Molto amore per nulla


Genere: Romance

Autore: Anna Premoli

 24 febbraio 


Viola Brunello ne ha abbastanza degli uomini. Soprattutto di quelli che pensano di poter sfruttare la sua brillante intelligenza per i propri scopi. Avvocato d’affari e con uno studio avviato da poco, Viola non vuole perdere tempo a inseguire sogni romantici che in fondo al cuore ritiene del tutto irrealizzabili. Preferisce concentrarsi sulle sfide lavorative e sulla sua famosa “lista”, quella che ha compilato in una serata dall’elevato tasso alcolico. Sebbene l’idea sia nata per caso, ben presto Viola si lascia entusiasmare dall’idea di eliminare tutti i punti della sua “bucket list”: è così che decide di buttarsi in avventure che non pensava potessero proprio fare per lei… Una cosa è certa: le sfide filerebbero più lisce se Lorenzo Vailati, uno dei partner di una società che le ha da poco affidato un incarico, non avesse scoperto a sua volta il contenuto della lista e non ne fosse rimasto intrigato. Perché Viola ne ha abbastanza degli uomini. Di tutti, ma soprattutto di quelli come Lorenzo.






Salve lettori del Confine!
Qualche tempo fa vi ho parlato di “Questo amore sarà un disastro” di Anna Premoli, nel quale l’autrice ha preannunciato l’arrivo della storia di Viola e Lorenzo, che aspetto da allora!
L’autrice e la CE Newton Compton hanno esaudito in fretta le mie preghiere pubblicando, e permettendomi di leggere, “Molto amore per nulla”, uscito il 24 febbraio.

Viola Brunello è un avvocato che ha deciso di avviare uno studio privato dopo la fine di una relazione che la stava privando della sua essenza. Proprio per questo ha deciso di averne abbastanza degli uomini, soprattutto di quelli superficiali che non vogliono altro se non approfittare della sua intelligenza, perché, Viola lo sa, non è esattamente una di quelle donne che vengono definite belle e corteggiate, ma ne è sempre andata orgogliosa, così come le è sempre andato bene che il suo stile di vita fosse considerato noioso.
Tuttavia, complice una giornata piuttosto alcolica, Viola si ritrova a stilare una “bucket list” nella quale elenca tutte le attività “folli” che non ha mai avuto il coraggio di compiere, tanto che risulta più una lista di sfide personali che una lista dei desideri.
Ad accompagnarla nelle sfide e a sostenerla ci pensano Elena e Serena (la Signora Fumagalli), con i loro aperitivi del venerdì sera.

“Anch’io voglio arrivare a ottanta e passa anni mischiando cocktail e raccontando aneddoti divertenti. Sto iniziando a sospettare che sia l’unico modo per sopravvivere sino a una tale età sani di mente.”

Ma il caso vuole che Lorenzo Vailati, uno dei partner di una società per la quale segue un caso, veda la lista e si incuriosisca al punto da voler collaborare alla realizzazione dei punti. Lorenzo ha una bellezza molto appariscente, che non ha niente a che fare con l’aspetto di Viola. Ognuno ha le sue idee, i suoi obiettivi e le sue abitudini.
Viola non tollera i belli, punta tutto sulla sua intelligenza e non vuole più avere a che fare con gli uomini. Lorenzo è bello, sa di esserlo e agisce di conseguenza.
Due mondi che si incontrano e si scontrano.

“Ecco, il dottor Vailati mi fa venire voglia di mandare giù tutto il contenuto del bicchiere senza nemmeno fermarmi a riflettere. Tenderei a non considerarlo un segno positivo.”

Chi ha letto “Questo amore sarà un disastro” conosce già i due protagonisti e, come me, ha delle idee su entrambi e delle aspettative sulla loro storia.
Devo dire che le mie aspettative sono state riposte nella storia giusta, anzi sono state decisamente superate!

Lorenzo è stato una vera e propria sorpresa, certo non lo pensavo un idiota completo, ma neanche una persona così piena di sfaccettature e di fragilità, di un’intelligenza che non ci si aspetta da una persona che ostenta la bellezza come qualità primaria.
Penso fosse proprio questo l’intento della Premoli, invertire l’ordine degli stereotipi: se Lorenzo è costretto a dimostrare le sue qualità intellettuali a dispetto di quelle estetiche, Viola è costretta a lottare con le sue abilità mentali per contrastare le scarse qualità estetiche.
Viola, infatti, è ben consapevole di non essere una reginetta di bellezza e non fa altro che esaltare la sua caratteristica scegliendo abiti del tutto fuori moda e inadatti alla sua fisicità.
L’avvocato Brunello è, in realtà, una donna così insicura che maschera tutto con abiti inadatti, occhiali dalla montatura obsoleta e una grande dose di ironia, caratteristica immancabile nei romanzi della Premoli.

“Ah, le donne ironiche. Patrimonio dell’umanità.”

Ritroviamo in questo libro Elena e Edoardo, ma soprattutto la mia preferita, la signora Fumagalli, l’ultra ottantenne che distribuisce consigli e cocktail a chi ne ha bisogno!
Ritroviamo anche Ludovico, il terzo socio, di cui speriamo di leggere presto la storia, in fondo l’autrice ha detto di avere un debole per gli “orsi brontoloni”!
La storia è narrata da entrambi i protagonisti in prima persona, caratteristica che accentua lo stile ironico dell’autrice. La lettura è scorrevole e il libro si divora.
Come sempre l’autrice aggiunge caratteristiche contemporanee legate alle condizioni lavorative italiane e alla politica del nostro Paese.
Personalmente mi sono molto rivista in Viola, nel suo pessimismo, nel suo essere sempre obiettiva, anche troppo a volte, e nella sua lista che sento un po’ anche mia.

Consiglio questo libro a chiunque abbia bisogno di una dose di autostima, di una coccola rilegata dopo una giornata faticosa o a chi semplicemente vuole passare qualche ora in compagnia di due personaggi che ne combinano di tutti i colori e fanno fare delle gran belle risate!
Alla prossima, buona lettura!

Voto libro - 5








1. La seguo più o meno dall’uscita di “L’amore non è mai una cosa semplice” (ancora sul mio “podio” personale). Lav e Seb sono entrati in me e non sono più usciti; da allora ho recuperato tutte le uscite precedenti e non ne ho persa una delle successive. Mi sono sempre chiesta come faccia a conciliare il lavoro nell’universo finanziario con quello letterario, li vive distintamente o sono “due facce della stessa medaglia”?

R: No, sono due realtà molto differenti tra di loro, che richiedono un metodo lavorativo completamente differente. Forse è questo il motivo per cui la combinazione funziona per me: mi permettono di esprimere lati opposti del mio carattere.

2. Spesso, riferendosi a se stessa, ha detto di non essere una persona romantica, com’è nata dunque l’idea di scrivere proprio d’amore?

R: Mi piace osservare le persone e mi piace ragionare su cosa possa spingere anche quelle più quadrate e razionali a comportamenti apparentemente fuori dal loro normale modo di fare. Ecco, trovo che i sentimenti siano il campo in cui questo appare maggiormente evidente e che di conseguenza si sposino bene con la mia voce narrante, piuttosto ironica e dissacrante.

3. Ha sempre scritto le sue idee, i suoi pensieri, o è una pratica sviluppata nel tempo? E quando ha pensato di pubblicare effettivamente uno dei suoi lavori, lo ha fatto subito oppure ha aspettato “la storia giusta”?

R: Ho sempre sentito l’esigenza di scrivere e analizzare, tanto che in gioventù ho riempito tonnellate di diari di riflessioni. Però, detto sinceramente, mai avrei pensato di essere in grado di scrivere un romanzo intero o che qualcuno potesse essere interessato a leggermi.

4. Nei suoi romanzi si trovano sempre personaggi anticonformisti con un’alta dose di ironia e una grande quantità di principi azzurri moderni: dove trova ispirazione per le loro storie? Esistono sul serio?

R: I principi azzurri scarseggiano, siamo d’accordo, ma è così anche per le principesse. Va detto che io ho sempre studiato e lavorato a stretto contatto con un elevato numero di uomini e che ho grande rispetto per la categoria. Ho anche tanti amici uomini, per esempio. E loro, che lo sappiano o meno, sanno essere d’ispirazione per qualche personaggio, lol.

5. In gran parte delle sue storie si trovano accenni ad eventi riguardanti la politica e l’economia del momento, più o meno celati dagli eventi e dall’ironia. Sono inserzioni nate dalla volontà di rendere più attuali le storie narrate o da quella di diffondere dati non sempre noti alla maggior parte della popolazione italiana?

R: Entrambe le cose. Io sono fortemente inserita nel contesto politico ed economico, trascorro letteralmente le mie giornate incollata ai flussi di notizie, e ogni tanto non riesco a spegnere l’interruttore. Ma ritengo anche che una commedia rosa non debba necessariamente limitarsi a raccontare favole, ma che possa invece benissimo lanciare messaggi e accendere dei fari su temi d’attualità.

6. So che è quasi impossibile scegliere un romanzo, un personaggio preferito tra tutti, perciò chiedo: con quale dei suoi protagonisti si identifica maggiormente?

R: In tutti e nessuno, nel senso che ogni mio personaggio è del tutto indipendente da quello che sono io come persona. Tuttavia, è vero anche che ognuno di loro ha qualcosa, un quid che me li rende in qualche modo riconoscibili.

7. Parliamo adesso di “Molto amore per nulla”: durante la stesura di “Questo amore sarà un disastro” aveva già una chiara idea di quello che sarebbe successo a Viola e Lorenzo? Come si è evoluta la loro storia?

R: No, non avevo idea di come avrei impostato la loro storia, solo che mi sarebbe piaciuto raccontarla. Ci ho pensato con calma dopo la stesura di “Questo amore sarà un disastro”.

8. L’idea di inserire la “bucket list” è nata da un’esigenza personale o è un espediente letterario per creare gli eventi?

R: E’ un’idea che mi affascina e per quanto io non sia il tipo da compilare una lista simile, pensare a cosa inserire in quella di Viola è stato incredibilmente divertente e a tratti quasi liberatorio. Forse ognuno di noi dovrebbe provarci anche solo per gioco.

9. A cosa è legata la scelta di raccontare le storie di personaggi maturi che per qualcuno possono aver già fatto tutte le follie concesse in una vita?

R: Quando si arriva alla soglia dei quarant’anni ci si rende in verità conto che il concetto di “maturo” è molto personale, ovvero che non ci si sente maturi affatto e che tante persone a questa età abbiano ancora tutta una vita da costruire. Quello che li rende interessanti è il loro vissuto, perché sono in un punto della loro esistenza in cui davvero non vogliono accontentarsi e sanno bene cosa vogliono e cosa non vogliono.

10. Da dov’è nata la figura della Signora Fumagalli? Penso che tutti ne vorremmo una con la quale organizzare degli aperitivi settimanali!

R: Ho una certa facilità a immaginarmi vecchiette strane e un po’ fuori di testa. Spero questo voglia dire che un giorno sarò anch’io come loro. Sento una certa affinità con la categoria.

11. Tra la fine del romanzo e i ringraziamenti accenna alla storia di Ludovico. C’è già qualcosa in cantiere o leggeremo prima di qualcun altro?

R: Non ho ancora deciso: ho lavorato sodo per far uscire così ravvicinati gli ultimi due romanzi e ora sento l’esigenza di staccare un po’. Vedremo dove mi porterà la narrazione.




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