la principessa si salva da sola
Genere: Poesia
Autore: Amanda Lovelace
Una giovane donna mette nero su bianco frammenti della sua anima: parole che ripercorrono le tappe di un percorso di crescita, accettazione e scoperta - di sé, del proprio valore e della propria forza. Un viaggio in versi attraverso l'esperienza dell'amore e del dolore, della perdita e della rinascita. Si ricorda bambina, quando credeva nelle favole e aspettava un principe che arrivasse a salvarla. Si rivede prigioniera in una torre inespugnabile, vittima di sguardi, giudizi e false promesse, intrappolata in un corpo che lei stessa non aveva ancora imparato ad amare, fragile custode di un cuore di cristallo. Fino a quando, costretta dal destino ad attraversare il fuoco, capisce di non esserne stata annientata, di poter rimettere insieme tutti i pezzi, uno dopo l'altro, parola dopo parola. Scoprendo proprio in quelle parole, che sempre le hanno dato conforto, l'arma più potente per difendersi e salvarsi da sé, unica regina della propria vita. Amanda Lovelace ci accompagna in un viaggio catartico, un esempio di resilienza, un messaggio per tutte le donne: se vuoi ribaltare gli stereotipi e sfuggire ai ruoli che gli altri intendono cucirti addosso, scrivi da sola la tua storia.
Oggi vi parlerò di un libro di poesie, “La principessa si salva da sola” di Amanda Lovace, una lettura super veloce ed emozionante.
a strappare
le pagine
dalle costole
dei suo libri
preferiti
& si infila
cartocci di parole
in bocca,
pregando che davvero
si diventi
ciò che si mangia
mentre succhia
il sapore dell’inchiostro
dalle dita annerite.»
Ancora una volta, una ragazza ha deciso di raccontare se stessa e le sue sensazioni piú profonde. Mi era già successo di intraprendere un’avventura del genere con Rupi Kaur e le sue due raccolte, “Milk and honey” e “The sun and her flowers” (potete trovare le recensioni sempre sul blog). La principessa si salva da sola è suddivisa in quattro parti: “la principessa”, “la damigella”, “la regina” e “tu”.
Amanda Lovace decide di raccontarci la sua vita: dalla relazione conflittuale con la mamma, alla sofferenza in seguito alla perdita di quest’ultima e della sorella maggiore; dalla passione per i libri, al suo amore per la poesia, la sua amante più fedele. Inoltre, affronta altre tematiche importanti come il superamento della paura di amare dopo così tanto male, l’accettazione del proprio corpo e, più in generale, l’accettazione del proprio valore in quanto donna.
L’opera è un vero e proprio manifesto del dolore che, se accettato e affrontato, porta all’amor proprio e a una maggiore consapevolezza di sé stessi. Tutto questo è velato da una metafora: una principessa che passa da una torre all’altra e che aspetta che qualcuno la salvi, non comprendendo che ella stessa è la sola chiave per la sua liberazione. Sebbene le siano state tarpate le ali, capirà che è in grado di volare lo stesso.
un tempo
in cui
la poesia
mi mostrò
come
sanguinare
senza
perdere una sola
goccia di sangue.»
Lo stile è davvero semplice, perciò non abbiate timore della poesia. Troppe volte ho sentito dire alle persone che preferiscono non leggere poesie perché: “No, sei pazza? Sono troppo difficili da capire”.
Tuttavia, vi svelerò un segreto: non c’è niente da “capire”, la poesia bisogna sentirla sulla pelle quando ti salgono i brividi e nell’anima quando ti sussurra all’orecchio le verità più nascoste.
Ovviamente non tutte le poesie possono toccarci e io stessa credo che mai esisterà una raccolta che appaia perfetta ai miei occhi. Non tutti i sentimenti possono essere “sentiti”. Personalmente, in questo caso, ho apprezzato molto di più la parte iniziale della raccolta, nonostante il resto non sia per niente male.
Detto ciò, vi saluto con un piccolo messaggio dal cuore: processate il dolore, non lasciate che si annidi dentro di voi. Diventerete più forti, siete già più forti di quanto crediate.
Mentre alle mie sorelle voglio dire di non aspettare il cavaliere che le salvi, combattete e siate le regine della vostra storia, anzi, siate semplicemente voi stesse perché va bene cosí.
A presto!
Autore: Amanda Lovelace
Autore: Amanda Lovelace
Oggi vi parlerò dell’ultimo libro della raccolta di Amanda Lovelace “Women are some kind of magic”, “the mermaid’s voice returns in this one”, che purtroppo, come il secondo, non è stato ancora tradotto in Italia. Ma, chissà, non bisogna mai perdere la speranza!
non riesce a distinguere
i giorni
in cui ha camminato
su questa terra
come se stessa
e
i giorni
in cui ha camminato
tra i paragrafi
come qualcun altro.»
Cosa dice questa raccolta? In una sintesi molto breve e coincisa: butta fuori la voce e canta le “tue canzoni” come solo una sirena potrebbe fare, anche se questo significasse disturbare gli dei. Si focalizza su temi forti come la violenza, sul lento processo di consapevolezza delle proprie “non-colpe” e sul processo di ripresa del controllo su stessi e la propria vita. Ovviamente, all’inizio del libro ci sono i giusti avvertimenti per quanto riguarda gli argomenti che verranno trattati, nel caso in cui qualcuno sia sensibile a uno o più di essi.
i nostri cattivi
vincono,
non preoccupatevi.
Riscrivete
solo
la storia.»
Devo essere sincera, se non fosse per alcune parti, il tema che il libro si propone di seguire si sente ben poco, nonostante alla fine la Lovelace spieghi il perché del percorso.
Come sempre, la scrittura è così semplice e scorrevole da essere molto piacevole, anzi, leggerlo in lingua originale fa apprezzare ancora di più il modo in cui le frasi sono costruite, l’arte nel saper scegliere quali parole usare per far arrivare il concetto (cose che la traduzione va per forza a rovinare). Purtroppo, però, non ho sentito quel coinvolgimento che ho provato con i precedenti e avrei voluto provare anche questa volta. Alcune poesie mi sono piaciute, altre no. Capita spesso con le raccolte di poesia, ma con questo libro è stato abbastanza evidente e mi è dispiaciuto tanto. La parte finale è per me la più bella, probabilmente perché si possono trovare lavori di altre scrittrici che hanno partecipato e hanno arricchito l’opera con i loro diversi modi di esprimersi (tra queste, anche Nikita Gill, di cui ho parlato in alcune recensioni che trovate in blog!).
La poesia resta un porto sicuro per me e per sempre l’amerò. Mi sarebbe piaciuto finire questa serie con i fiocchi, ma va bene così. Questi tre libri hanno comunque tanto da dire (chi più, chi meno) e sono letture interessanti che possono aprire gli occhi e far riflettere su molte cose che magari potranno non riguardarci, ma che è bene conoscere. A volte dimentichiamo, o meglio, per ragioni a noi conosciute e sconosciute, vogliamo dimenticare. La soluzione vera però è solo una: essere consapevoli. E quando capirete di non essere damigelle in pericolo, streghe che meritano di bruciare o sirene dalle corde vocali deboli, allora avrete vinto. Ma fino ad allora, concedetevi il tempo di guarire.
Perciò, vi auguro una buona lettura e a presto amiche e amici del Confine!
0 comments