Un rumore nel buio
Genere: Horror - Thriller
Autore: Kyle Alexander Romines
Per Zack Allen, quella pausa doveva essere l’occasione per cambiare aria e rilassarsi. Un fine settimana in campeggio, con un ristretto gruppo di amici, sembrava la distrazione perfetta da una vita privata complicata. Tuttavia, appena arriva al Parco Statale Drifter’s Folly, Zack viene assalito dalla sensazione che ci sia qualcosa di terribilmente sbagliato.
Zack avrebbe dovuto fidarsi del suo sesto senso, perché lui e i suoi amici non sono soli nel parco. Qualcuno li sta osservando, una persona con oscure intenzioni e che ha voglia di “giocare”...
Ciao a voi, lettrici e lettori!
Sono qui per parlarvi di “Un rumore nel buio”, thriller scritto da Kyle Alexander Romines, edito da Hope Edizioni.
Il libro ruota attorno alla figura spaventosa del Cacciatore, un killer spietato che, in tempi non molto remoti, ha commesso numerosi assassinii nell’Elmore State Park. La storia è ambientata tre anni dopo l’accaduto e vede come protagonista Zack che, per prendersi una pausa dai ricordi dolorosi del passato, accetta la proposta di andare in campeggio con i suoi amici.
Giunti al parco statale Drifter’s Folly Memorial, i ragazzi avvertono da subito un’atmosfera cupa e inquieta. Dopo essersi accampati per la notte, l’assassino non esita minimamente a mostrarsi a loro, invitandoli a fare un gioco molto pericoloso: superare i confini del parco o morire. Aggrappandosi alla paura ma anche all’istinto di sopravvivenza, i cinque ragazzi iniziano il loro percorso verso la salvezza. Non sanno, però, che saranno numerosi gli ostacoli e le trappole ad attenderli, e non tutti saranno capaci di superarli.
“Nella natura selvaggia, ognuno pensava per sé. Unire le forze significava solo amplificare le debolezze, e loro erano già deboli a sufficienza.”
Sarò onesta fin da subito. Questo libro, purtroppo, non ha soddisfatto le mie aspettative. Nonostante l’idea di base fosse davvero interessante (facendo eccezione per il cliché dell’omicida al campeggio, già sentito abbondantemente), ho trovato l’opera priva di colpi di scena significativi.
È stato tutto molto prevedibile, dall’inizio fino alla fine. Avrei preferito maggiore suspense e descrizioni leggermente più precise. Ho apprezzato solo un paio di personaggi, tra cui Cole e Zack, le cui storie (forse le uniche di cui si è parlato) sono state davvero interessanti.
Altri, invece, sono stati scelti solo per allungare un po’ il brodo, dando al killer più vittime di cui occuparsi. Il finale non mi è piaciuto. Per essere un romanzo autoconclusivo, credo che sarebbe stato meglio evitare l’epilogo, poiché in esso ritroviamo dei dettagli in particolare che ci comunicano una continuità che la storia non avrà mai.
Non a caso, la frase finale è “Il gioco era appena cominciato”. Forse è stata scritta per incuriosire il lettore, a mo’ di cliffhanger, ma non ne vedo l’utilità.
Infine, specialmente all’inizio, non riuscivo a distinguere i flashbacks di Zack dal tempo reale della storia, e questo mi ha portato ad apprezzarne ancora meno la lettura. Ciò si è verificato anche a causa della prosa fin troppo elementare e dei dialoghi poco intriganti.
Ovviamente, ci tengo a specificare che questa è solo la mia opinione. Se dovessi guardare l’opera con occhio meno critico vi direi che sarebbe perfetta specialmente per i fan di American Horror Story 1984 (ossia la nona stagione della serie), che tratta appunto di un killer che provoca stragi in un campeggio.
Sarah
Voto libro - 2
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