Hockey Arcobaleno Series
Genere: M/M Sport Romance
Autore: L. A. Witt
Un padre single quarantenne, una star dell’hockey di poco più di vent’anni, e un sacco di casini. Cosa potrebbe andare storto?
L’agente Geoff Logan ha già abbastanza problemi. Il suo stipendio da poliziotto e la pensione da Marines non sono sufficienti per sbarcare il lunario. Ha ferite di guerra e demoni che non hanno intenzione di andarsene. I suoi figli adolescenti sono, beh, degli adolescenti, e sono furiosi perché ha lasciato il fidanzato che adoravano. Non gliene va bene una.
L’attaccante dei Seattle Snowhawks, Asher Crowe, ha tutto. Una paga a sei zeri. Una villa vicino al lago. Una relazione stabile e amorevole con un ragazzo stupendo. Almeno, è quello che il mondo crede. Fra le mura di casa, sta vivendo l'inferno e, quando finalmente trova il coraggio di lasciarlo, il suo ragazzo rifiuta di accettare la fine della loro relazione.
Hi guys,
Oggi vorrei parlarvi del libro “Rebound”, primo libro della serie Pucks & Rainbows (in italiano Hockey Arcobaleno) di L.A. Witt, tradotto in italiano da Cornelia Grey.
Un quarantenne single con due figli a carico e una stella dell'hockey in ascesa poco più che ventenne cosa possono mai avere in comune?
Eppure l'agente Geoff Logan, ferito dal suo ex e con uno stipendio che a malapena basta per sostenere lui e i suoi scontrosi figli adolescenti, è subito attratto dal giovane giocatore.
Forse è il suo corpo, che anche gli etero adorerebbero, o forse è lo sguardo vulnerabile che ha negli occhi la prima volta che si vedono.
La vita di Asher Crowe sembra perfetta, carriera e amore vanno alla grande. Peccato che dietro le porte di casa il clima sia diverso e il suo amorevole fidanzato si trasformi in un tiranno.
Possono due anime danneggiate convivere e guarirsi a vicenda?
Sicuramente possono provarci, anche se nel farlo qualcuno soffrirà, soprattutto se il passato non è ancora del tutto alle loro spalle.
Nuovo libro di L.A. Witt, autrice di cui io non vi ho mai parlato, ma di cui trovate la recensione del libro “Statico” di Silvia in blog.
L.A. Witt ama il Maine (dove vive) ma meno il freddo, e adora i tatuaggi.
È conosciuta anche con altri pseudonimi, tutti con personalità diverse, che a volte faticano ad essere d’accordo.
Credo che nel genere m/m sia una colonna portante, al suo attivo ha moltissimi libri (tanti anche tradotti), tutti molto carini e di diversi generi, insomma per tutti i gusti.
Questo in particolare è uno sport romance, ma è anche molto di più.
Per me lo sport in sé, ovvero l’hockey, funge solo da sfondo ed è in secondo piano rispetto alla storia, cosa che reputo importante visti gli altri argomenti trattati.
L’argomento principe di questo libro è l’abuso in tutte le sue forme: fisico e mentale.
Un argomento difficile e in questo caso anche “particolare” poiché riguarda una coppia formata da due uomini, entrambi sesso forte ed entrambi parte della categoria “carnefice”.
L’idea che un uomo non riesca a difendersi è inaudita per noi (anche Asher ha paura di essere giudicato per questo), quindi forse, e ripeto forse, questo libro è diverso rispetto ad altri che trattano lo stesso tema.
Non voglio entrare nel merito, non voglio fare una disamina politica, per cui concluderò qui e mi dedicherò alla parte positiva della storia: l’amore, quello vero.
I protagonisti di questo libro, seppur feriti nel profondo, vogliono e lottano per ricostruire la loro vita, credono ancora nell’amore e nella gentilezza e trovano l’uno nell’altro un’anima complementare e simile allo stesso tempo.
“Era l’ultimo uomo al mondo che avrei immaginato di avere come partner. E speravo che fosse l’ultimo partner che avrei mai avuto.”
Questo è un libro che scorre bene, che pur nella complessità degli argomenti è leggero nello stile, il che rende tutto più facile da leggere.
Il gap age non si percepisce anche se è molto elevato, poiché i personaggi, nonostante abbiano stili di vita differenti e diverse esperienze, sono accomunati da un dolore e da ferite simili.
È un libro ben scritto, forse un po’ ripetitivo nelle parti introspettive legate ai pensieri dei due protagonisti, ma comunque scorrevole e mai noioso o pesante.
L’ultimo 15% è molto veloce e un po più superficiale rispetto al resto.
Il classico passo falso che generalmente si sviluppa all’85% era un po’ banale e scontato, quindi si risolve facilmente, anche troppo.
Avrei preferito, per dare il giusto peso e motivazione, che venisse affrontato diversamente.
Una menzione speciale va agli amici: la squadra di hockey di Asher, l’ex moglie di Geoff e la sua formidabile collega, per ribadire che l’amore si presenta anche sotto altre forme.
Insomma, è un libro molto carino con qualche piccola pecca, ma che mi ha fatto riflettere molto e che ho letto con piacere. Lo consiglio assolutamente se volete soffrire un po’, ma anche sperare e leggere di come l’amore sia la forza più potente.
Voto libro - 4
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