Marea tossica


Genere: Fantascienza

Autore: Chen Qiufan

10 Marzo

LA GIOVANE MIMI VIVE letteralmente sommersa dall'immondizia del mondo: è una delle "ragazze dei rifiuti" che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine. La sua casa è l'immensa discarica che occupa l'isola, al largo della costa cinese meridionale. Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore.

La realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l'anima, dove l'aria, l'acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all'arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto. E c'è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici.

Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro. E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.


Salve lettori! Oggi vi porto la recensione di “Marea tossica” di Chen Quifan, pubblicato non molto tempo fa da Oscar Vault, che ringrazio per l’invio del PDF.
Ultimamente mi sono riavvicinata ai romanzi fantascientifici distopici e, vista questa uscita di cui tutti parlavano molto bene, mi sono subito interessata, soprattutto visto il tema e l’ambientazione in una realtà non molto lontana dalla nostra in piena in emergenza ambientale. Inoltre le premesse lo descrivono come un libro che porta il lettore a riflettere su temi molto attuali.

Ci troviamo a Silicon Isle, sulla costa cinese meridionale, in un futuro imprecisato dove l’emergenza ambientale è diventata un problema serio e i cittadini e i lavoratori della discarica vivono nel degrado e nell’inquinamento totale.
La terra è ricoperta da detriti e scarti elettronici, l’acqua e l’aria sono tossiche e i movimenti ecologici non riescono a cercare di arginare la situazione e combattere contro le gang di malviventi che controllano il territorio senza scrupoli col solo scopo del guadagno.

Nel romanzo leggiamo il punto di vista di tanti protagonisti molto diversi fra loro, con opinioni differenti che si intrecceranno per far vedere al lettore la situazione da ogni prospettiva.
La politica, interna ed estera, è molto complessa.
Uno dei protagonisti è Scott, americano in missione a Silicon Isle ufficialmente per conto di una società ambientalistica, ma molto misterioso.
Mimi è una delle lavoratrici immigrate alla discarica che vuole risparmiare per poi costruire un futuro migliore per se e la famiglia; lei è una dei tanti approdati sull’isola sperando in un lavoro che le permetta di sopravvivere.
Oltre a loro due, il romanzo è raccontato da tanti altri personaggi che hanno lo scopo di far vedere al lettore la situazione a trecentosessanta gradi.

Non è stata una lettura facile e non solo per i temi trattati, inoltre questo libro è stata una delusione per me che avevo tante aspettative ed ero super entusiasta di iniziarlo.
Già dall’inizio la lettura è molto lenta e poco scorrevole, non ci sono momenti di approfondimento che permettono al lettore di comprendere cosa stiamo leggendo e per gran parte del libro non sono riuscita a capire nulla.
In genere mi piacciono i libri approfonditi e con molte descrizioni, ma bisogna saperle gestire e non lasciare noi lettori nel quasi assoluto baratro senza descrivere la situazione generale.
Una delle cose che più mi ha infastidito è stata che il protagonista narrante cambiava in continuazione e passiamo da uno all’altro quasi senza capirlo e con molta difficoltà ad identificare di chi stiamo leggendo, soprattutto all’inizio del romanzo, quando ancora non abbiamo capito la struttura della narrazione. Questo mi ha demotivato molto nella lettura, ma sono andata avanti anche se ogni volta che la situazione iniziava a farsi interessante e iniziavo a capire di colpo cambiava il punto di vista, e ciò mi abbatteva sempre di più.
Andando avanti un po’ questa sensazione si è attenuata ma ha continuato ad infastidirmi fino alla fine.

Tra le cose più interessanti e che mi ha colpito è stata la cultura della Cina che traspare dalla narrazione, avendo studiato per un pochino la lingua cinese me l’ha fatto apprezzare, ma allo stesso tempo credo che sia difficile rendere fluida una narrazione scritta originariamente in una lingua così diversa e dalle regole della sintassi così lontana dalla nostra.

Non voglio bocciare del tutto questo libro; dopo aver incominciato a capirci qualcosa, ovvero dopo più di metà libro, ho iniziato ad ingranare un minimo e alcuni personaggi mi sono piaciuti particolarmente.
La trama dà spunti per paragonarla alla situazione attuale e le trame politiche sono state interessanti.
Il problema più grande è che questa struttura narrativa così pesante mi ha fatto passare la voglia di continuare il romanzo, che ho portato avanti e concluso con mera forza di volontà. Quello che dalla trama mi aveva incuriosito alla fine non mi ispirava più e il mio obbiettivo era arrivare finalmente alla parola fine.

Ho letto molte recensioni positive e anche molte entusiaste, quindi credo che “Marea tossica” semplicemente non faccia per me oppure non era il momento giusto per leggerlo.
Invito tutti a provare a dargli una possibilità per farsi un parere personale, soprattutto a chi piace la cultura cinese e distopici fantascientifici con poca azione e molte descrizioni.
Vi auguro buone letture in questo periodo di isolamento e #andràtuttobene!
 

Voto libro - 2.5 



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