Middlegame
La serie è composta da:
1. Middlegame
2. Seasonal Fears
Genere: Fantasy
Autore: Seanan McGuire
21 luglio 2020
Ecco Roger. Ha un vero dono per le parole, comprende istintivamente ogni linguaggio e sa che è il potere delle storie a regolare i meccanismi dell'universo. Ed ecco Dodger. È la sorella di Roger, la sua gemella per la precisione. Anche lei ha un dono, per i numeri: sono il suo mondo, la sua ossessione, il suo tutto. Qualunque cosa le si presenti alla mente, Dodger la elabora con il potere della matematica. I due fratelli non sono propriamente umani, anche se non lo sanno. Non sono neanche propriamente divini. Non del tutto... non ancora. E poi c'è Reed, esperto alchimista, come la sua progenitrice. È stato lui a dare vita ai gemelli. Non si potrebbe definirlo il loro "padre". Non proprio. Ma come tutti i genitori, per i due ragazzi ha un piano ambizioso: far sì che raggiungano il potere assoluto, e poi reclamarlo per sé. Diventare "dei in Terra" è una cosa possibile. Pregate soltanto che non accada.
Salve lettori!
In occasione del review party, vi parlo in anteprima di “Middlegame” di Seanan McGuire, in uscita il 21 Luglio per Mondadori Oscar Vault.
Il romanzo è uno sci-fi fantasy adult, e se come me vi spaventate davanti al tag Science Fiction, non temete e buttatevi all’istante in questa storia!
Vi fidate di me sulla parola? No?
Allora restate con me, cercherò di convincervi in ogni modo a dare una possibilità ad un libro che mi ha catturata anima e corpo, che si è insinuato nelle mie cellule e si è creato un posticino comodo nella lista dei miei libri preferiti!
In un laboratorio celato in un campo di grano dell’Ohio, James Reed porta avanti il sogno della sua creatrice.
Grazie a lui, e a una delle tre coppie di bambini appena nati, raggiungerà la Città Impossibile, la conquisterà e così controllerà la realtà, e l’universo intero.
James Reed è un alchimista, ma non il migliore. La sua creatrice, Asphodel Baker, lei era l’alchimista più brillante e rivoluzionaria dei suoi tempi, ma i vecchi sessisti del consiglio degli alchimisti non capivano la sua grandezza e lei è stata costretta a creare James, il suo pupillo, il suo assassino, per vedere la sua opera completata.
Il 1986 sembra essere l’anno in cui il viaggio verso la Città Impossibile comincia, l’Astrolabio ha iniziato a girare al contrario con la nascita di Roger e Dodger e così i due cuculi vengono separati, affidati a due famiglie ai capi opposti dell’America, in attesa del momento giusto per riunirli.
È il 1993, Roger Middleton ha 7 anni, è un mago delle parole, divorerebbe libri tutto il giorno, ma è costretto a fare i compiti, anche quelli di matematica, che lui odia.
La voce nella sua testa, invece, sembra adorare la matematica e fa i suoi compiti in un attimo.
Dodger odia le parole, è difficile metterle insieme mentre i numeri sono così semplici e lineari.
Anche Dodger Cheswich ha 7 anni, non ha molti amici perché è un piccolo genio della matematica e questo la rende strana. Ma il bambino che parla nella sua testa la capisce, le chiede spiegazioni, la comprende.
Ovviamente quando si sente una voce nella testa la prima cosa che si pensa è di essere pazzi e di doverlo nascondere, oppure che sia un sogno o uno scherzo dell’immaginazione, eppure i due bambini sanno che loro sono estremamente reali e così diventano migliori amici.
Si aiutano a vicenda, riempiono i buchi lasciati dalle mancanze gli uni degli altri. Ma è troppo presto, non sono pronti, la Dottrina non è matura, devono essere separati.
Ma Roger e Dodger si ritrovano, loro si ritrovano sempre, sono gemelli, sono uno la metà dell’altro, si completano, non possono essere separati, non dagli altri, forse da loro stessi. Il viaggio è lungo, la strada improbabile non è facile da percorrere, le probabilità di sbagliare sono estremamente elevate, la Città Impossibile è lì, ma loro non sono pronti, si sono sbagliati...
Non me lo dite, so che sembra non avere senso, ma non è che potevo raccontarvi tutto il romanzo! Quello che vi ho descritto non è che l’inizio di una storia inimmaginabile e inaspettata.
Roger e Dodger sono l’incarnazione di due delle forze che governano l’universo, il linguaggio lui e la matematica lei.
Insieme, quando perfettamente maturi, possono incarnare la Dottrina, che gli permetterebbe di governare l’universo, li renderebbe dei, invincibili.
Non sono bambini normali e non sono liberi di vivere la loro vita, sono costantemente controllati, osservati, in attesa di un cambiamento da riferire ad un uomo freddo e senza scrupoli che aspetta da anni di ottenere il potere assoluto.
Roger e Dodger sono un esperimento e se non sono in grado di raggiungere lo scopo per cui sono stati creati, se diventano pericolosi, potrebbero essere eliminati.
Eppure sono interessanti, i loro comportamenti, le loro decisioni, l’evoluzione del loro rapporto, hanno troppo potenziale.
Conosciamo Roger e Dodger da neonati, li rincontriamo quando hanno 7 anni e li accompagniamo nell’adolescenza e nell’età adulta. Li vediamo crescere, conoscersi, legare, litigare, separarsi, ritrovarsi. Leggiamo entrambi i loro punti di vista, capiamo cosa significa essere loro, cosa significa essere un genio della matematica o un mago del linguaggio.
Questo libro non è solo un adult, è un middle grade quando viviamo l’ansia dei due bambini perché sono diversi, hanno qualcosa che gli altri non hanno e per questo non li capiscono, li prendono in giro, li escludono.
È uno young adult quando al liceo Roger usa le parole per adattarsi nella società, per mischiarsi agli altri adolescenti; mentre Dodger fa sempre più fatica a restare a galla, è un genio della matematica, è donna, è sola, è un’adolescente senza amici, e cede.
È adult quando arriviamo all’università ed eccoli lì, l’uno la metà dell’altro, di nuovo insieme, inseparabili, inarrestabili, pericolosi, non ancora pronti.
È una corsa contro il tempo, contro l’universo, contro loro stessi, quando la strada improbabile si avvicina.
Ma saranno pronti o sarà l’ennesimo errore?
L’ennesimo tentativo da ripetere e ripetere e ripetere finché non capiranno dove sbagliano, dove devono migliorarsi, come ricordare, cosa ricordare, per poi ricominciare?
Non conoscevo l’autrice, non ho mai letto nulla di suo, ma “Middlegame” mi ha stregato.
È geniale, incredibile, indimenticabile. Unisce alchimia, letteratura, matematica, filosofia, scienza, storia, anche un pizzico di magia, alle storie di due bambini speciali che affrontano il mondo esterno con un vantaggio, che è anche uno svantaggio quando si ritrovano da soli, ai drammi adolescenziali e alle responsabilità adulte.
Ma la narrazione è la vera magia, la scelta delle parole, delle ripetizioni, delle pause; sono quelle che trasmettono ogni emozione, ogni sensazione, che fanno stringere il cuore per quanto sono potenti.
Anche la struttura del romanzo è studiata per rappresentare perfettamente la storia, suddivisa in libri, ognuno anticipato da epigrafi e dagli estratti di un libro che ha un significato importantissimo, un middle grade che esiste e che leggerò assolutamente (riguardo a questo, vi consiglio di cercare l’autrice su Google e capirete, non voglio dirvelo io perché è stato uno dei tanti dettagli che ho adorato).
Gli adult ultimamente sono una fonte di stupore e amore assoluto incredibile. Io amo gli young adult, ma a volte sembra che le storie, nonostante le differenze, siano comunque quelle, hanno uno schema ben preciso e percorsi definiti.
Con gli Adult invece è ogni volta un mondo a sé, non ci sono limiti o linee guida, non ci sono svolte prevedibili, è un lungo camminare alla cieca su strade che possono andare in qualsiasi direzione. È un mondo immenso e senza regole dove tutto è possibile.
Soprattutto in questo caso, dove le strade sono innumerevoli, le linee temporali infinite e gli errori da commettere fin troppi.
Oh, quante volte mi sono ritrovata con il cuore stretto in una morsa, il fiato sospeso, un “nooo” sofferto che mi usciva dalle labbra. E quante pagine ho evidenziato, ricche di frasi che mi colpivano e mi riscaldavano l’anima.
Quando sono arrivata alla fine ho provato l’immane desiderio di ricominciare tutto daccapo, di percorrere di nuovo la strada improbabile, ammirare da lontano la Città Impossibile, camminare con il Corvo e la Cornacchia nel Sopra-Sotto, vedere il mondo attraverso formule matematiche e sentire il linguaggio scorrermi nelle vene.
Non vedo l’ora di avere tra le mani il cartaceo, lo abbraccerò come se Roger e Dodger potessero davvero sentire l’amore che si meritano. Soprattutto Dodger, che nonostante sia la matematica e io sia più una tipa da linguaggio, si merita tutto l’amore possibile.
Che dirvi più, vi ho riversato il cuore in questa recensione, spero di avervi convinto e che darete una possibilità a “Middlegame”.
Sono certa che sarà uno dei libri più belli letti quest’anno anche per voi, poi fatemi sapere se avevo ragione, mi piace sentirmelo dire!
Baci
Salve lettori!
In occasione del review party, vi parlo in anteprima di “Middlegame” di Seanan McGuire, in uscita il 21 Luglio per Mondadori Oscar Vault.
Il romanzo è uno sci-fi fantasy adult, e se come me vi spaventate davanti al tag Science Fiction, non temete e buttatevi all’istante in questa storia!
Vi fidate di me sulla parola? No?
Allora restate con me, cercherò di convincervi in ogni modo a dare una possibilità ad un libro che mi ha catturata anima e corpo, che si è insinuato nelle mie cellule e si è creato un posticino comodo nella lista dei miei libri preferiti!
“Questo è un tuo dovere. Questo è un ordine. Questo è un obbligo. [...] Questa è la fine. Ci siamo sbagliati ci siamo sbagliati ci siamo sbagliati ci siamo sbagliati ci”
In un laboratorio celato in un campo di grano dell’Ohio, James Reed porta avanti il sogno della sua creatrice.
Grazie a lui, e a una delle tre coppie di bambini appena nati, raggiungerà la Città Impossibile, la conquisterà e così controllerà la realtà, e l’universo intero.
James Reed è un alchimista, ma non il migliore. La sua creatrice, Asphodel Baker, lei era l’alchimista più brillante e rivoluzionaria dei suoi tempi, ma i vecchi sessisti del consiglio degli alchimisti non capivano la sua grandezza e lei è stata costretta a creare James, il suo pupillo, il suo assassino, per vedere la sua opera completata.
Il 1986 sembra essere l’anno in cui il viaggio verso la Città Impossibile comincia, l’Astrolabio ha iniziato a girare al contrario con la nascita di Roger e Dodger e così i due cuculi vengono separati, affidati a due famiglie ai capi opposti dell’America, in attesa del momento giusto per riunirli.
È il 1993, Roger Middleton ha 7 anni, è un mago delle parole, divorerebbe libri tutto il giorno, ma è costretto a fare i compiti, anche quelli di matematica, che lui odia.
La voce nella sua testa, invece, sembra adorare la matematica e fa i suoi compiti in un attimo.
Dodger odia le parole, è difficile metterle insieme mentre i numeri sono così semplici e lineari.
Anche Dodger Cheswich ha 7 anni, non ha molti amici perché è un piccolo genio della matematica e questo la rende strana. Ma il bambino che parla nella sua testa la capisce, le chiede spiegazioni, la comprende.
Ovviamente quando si sente una voce nella testa la prima cosa che si pensa è di essere pazzi e di doverlo nascondere, oppure che sia un sogno o uno scherzo dell’immaginazione, eppure i due bambini sanno che loro sono estremamente reali e così diventano migliori amici.
Si aiutano a vicenda, riempiono i buchi lasciati dalle mancanze gli uni degli altri. Ma è troppo presto, non sono pronti, la Dottrina non è matura, devono essere separati.
Ma Roger e Dodger si ritrovano, loro si ritrovano sempre, sono gemelli, sono uno la metà dell’altro, si completano, non possono essere separati, non dagli altri, forse da loro stessi. Il viaggio è lungo, la strada improbabile non è facile da percorrere, le probabilità di sbagliare sono estremamente elevate, la Città Impossibile è lì, ma loro non sono pronti, si sono sbagliati...
“I numeri, fintanto che si comprendono le norme che li regolano, sono entità semplici, disciplinate. Le parole, al contrario, sono insidiose. Si aggrovigliano e mordono e pretendono attenzione. Roger riflette su come cambiare il mondo. Sua sorella, semplicemente, lo cambia.”
Non me lo dite, so che sembra non avere senso, ma non è che potevo raccontarvi tutto il romanzo! Quello che vi ho descritto non è che l’inizio di una storia inimmaginabile e inaspettata.
Roger e Dodger sono l’incarnazione di due delle forze che governano l’universo, il linguaggio lui e la matematica lei.
Insieme, quando perfettamente maturi, possono incarnare la Dottrina, che gli permetterebbe di governare l’universo, li renderebbe dei, invincibili.
Non sono bambini normali e non sono liberi di vivere la loro vita, sono costantemente controllati, osservati, in attesa di un cambiamento da riferire ad un uomo freddo e senza scrupoli che aspetta da anni di ottenere il potere assoluto.
Roger e Dodger sono un esperimento e se non sono in grado di raggiungere lo scopo per cui sono stati creati, se diventano pericolosi, potrebbero essere eliminati.
Eppure sono interessanti, i loro comportamenti, le loro decisioni, l’evoluzione del loro rapporto, hanno troppo potenziale.
Conosciamo Roger e Dodger da neonati, li rincontriamo quando hanno 7 anni e li accompagniamo nell’adolescenza e nell’età adulta. Li vediamo crescere, conoscersi, legare, litigare, separarsi, ritrovarsi. Leggiamo entrambi i loro punti di vista, capiamo cosa significa essere loro, cosa significa essere un genio della matematica o un mago del linguaggio.
Questo libro non è solo un adult, è un middle grade quando viviamo l’ansia dei due bambini perché sono diversi, hanno qualcosa che gli altri non hanno e per questo non li capiscono, li prendono in giro, li escludono.
È uno young adult quando al liceo Roger usa le parole per adattarsi nella società, per mischiarsi agli altri adolescenti; mentre Dodger fa sempre più fatica a restare a galla, è un genio della matematica, è donna, è sola, è un’adolescente senza amici, e cede.
È adult quando arriviamo all’università ed eccoli lì, l’uno la metà dell’altro, di nuovo insieme, inseparabili, inarrestabili, pericolosi, non ancora pronti.
È una corsa contro il tempo, contro l’universo, contro loro stessi, quando la strada improbabile si avvicina.
Ma saranno pronti o sarà l’ennesimo errore?
L’ennesimo tentativo da ripetere e ripetere e ripetere finché non capiranno dove sbagliano, dove devono migliorarsi, come ricordare, cosa ricordare, per poi ricominciare?
“Il tempo può essere riscritto, ma sono le parole a indurre le persone al cambiamento.”
Non conoscevo l’autrice, non ho mai letto nulla di suo, ma “Middlegame” mi ha stregato.
È geniale, incredibile, indimenticabile. Unisce alchimia, letteratura, matematica, filosofia, scienza, storia, anche un pizzico di magia, alle storie di due bambini speciali che affrontano il mondo esterno con un vantaggio, che è anche uno svantaggio quando si ritrovano da soli, ai drammi adolescenziali e alle responsabilità adulte.
Ma la narrazione è la vera magia, la scelta delle parole, delle ripetizioni, delle pause; sono quelle che trasmettono ogni emozione, ogni sensazione, che fanno stringere il cuore per quanto sono potenti.
Anche la struttura del romanzo è studiata per rappresentare perfettamente la storia, suddivisa in libri, ognuno anticipato da epigrafi e dagli estratti di un libro che ha un significato importantissimo, un middle grade che esiste e che leggerò assolutamente (riguardo a questo, vi consiglio di cercare l’autrice su Google e capirete, non voglio dirvelo io perché è stato uno dei tanti dettagli che ho adorato).
Gli adult ultimamente sono una fonte di stupore e amore assoluto incredibile. Io amo gli young adult, ma a volte sembra che le storie, nonostante le differenze, siano comunque quelle, hanno uno schema ben preciso e percorsi definiti.
Con gli Adult invece è ogni volta un mondo a sé, non ci sono limiti o linee guida, non ci sono svolte prevedibili, è un lungo camminare alla cieca su strade che possono andare in qualsiasi direzione. È un mondo immenso e senza regole dove tutto è possibile.
Soprattutto in questo caso, dove le strade sono innumerevoli, le linee temporali infinite e gli errori da commettere fin troppi.
Oh, quante volte mi sono ritrovata con il cuore stretto in una morsa, il fiato sospeso, un “nooo” sofferto che mi usciva dalle labbra. E quante pagine ho evidenziato, ricche di frasi che mi colpivano e mi riscaldavano l’anima.
Quando sono arrivata alla fine ho provato l’immane desiderio di ricominciare tutto daccapo, di percorrere di nuovo la strada improbabile, ammirare da lontano la Città Impossibile, camminare con il Corvo e la Cornacchia nel Sopra-Sotto, vedere il mondo attraverso formule matematiche e sentire il linguaggio scorrermi nelle vene.
Non vedo l’ora di avere tra le mani il cartaceo, lo abbraccerò come se Roger e Dodger potessero davvero sentire l’amore che si meritano. Soprattutto Dodger, che nonostante sia la matematica e io sia più una tipa da linguaggio, si merita tutto l’amore possibile.
Che dirvi più, vi ho riversato il cuore in questa recensione, spero di avervi convinto e che darete una possibilità a “Middlegame”.
Sono certa che sarà uno dei libri più belli letti quest’anno anche per voi, poi fatemi sapere se avevo ragione, mi piace sentirmelo dire!
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