Pâtisserie Française. Macarons in cerca d’amore
Genere: Chick lit
Autore: Margherita Fray
21 aprile 2020
Veronica, una
venticinquenne romana, si presenta a un colloquio alla Pâtisserie
Française. Ed è proprio lì che si imbatte in Pierre Mureau,
l’affascinante quanto arrogante, capo pasticcere della pasticceria.
Molto francese, molto bello, perfezionista fino alla psicosi. Trova
offensivo e riprovevole circa il 90% di quello che fa Veronica. Il suo
primo incontro con Pierre non è dei più allegri. Dire che lui la
consideri una buona a nulla è riduttivo. Di tutt’altro avviso è
Eleonora, la proprietaria della pasticceria, che al contrario del capo
pasticcere, è propensa a darle un’opportunità. Quello che all’inizio
sembrerà il giusto mix per un disastro, riesce lentamente a diventare
altro: Veronica conoscerà lati piacevoli di Pierre che non avrebbe mai
immaginato... finché non scoprirà che anche l’irreprensibile Mureau ha
dei segreti piuttosto ingombranti.
Sullo sfondo di una Roma torrida e asfissiante, Veronica conosce una versione più matura e adulta di sé, e impara cosa sono l'amicizia e l’amore.
Sullo sfondo di una Roma torrida e asfissiante, Veronica conosce una versione più matura e adulta di sé, e impara cosa sono l'amicizia e l’amore.
Estratto
«Quanti macarons hai fatto nella tua vita?» domanda, osservandomi mentre sollevo una metà di biscotto e la studio: sono davvero molto belli, lucidissimi, regolari e con il bordino intorno.
Non ne ho fatti molti. Ovviamente ci ho provato e ammetto che erano venuti piuttosto carini e buoni per essere la prima volta, però sicuramente non erano come questi.
La risposta sarebbe “Non abbastanza”, ma mi mantengo vaga con un: «Non li ho contati…» Deglutisco e gli lancio un’occhiata inquieta: Mureau mi sta fissando in attesa che sia più sincera.
«Alcuni» butto lì con nonchalance.
Lui mi osserva ancora, mi soppesa, per alcuni secondi gli unici rumori del laboratorio sono il ticchettio del timer-gallina e il raschiare della sua frusta sul fondo della pentola. Alla fine sospira, più arreso che arrabbiato. «Non so pas perché ti chiedo le cose» spiega.
Continua a mescolare e fissarmi, e io mi sento una ragazzina in attesa della punizione dopo una marachella. La situazione rischia di diventare decisamente più “Cinquanta sfumature di grigio” del voluto.
Sollevo un indice e senza aspettare il suo permesso dico: «Quello di Eleonora è l’unico contratto che firmerò.»
«Eh?» ribatte con una smorfia.
Scuoto la testa invitandolo a lasciar correre e continuare.
«Bien, dicevo. Non mi fido pas a lasciarti la mia crema» spiega tornando al fulcro della situazione. «Quindi prendine uno e fammi vedere.»
Sbuffo, ma faccio come dice: prendo metà macaron giallo, poi osservo tre sac à poche già riempite di creme. Ho paura di prendere la crema alla vaniglia invece di quella al limone: ne farebbe un caso di stato.
Mureau continua a fissarmi.
«Potresti aiutarmi» gli faccio notare senza guardarlo.
«Quella alla tua sinistra» si arrende a spiegarmi, mentre alza gli occhi al cielo esasperato. «Bastava che le annusassi. Una bambina di sette anni sarebbe più sveglia di te.»
«Un giorno saremo amici. Quel giorno mi spiegherai il perché di tutta quest’aggressività» prevedo poi recupero la sac à poche che mi ha indicato e faccio per spremere.
«Pensi di riuscire a mettere lo stesso quantitativo di crema in ognuno» mi interrompe proprio quando sono pronta. Non è una domanda, né un’affermazione. Nel dubbio annuisco.
«Non ci credo pas.»
«Conto» cerco di tranquillizzarlo.
«Conti?»
«Sì, conto» gli lancio un’occhiata. «Uno, due, stop.»
«Non far durare troppo l’uno» mi avverte.
Lo fisso immobile, ancora con lo stesso, disperato quanto me, mezzo macaron in una mano e la sac à poche nell’altra. «Come fa a durare troppo “uno”? È uno.»
«Prova a fare un, due.»
Il mio inconscio osserva il livello di frustrazione salire su, e ancora più su, fino a toccare le stelle. È quasi poetico.
Mi volto per dargli le spalle e mettere fine a quest’insostenibile conversazione. Lo sento borbottare quella che ha tutta l’aria di essere un’imprecazione in francese.
Provo la sac à poche sul dorso della mano, giusto per rendermi conto di quanto sia fluida la crema e quanta ne esca, prima di avvicinare il beccuccio al biscotto. Farcisco come ritengo opportuno, infischiandomene di quello che ne pensa Mureau, poi recupero l’altra metà e compongo questo povero macaron, rimasto solo troppo a lungo.
Mi volto e gli sbatto contro, sorprendendolo praticamente addosso a me, in punta di piedi, nell’evidente tentativo di sbirciare quello che stavo e sto ancora facendo. Lo spingo via arrossendo.
«Sei infantile, Mureau» lo rimprovero.
«Come ti pare. Fa vedere.»
Glielo mostro.
Si china e lo osserva come se potesse dedurne la composizione molecolare da uno sguardo. «Mh» dice infine.
Io sorrido furba: è il “mh” numero uno, quello che significa può andare.
«Quanto hai contato?» mi chiede sollevando lo sguardo su di me.
Assottiglio lo sguardo. «Non te lo dico.»
Sbuffa.
Circa un’ora dopo tutti gli ottanta macarons hanno trovato la loro anima gemella e se ne stanno tranquilli a godersi la vita coniugale in una scatola verde, immersi nella carta velina rosa. Una confezione molto di classe.
Mi fermo a studiarli prima di mettere il coperchio e Mureau mi si affianca per fare lo stesso: siamo gomito a gomito, in contemplazione dei macarons.
«Molto meglio di quanto temessi» osserva.
Gli lancio un’occhiata divertita. «Puoi anche dirlo, che sono stata brava.»
Ride e ricambia il mio sguardo. «Vuoi davvero che li giudichi?» domanda a voce bassa.
Lo trovo imprevedibilmente intimo, soli a parlottare vicini, mentre intorno a noi ci sono dieci milioni di gradi. Forse è per questo che sento tanto caldo.
«Sarai spietato?» domando mimando timore. I miei dolcetti sono piccoli e sensibili, potrebbero non sopportare un giudizio troppo amaro.
Si sbilancia verso di me spingendomi delicatamente. «Proverò a non esserlo troppo» promette.
Mi mordicchio le labbra da un lato, mentre annuisco incerta.
Lui si china sul cofanetto con attenzione e li fissa uno per uno, mentre continua a battersi delicatamente la punta del naso con l’indice. Lo ammetto, è un tic da concentrazione adorabile.
«Questo» inizia indicandone uno. «Questo e questo sono più pieni degli altri.»
Ha appena detto che sono grassi?
«Anche questo e questo. Qui – prosegue indicandone tre vicini – hai spinto troppo quando li hai accoppiati e si sono rovinati...» Si sofferma su uno e lo giudica colpevole. «Questo è storto.»
Lo fisso serissima. «Lo hai fatto piangere» dichiaro.
«Una prova discreta» conclude con un sorriso.
«Nove su ottanta non puoi definirla solo discreta» mi lamento.
Si stringe nelle spalle. «L’ho appena fatto» dice tornando a guarnire crostatine.
Gli faccio la linguaccia quando non guarda.
«Ti ho vista» mi avverte. «Va’ a chiamare Eleonora e dille che è tutto pronto.»
Salve lettori del Confine!
Oggi vi parlo di un chick-lit pubblicato dalla Royal Books Edizioni. Si tratta di “Pâtisserie Française. Macarons in cerca d’amore.” scritto da Margherita Fray, conosciuta sulla piattaforma Wattpad come Fragolottina.
Veronica Neri è una ragazza di venticinque anni laureata con il massimo dei voti in Biologia, che ha deciso di frequentare un corso di pasticceria piuttosto che intraprendere il corso di laurea specialistica. Inutile dire che la scelta non è stata accolta con entusiasmo dalla sua famiglia.
La Pâtisserie Française è una pasticceria di Roma alla ricerca di un aiuto-pasticcere per Pierre Mureau, pasticcere talentuoso e affascinante quanto arrogante.
Fortunatamente per Veronica è Eleonora a fare le assunzioni e, nonostante Mureau abbia da ridire su ogni singolo particolare del curriculum e dei muffin della ragazza, Veronica ottiene il lavoro.
Così inizia con la sveglia presto, l’arrivo in pasticceria, il lavorare in una stanza/forno e, soprattutto, in compagnia del bel francese che contesta ogni sua azione.
«Oh, hai firmato!» si lamenta Mureau con una smorfia.
Mi stringo nelle spalle e sorrido. «Mi spiace, non sei riuscito a scoraggiarmi.»
«Perché non mi sono pas impegnato.»
Così inizia con la sveglia presto, l’arrivo in pasticceria, il lavorare in una stanza/forno e, soprattutto, in compagnia del bel francese che contesta ogni sua azione.
Veronica cresce all’interno della Pâtisserie Française: si scontra con la vita, con il lavoro e con l’amore (in tutte le sue forme).
Il romanzo è un autoconclusivo, narrato in prima persona dal punto di vista di Veronica. Lo stile della storia è ironico e coinvolgente: una volta iniziata la lettura è quasi impossibile fermarsi!
I personaggi si conoscono a poco a poco, permettendo così al lettore di farsi un’idea su ciascuno di loro.
Super divertenti i personaggi di Tiziana e Samuele, i migliori amici della protagonista, il trio riunito è la fine del mondo, così come Daniele, collega di Veronica alla Pâtisserie.
Le famiglie hanno in questa storia un ruolo importante, sia perché creano la cornice per alcuni eventi sia per alcuni “colpi di scena”.
Veronica è una ragazza piuttosto comune, con tante piccole abitudini e manie che la rendono adorabile ai miei occhi.
Poi è una di noi: è una di quelle persone che pur di non ferire gli altri ferisce se stessa, che continua a mantenere rapporti ormai saturi per via del passato in comune.
Insomma, quella di iscriversi al corso di pasticceria è stata la scelta più personale che abbia fatto e da lì…
Pierre, nonostante sia il capo-pasticcere alla Pâtisserie Française, è un ragazzo che ha creato il suo scudo per andare avanti e questo è fatto di arroganza, talento e una buona dose di savoir-fair.
Vi lascio scoprire da soli gli altri personaggi e il perché del sottotitolo “Macarons in cerca d’amore.”.
In questo libro ci sono tutti gli ingredienti per tenere un lettore incollato alla pagine: ogni volta che qualcosa sembra andare per il verso giusto, che si pensa “ecco, il puzzle è completo”, è in quel momento che arriva un altro pezzo che non si sa dove mettere.
Leggendo questo libro mi sono pentita di aver disinstallato Wattpad, avrei voluto veramente leggere il finale che aveva lasciato tutti interdetti!
Per immergersi ancora di più nei luoghi e nelle atmosfere di “Pâtisserie Française. Macarons in cerca d’amore.” si trova alla fine un codice QR che riporta direttamente alla playlist Spotify dedicata (ve la consiglio, sono stata per tre giorni nel mood).
È una storia molto carina, ironica, ideale per passare qualche ora in buona compagnia, non manca poi un pizzico di pepe che rende il tutto più movimentato.
Non è una lettura impegnativa, perciò mi sento di consigliarlo a chiunque abbia voglia di evadere da casa e fare un giro virtuale per Roma, tra le vicende di questa ragazza comune, dei suoi amici e della Pâtisserie Française.
Buona lettura e alla prossima!
Voto libro - 4.5
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