La saga dei Dumont

 
La serie è composta da: 
 
1. Ho imparato ad amarti 
 
2. Mi fido solo di te  
 
3. Non ti riconosco più


Genere: Romance

Autore: Karina Halle

La Riviera francese è sinonimo di lusso, se sei ricco. Per Sadie Reynolds, una studentessa spiantata, significa ostelli squallidi e vicoli bui. Quando percorrendo una strada malfamata si ritrova in pericolo, l’ultima cosa che si aspetta è di essere salvata dall’uomo più bello che abbia mai visto. E così si sveglia in una suite di lusso con vista sul Mediterraneo, con il suo salvatore che si sta prendendo cura di lei: Olivier Dumont, lo scapolo più ambito di tutta la Francia, albergatore miliardario, erede della fortuna dei Dumont nel mondo della moda.
Olivier è anche protagonista di tanti scandali. Ma Sadie è diversa da tutte le donne che abbia mai conosciuto. La sua umiltà e la sua innocenza nascondono promesse di grande passione. Anche lui le sta promettendo qualcosa: tutto quello che desidera. Da Bordeaux a Cannes a Parigi, il passato di Sadie negli Stati Uniti viene spazzato via e rimpiazzato da una fantasia troppo bella per essere vera.
Trascinata nell’orbita di Olivier, fatta di ricchezza, glamour ed eccessi, Sadie scopre che la dinastia dei Dumont porta con sé un bagaglio di segreti pericolosi. E i segreti di Olivier sono i più oscuri di tutti…




Salve Confine,
oggi vi parlo del primo romanzo della nuova serie di Karina Halle, “La saga dei Dumont”, il cui titolo è “Ho imparato ad amarti”, uscito lo scorso settembre per Newton Compton editori.

Sadie Raynolds e il suo ragazzo sono partiti dagli Stati Uniti, zaino in spalla e tanto entusiasmo, per intraprendere un viaggio on the road in Europa. Durante il viaggio, Sadie scopre che il suo ragazzo la tradisce da tempo con un’amica, così lo pianta; lui torna in America mentre lei è decisa a finire il suo tanto agognato tour del vecchio continente.
Pochi soldi in tasca e la Spagna da raggiungere, dorme in ostelli lerci e si arrangia come può mentre si trova nell’elegante riviera francese. Una sera, mentre sta raggiungendo la stazione per andare in Spagna, viene aggredita violentemente e mai si sarebbe aspettata di essere salvata da uno splendido uomo affascinante a bordo di un’automobile sportiva di lusso che, di sicuro, non appartiene a quei luoghi malfamati.
Olivier Dumont è un albergatore francese di successo, erede di una delle famiglie più ricche e conosciute di tutta la Francia nel campo della moda; ha all’attivo tanti scandali e parecchie avventure da una notte e via, un playboy affascinante che si trova a sbagliare strada e a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, in tempo per aiutare una bellissima ragazza in pericolo.
Deciso a prendersi cura della sconosciuta fino a che non si sarà rimessa dalle ferite riportate, la porta con sé in uno dei suoi alberghi e, piano piano, chiacchierata dopo chiacchierata, i due imparano a conoscersi alimentando quella connessione passionale che sentono intercorrere tra loro, con l’unica conclusione possibile che è quella di dare sfogo al loro reciproco desiderio.

Ben presto il legame che sentono diventa qualcosa di più importante. Sadie dimentica per un attimo le responsabilità che ha negli Usa e decide di seguire Olivier a Parigi, pronta a lasciarsi trasportare dal lusso e dalla passione che lui le promette, dandosi una scadenza.
Olivier, nonostante si sia lasciato travolgere dai sentimenti che prova per Sadie, proprio per proteggerli e proteggere la ragazza stessa, deve tenerla nascosta, lontana dai riflettori a cui è soggetto e abituato; il giovane uomo, infatti, nasconde un segreto terribile che potrebbe mettere in pericolo la vita di Sadie.

“All’inizio il pensiero di me e Olivier insieme fisicamente mi innervosiva e mi faceva venire le farfalle nello stomaco. Adesso quelle farfalle si sono trasformate in bestie fameliche e disperate. Voglio consumare quest’uomo, voglio che lui consumi me”.

Ecco di nuovo tornare la Halle con una nuova serie e, ovviamente, io non posso lasciare che passi così, senza leggerla.
Di questa autrice ho letto tutto e ho recensito molti dei suoi romanzi per il blog. Adoro il suo modo di scrivere, leggero, ricco di humor e sentimenti. I suoi romanzi sono letture facili e veloci per passare qualche ora in relax, ridendo tra un’accelerata del battito del cuore e l’altra.
Questa volta, però, e aggiungo il “però” con grande dispiacere, non ho trovato in questo romanzo quello che cerco nei suoi libri e che sempre sono sicura di trovare.
La storia in sé è molto bella, ricca di sentimento, passione e anche mistero, tensione e tanto altro, solo che non è sviluppata nel solito modo, tipico della Halle.
Mancano le descrizioni dettagliate, mancano i dialoghi che mettono buon umore o fanno battere il cuore, manca quel suo modo di scrivere una storia che, sebbene banale, risulta sempre piacevole e ricca di tante sorprese. Per buona parte del romanzo mi sono chiesta: “Ma che sto leggendo?”, “Ma davvero è la Halle?”.
Sono andata avanti cercando qualche indizio che alla pagina successiva la storia avrebbe preso la svolta giusta, ma nulla.

Ora, non appena sono arrivata alla fine di tutto, leggendo i soliti ringraziamenti, ho trovato la risposta alla mia perplessità. L’autrice spiega che ha scritto questo romanzo in un periodo particolare della sua vita in cui non era troppo presente a sé stessa ma gravata ugualmente da scadenze da rispettare.
Sapendo quello che dopo ho saputo, ho avuto difficoltà a pensare di scrivere questa recensione e a darne un parere non troppo positivo, ecco perché da settembre mi sono ridotta a gennaio…
Il mio dilemma era: “Conosco la Halle, so quello che può creare, è giusto che io giudichi un suo romanzo non troppo riuscito alla luce di quello che ho evinto dai suoi ringraziamenti?”. Mi sentivo di tradirla, e per giunta in un periodo così delicato della sua vita, ma, d’altra parte, non potevo nemmeno mentire né evitare di scrivere la recensione, visto che la copia elettronica del romanzo mi è stata omaggiata dalla casa editrice stessa.
Questi sono i problemi di una blogger dal cuore tenero, ma gli oneri vanno pagati e allora la decisione è presa.

Con questo non voglio dire che la storia di Sadie e Olivier, che oltretutto è finita con un grosso punto interrogativo, forse anche due, sia da evitare, da scartare, da non leggere, no, “Ho imparato ad amarti” merita comunque la vostra attenzione, soprattutto nella promessa che portano i romanzi successivi. Anzi, sono sicura che il secondo volume, che penso parlerà della sorella di Olivier e del cugino, conquisterà i nostri cuori.
Buona lettura.


Voto libro - 3



 


Genere: Romance

Autore: Karina Halle

11 gennaio 2021

Seraphine Dumont sembra avere tutto: è bellissima, brillante e appartiene a una delle dinastie più illustri di Francia. Ma dietro la facciata, Seraphine fa fatica a non scomporsi. Oltre a soffrire per la morte improvvisa e sospetta del padre adottivo, deve condividere il suo precario ruolo negli affari di famiglia con il cugino (solo di nome) Blaise. Anche se la loro storia è piuttosto tumultuosa, potrebbe essere l’unico membro della disonesta famiglia Dumont di cui si può fidare.
Seraphine è una tentazione a cui Blaise non sa resistere. La fiamma che porta dentro di sé da anni continua a bruciare. È il suo segreto. Una ossessione silenziosa che cova sotto la cenere. Almeno finché suo fratello non gli ordina di spiare Seraphine, sempre più sfuggente, che suo padre considera un membro dei Dumont del tutto superfluo. Ma più Blaise la osserva da vicino, più capisce che Seraphine fa benissimo a essere diffidente. E potrebbe essere la prossima a essere in pericolo, e a doversi guardare dalla sua stessa famiglia.
La situazione si fa incandescente, e i cuori cedono al sentimento. Seraphine e Blaise possono contare solo l’uno sull’altra. Ma il loro amore riuscirà a sopravvivere ai segreti che stanno per essere svelati?


Salve Confine,
oggi vi parlo del secondo volume della “Saga dei Dumont” di Karina Halle, edita Newton Compton editori, “Mi fido solo di te”, uscito l’undici di gennaio. Questo romanzo è dedicato a Seraphine e Blaise, i due cugini Dumont che ci hanno incuriosito tanto nel romanzo precedente.
Seraphine è sconvolta dalla morte del padre adottivo, l’uomo che l’ha scelta, che l’ha salvata da una vita di stenti e povertà e ha contribuito a farla diventare la donna forte e realizzata nell’azienda di famiglia. Non è morto per cause naturali, ne è assolutamente convinta, e sa che dietro a questo evento si nasconde suo zio Gautier, capostipite della parte perfida della famiglia dei Dumont.
È assolutamente risoluta nel volerlo dimostrare, soprattutto adesso che, dopo aver ricattato suo fratello Olivier, ha messo le mani sulla totalità delle azioni dell’azienda di famiglia che, nelle sue mani e in quelle dei suoi due figli, Pascal e Blaise, sta cambiando completamente i connotati.
Blaise Dumont è cresciuto nella parte sbagliata della famiglia. Essere il figlio di Gautier non è mai stato facile, soprattutto considerata la natura crudele del padre che lo ha spronato, sin da piccolo, a coltivare la parte oscura di sé, con qualsiasi mezzo.
Nemmeno al fratello Pascal, braccio destro del padre, riesce a legarsi, o alla madre, che è sempre sembrata fredda e anaffettiva.
Per lui, inaspettatamente, la cugina Seraphine ha sempre avuto sapore di famiglia, sebbene questa non abbia nelle vene il suo stesso sangue. Il legame che sente con lei non è proprio di natura ingenua, da lei si sente attratto e, da sempre, è stata l’unica accanto alla quale è entrato in contatto con il vero se stesso, senza maschere, senza vergognarsene. Ma questo rappresenta un grave pericolo; non può permettersi di tirare giù la maschera, le conseguenze potrebbero essere gravi.
Quando però c’è da schierarsi veramente da una parte o dall’altra, nel momento in cui i giochi si fanno duri, Blaise sceglierà di seguire il legame di sangue o la strada del cuore?

“Sono sempre il predatore quando si tratta di Seraphine, non solo nel corpo, ma nello spirito. Voglio possedere il suo cuore, i suoi pensieri e la sua anima così come lei è padrona dei miei.”

Se avete letto la mia recensione del primo libro della saga, sapete allora che ne sono rimasta delusa, che non ho ritrovato tra le pagine la Karina Halle che conosco dai suoi precedenti romanzi. Ho anche capito e assimilato il motivo per cui quel primo romanzo non mi ha toccata come, per esempio, la serie dei re nordici, e me ne dispiaccio, ma purtroppo neanche in questo sono riuscita a trovare pienamente la Halle, qualche traccia qui e là, nulla di più.
Rimangono alcune caratteristiche sue, come la scorrevolezza che riesce a dare ai suoi racconti o i personaggi interessanti che riesce a creare.
Manca molto invece la verve che mette di solito nei dialoghi tra i protagonisti o l’intensità che riesce a infondere in alcune vicende.
Seraphine e Blaise hanno una storia da raccontare, molto più interessante di come è stata raccontata. Sono personaggi pieni, tridimensionali, che non hanno avuto modo di esserlo però.
E, soprattutto, non hanno avuto la possibilità di vivere la loro storia d’amore come meritavano.
La Halle ha dato troppo spazio al lato giallo del romanzo e molto poco a quello rosa.
Troppa azione da film alla “Mission: Impossible” che ha snaturato l’anima rosa della storia.
Oltretutto, per dare forza a questo lato della storia, ha creato delle situazioni troppo inverosimili, quasi assurde, che hanno tolto coerenza al tutto.
Lo stesso Gautier, malvagio, tanto da non tenere nemmeno alla vita dei propri figli, commette un passo falso che… meh. Ecco, manca coerenza nella storia e nei personaggi; Seraphine sembra una folle che si alterna tra due o tre personalità differenti e, credetemi, poteva essere meglio di così. Lo stesso Blaise, che è il personaggio che mi è piaciuto di più al momento, non è all’altezza degli standard a cui siamo abituate con la Halle.
Una cosa che mi è piaciuta abbastanza, però, è l’alternanza dei capitoli che guardano al passato dei due ragazzi, che ci mostrano come sia nato il legame tra loro.
Non mi resta che aspettare il romanzo su Pascal, che, come la stessa autrice annuncia, ci sorprenderà. Speriamo.
Buona lettura.


Voto libro – 3.5




Genere: Romance
Autrice: Karina Halle

24 maggio 2021

Nella dinastia a capo di un imponente impero della moda, i Dumont, nessun erede ha una reputazione peggiore di quella di Pascal. Ogni trasgressione, per lui, è un piacere indecente. Ogni donna, una conquista. Ma nessuna conquista si è mai rivelata più impegnativa della sua nuova assistente personale, Gabrielle Caron. È brillante, bellissima e rappresenta un mistero che Pascal non vede l'ora di risolvere.
Gabrielle, figlia della governante di casa Dumont, è tornata all'improvviso dopo essere sparita otto anni prima. Non è più l'adolescente goffa di un tempo: ha accumulato una buona dose di determinazione e si è fatta assumere dal Pascal, decisa a farsi valere. Ma non osa rivelare la vera ragione per cui è tornata.
Con il passare del tempo, le notti si fanno più intime e Gabrielle si rende conto che Pascal non è così inaffidabile come credeva. E così comincia a confidargli i suoi segreti. Segreti in grado di insegnare a entrambi che innamorarsi potrebbe significare una speranza di redenzione. Come anche salvare la vita stessa di Gabrielle, minacciata dai pericoli di un passato oscuro e scandaloso…

Salve Confine,
siamo finalmente arrivati alla fine de “La saga dei Dumont”, l’ultima trilogia scritta da Karina Halle e targata Newton Compton Editori.
Il terzo e ultimo volume di cui andrò a parlare oggi è “Non ti riconosco più” e con questo conosceremo meglio Pascal Dumont, che abbiamo già abbondantemente incontrato nei precedenti due volumi.

Sappiamo che Pascal è il figlio maggiore del malvagio, avido e senza scrupoli Gautier Dumont, che ha distrutto la famiglia nella sua forma originale, ma anche l’azienda e le tradizioni. 
Mentre Blaise, il secondo figlio, sembra essere caduto lontano dall’albero marcio del padre, Pascal invece ne è il ramo più alto.
Nei precedenti romanzi abbiamo avuto già il piacere di assistere a tutto quello di cui è capace per ottenere ciò che vuole: successo, potenza, soldi e vendetta. Vicinissimo al padre e complice dei suoi misfatti.
Non gli manca nulla, è bello e ricco, non gli interessa l’amore perché non può portargli alcun vantaggio, sa bene come si sono ridotti suo fratello e i suoi cugini per quest’inutile sentimento. 
Questo fino a che non rivede Gabrielle.

Gabrielle è la figlia della governante dei Dumont; la ragazza, che prima si vedeva spesso girare per casa aiutando la madre, era sparita all’improvviso otto anni prima per tornare adesso, più bella che mai e con qualcosa che la rende irresistibile.
Pascal la assume come assistente, nonostante il divieto del padre, che sembra infastidito oltremodo dalla loro vicinanza. I due, lavorando a stretto contatto, instaurano una forte sintonia e qualcosa di più, che finisce per stupire e mettere in crisi entrambi, perché entrambi non possono farsi coinvolgere dai sentimenti, soprattutto Gabrielle, che è tornata per mettere una croce sul suo passato e che per farlo dovrà ferire irrimediabilmente Pascal.

“Non sono un’assassina. Non so cosa sto facendo. So di essere un po’ pazza, un po’ fuori di testa. Mi rendo conto di quanto sia sbagliato, di quanto sia rischioso, che se non farò attenzione la disfatta sarà tale che non ne uscirò più.”

Come già scritto e riscritto nelle precedenti recensioni di questa serie, a me la saga dei Dumont non è piaciuta molto.
Ribadisco che non ci ho trovato la Halle così come l’ho conosciuta e apprezzata negli altri suoi romanzi.
Questa serie manca di tutti i sentimenti che, di solito, riesce a infondere nelle sue storie. 
I personaggi non sono piatti, per onestà, ma non rimangono impressi, mancano di appeal, di carattere, di coerenza.

Pascal, nei precedenti romanzi, è ritratto come il figlio del Demonio, ha fatto di tutto e di più per garantirsi il posto che occupa nell’azienda di famiglia e nel mondo; gli inganni più infimi, le azioni più brutte e incredibili verso i suoi familiari e suo fratello stesso.
Poi arriva Gabrielle e tutto cambia, diventa l’uomo migliore del mondo. È stato complice di assassinii e truffe della peggiore specie, senza coscienza e senza onore.
Capite che è impossibile, soprattutto in tempi così brevi e senza motivazioni forti e reali se non un sentimento che forse c’è, forse no.
Qui, arrivati a questo punto, quello della svolta, la Halle è quasi riuscita a convincermi che Pascal, in realtà, non era mai stato veramente cattivo per indole ma per necessità, e il mio voto non è un due e mezzo solo per questo, ma comunque tutta la storia non corre via liscia. Troppe incoerenze.

Gabrielle, come personaggio, mi è piaciuta leggermente di più, ma nonostante il suo background, la sua storia è altrettanto poco credibile.
Diciamo che la sensazione che ho avuto, non solo per questo romanzo, ma nella lettura di tutta la trilogia, è che l’intera storia fosse troppo incredibile e montata alla svelta giusto per portare a termine un lavoro che non si aveva la voglia o l’umore per scrivere. Manca il tocco magico dell’autrice.

Che dire! A me, che sono una lettrice assidua della Halle, questa saga non è piaciuta poi tanto, proprio perché sono a conoscenza di ciò di cui lei è capace, ma magari a qualche altro lettore può piacere, quindi non mi sento di dirvi di cancellarla dalla vostra lista, semplicemente provate a leggerla e poi, magari, se vi va, tornate a lasciarmi un vostro parere con un commento, sarò felice di essere contraddetta.
Buona lettura.


Voto libro - 3



 

You Might Also Like

0 comments