storia in cui non voleva nemmeno entrare e che non sapeva potesse provocarle tanto dolore.
“È
così che funziona. Una sera vado a dormire e va tutto bene. È tutto
sotto controllo. La storia non è soltanto una storia. È reale. Solida.
Indistruttibile. Poi mi sveglio e niente è più come prima. Durante la
notte sono comparse delle crepe e mi rendo conto che in tutto questo
tempo non ho fatto altro che prendere in giro me stessa, che sono sempre
stata la più fragile delle costruzioni. Io sono la preda. Lo sarò
sempre.”
Romanzo d’esordio di questa autrice inglese che, a quanto pare, è stato un bestseller nel 2019.
Dico subito che a me non ha convinto al 100% per diversi motivi, ma andiamo con calma.
La narrazione è in prima persona, è Joanna che ci racconta la storia, ma ogni tanto si alternano dei capitoli brevi dal punto di vista di un’altra persona, ovvero la famigerata Sally McGowan, anche se non è esplicitamente detto si comprende.
La lettura è scorrevole, il ritmo è rilassato ma non lento. Entriamo nella quotidianità della gente di questo paesino in punta di piedi, conoscendo, man mano, i diversi personaggi del romanzo.
Le parti descrittive a volte sono eccessive ma non disturbanti, a parte le volte in cui Joanna si lascia sopraffare dai pensieri e dalle paranoie, soprattutto quelle che nascono nei confronti di Michael, il padre di Alfie.
Tutto sommato è scritto bene ma si sente la mancanza di qualcosa che io ho identificato nella mancanza di colpi di scena distribuiti in maniera sapiente, oppure di scene ad alto tenore tensivo. Diciamo pure che, per buona parte, il romanzo è abbastanza piatto a livello emozionale, tutto si concentra nell’ultimo 15/20%, che sicuramente è sorprendente e ad alta tensione, ma non mi è bastato solo alla fine.
In più, un’altra cosa che mi ha lasciato un po’ “meh”, è la caratterizzazione dei personaggi, che non è pessima, ma nemmeno sufficiente per un romanzo come questo.
Rimangono inspiegati un paio di punti e l’intervento di alcuni personaggi.
Molti servono per indurre il lettore al sospetto e per sviarlo dal vero fulcro, ma altri sono abbastanza presenti senza uno scopo preciso se non quello di far numero.
Ottimo, invece, il presupposto da cui parte il tutto, cioè il pettegolezzo.
Una scintilla sospinta da un venticello che può diventare un incendio indomabile, pericoloso e dai risultati inevitabili, e tutti noi sappiamo quanti i pettegolezzi possano essere lesivi nei confronti dell’oggetto in questione.
In questo caso è usato da Joanna per inserirsi, integrarsi in un contesto che nemmeno ama ma che risulta importante se vuole che il figlio venga accettato a sua volta. Un piccolo peccatuccio che sembra non avere nemmeno un prezzo e che invece costerà caro a lei e non solo.
Non voglio dire che il romanzo mi sia dispiaciuto, ma sicuramente ha deluso le mie aspettative.
Buona lettura.
Voto libro – 3.5
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