The Dark Vault


Genere: Fantasy

Autore: V. E. Schwab

Ogni corpo ha una storia da raccontare, una vita in immagini che solo i Bibliotecari possono leggere. I morti sono chiamati Storie e il vasto mondo in cui riposano è l'Archivio. Da, il nonno, ha portato qui Mackenzie Bishop quattro anni prima, quando aveva dodici anni, spaventata ma determinata di dimostrare se stessa. Adesso Da è morto e Mac è diventata quello che lui era: una Keeper senza scrupoli, impegnata a fermare le spesso violente Storie a svelgiarsi e uscire. Per colpa del suo lavoro mente alle persone che ama e conosce la paura per quello che è: uno strumento utile per restare in vita.
Essere una Keeper non è solo pericoloso, è un promemoria costante di coloro che Mac ha perso. La morte di Da era dolorosa abbastanza, ma adesso che anche suo fratello è scomparso Mac inizia a pensare ai limiti tra il mondo dei vivi e dei morti, dormienti e svegli.
Nell'Archivio, i morti non devono mai essere disturbati. Eppure qualcuno sta deliberatamente cambiando le Storie, cancellando capitoli essenziali. A meno che Mac non riesca a mettere insieme i pezzi rimasti, l'Archivio stesso potrebbe crollare. 



Salve lettori!
Una delle autrici di cui leggerei anche la lista della spesa è Victoria Schwab (insieme a Bardugo, Hoover e Maas).
In questi giorni di clausura e dolce far niente, ho deciso di iniziare a recuperare i libri dell’autrice che da troppo tempo prendono polvere nella mia TBR, a partire da “The Archived”, primo volume della (teoricamente) trilogia “The Dark Vault”.

Mackenzie Bishop ha 16 anni e da quando ne aveva 12 è una Keeper.
Ha un pezzo di carta e una chiave che le permettono di attraversare una porta e trovarsi nel Narrows, un luogo senza luce formato da infiniti corridoi e altrettante porte in cui si aggirano le Storie con la S maiuscola.
Le Storie sono le registrazioni dei defunti: in questo mondo una persona non scompare, la sua storia non svanisce, ma finisce nell’Archivio.
L’Archivio è una sorta di biblioteca dove vengono conservate le Storie, i corpi che contengono la vita dei defunti.
A volte queste Storie si svegliano, soprattutto i bambini, inquieti e spaventati perché la loro ora è arrivata troppo presto.
Quando una Storia si sveglia finisce nel Narrows e tocca al Keeper, nel nostro caso Mackenzie, riportarlo indietro attraverso la porta dei Resi, un luogo fatto di luce.

Dopo la morte del fratellino Ben, Mackenzie e la sua famiglia si trasferiscono per superare la tragedia che li ha colpiti, senza riuscirci molto bene.
La madre finge all’estremo di essere felice ed entusiasta di ogni nuovo progetto, il padre scappa rifugiandosi nei libri, Mackenzie ha solo l’Archivio, il suo ultimo legame con Ben.
Quando si trasferiscono al Coronado, un vecchio hotel riconvertito in appartamenti, Mackenzie si ritrova circondata dal passato della struttura, misterioso e oscuro, in particolare quello del suo appartamento.
Un crimine è stato commesso, di cui nessuno vuole parlare e di cui non ci sono tracce... nemmeno nell’Archivio.
La situazione diventa ancora più strana e pericolosa quando le Storie che deve recuperare aumentano a dismisura, come la loro età, insieme al pericolo che corre nell’andare loro incontro, in quanto, più le Storie che si risvegliano sono grandi, più diventano pericolose.
Cosa è successo davvero al Coronado?
Chi ha tentato di coprirne le tracce e perché?
Ma, soprattutto, cosa sta succedendo all’Archivio?

“Niente è perduto. È a questo che serve l’Archivio.”

Miei cari lettori, non so perché ci sto mettendo tanto a recuperare i libri della Schwab, forse ho paura di rimanere senza!
Quest’autrice è una garanzia e ha un dono incredibile, non c’è una sua storia che io non ami alla follia, che non mi faccia emozionare e desiderare di più.
“The Archived” fa parte di una delle sue prime serie eppure si sente in ogni parola la bravura di questa scrittrice, che riesce sempre a creare storie interessanti, originali e da mozzare il fiato.
L’Archivio è un mondo di Storie, quelle con la S maiuscola, il cui scopo è conservare il passato e proteggerlo.
Per farlo scelgono delle persone con un dono particolare che si tramanda nelle generazioni: ai Keeper basta un solo tocco, su persone e oggetti, per sentire tutto ciò che provano e che hanno vissuto; basta chiudere gli occhi e gli è possibile tornare indietro nel tempo, come in un film, e assistere a ciò che mura e pavimenti hanno custodito per decenni.
Mackenzie ha usato il suo dono, nonostante sia proibito, per scoprire i segreti del suo appartamento e dimenticare per un attimo il dolore della perdita del fratello, e da quel semplice tocco scaturisce un mistero che metterà in pericolo sia lei che l’intero Archivio.
Mackenzie è un personaggio ferito, distrutto dalla scomparsa delle persone che ama di più: suo nonno, che l’ha scelta come suo successore nell’Archivio e che conosciamo attraverso i flashback della ragazza, e suo fratello Ben, che teme di dimenticare perché non ha più nessun oggetto da leggere con il suo dono.
Combatte tutti i giorni con il dolore della perdita e il desiderio di vedere il fratellino, consapevole che è da qualche parte nell’Archivio, curiosa di sapere se potrebbe svegliarsi e restare con lei.
Mackenzie è sempre stata molto curiosa, ed è proprio la sua curiosità a farle scoprire segreti che qualcuno non vuole riportare alla luce e che, di conseguenza, la metteranno in pericolo.
Ma Mackenzie è anche l’erede di suo nonno, è molto brava in quello che fa e non si arrende alla prima difficoltà.
Inoltre tiene davvero all’Archivio e crede nel suo lavoro, per questo farà di tutto per tenerlo in piedi.

Il rapporto della ragazza con i morti, però, è molto diverso da quello con i vivi.
La sua famiglia sta scappando dalla morte di Ben.
Da quel momento non sono più stati una famiglia normale: la madre si sforza di essere entusiasta per qualsiasi cosa, il padre si nasconde e Mackenzie mente.
Mente per fare il suo lavoro ma non se ne accorgono, se non Wesley.
Wesley è un ragazzo con la cresta e l’eye-liner intorno agli occhi, bellissimo e gentile, che decide di diventare suo amico e compare nei momenti in cui ne ha più bisogno.
Anche lui ha i suoi problemi, ma li affronta in modo diverso da Mackenzie; lui sorride, scherza, sconvolge, vive al massimo, e non si lascia spaventare dalla forza, la rabbia e la tristezza di Mackenzie.
Tra i personaggi, degno di menzione è anche Roland, bibliotecario dalle Converse rosse molto legato alla ragazza.

“Io sono una Keeper.”
“Sorveglio il Narrows.”
“Do la caccia alle Storie.”
“Le riporto nell’Archivio.”
“Nascondo chi sono.”
“Combatto con i morti.”
“Mento ai vivi.”
“Sono sola.”

Lettori, mi sono dilungata come non mi succedeva da tempo, ma con la Schwab le parole non bastano mai.
Le sue storie sono magiche, e non perché parlano di magia, ma perché riesce a catturare il lettore sin dalla prima pagina, a tenerlo stretto nelle grinfie di una trama avvincente, a farlo saltare con colpi di scena inimmaginabili, a farlo piangere con poche frasi e sospirare di sollievo con una parola.
Non mi sono staccata dal libro un attimo ed è stata la sensazione più bella.
Amo quest’autrice, amo le sue storie e desidero tantissimo incontrarla. Speriamo possa accadere!
Adesso leggerò il secondo volume, “The Unbound” e vi farò sapere cosa ne penso.
Intanto vi chiedo, sperando di avervi convinto già con le mie parole, di leggere questo libro, recensirlo e mostrare un po’ d’amore per questa serie young adult che merita tantissimo ma che è stata dimenticata dalla sua casa editrice.
Baci
 


Voto libro - 5





Genere: Fantasy

Autore: V. E. Schwab 

 Ogni corpo ha una storia da raccontare, una vita in immagini che solo i Bibliotecari possono leggere. I morti sono chiamati Storie e il vasto mondo in cui riposano è l'Archivio. L'estate scorsa, Mackenzie Bishop, una Keeper impegnata a fermare le Storie violente che scappano l'Archivio, ha quasi perso la vita per una. Adesso che deve iniziare il liceo alla Hyde School, fa fatica a riottenere la sua vita. Ma andare avanti non è facile, non quando i suoi sogni sono perseguitati da ciò che è successo. Sa che il passato è passato, sa che non può farle male, ma sembra così reale. Quando i suoi incubi iniziano a seguirla mentre è sveglia, inizia a domandarsi se è davvero al sicuro. Nel frattempo, persone stanno svanendo senza lasciare tracce e l'unica cosa che sembra accomunarli è Mackenzie. Lei è sicura che l'Archivio sappia più di quello che mostra, ma prima di poterlo dimostrare diventa la prima sospettata. A meno che Mac non rintracci il vero responsabile, perderà tutto: non solo il suo ruolo come Keeper, ma i suoi ricordi... e anche la sua vita. Può Mackenzie risolvere il mistero prima che la distrugga?


Salve lettori! 
Come annunciato nella scorsa recensione, in questa vi parlo di “The Unbound”, secondo libro della serie “The Dark Vault” di Victoria Schwab.
Dopo aver adorato il primo non potevo non leggere il secondo volume, e secondo voi com’è andata? Scopriamolo!

Prima di iniziare vi avverto che ho evitato di spiegare chiaramente cosa è successo alla fine del primo volume per evitare spoiler. Se pure ho detto qualcosa è senza contesto, quindi se non avete letto il primo libro non capirete cosa è successo.

“The Unbound” riprende tre settimane dopo gli avvenimenti di “The Archived”, da cui Mackenzie è tormentata.
Ogni notte, appena chiude gli occhi, rivive tutto ciò che accaduto sul tetto del Coronado ed è tutto talmente vivido che poi non riesce più a ritrovare il sonno, passando le nottate proprio su quel tetto ad allenarsi per diventare più forte.
Ma la carenza di sonno ha delle ripercussioni: vuoti di tempo, di azioni di cui vede solo il risultato raccapricciante e che ricorda solo dopo aver ripreso fiato ed essersi calmata.
Dopo aver trovato una soluzione per recuperare il sonno perduto, Kenzie crede di aver risolto i suoi problemi, ma si sbaglia.
Gli incubi la inseguono nella realtà e sono talmente vividi da causare ripercussioni reali.
Oltre a dover affrontare i suoi traumi, però, Mackenzie avrà un nemico potente all’interno dell’Archivio che farebbe di tutto per provarla inadatta al ruolo di Keeper, mentre all’Esterno, delle persone stanno scomparendo senza lasciare traccia e in qualche modo sono tutte collegate a lei.
Cosa sta succedendo all’Esterno?
Mackenzie può davvero fidarsi ciecamente dell’Archivio?
Ma, soprattutto, può un incubo diventare realtà e tornare dal Nulla? 



“Il mondo non è così bianco o nero, vero? Non si riduce tutto a con o contro. Alcuni di noi vogliono solo restare in vita.”

Miei cari lettori, ovviamente ho adorato anche “The Unbound”, che ve lo dico a fare! 

La Schwab continua ad affrontare problemi importanti quali i traumi e le conseguenze che hanno sulla mente e il corpo, inserendoli in una trama avvincente e ricca di scene mozzafiato.
Mackenzie è stata protagonista di un evento che avrebbe spezzato le menti più forti (e la sua era già provata dalla morte del fratello e la mancanza di Da, suo nonno), vittima di una Storia antica e subdola, che ha usato le sue debolezze e il suo dolore per farsi aiutare e mettere a punto un piano che avrebbe distrutto l’Archivio e quindi tutto ciò in cui Kenzie crede.
Nonostante abbia vinto questa battaglia, le conseguenze la perseguitano, come il ricordo di quella Storia e il modo in cui è caduta per tutti i suoi racconti. Non è stata abbastanza forte, né fisicamente né psicologicamente, e questo non le dà pace.
Ma finché gli incubi restano nella sua mente cerca di convivere con essi. I problemi iniziano quando gli incubi la seguono nella realtà e non riesce più a distinguere cioè che è reale da ciò che non lo è; quando delle persone a cui ha fatto del bene iniziano a scomparire senza lasciare traccia; quando le persone che ama, di nuovo, sono in pericolo.
Solo allora Mackenzie, quando c’è bisogno di salvare gli altri, non se stessa, cerca la soluzione al dilemma e quando la trova sarà pronta a sacrificarsi affinché nessuno si faccia del male e l’Archivio sia salvo.
In qualche modo Mackenzie compie lo stesso errore del primo libro: non parla con nessuno, carica tutta la colpa sulle sue spalle e si fa carico di risolvere la situazione.
Le definisce le sue battaglie e non permetterà a nessuno di aiutarla, perché non potrebbe mai sopravvivere con il senso di colpa di perdere qualcuno quando si ritiene l’unica responsabile e l’unica, quindi, a doversi occupare del problema.
È un po’ spocchioso da parte sua, egoista, ma in realtà è solamente una quasi diciassettenne che indossa un’armatura fatta di sarcasmo, risposte sagaci e finto menefreghismo, cresciuta troppo in fretta, con un grande compito e che ha affrontato già troppe perdite e subito troppi dolori.
Fortunatamente ha attorno a sé persone che farebbero di tutto per lei, proprio come lei per loro.
Ha Wesley, il suo partner in crime, che si riconferma un ragazzo d’oro, leale, coraggioso, sensibile, perfetto per una ragazza testarda come Kenzie.
Si è guadagnato un posto speciale nel mio cuore per la sua dolcezza e per l’intensità con cui combatte per Mackenzie.
Ha Roland, che nonostante tutto continua a fidarsi e a credere di aver fatto la scelta giusta quasi cinque anni prima.
Ha i suoi genitori, che cercano di andare avanti e combattere in ogni modo per proteggere ciò che rimane della loro famiglia.
E ha i suoi nuovi amici alla nuova scuola, ragazzi all’apparenza snob, che la accolgono nel loro gruppo come se ne avesse sempre fatto parte. 



“Tratta tutte le cose brutte come sogni, Kenzie. In questo modo, non importa quanto diventano buie o spaventose, devi solo sopravvivere finché ti svegli.”

Lo stile della Schwab è, come ho detto nella scorsa recensione, magico.
Anche questo libro, l’ho finito in pochissimo, divorato, perché mi era impossibile staccarmi dalle pagine e dalla storia.
L’autrice ha un modo di raccontare vivido, reale, che ti trasporta nel suo mondo e ti permette di restare lì anche con il libro chiuso o a storia finita.
Non so dirvi quante volte mi sono ritrovata a ripetere ad alta voce i discorsi dei personaggi, immaginandomi nella scena come se fossi stata lì, al Coronado, nell’Archivio, alla Hyde School.
Mi sono affezionata all’istante a questa storia e i suoi personaggi; ho adorato l’idea dell’Archivio e il ruolo dei Keeper; ho apprezzato la svolta ideologica e quello che potrebbe significare per questo sistema. 



“Le mie speranze crollano perché non ci sono risposte semplici, solo più domande. E solo un luogo dove andare. Un luogo che deve avere le risposte.”

Adesso passiamo alla questione che più mi rattrista.
La trama di “The Unbound” in sé si chiude, e sono contenta di come sia finito il libro, soddisfatta. Ma c’è una questione legata all’Archivio e a come funziona, alla necessità di cambiamento e svolta, una sottotrama che brulica e che arriva in superficie che però potrebbe non avere la possibilità di essere sviluppata.
Vedete, inizialmente questa doveva essere una trilogia (su Goodreads trovate anche segnato il terzo volume con il titolo di “The Returned”), ma al tempo della pubblicazione la serie non ebbe successo ed è stata lasciata a se stessa (due romanzi e una novella).
Per questo motivo vi chiedo, non solo perché la storia è originale, la scrittura stupenda e merita tantissimo, di leggerlo e recensirlo.
Spero che con un po’ di risonanza la casa editrice si decida a chiedere alla Schwab il terzo volume così da rendere noi lettori felici.
Baci 

Voto libro - 5





Genere: Fantasy

Autore: V. E. Schwab 

La short story è dal punto di vista di Wesley Ayers ed è ambientata poche ore dopo gli eventi di "The Unbound". 



Salve lettori!
Questa non sarà una recensione lunghissima perché vi parlo della short story della serie “The Dark Vault” di Victoria Schwab, dal titolo “Leave the window open”.
La novella ha luogo subito dopo la fine di “The Unbound” ed è scritta dal punto di vista di Wesley Ayers.

Wesley è un personaggio meraviglioso, che rapisce il nostro cuore dalla prima frase che rivolge a Mackenzie.
Da quell’istante in cui conosce la nuova scontrosa inquilina del Coronado, non si lascia scappare un momento per starle vicino e conoscerla.
Quando poi, i due scoprono di avere tanto in comune, a quel punto il loro rapporto sboccia e Wesley diventerà una costante nella vita di Kenzie.
Il ragazzo di cui si può fidare, su cui può fare affidamento, ma che non è disposta a sacrificare.
Ma nonostante Mac (come lui la chiama) provi a tenerlo a distanza, Wesley riesce comunque a trovare il modo di insinuarsi nella sua vita ed essere indispensabile, di farsi amare e farci cadere vittime del suo fascino e la sua dolcezza.

Nel secondo libro scopriamo anche dettagli sulla sua vita prima di conoscere Mackenzie; anche lui ha i suoi traumi e i suoi segreti, i suoi momenti bui che non condivide, che tiene nascosti perché adesso ha qualcosa di più importante per cui lottare, ha una persona che ha illuminato il suo mondo con le sue battute e la sua testardaggine da aiutare.
In questa novella dal titolo significativo, perché rimanda a un momento importante nella relazione tra i due ragazzi, grazie al punto di vista di Wesley, possiamo finalmente entrare nella sua testa e percepire in pieno l’amore che prova per Mackenzie.
Ovviamente si sentiva già dai romanzi, dalle sue parole e dalle sue azioni, ma leggerlo con le sue parole è stata la conferma che è un ragazzo meraviglioso e che si merita tutto l’amore del mondo.

“Non solo sorride, ma inizia a ridere, e vorrei essere arrabbiato ma dio, è il suono più bello del mondo, anche migliore della tempesta dentro la sua testa. Ucciderei mostri e correrei attraverso il fuoco e salterei da una scogliera per sentire questo suono.” 
Persino in pochissime pagine la Schwab riesce ad emozionare, a scogliere il nostro cuore e regalarci sensazioni indimenticabili.
Credo fermamente che questa serie non abbia ricevuto il riconoscimento che merita. Ha una trama originale e avvincente, personaggi indimenticabili e meravigliosamente strutturati, una narrazione vivida, mancano solo i lettori che la amino e la elogino.
Spero tanto di avervi convinti a dare una possibilità a questa storia e a questo primo lavoro di un’autrice meravigliosa e diventata un perno nella mia libreria.
Baci 

Voto libro - 5


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