Blood Heir Trilogy
Genere: Fantasy
Autore: Amélie Wen Zhao
Nell'Impero di Cyrilia, gli Affinites sono umiliati. I vari doni per controllare il mondo intorno a loro sono considerati innaturali, pericolosi. E Anastacya Mikhailov, la princessa, ha un terribile segreto. La sua mortale Affinità per il sangue è la sua maledizione e la ragione per cui ha vissuto la sua vita nascosta dietro le mura del palazzo.
Quando il padre di Ana, l'imperatore, viene assassinato, il suo mondo viene distrutto. Accusata dell'omicidio, Ana è dovuta scappare dal palazzo per salvarsi la vita. Per ripulire il suo nome, dovrà trovare da sé l'assassino di suo padre. Ma la Cyrilia oltre le mura del palazzo è molto diversa da quella che pensava di conoscere. La corruzione regna la sua terra e una grande conspirazione è in attto, una che rischia di minacciare l'equilibrio del suo mondo. C'è solo una persona abbastanza corrotta per aiutare Ana a raggiungere il suo obiettivo: Ramson Quicktongue.
Astuto signore del crimine del sottomondo di Cyrilia, Ramson ha piani loschi, anche se potrebbe aver incontrato il suo eguale in Ana. Perché in questa storia, la principessa potrebbe essere il giocatore più pericoloso di tutti.
Salve lettori!
Ho deciso di recuperare un libro che si trovava sulla mia TBR uscito a novembre 2019.
Il titolo è “Blood Heir”, è il primo volume di una trilogia, nonché libro d’esordio di Amélie Wen Zhao.
La storia editoriale del romanzo è leggermente burrascosa in quanto la prima pubblicazione venne spostata a causa di polemiche iniziate da chi aveva avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e ingrandite da altre persone che non lo avevano nemmeno aperto.
La scrittrice aveva così deciso di bloccarlo per rivederlo, per poi decidere di essere sicura del suo lavoro ed essere pronta alla pubblicazione.
Se volete approfondire, comunque, potete trovare un articolo del NYTimes su internet.
Ma adesso passiamo al libro!
Ho deciso di recuperare un libro che si trovava sulla mia TBR uscito a novembre 2019.
Il titolo è “Blood Heir”, è il primo volume di una trilogia, nonché libro d’esordio di Amélie Wen Zhao.
La storia editoriale del romanzo è leggermente burrascosa in quanto la prima pubblicazione venne spostata a causa di polemiche iniziate da chi aveva avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e ingrandite da altre persone che non lo avevano nemmeno aperto.
La scrittrice aveva così deciso di bloccarlo per rivederlo, per poi decidere di essere sicura del suo lavoro ed essere pronta alla pubblicazione.
Se volete approfondire, comunque, potete trovare un articolo del NYTimes su internet.
Ma adesso passiamo al libro!
Sono passati undici lune da quando la vita di Ana è finita sottosopra, completamente sconvolta dopo essere stata accusata di alto tradimento.
È da quella fatidica notte che scappa, alla ricerca del vero responsabile della morte di suo padre, l’imperatore di Cyrilia.
Prima degli eventi che hanno cambiato la sua vita, Ana era Anastacya Mikhailov, la principessa dimenticata di Cyrilia. Dimenticata perché, in un mondo abitato da persone che hanno delle Affinità, ossia una connessione con elementi fisici o metafisici, lei ha mostrato, nel modo più cruento possibile, un’affinità al sangue.
Da quel momento è stata nascosta tra le mura del palazzo, torturata e avvelenata per liberarla della sua affinità, l’unica consolazione erano suo fratello Luka e l’aiuto cuoco Yuri, giovane con l’affinità per il fuoco.
Adesso Ana è una fuggitiva con un unico obiettivo: trovare l’alchimista che ha avvelenato suo padre.
Ha provato di tutto, ma l’unico che può aiutarla è Ramson Quicktongue, un truffatore detenuto nella prigione di massima sicurezza dell’impero e che finisce per costringerla ad aiutarlo ad evadere.
Inizia così un viaggio lungo e sconvolgente che farà aprire gli occhi ad entrambi i protagonisti: ad Ana sul suo impero e sulla corruzione che lo comanda; a Ramson sulle sue scelte e sulla breve vita che gli si prospetta davanti.
“Pochi in questo
mondo sono nati per una vita di comodità e di pura felicità. Gli dei
sanno che la vita non è questo. No, Piccola Tigre, noi prendiamo ciò che
ci viene dato e combattiamo come disperati per renderlo migliore.”
Lettori, parliamo di un fantasy Young Adult in parte anche retelling.
Riprende, infatti, alcuni elementi della storia di Anastasia, figlia dello zar Nicola II, di cui, dopo il massacro della famiglia, non venne trovato il cadavere e quindi venne speculato sul ritorno della principessa perduta.
Per questo motivo considero “Blood Heir” una riscrittura parziale, perché riprende solo pochi elementi, quelli della principessa scomparsa, dell’impero corrotto, uno che non posso dirvi perché spoiler e i conseguenti nomi russeggianti. Non che sia una cosa negativa, anzi ho apprezzato che non fosse un retelling in tutto e per tutto ma che sfruttasse solo pochi elementi, mi ha permesso di apprezzarlo di più.
“Siamo tutti eroi ai nostri occhi, e mostri agli occhi di coloro che sono diversi.”
Adesso parliamo del mondo creato dalla scrittrice.
Ci sono diversi paesi, tra cui l’impero di Cyrilia (simil Russia), il regno di Bregon (simil Europa) e l’impero di Kemeiran (simil Asia).
In ognuno di questi paesi ci sono sia persone normali che persone con Affinità, come ho detto prima, persone con una connessione a elementi fisici (acqua, terra, aria, carne, sangue) o metafisici (emozioni o la mente) e abilità speciali, che vanno da una percezione acuta dell’elemento alla capacità di manipolarlo o generarlo.
Nei tre paesi gli Affinites (così chiamate le persone con le affinità) sono trattati in modo molto diverso; a Cyrilia sono schiavi. È proprio sul traffico degli Affinites che l’impero ha prosperato, che la malavita ha creato un giro d’affari che fa gola a tutti, persino a chi dovrebbe proteggere quelle persone. Uomini, donne, bambini, da Cyrilia ma anche dagli altri paesi, attratti con l’inganno verso una trappola da cui non vedranno più la luce.
La schiavitù, il modo disumano in cui queste persone vengono trattate, il modo in cui persone potenti sfruttano i più deboli e indifesi a loro vantaggio, legano il libro alla realtà; una realtà brutale e fin troppo comprensibile.
È anche la realtà che sveglia la protagonista, la doccia gelata che le fa aprire gli occhi su un impero che credeva meraviglioso e perfetto.
Nonostante la sua esperienza non fosse stata positiva, l’aveva sempre attribuito al suo tipo di Affinità, mai l’aveva sfiorata il pensiero che le persone come lei potessero soffrire una sorte del genere, non finché non si è trovata a viverlo in prima persona.
Ana è una bella protagonista, che affronta un percorso difficile, crudo, inaspettato. Passa dall’essere la principessa di un impero che credeva giusto, a una fuggitiva, dall’accusa di omicidio e dal rischio di essere catturata dai trafficanti di Affinites, al demone che la sua Affinità potrebbe farla diventare. Sarebbe facile cedere al suo potere, ma ha un mantra che le permette di resistere e che la guida nel suo percorso.
“La tua Affinità non ti definisce. Ciò che lo fa è il modo in cui decidi di usarla.”
Percorso che non affronterà da sola, perché ad accompagnarla ci sarà Ramson Quicktongue, malandrino e calcolatore, per cui ogni patto è un affare, e che non si lascia scappare un’occasione nemmeno quando è in pericolo.
Anche Ramson affronta un bel percorso; scopriamo tanto della sua infanzia, che è ciò che ha guidato i suoi passi in casa di una persona poco raccomandabile e, di conseguenza, sul cammino della Strega.
Ho assolutamente adorato i due protagonisti: entrambi con una storia complicata, un passato che ha lasciato cicatrici profonde, ma comunque forti e coraggiosi, pronti a passare per cattivi se è ciò che serve, a combattere in prima linea se necessario.
Oltre a loro due ci sono anche altri personaggi interessanti, chi candido come la neve e chi macchiato dalle ingiustizie, ma fondamentali per la crescita e il percorso di Ana e Ramson.
Anche Ramson affronta un bel percorso; scopriamo tanto della sua infanzia, che è ciò che ha guidato i suoi passi in casa di una persona poco raccomandabile e, di conseguenza, sul cammino della Strega.
Ho assolutamente adorato i due protagonisti: entrambi con una storia complicata, un passato che ha lasciato cicatrici profonde, ma comunque forti e coraggiosi, pronti a passare per cattivi se è ciò che serve, a combattere in prima linea se necessario.
Oltre a loro due ci sono anche altri personaggi interessanti, chi candido come la neve e chi macchiato dalle ingiustizie, ma fondamentali per la crescita e il percorso di Ana e Ramson.
“Blood Heir” non è un libro super originale, la base è quella e non possiamo farci niente, ma è il modo in cui è scritto ed è stato sviluppato che lo fa brillare tra i tanti altri fantasy Young Adult.
La trama è coinvolgente, ogni capitolo ha qualcosa che fa crescere l’interesse del lettore e che tiene incollati alle pagine.
I colpi di scena sono piazzati magistralmente e lasciano letteralmente a bocca aperta.
Ho provato tante emozioni durante la lettura: ansia, paura, rabbia, ammirazione, stupore.
Sono stata catturata dalla storia dall’inizio alla fine, sono stata sulle spine per buona parte del romanzo, mi sono anche emozionata tanto per alcune scene.
Insomma, mi è piaciuto molto e non vedo l’ora di leggere il secondo volume.
E poi, avete visto quelle cover?!
Baci
Voto libro - 4
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