Il gioco della devozione
Genere: Thriller
Autore: S.R. Masters
16 Luglio
Ucciderò tre persone. E saprai che sono stato io.
Gli unici rumori che si sentono sono lo scoppiettare del fuoco e il lento respiro del mare. Adeline, Rupesh, Steve, Jen e Will sono seduti intorno al falò e fanno un gioco. Un gioco, chiamato «Devozione», per giurarsi amicizia eterna come si può fare solo a quindici anni. Un gioco innocente finché Will non mette tutti alla prova chiedendo se resterebbero suoi amici nel caso diventasse un serial killer e descrivendo, per alzare la posta, il modo in cui ucciderebbe le sue vittime. Un silenzio... pieno di parole gela l’aria. Ma subito una risata smorza la tensione: è il solito Will, con la sua voglia di scherzare in ogni occasione. Nulla di più. Eppure, quindici anni dopo, due persone vengono uccise proprio nel modo in cui l’amico aveva immaginato. E Will sembra scomparso nel nulla. Solo Adeline, Rupesh, Jen e Steve sanno quello che è successo quella sera d’estate di tanti anni prima. Solo loro possono collegare gli indizi e puntare il dito contro Will. Un loro amico. Fino a che punto si può restare fedeli a un legame di amicizia? Fino a che punto uno scherzo rimane tale? Fin dove può spingersi la fantasia senza sconfinare nella realtà? La soluzione è nelle loro mani. Ma devono fare in fretta, perché un nuovo gioco è cominciato. Un gioco molto più pericoloso, in cui non ci sono regole.
Un esordio che è stato un grandissimo successo del passaparola, osannato dai librai indipendenti. Un romanzo che spiazza sin dalle prime pagine. Una storia sul valore delle parole, delle promesse, della fedeltà. Una storia in cui nulla è come ci si aspetta anche se la verità è alla portata di tutti.
Salve Confine,
con un po’ di ritardo oggi vi parlo di un romanzo uscito per Garzanti lo scorso luglio, si tratta de “Il gioco della devozione” di S.R. Masters, un thriller psicologico davvero interessante.
Un’estate e cinque ragazzi che passano i caldi pomeriggi assolati della stagione vagando per i campi, le stradine della cittadina o a casa di uno di loro, imparando a conoscersi, chiacchierando, raccontandosi, rivelando i loro sogni, i progetti per il futuro, dando vita a dinamiche nuove all’interno del gruppo, a simpatie particolari e anche invidia e diffidenza.
C’è Adeline, la nuova arrivata, che risveglia l’interesse del gruppo; Rupesh, il più inquadrato, l’occhio critico; Jen, fragile e sognatrice; Steve, il leader del gruppo; Will, quello “strano”, il ribelle difficile da inquadrare.
Una sera, mentre sono seduti attorno al fuoco, complice l’alcol i cinque ragazzi si entusiasmano per il nuovo gioco ideato da Steve, “il gioco della devozione”, in cui a turno, ognuno di loro, vestirà i panni di Mister Enigma e guiderà gli altri nel risolvere un mistero, e attraverso indovinelli e indizi si abbandonano ai loro sogni per il futuro.
Qui Will decide di spingere i loro limiti, di metterli alla prova, chiedendo se davvero rimarranno per sempre suoi amici, anche se un giorno lui diventasse, per esempio, un serial killer, e così comincia a descrivere gli eventuali omicidi con una serie di particolari terrificanti, difficili da dimenticare.
Ma è solo una burla, il solito Will che cerca sempre di provocare e spiazzare gli amici con i suoi comportamenti strani.
Quella serata, però, torna a galla ben quindici anni dopo quando i ragazzi, ormai adulti e con una vita lontana da quella che avevano progettato anni prima, si incontrano per una reunion.
Si presentano tutti tranne Will, che da un anno sembra scomparso nel nulla, sparito anche dai social, un buco nero che incuriosisce e impensierisce i ragazzi nel momento in cui scoprono che un paio degli omicidi descritti da Will quella sera di quindi anni prima sono stati commessi realmente in quell’anno.
Partono così una serie di sospetti e illazioni che li conducono alla ricerca dell’amico sospettato di quei crimini, senza prove o indizi reali, ignari di stare partecipando ad un gioco ben più grande di loro in cui non esiste nessuna regola e dove tutto è ammesso.
“Tutto ormai si avviava alla fine: la notte, l’estate, il fuoco attorno al quale noi cinque eravamo seduti. Anche se affermavamo di essere affascinati dai misteri dell’età adulta, in segreto avremmo desiderato che la vita continuasse così per sempre. Eravamo convinti che le cose non sarebbero mai più state belle come allora, nonostante i problemi che avevamo con i nostri genitori o fra noi.”
Bellissimo romanzo d’esordio per S.R. Masters, un thriller psicologico che si lascia leggere d’un fiato e che lascia il lettore sul filo del rasoio sin dalle prime pagine.
È ben strutturato, diviso in più parti in cui presente e passato si intrecciano per presentarci al meglio tutti gli eventi.
Si parte dall’estate in cui Adeline si unisce al gruppo già ben compatto degli altri quattro per passare poi al Natale di quindici anni dopo, quando viene organizzata la reunion dei cinque amici, ma solo quattro di loro si presentano: Adeline, Steve, Jen e Rupesh. Will è il grande assente e ben presto diventa oggetto dei loro discorsi e dei loro pensieri.
Infatti, ricordando la famosa sera in cui Will disse loro che sarebbe diventato un serial killer, raccontando come avrebbe ammazzato le sue vittime per far passare gli omicidi come suicidi, i quattro si incuriosiscono e cercano il suo modus operandi su internet, scoprendo che due degli omicidi descritti dall’amico sono stati commessi da poco. Questo insinua in loro il sospetto che Will quella sera non scherzasse e, tra scetticismo e allarmismo, si mettono sulle tracce dell’amico che da un anno sembra scomparso nel nulla.
Mentre veniamo condotti per mano nelle vicende del presente da Adeline, che è il fulcro e la voce narrante della storia, noi lettori veniamo anche messi al corrente di alcuni fatti del passato che riguardano questo strano gruppo di amici.
Devo dire che la lettura mi ha entusiasmata molto perché mi ha trascinata da un sospettato all’altro, facendomi cambiare idea più volte, per poi rimanere letteralmente a bocca aperta sul finale.
Quindi credetemi quando vi dico che non è una storia scontata.
Masters è stato bravo a disseminare veri indizi per tutta la storia e li ha uniti a piste false ma assolutamente plausibili.
I personaggi stessi ingannano fino alla fine. Nessuno è più buono degli altri, nessuno ispira fiducia eppure ad un certo punto, in momenti diversi, ognuno di loro sembra sincero e attendibile. Davvero un rompicapo per una che, come me, va sempre a caccia di quell’indizio che dà la svolta al romanzo.
I colpi di scena non mancano, come non mancano i momenti altamente tensivi o misteriosi, quelli che ci inducono alla riflessione o in errore.
Tra un colpo di scena e l’altro non ci accorgiamo quasi di essere arrivati alla fine, grazie alla scorrevolezza della lettura che mantiene un ritmo costante e sostenuto.
Che dire, da qualche mese non leggevo un thriller che mi lasciasse finalmente soddisfatta, quindi non posso che raccomandarlo agli amanti del genere e consigliarlo a chi vuole approcciarsi al genere con un bel fuoco d’artificio.
Buona lettura.
Voto libro 4.5
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